Menu principale:
La nostra Casa di Manila (Filippine)
Dati Principali
Repubblica delle Filippine (Republika ñg Pilipinas)
Nome completo: Repubblica delle Filippine
Superficie: 300 000 km2 (No. 71 nel mondo)
Densità: 264 abitanti per Km2
Popolazione: 86 241 697 ab. (2004) (No. 12 nel mondo)
Gruppi Etnici: Filippini (Larga maggioranza Neomalesi) 70%, Protomalesi 10%, (Minoranze) Cinesi 10%, Americane 10%, Spagnole 10% Altri 10%
Lingue: Filippino (basato sul Tagalog) e inglese, entrambe lingue ufficiali.
Religione:Cattolica 83%, Protestante 9%, Musulmana 5%
Ordinamento: Repubblica unitaria
Tipo di regime: Democrazia presidenzialeAng Cultural Center of the Philippines
Moneta: Peso Filippino (100 pesos = 1.93 euro al 5/9/2002)
TLD: .ph
Prefisso tel: +63
Sigla autom.: RP
Inno nazionale: Lupang Hinirang
Festa nazionale: 12 giugno 1897 (festa dell'indipendenza)
Clima: Il clima è tropicale equatoriale con temperature oscillanti, durante tutto il corso dell'anno, tra i 25 ed i 40 gradi. La stagione secca, durante la quale il clima è più temperato e le precipitazioni più rare, va da novembre ad aprile, mentre da maggio ad ottobre, stagione delle piogge, il clima è molto più umido con quotidiane ingenti precipitazioni. Durante tale stagione, frequenti sono i tifoni, con conseguenti allagamenti delle strade e blocco della circolazione.
Dati aggiornati al 2001.
Il periodo preistorico
Sin dai tempi preistorici molti nomi sono stati utilizzati per indicare l’ arcipelago delle Filippine.
Di particolare interesse è la teoria di Pedro A. Paterno secondo la quale questa catena di isole del Pacifico fu l’antica terra di Ophir, il luogo dove re Salomone estrasse gran parte del suo oro.
Il capitano Juan Martinez, mentre era agli ordini di Miguel Lopez de Legaspi, teorizzò che le Filippine era parte di Maniolas -
Tuttavia fu Ferdinando Magellano, nel suo primo approdo in questo arcipelago nel 1521, a dar il nome ufficiale di Arcipelago di San Lazzaro, in quanto il giorno della scoperta era dedicato a quel santo.
Il nome resistette fino alla metà del 1600 quando Fray Ruy Lopez de Villalobos ribattezzò le isole Las Felipinas, in onore del principe Filippo II di Spagna.
I filippini sono di razza affine agli indonesiani, malesi e polinesiani, e sono divisi in svariati gruppi etnici: i Tagalos, i Llokanos, i Pampanguenos, Pangasinas e i Bicolanos, tutti dell’ isola di Luzon; i cebuanos a Llongos sono dell’ isola di Visayas; e i Waray-
In aggiunta ci sono i mussulmani Maranao di Mindanao e Palawan, i mussulmani Maguindanao sempre di Mindanao e tre tribù mussulmane dell’ arcipelago di Sulu: i Tausug, Samal e Badjao.
Inoltre ci sono numerosi altri gruppi etnici di minore consistenza all’ interno dell’ arcipelago come i Ifugao, gli Igorots e i Kalinga, per citarne alcune.
I Primi Abitanti
Le testimonianza archeologiche indicano che approssimativamente 500.000 anni fa le calotte polari si sono formate ai poli aumentando così il livello globale del mare.
Quando le acque finalmente si ritirarono, alcuni lembi di terra emersero collegando l’ Asia con alcune isole dell’ arcipelago delle Filippine.
Questo ponte naturale si suppone che sia resistito per circa 40.000 anni, permettendo a varie specie animali di raggiungere le isole e stabilirvisi. Tra gli studiosi di antropologia filippina ci sono due ipotesi opposte riguardo la colonizzazione umana dell’ arcipelago.
Negli anni ’40 H. Otley Beyer ipotizzò la teoria migratoria che asseriva che le isole filippine sono state oggetto di successive ondate di colonizzazione da parte di varie culture, di diverso livello di civiltà ed etnia. Così si suppone che dal 25000 al 30.000 a.C. la razza Aito (Negrito) con caratteristiche di bassa statura, pelle olivastra e capelli ricci -
Gli Aeta hannoCrescita demografica della popolazione filippina dal 1961 al 2003 il merito di aver introdotto nell’ arcipelago l’ uso dell’ arco e frecce e della cerbottana. Attualmente i loro discendenti possono essere identificati negli abitanti delle regioni montuose di Luzon e Mindanao: i Visayas.
Beyer attribuì a successive due ondate di popoli colonizzatori come Indonesiani di tipo A e di tipo B. La loro culture si pensa che fosse molto più avanzata degli Aeta costringendo questi ultimi a relegarsi nelle regioni montuose. Gli Indonesiani A furono a loro volta spinti nell’interno della regione dagli Indonesiani B che occuparono le coste. Questi eventi si fanno risalire dal 5000 al 3500 a.C.
La cultura indonesiana ha introdotto l’ uso di armi bianche e di daghe di pietra, delle lance con punta di pietra e dello scudo. Queste popolazioni erano gli antenati degli attuali Kalings, Gadang, Isnegs, Mangyans, Tagbanus, Manobos e Samals.
Principali gruppi linguistici filippiniFinalmente, dal 200 a.C. circa, fino alla metà del 1500 tra successive afflussi di malesi importatoro l’ uso delle daghe, spade e lance in metallo. Questi popoli cacciatori-
La seconda sequenza migratoria vi fu approssimativamente dal 100 a.C. al 1400 d.C. e fu responsabile dell’introduzione dell’ alfabeto Visayan Baybayin nelle Filippine. Questa sequenza di eventi appena riportata è però oggetto di critiche in quanto non esistono sufficienti prove archeologiche che provino con esattezza la sequenza delle ondate migratorie.
Partendo invece dalle testimonianze dei resti archeologici si può affermare che le Filippine erano abitate nella valle del Tabuk, Kalinga e Cagayan da popolazioni che avevano prodotto semplici utensili di pietra databili ad al meno 500.000 anni fa.
Questi oggetti possono essere comparati a quelli trovati nell’ isola di Giava prodotti da una razza ominide affine all’Homo Erectus.
Altri studi archeologici fanno supporre con sicurezza che gli antenati degli attuali filippini erano Malesi. Le influenze esterne di diverse culture su queste isole si sono intensificati tra il 500 a.C. ed il 900 d.C. Quando i sistemi di trasporto marittimo delle popolazioni dell’ Asia vicine riuscirono a raggiungerle in maniera costante. Con i secoli sono iniziati contatti frequenti con indiani e cinesi che sicuramente hanno modificato la cultura delle popolazioni autoctone filippine.
Ě nel periodo della dinastia Tang (618-
Filippine, Arcipelago di 1107 IsoleSpiaggia delle Filippine
Le Filippine consistono in un arcipelago di 7107 isole situate nell'Oceano Pacifico delle quali solo 2000 sono abitate.
Luzon e Mindanao sono le più grandi e costituiscono all' incirca il 66% del territorio del paese.
I paesi più vicini sono Taiwan (a nord), la Malaysia orientale e il Brunei (a sud-
Ci sono 37 vulcani e l' altura più elevata è il Monte Apo
(2.954 m), a Mindanao. Circa la metà del territorio viene coltivato e un terzo è occupato dalle foreste, nonostante i danni arrecati dall'abbattimento degli alberi e dall'agricoltura 'taglia e brucia'. Nelle Filippine vivono più di 1000 specie di uccelli e animali, tra cui in particolare il bufalo nano, il tragolo, il coccodrillo e il pitone. Ci sono oltre 10.000 tipi di alberi, arbusti e felci; le specie vegetali più diffuse sono le palme e il bambù.
L'origine delle cultura filippina
La cultura delle Filippine nasce dalla mescolanza delle influenze straniere con gli elementi indigeni.
Oggi i musulmani e alcune delle tribù isolate sono gli unici abitanti la cui cultura non sia stata alterata dai contatti con gli Spagnoli e gli Americani.
Benché la letteratura e il teatro tradizionali e le kundiman (canzoni d'amore) nella lingua nazionale abbiano conosciuto una fase di rinascita grazie al movimento Potere Popolare di Cory Aquino, le espressioni culturali che i visitatori avranno maggiori probabilità di incontrare saranno i concorsi di bellezza, brutte soap opera, film violenti e sentimentali di produzione locale e gruppi musicali che imitano perfettamente le canzoni occidentali.
Circa il 10% dei Filippini (ossia i cosiddetti gruppi culturali minoritari o Filippini tribali) ha mantenuto la propria cultura tradizionale.
Esistono una sessantina di gruppi etnici tra cui i nomadi Badjao, i nomadi marittimi dell'arcipelago di Sulu e i Kalinga, cacciatori di teste del nord di Bontoc.
Le Filippine sono l'unico paese cristiano dell'Asia: più del 90% della popolazione sostiene di praticare la fede cristiana.
La principale religione minoritaria è quella islamica, praticata soprattutto a Mindanao e nell'arcipelago di Sulu.
Ci sono anche una Chiesa Indipendente Filippina, alcuni buddhisti e un piccolo gruppo di animisti.
La geografia e la storia delle Filippine hanno entrambe contribuito a creare una molteplicità di lingue: in tutto ci sono circa 80 dialetti. Il concetto di lingua nazionale iniziò a sorgere dopo la guerra ispano-
Con un compromesso raggiunto nel 1973 si è scelto come idioma nazionale il pilipino, che si basa sul tagalog ma contiene anche elementi di altre lingue filippine.
Ciononostante l'inglese continua a essere la lingua dei commerci e della politica.
Manila: capitale da 12 milioni di abitanti
Immagine: Ph locator ncr manila.pngMolte persone liquidano Manila come una città di 12 milioni di abitanti la cui sola funzione è quella di via d'accesso verso altri luoghi più interessanti nel resto dell' arcipelago.
In effetti le zone del paese meno sfruttate dall'edilizia offrono molti spunti ai viaggiatori più avventurosi, ma anche Manila possiede alcuni tesori nascosti.
La capitale delle Filippine è una città moderna (risultato della distruzione pressoché totale che subì durante la seconda guerra mondiale), ma ci sono alcune rovine coloniali, almeno quante bastano a tenere occupato per un po' chi nutre dell'interesse per la storia.
Anche chi vuole soltanto divertirsi troverà pane per i suoi denti a Manila: nei bar e nei locali della città è possibile mangiare, bere e fare baldoria per mesi senza conoscere mai un momento di noia.
La Storia delle Isole Filippine
La storia dell’ arcipelago delle Filippine ha origine circa 30.000 anni fa, quando questo insieme di isole costituiva un ponte verso l’ Asia e il Borneo.
Negrito, prfili03.jpg (14199 byte)oto-
Nel principio la popolazione non era dotata di un’ organizzazione politica e sociale comune.
Solo nella zona di Luzon, area dove veniva prodotto il riso, si poteva parlare di organizzazione fondata sul concetto di territorialità.
L' unità base degli agricoltori era il ‘barangay’, una forma di organizzazione su base familiare guidata da un ‘datu’, un capo.
All’ interno del barangay si distinguevano i ‘maharlika’, ovvero i nobili, e i timawa, ovvero gli uomini liberi. Questi ultimi erano poi divisi in diverse categorie: gli agricoltori senza terra, quelli che avevano perso la libertà a causa di debiti contratti o crimini.
Come in tutte le socifili02.jpg (14094 byte)età all’ ultimo posto si trovavano gli ‘alipin’, gli schiavi.
L’ islam è stato portato sull’ arcipelago dai commercianti e proseliti provenienti dall’ Indonesia. Dal 16° secolo l’islam era già ben radicato nell’ arcipelago di Sulu. Da qui venne poi predicato nell’ area di Mindanao, per raggiungere Manila nel 1565. Ě stato l’ arrivo degli immigranti musulmani a introdurre il concetto politico di territorialità statuale sotto il comando di un rajas o sultano.
Cultura
Molti di coloroViaggi in Cebu Filippine che visitano le Filippine spesso dicono che queste isole siano troppo occidentalizzate, ma cattedrali e centri commerciali sono solo la parte più appariscente di un arcipelago che invece al suo interno ha saputo conservare molto della sua cultura.
Nelle campagne la vita prosegue con ritmi molto elastici.
L’attività è concentrata sulle coste, sui fiumi e nei campi.
La cultura filippina è caratterizzata da una forte fede religiosa, rispetto per l’autorità, alto grado di amor proprio e un’ innata propensione a instaurare relazioni sociali.
Popolazione
Le Filippine contano una popolazione di 86 milioni di abitanti in continuo aumento, ufficialmente 7, 4 milioni di questi lavorano all’estero, pari a circa il 9% della popolazione totale, anche se c’ è chi sostiene che il numero reale si aggiri attAlcune ragazze ospitiorno ai 10 milioni di persone.
Molti filippini tendono ad emigrare e a restare all’estero, con tempi che oscillano dai pochi mesi a svariati anni, per poter aiutare i famigliari che restano in patria.
La crescita della popolazione è stimata intorno al più 1, 6 milioni di persone l’anno.
Le famiglie tendono infatti ad avere oltre cinque figli.
La popolazione è principalmente di etnia malese, ma economicamente sono i cinesi a dominare e questo nel corso degli anni ha creato non poche tensioni all’ interno del paese.
Bandiera delle Filippine
La bandiera Filippina ha le sue origini nel movimento di liberazione della Spagna alla fine del XI Bandiera delle Filippine -
Il triangolo bianco sull' inferitura rappresenta il movimento di liberazione, mentre le fasce blu e rossa simboleggiano rispettivamente la magnanimità e il coraggio.
La grossa stella gialla a otto province che si rivoltarono contro la Spagna, mentre le stelle gialle ai vertici del triangolo rappresentano i tre principali gruppi di isole: Luzon, Mindanao e l'arcipelago di Visayan.
Città -
(nome completo: Lungsod ng Maynila ) è la capitale delle Filippine. Collocazione di Manila
È situata sulla costa est della baia di Manila sulla più grande delle isole delle Filippine, Luzón.
Nonostante le sacche di povertà presenti, è una delle città più cosmopolite del mondo e la sua area metropolitana è il centro economico, culturale ed industriale del paese.
Manila è il centro di una prospera area metropolitana con oltre 10 milioni di abitanti.
L'area di Metro Manila, alla quale la città di Manila appartiene, è un'enorme metropoli costituita da 17 città e municipalità.
La città stessa, con il suo milione e mezzo di abitanti, è la seconda città più popolosa delle Filippine. Mappa del centro di Manila
Soltanto Quezon City, un'area suburbana della precedente capitale, è più popolosa.
Manila nacque nel XVI secolo da una colonia musulmana chiamata May Nilad sulle rive del fiume Pasig nella sede del governo coloniale spagnolo che controllò le Filippine per 333 anni.
Nel 1898 gli Stati Uniti occuparono e presero il controllo dell'arcipelago fino al 1935 e Manila divenne una delle più note città dell'oriente. Durante la Seconda guerra mondiale, gran parte della città venne distrutta ma in seguito venne ricostruita.
Nel 1975, per gestire meglio quanto avveniva nella regione in rapido sviluppo, la città di Manila e i paesi e città nei dintorni vennero incorporati in un'entità indipendente, Manila Metropolitana.
Questo venne stabilito l'8 novembre 1975 mediante il decreto presidenziale numero 824 dal precedente presidente Ferdinand Marcos che creava la "Metropolitan Manila Commission", diventata poi la "Metro Manila Development Authority".
Oggi la città e l'area metropolitana costituiscono un importante centro economico e culturale ma esistono grossi problemi legati alla sovrappopolazione, traffico, inquinamento e criminalità.
Fondazione della Casa (Un sogno cullato a lungo)
Nel secolo XV e XVI l’ Oriente divenne centro di attenzione da parte delle potenze europee in cerca di espansione, di nLa sede della Missione di Manila -
I contatti tra Europa e Filippine cominciarono nel 1521 quando Ferdinando Magellano approdò a Cebu e dove nello stesso anno fu ucciso Lapulapu, il capo di Mactan. Venti anni dopo Ruv Lopez de Villalobos scoprì l’isola di Samar e le isole vicine e diede loro il nome di «Islas Filipinas» le quali in seguito, in onore di Filippo II di Spagna, furono chiamate «Isole Filippine».
Il popolo filippino fu dominato dagli spagnoli per trecento anni; ad essi nel 1898 successero gli americani che cambiarono l’equilibrio delle forze in gioco.
Il 10 dicembre 1941 le truppe giapponesi sbarcarono nelle Filippine, occuparono Manila e di lì raggiunsero tutto l’arcipelago. Nel 1944 le forze americane vi ritornarono, ma, finalmente, il 4 luglio1946 le Filippine si costituirono in nuova repubblica.
È travagliata la storia di questo arcipelago costituito da miriadi di isole, 7107, di cui si calcolano undici isole maggiori; appena un centinaio sono abitate e soltanto 2773 hanno un nome.
Su questo contesto storico-La nostra Congregazione, missionaria dalle sue origini, come emerge dallo spirito del FondatLa Madre Generale M. Valeria Torelli inaugura la nuova Casaore e dallo studio dei suoi scritti, ha realizzato nel 1987 un «sogno cullato per molti anni».
È stata l’ audacia dell’ allora Rev. ma Madre Generale, Madre Valeria Torelli che, varcando ogni confine di spazio e di tempo ha superato coraggiosamente le distanze: ha compiuto un primo passo nel marzo 1987.
Con una sua collaboratrice è stata a Manila un mese per esplorare la zona e rendersi conto dove trovare un posto adatto in cui le suore potessero lavorare tra la gente bisognosa di un sostegno morale e materiale.
Con l’aiuto valido dei Padri Domenicani riuscì a trovare una casa a New Manila, Quezon City: questa sarebbe stata la casa di accoglienza dove le tre prime suore sarebbero diventate le apostole della Madonna del S. Rosario e le formatrici di giovani che desiderassero far parte della nostra Congregazione. Il 30 marzo 1987, La Madre ritorna in Italia e con raddoppiato coraggio cammina con il cuore e con la mente a passi sempre più decisi verso la realizzazione di un tale ardito progetto.
Più tardi, un secondo passo: un piccolo drappello di due suore parte il 7 luglio per seguire i lavori di ristrutturazione della casa e renderla funzionale per l’uso che se ne doveva fare.
Anche questi due cuori coraggiosi superando, con l’aiuto di Dio, ogni difficoltà hanno portato avanti, in breve tempo, un lavoro lungo e difficile.
Ma la gioia inattesa è stata quella di svolgere questo lavoro con già un gruppo di giovani, che, preparate per quattro lunghi mesi da Padre Efrem, Provinciale dei Domenicani di S. Domingo in Manila, hanno fatto parte della comunità dal 15 luglio 1987.
Nove anime generose hanno chiesto di iniziare un cammino di fede alla scuola di Maria e sotto la guida vigile e materna delle nostre suore che, abbattendo ogni barriera, hanno instaurato con loro un dialogo fondato sulla comprensione e sull’amore per il Signore e per i fratelli.
In questo clima sono cresciute queste giovani facendo progressi in tutti i sensi, anche nell’apprendimento della lingua.
Il tempo è trascorso velocemente ed è giunto il tempo dell’arrivo delle altre due suore destinate alla missione.
Il 24 settembre 1987, giungono a Manila. Il 25 settembre, la cappella viene eretta canonicamente con l’approvazione del Card. J. Sin, Arcivescovo di Manila. Ormai l’ospite divino ha preso dimora in quella casa e sarà l’amico, il conforto, il sostegno delle sorelle che generosamente hanno accolto l’invito di Gesù: «andate in tutto il mondo, annunziate il Vangelo ad ogni creatura…» Lc. 16,15.
La Missione a Manila, nelle Filippine
Ha anche aggiunto che in seguito vi metterà in contatto con gente generosa che potrà donarvi appezzamenti di terreno o aiutarvi finanziariamente” (A.S.F.R. Manila).
Dunque quella mozione, approvata all’unanimità durante la celebrazione del X Capitolo generale e nel quale si dava mandato alla Madre Generale, con il suo Consiglio, “di attuare la decisione approvata di avere una Casa in terra di missione curando la scelta delle persone, del territorio e delle modalità” (V.C.G. X Capitolo), a distanza di un anno, era già una realtà.
Volarono per le Filippine nel marzo dell’87 le responsabili del progetto, Madre Valeria e Madre Colomba, l’ trovarono Padre Efren che le aspettava, si trattennero un mese per una “visita esplorativa”, fu trovata ed acquistata la casa dove si recarono, successivamente, il 7 luglio dello stesso anno, Madre Colomba Russo e Sr. Maria Teodora La Montagna per seguirne i lavori di ristrutturazione.
Intanto, P. Efren aveva già preparato un gruppo di sei ragazze, con le quali, si formò una comunità nel corso dei lavori di adeguamento funzionale della Casa.
Il 18 settembre, quando si conclusero i lavori, giunse Madre Valeria con Madre Angelica, Suor Maria Remigia, e Suor Maria Iolanda.Nel contempo, dall’Arcivescovado di Manila furono emessi due “Permessi”: il primo di istituire la Casa ed il secondo di esporre il Santissimo Sacramento.
Ecco la versione italiana dei due testi (Versione curata dalla Prof.ssa Rosa Avellino).
Arcivescovado di Manila
Premesso
Su richiesta del Rev. Padre Efren O. Rivera, O.P., Priore Provinciale dell’Ordine dei Pastori della Provincia delle Filippine, per conto di Madre Valeria Torelli, Madre Generale delle Suore Domenicane “Figlie del S. Rosario di Pompei”, considerata la necessità delle loro funzioni per diffondere il Santo Rosario, consapevole dello zelo e della dedizione delle Suore, con il presente documento, accordiamo il permesso alle Figlie del S. Rosario di Pompei, di istituire una casa religiosa al N. 64 della X strada, angolo Victoria Avenue, New Manila, Quezon City.
È sottinteso che i membri della Congregazione si attengano alle norme della Legge Canonica ed al regolamento dell’Arcidiocesi di Manila.
Dato a manila il 22.9.1987
† Jaime Cardinal Sin
Arcivescovo di Manila
Mons.Josefino S. Ramirez
Vicario Generale e Cancelliere
Arcivescovado di Manila
Permesso
Su richiesta del Rev. Padre Efren O. Rivera, O.P., Priore Provinciale dell’Ordine dei Pastori della Provincia delle Filippine, per conto di Sr Angelica Bruno, Superiora delle “Figlie del S. Rosario di Pompei”, viene accordato il permesso alla comunità, di porre il Santissimo Sacramento nella loro Cappella sita al N. 64 della X strada, angolo Victoria Avenue, New Manila, Quezon City.
Il mio Vicario Generale Mons. Josefino Ramirez visiterà il posto e verificherà che siano osservate le seguenti condizioni:
1 -
2 – Che la casa sia protetta da serratura a chiave,
3 – Che il Tabernacolo sia fissato ad una struttura permanente;
4 – Che il Cappellano sia responsabile di tutte le cose indispensabili.
Dato a Manila il 22.9.1987
† Jaime Cardinal Sin
Arcivescovo di Manila
Mons.Josefino S. Ramirez
Vicario Generale e Cancelliere (A.S.F.R. Manila).
Ripartiamo per l’Italia, poco dopo, con sei ragazze che avevano formato il primo gruppo, la stessa Madre generale, Madre Colomba Russo, Sr Maria Remigia e altre ragazze presero il posto di quelle che raggiungevano Pompei.
Intanto la vita a Manila si svolgeva, per le aspiranti alla vira religiosa, studiando e operando sul territorio in campo apostolico.
Si diffondeva l’insegnamento del Catechismo tra gli abitanti degli squaters (baraccopoli), si praticava un apostolato parrocchiale, si assistevano, con il pranzo, i piccoli bisognosi.
A rileggerla, questa storia somiglia molto a quella scritta da Bartolo Longo a proposito degli Asili infantili da lui istituiti a Valle di Pompei nel 1884.
La missione fu inaugurata il 25 febbraio del 1988 con una solenne cerimonia di benedizione e dedicazione della casa e della cappella alla “Madonna del Rosario di Pompei”.
Il nutrito programma della cerimonia prevedeva oltre all’intervento di Sua Ecc. Mons. Domenico Vacchiano, Prelato di Pompei che volle generosamente essere presente a Manila, di Sua Ecc. Mons. Bruno Torpigliani, Nunzio S.E.il Cardinale Jaime Sin si intrattiene con l'Arcivescovo di Pompei, S.E.Mons. VacchianoApostolico, anche di Padre Efren Rivera, il Provinciale Domenicano filippino che tanto si era adoperato per la realizzazione del progetto.
Nel discorso inaugurale, affidato a Madre Angelica, ella volle sottolineare l’importanza dell’evento perché “questa prima casa missionaria segna oggi una tappa singolare.
Essa riceve in forma solenne da Vostra Eccellenza, la benedizione fraterna e confortatrice che viene impartita a nome della regina del Rosario di Pompei: la Madre che vigila sulle sue figlie e le accompagna ovunque esse mettano “tenda” per aderire al programma del loro Fondatore, il Beato Bartolo Longo ed agli appelli della Chiesa nella sua opzione preferenziale per i più poveri, i più piccoli, i più indigenti, per gli emarginati di ogni categoria.
In questa terra meravigliosa, posta quasi agli antipodi della nostra Italia, calda di affetto come il suo clima, in mezzo al popolo filippino, testimone in Asia della Chiesa Cattolica, le Suore del Rosario sono venute da Pompei per una missione di amore” (A.S.F.R. Manila).
In questo discorso, quindi, è racchiuso tutto il programma della Missione con parole di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta dalle mamme, dai bambini e dai giovani che valevano come incoraggiamento per l’opera a farsi e rappresentavano un segno di futuro fecondo. Ecco perché le suore promettevano di dare quanto di più prezioso possedevano: “vogliamo far conoscere meglio il Signore; far conoscere ed amare la Madonna con la diffusione del Santo Rosario che è la peculiarità delle Suore Domenicane del Santo Rosario di Pompei”.
Successivamente, nel 1993, venne aperta la scuola materna e, nello stesso anno, il 4 giugno, veniva emesso dalla Madre Generale, Madre Colomba Russo, controfirmato dal Consiglio Generale, il Decreto di erezione del Noviziato.
Responsabile della Comunità di Manila
Madre Bartola De Seta
Comunità di Manila
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Sr.M.Ancilla G.Barredo (Filippina) -
Attività nella Comunità di Manila
x
News da Manila
x
La nostra Casa di Mindanao Lianga (Filippine)
Filippine
Capitale: Manila
Popolazione: 80.000.000 circa.
Superficie: 300.076 Km2
Fuso orario: +7h rispetto all'Italia; +6h quando in Italia vige l'ora legale. Lingue: Filippino (Tagalog) e inglese.
Religioni: in prevalenza cattolica (85%). Sono presenti minoranze di musulmani.
Moneta: Peso filippino (PHP)
Prefisso dall'Italia: 0063
Prefisso per l'Italia: 0039
Sport
Lo sport per eccellenza è il basketball, ma molto diffuso è anche il jai alai, o pelota, importato dalla Spagna.
Religione
Le Filippine sono il più popoloso paese cristiano del sud-
L’industria cinematografica ha cominciato ad avere una certa rilevanza verso la fine degli anni’90, e ad oggi, il paese, è uno dei più prolifici produttori di film del sud-
Sono presenti circa 80 dialetti. Sull’isola il concetto di lingua nazionale ha iniziato ad essere discusso sul finire del 20°secolo, dopo la guerra ispano-
A causa delle varie ondate migratorie e delle diverse dominazioni coloniali, che hanno accompagnato la storia delle Filippine, la cucina locale presenta delle caratteristiche particolari. Un mix di gusti cinesi, malesi e spagnoli. La merienda è uno spuntino tipico mattutino, mentre i pulutan, letteralmente stuzzichini, vengono di norma serviti con bevande alcoliche. Un piatto tipico sono gli spuntini di carne e di pesce. Sull’isola di Mindanao è normale poter gustare alcuni tipici piatti islamici, come stufati di carne. Non manca mai il riso, uno degli ingredienti tipici della cucina di tutto il sud-
PNL: 77.335 miliardi di dollari USA
PNL per ab. : 972,6 dollari USA
PNL variazione annua: 4%
Inflazione:4%
Capacità di raffinazione: 20.947.630 tonnellate
Popolazione attiva: 33.354.000
Popolazione totale: 80.058.000
Disoccupazione: 10,2%
Debito Estero: 52.356 miliardi di dollari USA
Aiuti dall’estero: 577 miliardi di dollari USA
Settore Primario
Predominano la coltivazione di riso e mais. Manila è l’area più produttiva grazie all’opera di irrigazione.
Le culture più esportate sono banane, ananas, palma da cocco, caffè, cacao. Molto importante la cultura del tabacco e della canapa.
Le Filippine sono uno dei maggiori produttori mondiali di caucciù. Purtroppo il patrimonio forestale è stato danneggiato dagli incendi del 1998 e del 2002. Molto diffusa la pesca, anche se molto limitata a causa dell’inquinamento delle coste. La raccolta di spugne e l’acqua-
Importanti i giacimenti di oro, argento, carbone, rame e nichel. Nonostante la scoperta del giacimento offshore di Malampaya, l’estrazione di petrolio e gas naturale non è sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale. Nel settore industriale, i settori più importanti sono quello agro-
La Bangio Sentral ng Pilipinas, è la banca centrale del paese. Rispetto alla crescita economica il settore bancario non è molto sviluppato. A Manila si trova una borsa valori.
Viaggi nelle Filippine
Manila
Nel 1571 gli spagnoli fondarono la città di Manila, chiamandola Isigne y Siempre Leal Ciudad, ‘la città eccellente e leale’, ma il nome attuale deriva da Maynilad, un termine locale che indica la pianta della mangrovia. Dopo essere stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, la città ha cominciato a crescere esponenzialmente dopo gli anni ’60, arrivando ad inglobare 17 piccole città vicine.
In virtù della distruzione subita durante la guerra, Manila è una città completamente moderna, anche se comunque, durante un viaggio sull’arcipelago, si possono ammirare delle rovine coloniali. Il cuore della città è l’area che circonda la foce del fiume Pasig dove oltremodo si possono trovare gli alloggi più lussuosi e i ristoranti migliori. Makati è il centro finanziario della città, mentre a nord del fiume si trova Binondo, Quiapo e il Porto del Nord, che rappresentano i principali luoghi dove ci si può imbarcare per un viaggio verso le isole vicine.
Cosa vedere
Quando si decide di fare un viaggio nelle Filippine si deve partire sapendo che, a causa dei bombardamenti che l’hanno colpita durante la seconda guerra mondiale non è rimasto molto da visitare ma, durante il viaggio si può ancora visitare:
Fort Santiago: non distante dal fiume Pasig, durante la seconda guerra mondiale questo forte venne usato dalle armate giapponesi come luogo per incarcerare i prigionieri di guerra.
L’altare Rizal e il Museo Rizal: sono dedicati all’eroe nazionale filippino, Josè Rizal, che combatté contro gli spagnoli per l’indipendenza. Nel museo vi sono anche molti suoi scritti.
Il monastero di Santo Agostino e la Cattedrale di Manila (in General Luna Street), sono i due luoghi religiosi più noti della città.
Metropolitan Museum of Manila: è il museo più importante della capitale e si trova nel complesso della Banca Centrale del paese, in Roxas Boulevard.
Nei dintorni di Manila
Un viaggio nell’arcipelago consente di visitare molti posti interessanti nei dintorni di Manila. Uno di questi è l’isola Corregidor, da dove il Generale Mac Arthur, scappando dai giapponesi, promise che sarebbe tornato a liberare il paese come in effetti fece.
Da non perdere un’escursione sul monte Pinatubo. Eruttato nel 1991, ha cambiato totalmente il paesaggio dell’area. Da qui si può scalare il vulcano Mayon (2450 metri), che si trova a sud rispetto a Luzon, definito il cuore delle Filippine. Qualcuno è arrivato a sostenere che il vulcano Mayon abbia un cono vulcanico perfetto. È un vulcano attivo e l’ultima eruzione risale al 1993.
Il vulcano Taal, altra bellezza naturale dell’arcipelago a sud di Manila, merita un’escursione, ma non ci si faccia ingannare dalle sue piccole dimensioni: non a torto è definito il vulcano più pericoloso del mondo, ed è il terrore degli isolani.
I monti Apo e Mindanao sono le altre cime che possono essere adatte per un escursione.
Bikol e Quezon, sono due province sulla costa di Luzon dove è possibile fare bellissime camminate, lontano dal caos delle città.
Banaue: qualcuno sostiene che l’ottava meraviglia del mondo sia la Muraglia cinese, altri sostengono che sia Banaue. Situata a nord di Luzon, le sue risaie a terrazza, scavate nei fianchi delle colline dagli Ifugao oltre 3000 anni fa, con le sue scalinate rappresentano per gli abitanti la strada per il cielo se non per il paradiso. Alcune si spingo fino a 1500 metri di altitudine. Il viaggio può essere organizzato a Manila.
Isole: chi viaggia, in questa regione il più delle volte lo fa per la bellezza delle sue isole. Nelle Filippine le isole, sono oltre 7000 e l’imbarazzo della scelta non manca. Chi ama le immersioni subacquee non resterà deluso, così come chi ha la passione per la canoa o per la speleologia. Borocay, la Spiaggia di Alona a Bohol, quella di Puerto Princesa a Palawan e l’Isola di Apo sono le più rinomate. A Palawan inoltre si possono visitare corridoi di grotte che corrono per oltre 8 chilometri. E’ in questa zona, precisamente nelle rapide del fiume Pagsanjan, che il regista cinematografico Coppola ha girato alcune parti di Apocalypse Now.
Spiagge
-
-
Un viaggio nelle Filippine, merita un’escursione in uno di questi luoghi:
Vigan, a nord di Luzon, ha mantenuto lo splendido retaggio architettonico spagnolo.
Lago Sebu, all’interno dell’isola di Mindano, si trova a 300 metri sulle alture di Tiruray. In un isolamento dal mondo totale vi vive la tribù dei Tboli. Si consiglia di prestare molta attenzione, perché malgrado le relazioni con i ribelli musulmani stiano attraversando un periodo di calma, non sono rari i rapimenti di cittadini stranieri ai fini di riscatto.
Viriato, si trova sull’isola di Samar ed è famosa per le sue cascate.
Visti Filippine
Visto Turistico
I cittadini italiani diretti nelle Filippine per motivi turistici e per periodi inferiori a 21 giorni non necessitano di visto turistico, ma solo del passaporto con validità minima 3 mesi. Per periodi superiori ai 21 giorni è necessario richiedere il visto presso i Consolati di Roma e Milano. Il visto ha comunque validità non superiore ai 59 giorni, e per ottenerlo è necessario presentare: passaporto, modulo consolare compilato, indicazione dell'albergo nelle Filippine, una fotografia formato tessera e fotocopia del biglietto aereo.
Visto di Lavoro
I cittadini italiani che si recano nelle Filippine per lavoro devono richiedere il visto di lavoro presentando il passaporto con validità almeno di 6 mesi, 2 foto in formato tessera, biglietto aereo “chiuso”, lettera di invito da parte della società filippina contenente: nome del richiedente, genere di affari da svolgere, generalità della società filippina responsabile e lettera della società italiana rappresentata, specificante l’incarico ricoperto dal richiedente, motivo e genere di affari da trattare, date del soggiorno, nome e indirizzo del partner. Il visto ha validità 1 mese dalla data di rilascio.
Avvisi particolari
Dal 10.12.2007 -verificatasi il 19 ottobre scorso in uno dei principali centri commerciali della capitale, con vittime e numerosi feriti, le autorità di Polizia hanno innalzato il livello d'allerta nell'intera area di Metro Manila.
Si raccomanda pertanto di mantenere elevata la soglia di attenzione a Manila, in particolare nei luoghi di ritrovo e di maggiore affollamento. Si raccomanda inoltre la massima cautela anche negli altri principali centri urbani del Paese. Si consiglia altresì di tenersi informati sulla situazione seguendo scrupolosamente le eventuali indicazioni impartite dalle Autorità locali.
Durante la permanenza nel Paese vanno adottate misure cautelative e particolare prudenza a fronte del rischio di atti di criminalità, soprattutto nelle aree isolate e metropolitane degradate.
La minaccia di attentati e sequestri di persona nei confronti di stranieri è particolarmente alta nell'isola di Mindanao, nonostante le misure precauzionali adottate dalle locali Autorità. Si sconsigliano pertanto viaggi nell'isola di Mindanao e nelle altre zone a rischio del Paese indicate alla voce "Sicurezza”.
Nella stagione dei monsoni si consiglia, prima di recarsi nel Paese e durante il soggiorno, di informarsi sulla situazione climatica delle località di destinazione, anche consultando il sito: www.metocph.nmci.navy.mil/jtwc.php, in particolare in relazione al rischio di tifoni tropicali.
Scuba: filippine, isole da sogno
Fuori dalle mete del turismo di massa, le Filippine offrono la possibilità di una vacanza unica. Un paradiso assoluto, cui danno vita settemila isole di incredibile bellezza, un popolo cordiale e accogliente ed un mare tra i più rigogliosi di vita e di colori.
Passeggio sotto la luce del sole su una spiaggia corallina, eppure non sento calore, non rimango abbagliato dalla luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Alzo lo sguardo per un attimo, ma quello che rimane impresso sulla mia retina non è l'usuale cerchio solare. Sono spettatore del raro appuntamento tra due astri: le Filippine sembra mi diano il benvenuto offrendomi un'eclisse di sole quasi totale. E questa è solo la prima di una lunga serie di incredibili meraviglie della natura. La bellezza di queste 7000 isole disseminate tra il Mare Cinese Meridionale e l'Oceano Pacifico può oscurare tante destinazioni alla moda del turismo di massa.
Le Filippine offrono molto di più sotto il pelo dell'acqua. C'è chi dice che viaggiare in questo arcipelago senza osservare la bellezza dei fondali sottomarini è come guardare il Louvre... dall'esterno. Solo una chiarificazione è d'obbligo: se si cercano esclusivamente pesci pelagici tipo tonni, squali e carangidi o acqua limpidissima, la delusione, a parte rare eccezioni, sarà grande. Con questo non è che non ci siano grandi pesci, perché con un po' di fortuna in alcuni luoghi se ne possono vedere a centinaia, comprese mante e squali-
Le terrazze di riso tra leggenda e realtà: un pastore chiamato Gansowan.
Biag fu un eroe del 17mo secolo ricordato oggi come la figura più importante della storia di Sagada. Si racconta che abbandonò un luogo chiamato Mabika per dirigersi verso Candon, e che in seguito fondò Sagada. Mabika è oggi un assolato e spoglio pianoro tra Ankileng e Balili, ma un tempo doveva essere coperto da abbondante vegetazione. Fino all'inizio del secolo pare vi fossero ancora delle pietre piatte e levigate, probabilmente i resti del dap-della cavità. Curioso, seguì il gatto e scoprì una sala piena di giare cinesi, gong, perle e riso; ma quando tornò con compagni e corde per portare via il tesoro, non riuscì neppure a trovare la grotta". [IMG]A questo si allude in una cantilena di Sagada che, cosa interessante, è stata riportata anche dalle strade di Candon:
"Oh, dormi, dormi piccolo non piangere così quando sarai grande andremo a vedere quel tesoro a Mabika difeso dal gatto" Questa è la leggenda ma Mabika è un luogo reale e in questo luogo reale esiste una grotta, Mabika Cave, che ha fatto ripetere a noi l'esperienza di Gansowan....
Nell'85, durante la prima spedizione speleologica, ci trovavamo in zona, nel campo di Tataya-
La cucina filippina è un insieme armonico delle varie cucine cinesi, giapponesi, malesi,americane e spagnole. La base dell'alimentazione è il riso bollito seguito dalla frutta quale il mango, la papaia e la banana. La cottura della carne si effettua arrosto o nel latte di cocco. Naturalmente è una cucina molto legata alle attività ed alle risorse marittime: le grandi quantità di pesce che vengono portate a riva, in bilancieri di legno, vengono cucinate in pentole di argilla. Nell'antichità il sopraggiungere di mercanti cinesi e di colonizzatori spagnoli su queste isole ha portato alla diffusione di nuove abitudini alimentari. Gli "involtini primavera" e la pasta glutinata furono introdotti dai mercanti cinesi, mentre i colonizzatori spagnoli importarono le "empanadas" e lo "chorizo", una sorta di salsiccia piccante di maiale ed aglio.Nella cucina filippina si utilizza spesso l’aceto o il succo di agrumi per marinare i cibi, rendendoli così particolarmente agri. La maggior parte della popolazione è di cultura cristiana, ma non si può trascurare la grande presenza di cultura islamica sull’isola di Mindanao, dalla quale provengono molti immigrati. Sopravvivono inoltre credenze ancestrali che, sia pure solo per “tradizione”, sono ancora rispettate. Tra queste, ad esempio, il non nutrirsi di quelle parti dell’animale che nel soggetto che le assume presentano una patologia: non si mangia il fegato se si è affetti da un’epatopatia o il cervello se si soffre di emicrania. Così pure vengono spesso evitati quei cibi (in genere di origine vegetale) il cui “comportamento” è simile a quello della malattia da cui si è affetti: ad esempio piante rampicanti se si hanno patologie cutanee che si “diffondono” sulla pelle. In modo particolare, per ciò che riguarda i bambini si ritiene che questi non debbano mangiare i frutti di vari tipi di palma qualora soffrano di convulsioni (lamen) perché le fronde delle palme oscillano e “tremano” al vento. Per il pericolo di cadere a testa in giù o sottosopra sono pure proibiti i pipistrelli e le tartarughe. Numerosi sono i tabù alimentari relativi alla gravidanza, molti dei quali tendono a porre una corrispondenza tra umanità e animalità, oppure tra la vita dell’animale e i possibili danni alla madre: mangiando un determinato animale il bambino ne assumerà i comportamenti, oppure, ingerendo il polipo, questo rischierebbe di trattenere il bambino all’interno dell’addome. Particolare attenzione viene posta all’allattamento e in modo particolare, agli alimenti che possono favorirlo. Tra questi ci sono le patate dolci e i frutti di mare univalvi. Particolarmente interessante sul piano culturale, è la proibizione di alcuni alimenti per semplice “assonanza linguistica” come ad esempio un tipo di fagiolo detto kadièsche ricorda il suono di adiòs (arrivederci) e quindi indurrebbe l’abbandono delle forze o una particolare zucca detta kalubay, che potrebbe indurre stanchezza (malubay). Considerato che molte madri filippine, anche immigrate, hanno come modello di riferimento comportamentale la propria madre, che è rimasta nelle Filippine, alcune di queste tradizioni potrebbero avere un peso anche in un contesto di immigrazione. Inoltre, per la tipica riservatezza della popolazione filippina e anche per un complesso di inferiorità nei confronti della medicina occidentale, tali credenze potrebbero spesso non palesarsi venendo riferite a semplici gusti o preferenze alimentari.
Città
x
Fondazione della Casa di Mindanao -
Il 21 aprile 2004 è stata aperta una piccola comunità sulla baia di Lianga-
Attualmente essa ospita circa 40 bambini che vivono in estrema povertà.
Le suore che gestiscono la Comunità si occupano anche della pastorale parrocchiale.
Il 20 maggio con la gioia di tutti gli abitanti del paese il Vescovo della Diocesi di Tandag ha benedetto la casa e la cappellina dove le nostre suore vivono e si ritrovano per la preghiera comunitaria.
Responsabile della Comunità di Mindanao Lianga
Madre Minda P. Timonio
Comunità di Mindanao Lianga
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Sr. Maria Jocelyn Guillena (Filippina) -
x
News da Mindanao Lianga
x
La nostra Casa di Pampanga Luzon (Filippine)
Regione -
Capitale: Manila
Popolazione: 80.000.000 circa.
Superficie: 300.076 Km2
Fuso orario: +7h rispetto all'Italia; +6h quando in Italia vige l'ora legale. Lingue: Filippino (Tagalog) e inglese.
Religioni: in prevalenza cattolica (85%). Sono presenti minoranze di musulmani.
Moneta: Peso filippino (PHP)
Prefisso dall'Italia: 0063
Prefisso per l'Italia: 0039
Sport
Lo sport per eccellenza è il basketball, ma molto diffuso è anche il jai alai, o pelota, importato dalla Spagna.
Religione
Le Filippine sono il più popoloso paese cristiano del sud-
Arte
L’industria cinematografica ha cominciato ad avere una certa rilevanza verso la fine degli anni’90, e ad oggi, il paese, è uno dei più prolifici produttori di film del sud-
Lingua
Sono presenti circa 80 dialetti. Sull’isola il concetto di lingua nazionale ha iniziato ad essere discusso sul finire del 20°secolo, dopo la guerra ispano-
Cucina
A causa delle varie ondate migratorie e delle diverse dominazioni coloniali, che hanno accompagnato la storia delle Filippine, la cucina locale presenta delle caratteristiche particolari. Un mix di gusti cinesi, malesi e spagnoli. La merienda è uno spuntino tipico mattutino, mentre i pulutan, letteralmente stuzzichini, vengono di norma serviti con bevande alcoliche. Un piatto tipico sono gli spuntini di carne e di pesce. Sull’isola di Mindanao è normale poter gustare alcuni tipici piatti islamici, come stufati di carne. Non manca mai il riso, uno degli ingredienti tipici della cucina di tutto il sud-
Economia delle Filippine
PNL: 77.335 miliardi di dollari USA
PNL per ab. : 972,6 dollari USA
PNL variazione annua: 4%
Inflazione:4%
Capacità di raffinazione: 20.947.630 tonnellate
Popolazione attiva: 33.354.000
Popolazione totale: 80.058.000
Disoccupazione: 10,2%
Debito Estero: 52.356 miliardi di dollari USA
Aiuti dall’estero: 577 miliardi di dollari USA
Settore Primario
Predominano la coltivazione di riso e mais. Manila è l’area più produttiva grazie all’opera di irrigazione.
Le culture più esportate sono banane, ananas, palma da cocco, caffè, cacao. Molto importante la cultura del tabacco e della canapa.
Le Filippine sono uno dei maggiori produttori mondiali di caucciù. Purtroppo il patrimonio forestale è stato danneggiato dagli incendi del 1998 e del 2002. Molto diffusa la pesca, anche se molto limitata a causa dell’inquinamento delle coste. La raccolta di spugne e l’acqua-
Settore Secondario
Importanti i giacimenti di oro, argento, carbone, rame e nichel. Nonostante la scoperta del giacimento offshore di Malampaya, l’estrazione di petrolio e gas naturale non è sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale. Nel settore industriale, i settori più importanti sono quello agro-
Settore Terziario
La Bangio Sentral ng Pilipinas, è la banca centrale del paese. Rispetto alla crescita economica il settore bancario non è molto sviluppato. A Manila si trova una borsa valori.
Viaggi nelle Filippine
Manila
Nel 1571 gli spagnoli fondarono la città di Manila, chiamandola Isigne y Siempre Leal Ciudad, ‘la città eccellente e leale’, ma il nome attuale deriva da Maynilad, un termine locale che indica la pianta della mangrovia. Dopo essere stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, la città ha cominciato a crescere esponenzialmente dopo gli anni ’60, arrivando ad inglobare 17 piccole città vicine.
In virtù della distruzione subita durante la guerra, Manila è una città completamente moderna, anche se comunque, durante un viaggio sull’arcipelago, si possono ammirare delle rovine coloniali. Il cuore della città è l’area che circonda la foce del fiume Pasig dove oltremodo si possono trovare gli alloggi più lussuosi e i ristoranti migliori. Makati è il centro finanziario della città, mentre a nord del fiume si trova Binondo, Quiapo e il Porto del Nord, che rappresentano i principali luoghi dove ci si può imbarcare per un viaggio verso le isole vicine.
Cosa vedere
Quando si decide di fare un viaggio nelle Filippine si deve partire sapendo che, a causa dei bombardamenti che l’hanno colpita durante la seconda guerra mondiale non è rimasto molto da visitare ma, durante il viaggio si può ancora visitare:
Fort Santiago: non distante dal fiume Pasig, durante la seconda guerra mondiale questo forte venne usato dalle armate giapponesi come luogo per incarcerare i prigionieri di guerra.
L’altare Rizal e il Museo Rizal: sono dedicati all’eroe nazionale filippino, Josè Rizal, che combatté contro gli spagnoli per l’indipendenza. Nel museo vi sono anche molti suoi scritti.
Il monastero di Santo Agostino e la Cattedrale di Manila (in General Luna Street), sono i due luoghi religiosi più noti della città.
Metropolitan Museum of Manila: è il museo più importante della capitale e si trova nel complesso della Banca Centrale del paese, in Roxas Boulevard.
Nei dintorni di Manila
Un viaggio nell’arcipelago consente di visitare molti posti interessanti nei dintorni di Manila. Uno di questi è l’isola Corregidor, da dove il Generale Mac Arthur, scappando dai giapponesi, promise che sarebbe tornato a liberare il paese come in effetti fece.
Da non perdere un’escursione sul monte Pinatubo. Eruttato nel 1991, ha cambiato totalmente il paesaggio dell’area. Da qui si può scalare il vulcano Mayon (2450 metri), che si trova a sud rispetto a Luzon, definito il cuore delle Filippine. Qualcuno è arrivato a sostenere che il vulcano Mayon abbia un cono vulcanico perfetto. È un vulcano attivo e l’ultima eruzione risale al 1993.
Il vulcano Taal, altra bellezza naturale dell’arcipelago a sud di Manila, merita un’escursione, ma non ci si faccia ingannare dalle sue piccole dimensioni: non a torto è definito il vulcano più pericoloso del mondo, ed è il terrore degli isolani.
I monti Apo e Mindanao sono le altre cime che possono essere adatte per un escursione.
Bikol e Quezon, sono due province sulla costa di Luzon dove è possibile fare bellissime camminate, lontano dal caos delle città.
Banaue: qualcuno sostiene che l’ottava meraviglia del mondo sia la Muraglia cinese, altri sostengono che sia Banaue. Situata a nord di Luzon, le sue risaie a terrazza, scavate nei fianchi delle colline dagli Ifugao oltre 3000 anni fa, con le sue scalinate rappresentano per gli abitanti la strada per il cielo se non per il paradiso. Alcune si spingo fino a 1500 metri di altitudine. Il viaggio può essere organizzato a Manila.
Isole: chi viaggia, in questa regione il più delle volte lo fa per la bellezza delle sue isole. Nelle Filippine le isole, sono oltre 7000 e l’imbarazzo della scelta non manca. Chi ama le immersioni subacquee non resterà deluso, così come chi ha la passione per la canoa o per la speleologia. Borocay, la Spiaggia di Alona a Bohol, quella di Puerto Princesa a Palawan e l’Isola di Apo sono le più rinomate. A Palawan inoltre si possono visitare corridoi di grotte che corrono per oltre 8 chilometri. E’ in questa zona, precisamente nelle rapide del fiume Pagsanjan, che il regista cinematografico Coppola ha girato alcune parti di Apocalypse Now.
Spiagge
-
Luoghi remoti
-
Di interesse
Un viaggio nelle Filippine, merita un’escursione in uno di questi luoghi:
Vigan, a nord di Luzon, ha mantenuto lo splendido retaggio architettonico spagnolo.
Lago Sebu, all’interno dell’isola di Mindano, si trova a 300 metri sulle alture di Tiruray. In un isolamento dal mondo totale vi vive la tribù dei Tboli. Si consiglia di prestare molta attenzione, perché malgrado le relazioni con i ribelli musulmani stiano attraversando un periodo di calma, non sono rari i rapimenti di cittadini stranieri ai fini di riscatto.
Viriato, si trova sull’isola di Samar ed è famosa per le sue cascate.
Visti Filippine
Visto Turistico
I cittadini italiani diretti nelle Filippine per motivi turistici e per periodi inferiori a 21 giorni non necessitano di visto turistico, ma solo del passaporto con validità minima 3 mesi. Per periodi superiori ai 21 giorni è necessario richiedere il visto presso i Consolati di Roma e Milano. Il visto ha comunque validità non superiore ai 59 giorni, e per ottenerlo è necessario presentare: passaporto, modulo consolare compilato, indicazione dell'albergo nelle Filippine, una fotografia formato tessera e fotocopia del biglietto aereo.
Visto di Lavoro
I cittadini italiani che si recano nelle Filippine per lavoro devono richiedere il visto di lavoro presentando il passaporto con validità almeno di 6 mesi, 2 foto in formato tessera, biglietto aereo “chiuso”, lettera di invito da parte della società filippina contenente: nome del richiedente, genere di affari da svolgere, generalità della società filippina responsabile e lettera della società italiana rappresentata, specificante l’incarico ricoperto dal richiedente, motivo e genere di affari da trattare, date del soggiorno, nome e indirizzo del partner. Il visto ha validità 1 mese dalla data di rilascio.
Avvisi particolari
Dal 10.12.2007 -
Si raccomanda pertanto di mantenere elevata la soglia di attenzione a Manila, in particolare nei luoghi di ritrovo e di maggiore affollamento. Si raccomanda inoltre la massima cautela anche negli altri principali centri urbani del Paese. Si consiglia altresì di tenersi informati sulla situazione seguendo scrupolosamente le eventuali indicazioni impartite dalle Autorità locali.
Durante la permanenza nel Paese vanno adottate misure cautelative e particolare prudenza a fronte del rischio di atti di criminalità, soprattutto nelle aree isolate e metropolitane degradate.
La minaccia di attentati e sequestri di persona nei confronti di stranieri è particolarmente alta nell'isola di Mindanao, nonostante le misure precauzionali adottate dalle locali Autorità. Si sconsigliano pertanto viaggi nell'isola di Mindanao e nelle altre zone a rischio del Paese indicate alla voce "Sicurezza”.
Nella stagione dei monsoni si consiglia, prima di recarsi nel Paese e durante il soggiorno, di informarsi sulla situazione climatica delle località di destinazione, anche consultando il sito: www.metocph.nmci.navy.mil/jtwc.php, in particolare in relazione al rischio di tifoni tropicali.
Scuba: filippine, isole da sogno
Fuori dalle mete del turismo di massa, le Filippine offrono la possibilità di una vacanza unica. Un paradiso assoluto, cui danno vita settemila isole di incredibile bellezza, un popolo cordiale e accogliente ed un mare tra i più rigogliosi di vita e di colori.
Passeggio sotto la luce del sole su una spiaggia corallina, eppure non sento calore, non rimango abbagliato dalla luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Alzo lo sguardo per un attimo, ma quello che rimane impresso sulla mia retina non è l'usuale cerchio solare. Sono spettatore del raro appuntamento tra due astri: le Filippine sembra mi diano il benvenuto offrendomi un'eclisse di sole quasi totale. E questa è solo la prima di una lunga serie di incredibili meraviglie della natura. La bellezza di queste 7000 isole disseminate tra il Mare Cinese Meridionale e l'Oceano Pacifico può oscurare tante destinazioni alla moda del turismo di massa.
Le Filippine offrono molto di più sotto il pelo dell'acqua. C'è chi dice che viaggiare in questo arcipelago senza osservare la bellezza dei fondali sottomarini è come guardare il Louvre... dall'esterno. Solo una chiarificazione è d'obbligo: se si cercano esclusivamente pesci pelagici tipo tonni, squali e carangidi o acqua limpidissima, la delusione, a parte rare eccezioni, sarà grande. Con questo non è che non ci siano grandi pesci, perché con un po' di fortuna in alcuni luoghi se ne possono vedere a centinaia, comprese mante e squali-
Sagada
Le terrazze di riso tra leggenda e realtà: un pastore chiamato Gansowan.
Biag fu un eroe del 17mo secolo ricordato oggi come la figura più importante della storia di Sagada. Si racconta che abbandonò un luogo chiamato Mabika per dirigersi verso Candon, e che in seguito fondò Sagada. Mabika è oggi un assolato e spoglio pianoro tra Ankileng e Balili, ma un tempo doveva essere coperto da abbondante vegetazione. Fino all'inizio del secolo pare vi fossero ancora delle pietre piatte e levigate, probabilmente i resti del dap-
"Oh, dormi, dormi piccolo non piangere così quando sarai grande andremo a vedere quel tesoro a Mabika difeso dal gatto" Questa è la leggenda ma Mabika è un luogo reale e in questo luogo reale esiste una grotta, Mabika Cave, che ha fatto ripetere a noi l'esperienza di Gansowan....
Nell'85, durante la prima spedizione speleologica, ci trovavamo in zona, nel campo di Tataya-
La cucina filippina
La cucina filippina è un insieme armonico delle varie cucine cinesi, giapponesi, malesi,americane e spagnole. La base dell'alimentazione è il riso bollito seguito dalla frutta quale il mango, la papaia e la banana. La cottura della carne si effettua arrosto o nel latte di cocco. Naturalmente è una cucina molto legata alle attività ed alle risorse marittime: le grandi quantità di pesce che vengono portate a riva, in bilancieri di legno, vengono cucinate in pentole di argilla. Nell'antichità il sopraggiungere di mercanti cinesi e di colonizzatori spagnoli su queste isole ha portato alla diffusione di nuove abitudini alimentari. Gli "involtini primavera" e la pasta glutinata furono introdotti dai mercanti cinesi, mentre i colonizzatori spagnoli importarono le "empanadas" e lo "chorizo", una sorta di salsiccia piccante di maiale ed aglio.Nella cucina filippina si utilizza spesso l’aceto o il succo di agrumi per marinare i cibi, rendendoli così particolarmente agri. La maggior parte della popolazione è di cultura cristiana, ma non si può trascurare la grande presenza di cultura islamica sull’isola di Mindanao, dalla quale provengono molti immigrati. Sopravvivono inoltre credenze ancestrali che, sia pure solo per “tradizione”, sono ancora rispettate. Tra queste, ad esempio, il non nutrirsi di quelle parti dell’animale che nel soggetto che le assume presentano una patologia: non si mangia il fegato se si è affetti da un’epatopatia o il cervello se si soffre di emicrania. Così pure vengono spesso evitati quei cibi (in genere di origine vegetale) il cui “comportamento” è simile a quello della malattia da cui si è affetti: ad esempio piante rampicanti se si hanno patologie cutanee che si “diffondono” sulla pelle. In modo particolare, per ciò che riguarda i bambini si ritiene che questi non debbano mangiare i frutti di vari tipi di palma qualora soffrano di convulsioni (lamen) perché le fronde delle palme oscillano e “tremano” al vento. Per il pericolo di cadere a testa in giù o sottosopra sono pure proibiti i pipistrelli e le tartarughe. Numerosi sono i tabù alimentari relativi alla gravidanza, molti dei quali tendono a porre una corrispondenza tra umanità e animalità, oppure tra la vita dell’animale e i possibili danni alla madre: mangiando un determinato animale il bambino ne assumerà i comportamenti, oppure, ingerendo il polipo, questo rischierebbe di trattenere il bambino all’interno dell’addome. Particolare attenzione viene posta all’allattamento e in modo particolare, agli alimenti che possono favorirlo. Tra questi ci sono le patate dolci e i frutti di mare univalvi. Particolarmente interessante sul piano culturale, è la proibizione di alcuni alimenti per semplice “assonanza linguistica” come ad esempio un tipo di fagiolo detto kadièsche ricorda il suono di adiòs (arrivederci) e quindi indurrebbe l’abbandono delle forze o una particolare zucca detta kalubay, che potrebbe indurre stanchezza (malubay). Considerato che molte madri filippine, anche immigrate, hanno come modello di riferimento comportamentale la propria madre, che è rimasta nelle Filippine, alcune di queste tradizioni potrebbero avere un peso anche in un contesto di immigrazione. Inoltre, per la tipica riservatezza della popolazione filippina e anche per un complesso di inferiorità nei confronti della medicina occidentale, tali credenze potrebbero spesso non palesarsi venendo riferite a semplici gusti o preferenze alimentari.
Città -
Pampanga è una provincia filippina situata nella regione di Luzon Centrale. Il suo capoluogo è San Fernando.
Suddivisioni amministrative
La provincia di Pampanga si compone di 1 città indipendente, 1 città componente e 20 municipalità.
Città indipendente
Angeles (città altamente urbanizzata – HUC)
La città del Angeles è una città indipendente altamente urbanizzata delle Filippine, geograficamente ubicata nella Provincia di Pampanga, nella Regione di Luzon Centrale. Pur facendo parte dell'area della Provincia ed essendo inserita in tutti i rilevamenti statistici che la riguardano, la città è amministrativamente indipendente dalla stessa.
La città ha una fama assai negativa, essendo considerata una delle mete preferite del turismo sessuale, essendo situata nelle vicinanze della prima base militare delle Forze armate degli Stati Uniti nelle Filippine.
Città componente “San Fernando”
Un po’ di Storia
La città del San Fernando è stata fondata dentro 1754 dalle città di Bacolor e Il Messico. La prima chiesa è stata integrata 1755 con le pareti ed il tetto di legno di nipa. Il tribunale comunale è stato eretto più successivamente durante l'anno davanti il plaza della città usando i materiali durevoli e thatched il tetto di nipa. Indossi Vidal de Arrozal servito da relativo primo gobernadorcillo che anno.
In 1796, dopo il serving come gobernadorcillo l'anno precedente, indossa Angel Pantaleon de Miranda pensionato al Barrio Saguin, da dove ha cominciato installare il suo hacienda in Barrio Culiat. Il barrio è stato separato dal San Fernando l'8 dicembre 1829 come la nuova città di Angeles, con il Los Santos Angeles Custodios come patroni di titular.
Un expediente che chiede il trasferimento del capitale provinciale di Pampanga nel San Fernando è stato firmato sul 6 agosto, 1852. Cedula reale 745, approvante il trasferimento il capitale provinciale di Pampanga da Bacolor nel San Fernando, è stato firmato l'11 settembre 1881. Il trasferimento detto non si attuerebbe.
In 1878, i movimenti sono stati fatti generare la città di Calulut. Questa nuova città si comporrebbe di Calulut ed i barrios vicini di Bulaun, Malpitic, Sindalan, la La Paz, Lara, Saguin, Telabastagan, Balete, Malinao, Pulung Bulu, Panipuan, Macabacle e il caserio di Pau in San Fernando e Panipuan, Acle, Suclaban e il sitio di Gandus nel Messico. Questo programma non ha attuato dovuto opposizione forte dal priest della parrocchia del San Fernando.
Eulogio Regolatore-
Su 1° settembre, 1896 la città è stata dichiarata in un dichiarare della guerra malgrado la situazione pacifica. Il Brigadier General Diego de los Rios è arrivato il 2 dicembre per calmare la rivoluzione che ha cominciato a Manila il 30 agosto. Il General Ruiz Serralde ha assunto la direzione dell'alberino del General Rios sopra 26 giugno, 1897 per effettuare la pace in San Fernando. La rivoluzione non era ancora alla relativa altezza con gli scambi occasionali di fuoco in alcuni posti in Pampanga.
Il 26 giugno 1898, i rappresentanti da tutte le città di Pampanga, tranne Macabebe, hanno riunito in San Fernando per giurare il allegiance al generatore. Maximino Hizon che era il regolatore ed il rappresentante militari provinciali del General Emilio Aguinaldo. Il 9 ottobre, generalità Emilio Aguinaldo insieme al suo armadietto visitato la città ed è stato accolto favorevolmente con così tanto applauso ed incoraggiare entusiastico dal pubblico. Ha continuato al convento che è stato servito da sedi militari a quel tempo.
Il 4 maggio 1899, le truppe rivoluzionarie filippine hanno condotto dal General Antonio Luna ha bruciato il casa comunali, la chiesa della città e parecchie case per renderlo inutili alle forze americane d'avvicinamento. Il 16 giugno, dovuto la posizione strategica della città, il presidente Aguinaldo egli stesso ha condotto le forze Filipino nella battaglia per il San Fernando. Il programma per riprendere la città ha dimostrato infruttuoso. Calulut è caduto alle forze americane il 9 agosto.
Il 15 agosto 1904, il governo provinciale di Pampanga infine è stato trasferito al San Fernando da Bacolor, in virtù del no. di Legge. 1204 firmati il 22 luglio 1904. Ciò era nel corso del regolatore Macario Arnedo e presidente comunale Juan Sengson. La città di Minalin è diventato la parte del San Fernando che lo stesso anno. Più successivamente riguadagnerà la relativa indipendenza politica in 1909.
Il 2 gennaio 1905, la città di Santo Tomas è stato consolidato con il San Fernando in virtù della Legge 1208.
Il 12 agosto 1904, segretaria degli Stati Uniti della guerra William H. Taft ha visitato la città per ottenere le informazioni di prima mano e per riunire le idee per il controllo di Pampanga. dovuto l'avviso corto, un pavilion di bambù è stato costruito frettolosamente per la sua chiamata dove è stato accolto favorevolmente con un banquet per 200 genti. Taft più successivamente sarebbe scelto presidente degli Stati Uniti.
In 1921, Pampanga Sugar Development Company La centrale dello zucchero (PASUDECO) ha cominciato i relativi funzionamenti. L'azienda è stata formata in 1918 dalle piantatrici su grande scala quali Jose de Leon, Augusto Gonzales, Francisco Liongson, Tomas Lazatin, Tomas Consunji, Francisco Hizon, Jose Henson e Manuel Urquico nella residenza di San Fernando del regolatore Honorio Ventura come componente di un programma per costruire localmente finanziato centrale.
In 1932, Partito socialista delle Filippine è stato fondato vicino Pedro Abad Santos. Due anni più successivamente, ha generato e dirige il Ding Madlang Talapagobra (AMT) di Aguman. Il residuo di Abad Santos in Barangay il San Jose si è trasformato in nel punto focale del movimento agricolo.
Il 14 febbraio 1939, presidente filippino Manuel L. Quezon ha affermato il suo programma sociale della giustizia prima di una riunione dei coltivatori davanti la costruzione comunale di governo.
In 1941, le forze dell'esercito imperiale giapponese hanno occupato la città ed hanno disposto il governo comunale sotto il relativo controllo. L'anno successivo, migliaia di POWs Filipino ed americano ha camminato da Bataan alla stazione di treno di San Fernando in che cosa sarà sa come Morte marzo di Bataan.
In 1952, la città di Santo Tomas è stata separata dal San Fernando.
In 1986, il sindaco Paterno Guevarra è stato giurato dentro come ufficiale-
In 1990, presidente filippino Corazon C. Aquino ha inaugurato il villaggio di Paskuhan, il primo villaggio di Natale in Asia ed il terzo del relativo genere nel mondo. L'anno prossimo, Supporto Pinatubo scoppiato dopo in 600 anni di dormienza che lanciano uno strato della cenere e dei residui vulcanici sulla città.
Su 1° ottobre, 1995, Il Typhoon Sibyl (Mameng) ha colpito la città. Ha liberato i floodwaters ed i mudflows dal supporto Pinatubo nella città. Il Barangays di Sto. Nino, San Juan, San Pedro Cutud e Magliman è stato danneggiato severamente da lahar. I cittadini del San Fernando si sono radunati per conservare la città alzando i fondi monetari per costruire la st Dike della gente del Ferdinand. Il Pampanga Megadike è stato costruito l'anno successivo, così prevenendo danni ulteriore to la città.
Municipalità
Apalit – Arayat – Bacolor – Candaba – Floridablanca –Guagua – Lubao – Mabalacat – Macabebe – Magalang – Masantol – Mexico – Minalin – Porac -
Fondazione della Casa di Pampanga Luzon
x
Responsabile della Comunità di Pampanga Luzon
Madre Fatima T. Tejero
Comunità di Pampanga Luzon
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Daniela (Filippina) -
Attività nella Comunità di Pampanga Luzon
x
News da Pampanga Luzon
x
La nostra Casa di Bago (Filippine)
Regione -
Capitale: Manila
Popolazione: 80.000.000 circa.
Superficie: 300.076 Km2
Fuso orario: +7h rispetto all'Italia; +6h quando in Italia vige l'ora legale.
Lingue: Filippino (Tagalog) e inglese.
Religioni: in prevalenza cattolica (85%). Sono presenti minoranze di musulmani.
Moneta: Peso filippino (PHP)
Prefisso dall'Italia: 0063
Prefisso per l'Italia: 0039
Sport
Lo sport per eccellenza è il basketball, ma molto diffuso è anche il jai alai, o pelota, importato dalla Spagna.
Religione
Le Filippine sono il più popoloso paese cristiano del sud-
L’industria cinematografica ha cominciato ad avere una certa rilevanza verso la fine degli anni’90, e ad oggi, il paese, è uno dei più prolifici produttori di film del sud-
Sono presenti circa 80 dialetti. Sull’isola il concetto di lingua nazionale ha iniziato ad essere discusso sul finire del 20°secolo, dopo la guerra ispano-
A causa delle varie ondate migratorie e delle diverse dominazioni coloniali, che hanno accompagnato la storia delle Filippine, la cucina locale presenta delle caratteristiche particolari. Un mix di gusti cinesi, malesi e spagnoli. La merienda è uno spuntino tipico mattutino, mentre i pulutan, letteralmente stuzzichini, vengono di norma serviti con bevande alcoliche. Un piatto tipico sono gli spuntini di carne e di pesce. Sull’isola di Mindanao è normale poter gustare alcuni tipici piatti islamici, come stufati di carne. Non manca mai il riso, uno degli ingredienti tipici della cucina di tutto il sud-
PNL: 77.335 miliardi di dollari USA
PNL per ab. : 972,6 dollari USA
PNL variazione annua: 4%
Inflazione:4%
Capacità di raffinazione: 20.947.630 tonnellate
Popolazione attiva: 33.354.000
Popolazione totale: 80.058.000
Disoccupazione: 10,2%
Debito Estero: 52.356 miliardi di dollari USA
Aiuti dall’estero: 577 miliardi di dollari USA
Settore Primario
Predominano la coltivazione di riso e mais. Manila è l’area più produttiva grazie all’opera di irrigazione.
Le culture più esportate sono banane, ananas, palma da cocco, caffè, cacao. Molto importante la cultura del tabacco e della canapa.
Le Filippine sono uno dei maggiori produttori mondiali di caucciù. Purtroppo il patrimonio forestale è stato danneggiato dagli incendi del 1998 e del 2002. Molto diffusa la pesca, anche se molto limitata a causa dell’inquinamento delle coste. La raccolta di spugne e l’acqua-
Importanti i giacimenti di oro, argento, carbone, rame e nichel. Nonostante la scoperta del giacimento offshore di Malampaya, l’estrazione di petrolio e gas naturale non è sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale. Nel settore industriale, i settori più importanti sono quello agro-
La Bangio Sentral ng Pilipinas, è la banca centrale del paese. Rispetto alla crescita economica il settore bancario non è molto sviluppato. A Manila si trova una borsa valori.
Viaggi nelle Filippine
Visti Filippine
Visto Turistico
I cittadini italiani diretti nelle Filippine per motivi turistici e per periodi inferiori a 21 giorni non necessitano di visto turistico, ma solo del passaporto con validità minima 3 mesi. Per periodi superiori ai 21 giorni è necessario richiedere il visto presso i Consolati di Roma e Milano. Il visto ha comunque validità non superiore ai 59 giorni, e per ottenerlo è necessario presentare: passaporto, modulo consolare compilato, indicazione dell'albergo nelle Filippine, una fotografia formato tessera e fotocopia del biglietto aereo.
Visto di Lavoro
I cittadini italiani che si recano nelle Filippine per lavoro devono richiedere il visto di lavoro presentando il passaporto con validità almeno di 6 mesi, 2 foto in formato tessera, biglietto aereo “chiuso”, lettera di invito da parte della società filippina contenente: nome del richiedente, genere di affari da svolgere, generalità della società filippina responsabile e lettera della società italiana rappresentata, specificante l’incarico ricoperto dal richiedente, motivo e genere di affari da trattare, date del soggiorno, nome e indirizzo del partner. Il visto ha validità 1 mese dalla data di rilascio.
Avvisi particolari
Dal 10.12.2007 -
Si raccomanda pertanto di mantenere elevata la soglia di attenzione a Manila, in particolare nei luoghi di ritrovo e di maggiore affollamento. Si raccomanda inoltre la massima cautela anche negli altri principali centri urbani del Paese. Si consiglia altresì di tenersi informati sulla situazione seguendo scrupolosamente le eventuali indicazioni impartite dalle Autorità locali.
Durante la permanenza nel Paese vanno adottate misure cautelative e particolare prudenza a fronte del rischio di atti di criminalità, soprattutto nelle aree isolate e metropolitane degradate.
La minaccia di attentati e sequestri di persona nei confronti di stranieri è particolarmente alta nell'isola di Mindanao, nonostante le misure precauzionali adottate dalle locali Autorità. Si sconsigliano pertanto viaggi nell'isola di Mindanao e nelle altre zone a rischio del Paese indicate alla voce "Sicurezza”.
Nella stagione dei monsoni si consiglia, prima di recarsi nel Paese e durante il soggiorno, di informarsi sulla situazione climatica delle località di destinazione, anche consultando il sito: www.metocph.nmci.navy.mil/jtwc.php, in particolare in relazione al rischio di tifoni tropicali.
Scuba: filippine, isole da sogno
Fuori dalle mete del turismo di massa, le Filippine offrono la possibilità di una vacanza unica. Un paradiso assoluto, cui danno vita settemila isole di incredibile bellezza, un popolo cordiale e accogliente ed un mare tra i più rigogliosi di vita e di colori.
Passeggio sotto la luce del sole su una spiaggia corallina, eppure non sento calore, non rimango abbagliato dalla luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Le ombre sono nette, non ci sono nubi o foschia, ma l'esposimetro della mia macchina fotografica segna egualmente scarsità di luce. Alzo lo sguardo per un attimo, ma quello che rimane impresso sulla mia retina non è l'usuale cerchio solare. Sono spettatore del raro appuntamento tra due astri: le Filippine sembra mi diano il benvenuto offrendomi un'eclisse di sole quasi totale. E questa è solo la prima di una lunga serie di incredibili meraviglie della natura. La bellezza di queste 7000 isole disseminate tra il Mare Cinese Meridionale e l'Oceano Pacifico può oscurare tante destinazioni alla moda del turismo di massa.
Le Filippine offrono molto di più sotto il pelo dell'acqua. C'è chi dice che viaggiare in questo arcipelago senza osservare la bellezza dei fondali sottomarini è come guardare il Louvre... dall'esterno. Solo una chiarificazione è d'obbligo: se si cercano esclusivamente pesci pelagici tipo tonni, squali e carangidi o acqua limpidissima, la delusione, a parte rare eccezioni, sarà grande. Con questo non è che non ci siano grandi pesci, perché con un po' di fortuna in alcuni luoghi se ne possono vedere a centinaia, comprese mante e squali-
Le terrazze di riso tra leggenda e realtà: un pastore chiamato Gansowan.
Biag fu un eroe del 17mo secolo ricordato oggi come la figura più importante della storia di Sagada. Si racconta che abbandonò un luogo chiamato Mabika per dirigersi verso Candon, e che in seguito fondò Sagada. Mabika è oggi un assolato e spoglio pianoro tra Ankileng e Balili, ma un tempo doveva essere coperto da abbondante vegetazione. Fino all'inizio del secolo pare vi fossero ancora delle pietre piatte e levigate, probabilmente i resti del dap-
"Oh, dormi, dormi piccolo non piangere così quando sarai grande andremo a vedere quel tesoro a Mabika difeso dal gatto" Questa è la leggenda ma Mabika è un luogo reale e in questo luogo reale esiste una grotta, Mabika Cave, che ha fatto ripetere a noi l'esperienza di Gansowan....
Nell'85, durante la prima spedizione speleologica, ci trovavamo in zona, nel campo di Tataya-
Ma il tesoro più grande fu sicuramente nell'emozione di aver rivissuto un pezzetto di leggendario passato...
La cucina filippina è un insieme armonico delle varie cucine cinesi, giapponesi, malesi,americane e spagnole. La base dell'alimentazione è il riso bollito seguito dalla frutta quale il mango, la papaia e la banana. La cottura della carne si effettua arrosto o nel latte di cocco. Naturalmente è una cucina molto legata alle attività ed alle risorse marittime: le grandi quantità di pesce che vengono portate a riva, in bilancieri di legno, vengono cucinate in pentole di argilla. Nell'antichità il sopraggiungere di mercanti cinesi e di colonizzatori spagnoli su queste isole ha portato alla diffusione di nuove abitudini alimentari. Gli "involtini primavera" e la pasta glutinata furono introdotti dai mercanti cinesi, mentre i colonizzatori spagnoli importarono le "empanadas" e lo "chorizo", una sorta di salsiccia piccante di maiale ed aglio.Nella cucina filippina si utilizza spesso l’aceto o il succo di agrumi per marinare i cibi, rendendoli così particolarmente agri. La maggior parte della popolazione è di cultura cristiana, ma non si può trascurare la grande presenza di cultura islamica sull’isola di Mindanao, dalla quale provengono molti immigrati. Sopravvivono inoltre credenze ancestrali che, sia pure solo per “tradizione”, sono ancora rispettate. Tra queste, ad esempio, il non nutrirsi di quelle parti dell’animale che nel soggetto che le assume presentano una patologia: non si mangia il fegato se si è affetti da un’epatopatia o il cervello se si soffre di emicrania. Così pure vengono spesso evitati quei cibi (in genere di origine vegetale) il cui “comportamento” è simile a quello della malattia da cui si è affetti: ad esempio piante rampicanti se si hanno patologie cutanee che si “diffondono” sulla pelle. In modo particolare, per ciò che riguarda i bambini si ritiene che questi non debbano mangiare i frutti di vari tipi di palma qualora soffrano di convulsioni (lamen) perché le fronde delle palme oscillano e “tremano” al vento. Per il pericolo di cadere a testa in giù o sottosopra sono pure proibiti i pipistrelli e le tartarughe. Numerosi sono i tabù alimentari relativi alla gravidanza, molti dei quali tendono a porre una corrispondenza tra umanità e animalità, oppure tra la vita dell’animale e i possibili danni alla madre: mangiando un determinato animale il bambino ne assumerà i comportamenti, oppure, ingerendo il polipo, questo rischierebbe di trattenere il bambino all’interno dell’addome. Particolare attenzione viene posta all’allattamento e in modo particolare, agli alimenti che possono favorirlo. Tra questi ci sono le patate dolci e i frutti di mare univalvi. Particolarmente interessante sul piano culturale, è la proibizione di alcuni alimenti per semplice “assonanza linguistica” come ad esempio un tipo di fagiolo detto kadièsche ricorda il suono di adiòs (arrivederci) e quindi indurrebbe l’abbandono delle forze o una particolare zucca detta kalubay, che potrebbe indurre stanchezza (malubay). Considerato che molte madri filippine, anche immigrate, hanno come modello di riferimento comportamentale la propria madre, che è rimasta nelle Filippine, alcune di queste tradizioni potrebbero avere un peso anche in un contesto di immigrazione. Inoltre, per la tipica riservatezza della popolazione filippina e anche per un complesso di inferiorità nei confronti della medicina occidentale, tali credenze potrebbero spesso non palesarsi venendo riferite a semplici gusti o preferenze alimentari.
Città -
Nel 1571 gli spagnoli fondarono la città di Manila, chiamandola Isigne y Siempre Leal Ciudad, ‘la città eccellente e leale’, ma il nome attuale deriva da Maynilad, un termine locale che indica la pianta della mangrovia. Dopo essere stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, la città ha cominciato a crescere esponenzialmente dopo gli anni ’60, arrivando ad inglobare 17 piccole città vicine.
In virtù della distruzione subita durante la guerra, Manila è una città completamente moderna, anche se comunque, durante un viaggio sull’arcipelago, si possono ammirare delle rovine coloniali. Il cuore della città è l’area che circonda la foce del fiume Pasig dove oltremodo si possono trovare gli alloggi più lussuosi e i ristoranti migliori. Makati è il centro finanziario della città, mentre a nord del fiume si trova Binondo, Quiapo e il Porto del Nord, che rappresentano i principali luoghi dove ci si può imbarcare per un viaggio verso le isole vicine.
Cosa vedere
Quando si decide di fare un viaggio nelle Filippine si deve partire sapendo che, a causa dei bombardamenti che l’hanno colpita durante la seconda guerra mondiale non è rimasto molto da visitare ma, durante il viaggio si può ancora visitare:
Fort Santiago: non distante dal fiume Pasig, durante la seconda guerra mondiale questo forte venne usato dalle armate giapponesi come luogo per incarcerare i prigionieri di guerra.
L’altare Rizal e il Museo Rizal: sono dedicati all’eroe nazionale filippino, Josè Rizal, che combatté contro gli spagnoli per l’indipendenza. Nel museo vi sono anche molti suoi scritti.
Il monastero di Santo Agostino e la Cattedrale di Manila (in General Luna Street), sono i due luoghi religiosi più noti della città.
Metropolitan Museum of Manila: è il museo più importante della capitale e si trova nel complesso della Banca Centrale del paese, in Roxas Boulevard.
Nei dintorni di Manila
Un viaggio nell’arcipelago consente di visitare molti posti interessanti nei dintorni di Manila. Uno di questi è l’isola Corregidor, da dove il Generale Mac Arthur, scappando dai giapponesi, promise che sarebbe tornato a liberare il paese come in effetti fece.
Da non perdere un’escursione sul monte Pinatubo. Eruttato nel 1991, ha cambiato totalmente il paesaggio dell’area. Da qui si può scalare il vulcano Mayon (2450 metri), che si trova a sud rispetto a Luzon, definito il cuore delle Filippine. Qualcuno è arrivato a sostenere che il vulcano Mayon abbia un cono vulcanico perfetto. È un vulcano attivo e l’ultima eruzione risale al 1993.
Il vulcano Taal, altra bellezza naturale dell’arcipelago a sud di Manila, merita un’escursione, ma non ci si faccia ingannare dalle sue piccole dimensioni: non a torto è definito il vulcano più pericoloso del mondo, ed è il terrore degli isolani.
I monti Apo e Mindanao sono le altre cime che possono essere adatte per un escursione.
Bikol e Quezon, sono due province sulla costa di Luzon dove è possibile fare bellissime camminate, lontano dal caos delle città.
Banaue: qualcuno sostiene che l’ottava meraviglia del mondo sia la Muraglia cinese, altri sostengono che sia Banaue. Situata a nord di Luzon, le sue risaie a terrazza, scavate nei fianchi delle colline dagli Ifugao oltre 3000 anni fa, con le sue scalinate rappresentano per gli abitanti la strada per il cielo se non per il paradiso. Alcune si spingo fino a 1500 metri di altitudine. Il viaggio può essere organizzato a Manila.
Isole: chi viaggia, in questa regione il più delle volte lo fa per la bellezza delle sue isole. Nelle Filippine le isole, sono oltre 7000 e l’imbarazzo della scelta non manca. Chi ama le immersioni subacquee non resterà deluso, così come chi ha la passione per la canoa o per la speleologia. Borocay, la Spiaggia di Alona a Bohol, quella di Puerto Princesa a Palawan e l’Isola di Apo sono le più rinomate. A Palawan inoltre si possono visitare corridoi di grotte che corrono per oltre 8 chilometri. E’ in questa zona, precisamente nelle rapide del fiume Pagsanjan, che il regista cinematografico Coppola ha girato alcune parti di Apocalypse Now.
Spiagge
-
-
Un viaggio nelle Filippine, merita un’escursione in uno di questi luoghi:
Vigan, a nord di Luzon, ha mantenuto lo splendido retaggio architettonico spagnolo.
Lago Sebu, all’interno dell’isola di Mindano, si trova a 300 metri sulle alture di Tiruray. In un isolamento dal mondo totale vi vive la tribù dei Tboli. Si consiglia di prestare molta attenzione, perché malgrado le relazioni con i ribelli musulmani stiano attraversando un periodo di calma, non sono rari i rapimenti di cittadini stranieri ai fini di riscatto.
Viriato, si trova sull’isola di Samar ed è famosa per le sue cascate.
Fondazione della Casa di Bago
x
Responsabile della Comunità di Bago
Madre Maria Arlene
Comunità di Pampanga Bago
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Hanna De Los Reyes -
x
News da Bago
x
La nostra Casa di Ruteng Flores (Indonesia)
Regione
x
Città
x
Fondazione della Casa di Ruteng Flores
x
Responsabile della Comunità di Ruteng Flores
Madre Lucia D. Gacus
Comunità di Pampanga Ruteng Flores
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Alfonsa Landang -
Attività nella Comunità di Ruteng Flores
x
News da Ruteng Flores
x
La nostra Casa del Camerun Bikok (Africa)
Regione "Africa"
L'Africa è il terzo continente per estensione dopo l'Asia e le Americhe. La sua superficie, pari a 30.227.467Mappa del mondo con l'Africa evidenziata in verde km², rappresenta il 20,2% delle terre emerse del pianeta; i suoi abitanti (oltre 920.000.000 al 2005) costituiscono un settimo della popolazione mondiale.
L'Africa è delimitata a Nord dal mar Mediterraneo, a Ovest dall'oceano Atlantico, a Sud dall'oceano Antartico e a Est dall'oceano Indiano.
A Nord-
Il termine Africa deriva da "terra degli Afri", nome di alcune genti che abitavano nel Nord Africa vicino Cartagine. Il nome Afri è generalmente connesso con l'etimo fenicio afar, "polvere", ma una recente teoria lo collega alla parola berbera ifri n Qya (cioè grotta di Ova) o Ifran, che significa "grotta".
Altre etimologie proposte per l'antico nome "Africa":
a -
b -
Geografia
Il continente è principalmente orientato su un asse nord-
Gli unici collegamenti con gli altri continenti sono rappresentati dalla penisola del Sinai che lo lega all'Eurasia. Lo stretto di Gibilterra e il canale di Sicilia lo separano dall'Europa.
La distanza dal punto più settentrionale (Ras ben Sakka, immediatamente a ovest di Cap Blanc, in Tunisia, a 37°21' N) al punto più meridionale (Cape Agulhas in Sudafrica, a 34°51'15" S) è pari a circa 8.000 km mentre dal punto più occidentale (Capo Verde, a 17°33'22" O) a quello più orientale (Ras Hafun in Somalia, 51°27'52" E) è pari a circa 7.400 km.
Lo stato più grande del continente è il Sudan mentre quello più piccolo sono le Seychelles, un arcipelago al largo della costa orientale. Lo stato più piccolo sulla terraferma è invece il Gambia.
L'altitudine media del continente è pari a circa 600 m s.l.m.; le aree situate a quote inferiori ai 180 m s.l.m. sono relativamente poche, così come poche sono le zone che superano i 3000 m.
Il continente può essere diviso in due aree geografiche, una pianeggiante situata nella parte settentrionale e la zona degli altopiani che occupa il resto del continente.
Le montagne più alte dell'Africa si trovano sempre in prossimità della Rift Valley: sono il Ruwenzori (5110 m di altitudine), il Kilimangiaro (5895 m di altitudine) in Tanzania e il Monte Kenya (5199 m di altitudine) nello stato omonimo. Questi ultimi sono vulcani spenti, ma sulle loro cime si trovano ghiacci perenni. A ovest c'è un altro vulcano spento, il Camerun (4071 m di altitudine).
Il settentrione
Nella parte settentrionale del continente, dall'Oceano Atlantico fino al Mar Rosso, si estende il deserto del Sahara, il più vasto deserto del mondo (9.100.000 km²); la sua superficie è principalmente pianeggiante, ma vi si trovano anche rilievi che raggiungono i 2.400 m s.l.m. A nord-
Lo sviluppo costiero del continente ha una lunghezza complessiva relativamente modesta, di circa 26.000 km (l'Europa, con una superficie tre volte inferiore, ha circa 32.000 km di coste). La costa occidentale prospiciente l'Oceano Atlantico si presenta priva di penisole e insenature di dimensioni rilevanti, con l'Una mappa del 1595, desunta dalle rappresentazioni di Mercatoreunica eccezione del vastissimo golfo di Guinea. La costa settentrionale che dà sul mar Mediterraneo invece ha due importanti golfi: il golfo della Sirte davanti alla Libia e il golfo di Gabes davanti alla catena dell'Atlante. La costa orientale, bagnata dal Mar Rosso e dall'Oceano Indiano, presenta l'unica penisola del Corno d'Africa.
Le coste sono spesso scoscese, con rilievi che arrivano fino al mare. Coste pianeggianti, basse e sabbiose e spesso desertiche, si trovano in Libia ed Egitto, così come in Mauritania, Somalia e Namibia. Lungo le coste del Golfo di Guinea e del Mozambico si sviluppano paludi e acquitrini, e banchi sabbiosi rendono difficoltosa la navigazione.
L'unica isola di grandi dimensioni è il Madagascar, la quarta più grande del mondo. Ci sono arcipelaghi di piccole isole sul versante Atlantico, come Madeira, Canarie e Capo Verde. Presso la costa della Tanzania si trova l'isola di Zanzibar, la maggiore del versante orientale dopo Madagascar.
Idrografia
In Africa vi sono vaste zone areiche, ovvero prive di corsi d'acqua (per esempio il deserto del Sahara) e regioni endoreiche, ovvero con corsi d'acqua che si perdono nel deserto o in paludi o sfociano in laghi chiusi (per esempio i deserti del Namib e del Kalahari).
La fascia ceMappa dell'Africa del 1890ntrale del continente, dove le piogge sono regolari, forma invece una zona esoreica, ovvero con corsi d'acqua che sfociano nel mare, principalmente nell'Oceano Atlantico, come il fiume Niger e il fiume Congo. Il Niger (4.160 km di lunghezza) nasce dal rilievo del Fouta Djalon e sfocia con un grande delta nel golfo di Guinea. Il fiume Congo, di 4.200 km di lunghezza, sfocia nell'Oceano Atlanico e dà nome alle due repubbliche che si affacciano sulle sue rive (la Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo). I numerosi affluenti del Congo (il più importante è il Kasai) formano un enorme bacino fluviale. Nella parte più meridionale scorrono l'Orange, che sfocia nell'Oceano Atlantico, il Limpopo e lo Zambesi, tributari dell'Oceano Indiano. Lo Zambesi è celebre anche per le Cascate Vittoria, fra le più spettacolari del mondo.
Il principale fiume africano è il Nilo che, con il suo affluente Kagera, è il secondo fiume più lungo del mondo (6.671 km) dopo il Rio delle Amazzoni (6.937 km).
Le sue sorgenti sono nell'Africa equatoriale, da cui provengono i due rami principali: il Nilo Azzurro, che nasce dall'altopiano Etiopico, e il Nilo Bianco, emissario del Lago Vittoria il cui tributario, il Kagera, origina dagli altopiani del Burundi. Il Nilo attraversa l'Africa nord-
Una lunga catena di laghi corre lungo la frattura tettonica della Rift Valley, ai confini tra la Repubblica Democratica del Congo, l'Uganda, la Tanzania, il Burundi e il Ruanda: i più importanti sono il Lago Vittoria e il Lago Tanganica.
Il clima del continente africano è generalmente caldo, anche se con variazioni notevoli a seconda delle zone. L'estrema porzione settentrionale del continente ha un clima mediterraneo, con estati secche e inverni umidi.
Questo tipo di clima si trova anche nella parte più meridionale del continente, presso Città del Capo. Il resto del Nordafrica presenta un clima desertico o semidesertico, mentre avvicinandosi all'equatore il clima si fa tropicale, e nella zona dell'equatore è molto umido; è qui che si registra il massimo di precipitazioni annuali. Il clima ritorna desertico o semidesertico nelle zone del Corno d'Africa e del Kalahari, mentre è prevalentemente tropicale nel Madagascar. Climi di alta montagna si trovano nella zona dell'altopiano Etiopico e sulle vette più alte come il Kilimangiaro e il Ruwenzori. Le temperature sono generalmente piuttosto elevate.
Ambienti naturali
L'Africa presenta una grande varietà di ambienti ed ecosistemi, molti dei quali sono unici al mondo.
La parte settentrionale del continente è occupata in gran parte dal gigantesco deserto del Sahara, mentre a sud di questo, l'ambiente predominante è la grande savana, l'immensa distesa erbacea teatro dei grandi safari per turisti.
Nella zona equatoriale, in particolare nel bacino del Congo,vi sono invece le grandi foreste tropicali, estese anche su buona parte della zona del Golfo di Guinea. Altre aree desertiche si trovano nella zona del Corno d'Africa e nella zona sud-
Un'estesa foresta pluviale occupa anche la parte orientale del Madagascar, per il resto ricoperto da savane. Paesaggi tipicamente di alta montagna si trovano nell'altopiano Etiopico.
L'estrema parte nord-
L'Africa è famosa in tutto il mondo per la varietà e l'unicità degli animali che la popolano. In Africa vivono molte specie di Felini, come il leone, il leopardo, il serval, il ghepardo e varie specie di gatti selvatici. Presenti anche specie di canidi come i licaoni e gli sciacalli. Molto diffusi nelle foreste sono le grandi scimmie antropomorfe come gli scimpanzé e i gorilla, mentre altri primati popolano anche le praterie, come i mandrilli, le amadriadi e le Leoni, Sudafricascimmie leopardo. Le grandi savane sono il regno dei grandi erbivori come le giraffe, gli elefanti, i rinoceronti, e delle grandi mandrie di bufali, gnu, zebre, gazzelle, impala e antilopi di varie specie. I grandi deserti sono popolati da dromedari, orici, fennec, viperidi. Presso i grandi fiumi vivono ippopotami e coccodrilli.
Le savane sono percorse inoltre dagli struzzi e sorvolate da varie specie di avvoltoi. Oltre a questi in Africa vi sono numerosissime specie di uccelli. In particolare in Madagascar vi è un vastissimo ecosistema unico al mondo con un numero impressionante di volatili. Questa straordinaria fauna è entrata nella leggenda ed ha ispirato, insieme agli spettacolari paesaggi naturali del continente, varie opere letterarie e cinematografiche. Questa fauna ha inoltre attirato nella storia migliaia di cacciatori -
Soprattutto dopo l'avvento degli Europei, la caccia è stata una importante concausa del progressivo depauperamento della biodiversità africana. In Africa esistono ora grandi parchi naturali e molte aree protette per preservare le numerose specie a rischio, ma anche queste riserve hanno grandi difficoltà a opporsi al bracconaggio. Fra i parchi più famosi si ricordano il Serengeti e Ngorongoro (Tanzania), lo Tsavo e il Masai Mara (Kenya), il Kruger (Sudafrica) e il Chobe e la riserva del Delta dell'Okavango (Botswana).
L'Africa viene generalmente considerata la culla dell'umanità; i più antichi reperti umani sono infatti stati ritrovati nell'Africa subsahariana.
Il Sahara ha costituito un elemento importantissimo nell'evoluzione storica del continente. Mentre la storia dei popoli del Nordafrica si intreccia con quella dell'Europa e del Medio Oriente, gran parte dell'Africa subsahariana ebbe con il resto del mondo contatti molto ridotti, spesso limitati al fenomeno della tratta degli schiavi neri da parte dei mercanti arabi che agivano nell'Oceano Indiano. L'influsso arabo ebbe anche un rilievo nello sviluppo di alcune aree isolate delle coste orientali dell'Africa (per esempio Zanzibar e il Madagascar).
La prima circumnavigazione dell'Africa potrebbe essere stata compiuta dai Fenici intorno al 600 a.C. Erodoto narra che il re egizio Necao (o Neco) inviò, in quell'epoca, una spedizione fenicia in esplorazione lungo la costa africana. La nave fenicia si allontanò verso sud e fece ritorno, tre anni dopo, da ovest, rientrando quindi dallo Stretto di Gibilterra. Erodoto così narra:
«Il re d'Egitto Neco (...) inviò dei Fenici su delle navi con l'incarico di attraversare le Colonne d'Eracle sulla via del ritorno, fino a giungere nel mare settentrionale e così in Egitto. I Fenici, pertanto, partiti dal Mare Eritreo, navigavano nel mare meridionale; (...) cosicché al terzo anno dopo due trascorsi in viaggio doppiarono le Colonne d'Eracle e giunsero in Egitto» (Erodoto, Storie -
Lo storico greco è tuttavia scettico riguardo al fatto che l'impresa sia stata veramente compiuta. I Fenici, infatti, riferirono di essere certi che, quando ebbero doppiato l'estremità meridionale del continente, il sole, a mezzogiorno, indicava il nord anziché il sud. Per Erodoto questo aneddoto rendeva poco credibile l'intero resoconto della spedizione fenicia:
«E raccontarono anche particolari attendibili per qualcun altro ma non per me, per esempio che nel circumnavigare la Libia si erano trovati il sole sulla destra» (Erodoto, ibidem)
Tuttavia oggi si sa che, nell'emisfero australe, il sole, nel punto più alto del suo percorso nel cielo, indica effettivamente il nord (tanto è vero che le meridiane boreali hanno lo gnomone orientato in direzione opposta rispetto a quelle australi). Questa nozione era sconosciuta allo storico greco che aveva esperienza soltanto della Zona temperata settentrionale del globo. Di conseguenza la notazione fenicia, così contrastante con le conoscenze del tempo, potrebbe costituire effettivamente una prova che quella antica spedizione avvenne realmente e realizzò la prima circumnavigazione del continente africano.
I primi contatti tra Africa sub-
Il ruolo del Portogallo nell'esplorazione delle coste dell'Africa
La nazione europea che prima delle altre comprese il valore della navigazione intorno al continente africano fu il Portogallo. Nel XV secolo il Portogallo era un Paese in cerca di nuovi territori; il principe Enrico, figlio del re Giovanni I del Portogallo, nel 1414 convinse il padre a intraprendere una campagna nell'Africa settentrionale. Nel 1415 espugnò la città di Ceuta, nel Marocco settentrionale, aprendo così la via a nuove possibilità di sviluppo commerciale.
Essendo la più occidentale delle potenze europee, il Portogallo era, di conseguenza, la più svantaggiata nell'acquisto delle preziose spezie e merci provenienti dall'Estremo Oriente. Il percorso che le mercanzie dovevano compiere lungo la Via della Seta era più lungo, e di conseguenza soggetto ad un maggior numero di intermediari, ognuno dei quali voleva naturalmente trovare il proprio tornaconto. Inoltre, un percorso tortuoso e prolungato era esposto a maggiori probabilità di attacco da parte di predoni e maggiormente penalizzato da difficoltà doganali, causate anche dalle barriere che gli Ottomani, che si stavano rafforzando sempre di più sulle coste del Mediterraneo, opponevano ai traffici delle nazioni cristiane.
Tutti questi motivi spinsero il principe Enrico ad inviare diverse spedizioni lungo la costa africana, nel tentativo di trovare un passaggio a sud est che consentisse al piccolo regno di aprirsi una nuova, esclusiva via verso l'Oriente. Ciò gli valse l'appellativo di Navigatore, e l'infante di Portogallo, pur non avendo mai preso parte direttamente alle esplorazioni da lui disposte, passò alla storia con il nome di Enrico il Navigatore (1394 -
Secondo la storiografia tradizionale, la forte volontà di Enrico nei confronti delle nuove esplorazioni si concretizzò nell'istituzione di un vero e proprio centro marittimo per la navigazione, a Sagres, nel sud del Paese (Scuola di Sagres). Qui venivano addestrati gli equipaggi, sperimentate nuove tecniche di navigazione, elaborati nuovi tipi di imbarcazioni. Molteplici spedizioni si addentrarono sempre più lungo la costa occidentale dell'Africa, spingendosi, prima che Enrico morisse nel 1460, fino alla foce del fiume Gambia, dopo aver percorso ben tremila chilometri intorno alla curvatura occidentale della costa africana in direzione sud ovest. In realtà, questa non era che una piccola frazione della costa dell'Africa occidentale.
Un pezzo di artigianato costituito da un canapo che raffigura tre figure femminili stilizzate in silhouette con canestro sul capo. L'artigianato d'Africa è apprezzato anche nel continente europeo nel quale viene diffuso prevalentemente attraverso i mercatini.
La politica espansionistica di Enrico fu mantenuta dal re Giovanni II di Portogallo (1455 -
Ma, nel 1472, con grande disappunto, i navigatori scoprirono che il profilo continentale, dopo essersi spinto per altri tremila chilometri verso est, oltre la foce del fiume Niger, ripiegava nuovamente a sud: il continente nero sembrava non avere fine.
Allo scopo di stabilire quale fosse la vera forma dell'Africa, in modo da capire quanto ancora fosse necessario spingersi a sud prima di raggiungerne l'estremità meridionale, Giovanni II inviò allora, nel 1487, una spedizione sulla costa orientale, quindi attraverso il Mar Rosso. Al comando di Pedro del Corvilâo, gli esploratori si spinsero fino alla foce dello Zambesi, in Mozambico. Dai calcoli che effettuò, la spedizione di Corvilâo scoprì che il continente africano doveva essere largo circa 6400 chilometri nella parte settentrionale e solo 2400 chilometri nelle zone meridionali fino ad allora raggiunte dalle navi portoghesi; perciò poteva darsi che l'Africa si assottigliasse sempre di più e che, prima o poi, sarebbe terminata a punta.
Nello stesso anno in cui Corvilâo faceva i suoi rilievi, Bartolomeu Dias guidava una nuova spedizione dal lato ovest, spingendosi più a sud di tutti i suoi predecessori, e venendo trascinato ancora più a sud da una tempesta. Quando il tempo si rasserenò, gli uomini scoprirono di trovarsi in mare aperto: la costa dell'Africa non era più in vista. Così puntarono prima verso est, dove però non avvistarono la terra; quindi decisero di ritornare a nord; e qui, il 3 febbraio 1488, scoprirono che l'andamento della costa era cambiato. Così, dopo altri 4090 chilometri, il profilo del continente si sviluppò chiaramente verso nord est, e Dias capì di aver superato il punto più meridionale dell'Africa, e tornò indietro. Ripassando per il punto che, nella tempesta gli era sfuggito, Dias lo chiamò "Capo delle Tempeste", per ricordare le circostanze della scoperta; ma, quando la flotta fece ritorno, Giovanni II ribattezzò il promontorio Capo di Buona Speranza (Cabo da Boa Esperança), nome con cui è ancora oggi ricordato questo punto geografico del continente Africano.
Guadagnato il Capo di Buona Speranza, la corona portoghese era riuscita per metà nel suo intento di aprire l'agognata Rotta delle spezie; adesso era necessario compiere la seconda parte del percorso, cioè raggiungere le Indie. Tuttavia Giovanni II non visse abbastanza a lungo per vedere completata quest'opera. Gli successe il cugino, Manuele I (1469 -
Grazie alla caparbia volontà di aprire una nuova via commerciale verso oriente, mantenutasi intatta attraverso i vari avvicendamenti sul trono reale, la corona portoghese assunse un ruolo di prim'ordine nello scenario delle potenze europee, potendo esercitare il monopolio della tratta marittima fino all'India, attraverso l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano. Tramite la creazione di stazioni commerciali site in punti chiave per la navigazione, pochi uomini e navi potevano controllare enormi tratti di costa.
A partire dal XV secolo gli Europei mossero i primi passi nella conoscenza dell'Africa Subsahariana. Per i tre secoli successivi, tuttavia, la presenza europea si limitò alla regione costiera del Golfo di Guinea, in cui venne scritta una delle pagine più tristi della storia dell'Africa e del mondo: la tratta degli schiavi. Dai porti dell'Africa Occidentale per diversi secoli salparono infatti le navi che, con il loro carico umano, si dirigevano verso leUn pezzo di artigianato costituito da un canapo che raffigura tre figure femminili stilizzate in silhouette con canestro sul capo. L'artigianato d'Africa è apprezzato anche nel continente europeo nel quale viene diffuso prevalentemente attraverso i mercatini. Americhe, dove in una vita durissima spesa nelle piantagioni si consumò l'esistenza di milioni di Africani. La fase di colonizzazione più intensa si ebbe però nell'Ottocento: a partire da questo periodo e fino agli anni della seconda guerra mondiale, portoghesi, francesi, inglesi e poi ancora belgi, tedeschi e, per ultimi, italiani, si lanciarono in una sorta di sfrenata gara di conquista che li vide spesso contrapporsi in scontri durissimi.
L'epoca coloniale ha lasciato tracce profonde nel continente. Il colonialismo ha inoltre profondamente influito sull'economia del continente.
Lo sfruttamento delle ricchezze minerarie e forestali ha provocato l'alterazione degli equilibri ambientali e delle tradizioni. La fragilità politica dell'Africa è dimostrata anche dagli avvenimenti più recenti. Negli ultimi vent'anni, infatti, regimi dittatoriali e guerre civili hanno spesso concorso ad insanguinare il continente: dall'Angola al Mozambico, dall'Etiopia al Sudan, dalla Liberia alla Sierra Leone, fino al terribile genocidio del '94 in Ruanda e ai conflitti ancora in corso, l'Africa continua ad essere martoriata da esplosioni di odio e di violenza, cui sovente non sono estranei gli interessi dei Paesi ricchi del Nord del Mondo.
Politica
Dall'indipendenza, molti stati africani hanno conosciuto forti instabilità, spesso sfociate in violente lotte per il potere e guerre civili, sia all'interno di ciascuno Stato, sia tra Stati confinanti. Parte di questi problemi possono essere considerati come eredità del periodo coloniale, con il suo lascito di governi e confini nazionali non rappresentativi delle realtà locali. I confini coloniali, infatti, hanno spesso separato artificialmente popolazioni omogenee o, peggio, hanno costretto alla coabitazione etnie tradizionalmente rivali.
La situazione economico-
La posizione dell'Africa nell'ecumene ha grande importanza nello studio delle lingue, delle culture e delle società africane. L'impenetrabilità del Sahara la divide naturalmente e culturalmente in due entità assai diverse: Africa bianca e Africa nera. Più recentemente l'invasione araba e europea ha mutato molte cose: si tratta però prevalentemente di mutazioni culturali. Tra i gruppi etnici indigeni del Nord Africa non mancano elementi europoidi come i Berberi, cui si sono aggiunti di recente un certo numero di Arabi.
Nell'Africa subsahariana la maggior parte degli abitanti ha la pelle scura. Gli Stati dello Zimbabwe e del Sudafrica hanno una piccola, ma significativa, presenza di gruppi bianchi ed asiatici: i primi sono i cosiddetti afrikaner, i secondi immigrarono in epoca coloniale per contribuire ai lavori pubblici effettuati in quei paesi. In particolare l'Africa nera presenta invece vari gruppi etnici, classificati generalmente in questo modo:
a -
b -
c -
d -
Questi ultimi due gruppi vengono spesso designati con il nome di Bantu. Un posto a sé hanno i Pigmei che si trovano specialmente nell'Africa centrale, e i Boscimani che occupano il deserto del Kalahari. Abbiamo inoltre gli Ottentotti. L'Africa conta 920.000.000 abitanti con una densità di 28 ab/kmq. Il tasso di crescita annua è oltre il 2,5% ed è fra i più alti nel mondo, anche se il tasso di mortalità infantile resta ancora molto alto.
Nazioni
In Africa esistono 53 Stati indipendenti:
Algeria (Algeri) -
Sahara Occidentale (El Ayun) -
Città
x
Fondazione della Casa del Camerun -
Le Suore Domenicane nel Camerun (Bikok)
Il terzo fiore all’occhiello è rappresentato dalla casa di Bikok.
La delibera del Consiglio Generale è del 24 maggio del 1993, quando vennero lette in quella sede “alcune missive pervenute da parte di Vescovi del Camerun con la formale richiesta di suore cui affidare impellenti compiti di promozione umana e sociale”.
A novembre dello stesso anno, nello stesso Consiglio Generale, si indugiò sulla realizzazione del progetto africano che venne ripreso a seguito del contatto avuto a Roma con il Vescovo di Yaoundè, Jean Zoa.
Quest’ ultimo, fermamente intenzionato ad attuare l’iniziativa, offriva alla Congregazione la sua collaborazione ad aprire un dispensario per le cure più urgenti agli ammalati e che sarebbe stato posto a circa 50 km dalla capitale.
Finalmente, nel continente africano nello stato del Camerun, e nella capitale Yaoundè, si aprì, nel villaggio di Bikok, il 3 giugno del 1995, la nuova casa che dovette subire un cambiamento nell’idea del dispensario.
“Perduta nella foresta equatoriale che copre le province del Centro, del Sud e dell’Est del Camerun, la piccola località di Bikok che, a prima vista, rassomiglia a un grande villaggio, è un circondario del dipartimento del Mefon e Akono”.
Oggi, la missione è collegata a Pompei con un ponte di solidarietà.
Responsabile della Comunità del Camerun Bikok
Madre Adalgisa Bartolo
Comunità del Camerun Bikok
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Sabina Rechichi
Attività nella Comunità del Camerun Bikok
x
News dal Camerun Bikok
Una nuova speranza per Bikok
Inaugurato il Dispensario Medico-
Una pista di terra battuta dal colore rossastro, lunga circa 12 Km, ci conduce a Bikok, un villaggio a 60 Km da Yaoundé, la capitale del Camerun.
La pista attraversa una foresta lussureggiante che, a destra e a sinistra, mostra la sua ricca e folta vegetazione. Al limite della pista, poche case, case di fango, alcune costruite da poco, altre più antiche, con le tombe dei propri familiari poste sul davanti o sul retro. Siamo diretti alla missione delle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario”, avamposto di Pompei nel continente africano.
Qui, le Suore fondate dal beato Bartolo Longo svolgono il loro servizio di carità dal 1955. Vivono in una casa di proprietà della parrocchia e, con l’aiuto dei devoti della Madonna di Pompei e di tanti benefattori, hanno realizzato una moderna scuola materna per i bambini del villaggio, dedicata a Mons. Francesco Saverio Toppi, Vescovo della città mariana dal 1990 al 2001, e un dispensario sanitario di prima accoglienza per la popolazione locale, secondo le priorità indicate dai responsabili della Chiesa locale, sin dall’inizio della loro presenza in Camerun. Siamo qui in delegazione ufficiale, proprio per l’inaugurazione del dispensario.
Il gruppo è composto dal Vicario Generale della Chiesa di Pompei, Mons. Pasquale Mocerino, dal diacono Salvatore Sorrentino, dalla Madre Generale delle religiose, Suor Maria Angelica Bruno, da Suor Maria Neve Cuomo, Direttrice del Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, da Suor Maria Teresa Angela Menyé, nativa di Yaoundé e cugina di Mons. Adalbert Ndzana, Vescovo della diocesi di Mbalmayo, da Giovanni Angellotto, fotografo del Santuario di Pompei, e dal sottoscritto.
La comunità delle suore che ci ospitano è formata da tre religiose piene di vitalità e di entusiasmo, così come conviene agli operai del Vangelo. La loro vita, gesti, parole e azioni, è una continua manifestazione d’amore per gli abitanti del villaggio.
A turno, ci raccontano dell’impegno profuso in questi anni di permanenza a Bikok, ma anche dei risultati ottenuti. C’è Suor Adalgisa Bartolo, la superiora, napoletana di origine. È la veterana del gruppo. È qui dal 1995, anno del loro arrivo in Camerun. Insieme con lei Suor Domenica Somma, pompeiana, e Suor Sabina Rechichi, calabrese di Taurianova. Quest’ultima ha visto nascere la missione nel sopralluogo fatto dalla Congregazione nel 1994 ed è qui ritornata più volte per periodi più o meno lunghi. Della Comunità hanno fatto parte anche altre tre Suore: Iolanda Pecoraro, Veronica Ndizie e Cecilia Garcia. Bikok è un villaggio di circa tremila abitanti. Si estende su di un’area divisa in 5 settori: Oman, Abili, Nhoabé, Mbadaman e Nbolgah.
La lingua locale è l’ewondo, mentre quella ufficiale, il francese. Negli ultimi tempi, nelle scuole si favorisce il bilinguismo insegnando sia il francese, sia l’inglese. In auto o a piedi abbiamo percorsolunghi tratti della pista che attraversa Bikok e i suoi settori. Dovunque ci hanno accompagnato il disagio sociale e una povertà evidente. Le case sono fatiscenti e i servizi spesso inesistenti. Mangiare, qui, è un lusso. Nella migliore delle ipotesi si mangia una sola volta al giorno. Questa situazione precaria e al limite della vivibilità per un occidentale si estende non solo a tutto il villaggio di Bikok e alle aeree vicine, ma anche ai quartieri della capitale Yaoundé, dove intere strade formano un gigantesco mercato. In alcune zone del villaggio manca l’acqua, mentre altre, grazie al lavoro delle nostre Suore e alla generosità dei benefattori, sono dotate di pozzi a cui attingerla. Sono, tuttavia, necessari ancora altri pozzi prima per coprire tutto il fabbisogno dell’intera aerea.
Un principio -
Insieme a situazioni negative ci sono, tuttavia, anche segnali positivi. Durante la celebrazione domenicale, officiata da padre Thomas Mbada, nella chiesa del villaggio, dedicata a San Fabiano martire, abbiamo visto un’assemblea di bambini, giovani, adulti e anziani molto composta e attenta alle varie fasi del sacro rito.
I canti della corale di Oman (ogni settore di Bikok ha la sua!) il numeroso stuolo dei ministranti, il coro degli anziani che ha guidato l’assemblea nei canti gregoriani del Kyrie, del Gloria e del Credo ci hanno stupito non poco, così come altri gesti di lode e di adorazione del Signore.
L’animazione liturgica ha reso viva una celebrazione che si è protratta nel tempo senza che nessuno desse segnali d’impazienza, neanche i bambini!
Si aggiunga che molti di loro hanno percorso a piedi anche diversi chilometri pur di partecipare all’Eucaristia domenicale e che lo stesso percorso avrebbero rifatto a ritroso per ritornare alle loro povere dimore, deponendo gli abiti della festa che con tanta dignità avevano indossato in onore del Signore. Non è proprio così che avviene in Occidente!
Il cammino a piedi è da queste parti è una costante quotidiana. Ogni mattina, le scuole di Bikok, e quelle che abbiamo incontrato lungo la statale che dal villaggio conduce alla capitale, si popolano di bambini, ragazzi e giovani che percorrono per diversi chilometri a piedi le varie diramazioni della pista nella foresta di Bikok o i tratti di strada asfaltata delle arterie principali.
È stato commovente osservare i piccoli della scuola materna delle nostre Suore arrivare da soli, uno ad uno o in piccoli gruppetti di due o tre, deporre le proprie scarpe nell’ingresso delle aule e calzare ognuno le proprie ciabatte già pronte, schierarsi nel cortile della scuola per l’alzabandiera, la preghiera del mattino, il canto dell’inno nazionale e altre simpatiche e gustose canzoncine per bambini: una piccola scena di vita di un Camerun in cammino, di una speranza che si fa storia! A distanza di cinque anni -
A dare solennità all’avvenimento sono intervenuti Mons. Vincenzo Mamertino, Segretario della Nunziatura Apostolica in Camerun; i signori Ndounda Pierre, Prefetto del Dipartimento di Mefou e Akono; Ahauda Henri Noël, Vice-
Il Vescovo diocesano, Mons. Victor Tonye Bakot, ha inviato un messaggio augurale e di congratulazioni.
La celebrazione eucaristica e la benedizione del dispensario sono state presiedute da Mons. Mamertino che, nell’omelia, ha avuto parole di elogio per l’opera svolta dalle Suore di Pompei, complimentandosi per l’ultima realizzazione che, insieme alla scuola materna, conferisce maggiore visibilità al loro impegno missionario. Precedentemente il rappresentante del consiglio parrocchiale locale aveva salutato le autorità convenute a nome degli abitanti di Bikok. Al termine della celebrazione la Madre Generale, Suor Maria Angelica Bruno, ha ricordato brevemente la storia che ha portato alla realizzazione del dispensario, ringraziando Mons. Salvatore Acampora e Mons. Pasquale Mocerino per aver offerto sostegno e appoggio incondizionati all’iniziativa anche attraverso le pagine delle nostra rivista: “Il Rosario e la Nuova Pompei”.
Il Vicario Generale di Pompei, a sua volta, a nome del Vescovo della città mariana, Mons. Carlo Liberati, ha manifestato il più vivo apprezzamento e compiacimento per la realizzazione della nuova struttura, resa possibile grazie alla generosità dei devoti della Vergine del Rosario del mondo intero.
Il dispensario, la scuola materna, la costruzione di pozzi per dare acqua agli abitanti di Bikok, sono il segno eloquente di un’opera che continua nel solco dell’eredità del carisma di Bartolo Longo, che a Pompei costruì la nuova città dell’amore a favore dei ragazzi poveri e disagiati.
Grazie al lavoro delle Suore, il suo carisma è presente anche nelle Filippine, in India e Indonesia dando vita a tante piccole Pompei nel mondo. È auspicabile che, in futuro, si dia un assetto più compiuto, secondo un progetto da approfondire e maturare, per continuare l’azione del Fondatore nel mondo intero, attraverso un impegno sostenuto non solo dalle Suore, ma dall’intera comunità ecclesiale di Pompei.
Appendici significative del viaggio missionario della delegazione pompeiana sono state le visite all’ospedale civile, alle scuole cattoliche, ad alcune case del villaggio e ai pozzi per l’acqua – ma ne occorrono altri -
Successivamente, gli ospiti italiani hanno percorso in lungo e in largo la capitale camerunense, visitando, in modo particolare, la Cattedrale, dedicata a “Nostra Signora della Vittoria”, il Santuario mariano “Regina degli Apostoli”, costruito al posto della Chiesa Madre, la Moschea Islamica e la Nunziatura.
Qui, la delegazione pompeiana è stata accolta cordialmente dal Nunzio Apostolico, Mons. Eliseo Ariotti, e dal personale della Nunziatura. Una visita interessantissima per conoscere da vicino la ricchezza e la complessità della Chiesa camerunense e le problematiche legate all’evangelizzazione di questa terra e l’impegno e le difficoltà dei missionari: religiosi, religiose e laici. Il Camerun -
La nostra Casa della Nigeria (Africa)
Città
Informazioni generali sulla Nigeria
Motto: Pace e Unità, Forza e Forma di governo: repubblica federale (Federal Republic of Nigeria) dell'Africa centro- Densità: 96 ab./km2 Capitale: Abuja Altre città: Umuahia, Yola, Uyo, Awka, Bauchi, Yenagoa, Makurdi, Maiduguri, Calabar, Asaba, Abakaliki, Benin City, Ado-
Confini: a Nord con Niger e Ciad, a Ovest con il Benin, col Camerun a Est, a Sud si affaccia sul File:Ni-
Temp. media annua: 30°C Giorni di pioggia: 137
Il paesaggio nigeriano è molto vario: le splendide spiagge del Golfo di Guinea lasciano il passo alle foreste tropicali del Nord. La savana segue il corso dei fiumi Niger e Benue.
Nei pressi di Jos un altopiano di circa 1.200 metri sul livello del mare si allunga verso la parte settentrionale del paese. Là, la savana si trasforma in deserto.
La parte Est della Nigeria è invece montagnosa con temperature moderatamente basse e cime che raggiungono i 2.000 metri d'altitudine.
La Storia
Sono noti già dal quindicesimo secolo i primi contatti fra l'odierna Nigeria e l'Europa. Il Portogallo, all'epoca una delle maggiori potenze europee, giunse alle coste nigeriane già nel 1472. Durante il diciassettesimo secolo l'influenza portoghese è stata sostituita in primo luogo dai Paesi Bassi, in seguito dalla Francia e infine dal Regno Unito. Il Regno Unito diventò la potenza principale nell'ovest dell'Africa monopolizzando il commercio di schiavi, pepe, avorio e perle. Nel 1902 la Gran Bretagna assunse definitivamente il potere in Nigeria, affidandolo a re e capi locali che manteneva però sotto il proprio controllo.
Finito il periodo coloniale, la Nigeria ottenne l'indipendenza nel 1960 dopo grandi lotte. Le risorse petrolifere del Paese furono anche causa di frequenti conflitti per il potere.
Shehu Shagari fu nominato presidente nel 1979 e cercò di instaurare un governo democratico, ma il tentativo ebbe fine dopo appena quattro anni.
I governi successivi, dal 1983 in poi, sono stati caratterizzati da gravi carestie, disoccupazione e corruzione.
L'attuale governo militare retto da Abdulsalam Abubakar sta lentamente riportando il paese alla democrazia anche se esiste sempre la possibilità di un conflitto tra i vari gruppi etnici della Nigeria, la maggioranza Hausa e le minoranze Ibo e Yoruba.
Il Turismo in Nigeria
Il richiamo turistico della Nigeria è legato alle sue straordinarie bellezze naturali: colline, cascate, caverne, laghi e montagne che attraversano l'intero paese.
La Nigeria è luogo ideale per chi cerca l'avventura o per chi è stanco della solita vacanza.
Gli amanti della natura si innamoreranno dei parchi del sud e dal delta del Niger. I ben otto parchi sono: Yankari - -
Sono ecosistemi naturali speciali con caratteristiche uniche, ricchi di piante esotiche e animali come leopardi, scimpazee, gorilla, elefanti, ippopotami, antilopi e leoni.
Gli apFile:Yankari Elephants.jpgpassionati di antropologia sceglieranno invece di visitare il museo etnografico di Jos.
Curiosità sulla Nigeria
Fondazione della Casa della Nigeria
x
Responsabile della Comunità della Nigeria
Madre Teresa Angela Menye
Comunità della Nigeria
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Gisella Perera (Indiana)
Attività nella Comunità della Nigeria
x
News dalla Nigeria
x
La nostra Casa di Kottuvally (India)
Regione
x
Città
x
Fondazione della Casa di Kottuvally
La Missione a Kottuvally, in India
L’esperienza missionaria nelle Filippine ed i risultati raggiunti in campo vocazionale spingono la Congregazione in altri paesi e dopo un’accurata analisi delle richieste pervenute, nel verbale del Consiglio Generale del 1° febbraio del 1993, si legge per la prima volta: India.
Il 30 novembre dello stesso anno, a Parur nel Kerala, le Suore Domenicane “Figlie del S. Rosario di Pompei”, piantarono una seconda tenda.
Le difficoltà furono notevoli anche per il clima e la lingua ed il lavoro organizzativo fu duro.
Tutto cominciò “in una piccola casa presa in affitto, oggi non sufficiente ai bisogni della Comunità”.
Il 25 marzo del 1996, la Superiora Generale, Madre Colomba Russo, emise il Decreto di erezione canonica della Casa di Noviziato, residenza delle giovani che desideravano vivere il carisma della Congregazione ricevuto come mandato dal beato Bartolo Longo.
Il disagio logistico della casa, divenuta fin troppo piccola per l’attività missionaria, fu superato dal progetto di una nuova struttura da costruire nello stesso stato del Kerala, a Kottuvally.
Il 15 giugno del 1996 alla presenza del Vescovo della Diocesi di Kottapuram, Sua Ecc. Mons. Francio kallarakal, fu posta la prima pietra di un nuovo edificio ; a giugno del 1997 la Casa era parzialmente pronta; vi si trasferirono nel piano completato le suore della Comunità.
Finalmente il 17 gennaio del 1998, con una solenne cerimonia venne benedetta la nuova casa.
Il giorno successivo quattro novizie presero l’abito emettendo i voti nelle mani della Madre Colomba Russo, Superiora Generale della Congregazione.
“Le norme restrittive emanate dalla Conferenza Episcopale Indiana ci hanno imposto ad organizzarci per il noviziato sul posto, perciò abbiamo costruito una casa adatta a tale scopo.
Le giovani che sono passate per essa sono rimaste attratte dal carisma mariano vissuto dalle suore preposte alla formazione ed hanno chiesto di iniziare un cammino di risposta alla chiamata del Signore”.
Nella casa, che è un modello di costruzione, non poteva mancare il Fondatore della Congregazione e perciò, al centro, fu collocato un imponente monumento che raffigura il Beato Bartolo Longo che ha vicino a sé un bambino; egli è in atteggiamento di consegna della corona alla suora che, a sua volta, porta in braccio una bambina.
Il monumento, realizzato in cemento, è una copia fedele di quello in bronzo del Maestro Scatragli.
Dunque, anche qui si realizza il progetto di diffusione del carisma longhiano.
Responsabile della Comunità di Kottuvally
Madre Caterina Arakkal (Indiana)
Comunità di Kottuvally
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Suor Maria Ancilla Thyparambil (Indiana) - Jancy (Indiana) -
Attività nella Comunità di Kottuvally
x
News da Kottuvally
Stato di avanzamento della casa di Kottwally – Kerala
Continua con successo la nostra impresa missionaria incoraggiati dalla mano della Provvidenza. Ai sostenitori e lettori il merito della difficile costruzione.
I lavori per la costruzione della nostra casa in India, iniziati nel giugno del 1996 con la benedizioneIndia: la nostra casa in costruzione. della prima pietra posta da Mons. Francesco Kallarakâl, vescovo della diocesi di Kottpuram, procedono con ritmo veloce.
La ditta che ha preso in appalto i lavoro si è impegnata perchè tutto venga eseguito secondo il progetto e nel più breve tempo possibile.
Oggi possiamo dire che i lavori sono a buon punto. È quasi terminato il piano rialzato, completo di pavimentazione, di impianto elettrico e idrico, mentre si sta procedendo alacremente nei lavori del primo piano.
Sono già pronte le strutture delle camere da le con costante impegno prima che inizi il tempo delle piogge.
Mi auguro che la costruzione sia terminata per il mese di maggio, perché desidereremmo benedire la casa nel mese dedicato alla Madonna e mettere sotto la sua protezione la formazione di queste giovani che vivono già da tre anni con noi, affrontando disagi non indifferenti.
Fiduciosa di occupare un posto nelle vostre preghiere saluto tutti con affetto. (Madre Angelica Bruno)
La nostra Casa di Kannur (India)
Regione
x
Città
x
Fondazione della Casa di Kannur
x
Responsabile della Comunità di Kannur
Madre
Comunità di Kannur
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
Sr. Maria
Attività nella Comunità di Kannur
x
News da Kannur
x