Santi dell'11 Marzo - Istituto Aveta

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Santi dell'11 Marzo

Il mio Santo > I Santi di Marzo

1 San Benedetto di Milano - Vescovo (11 marzo)

m. 725  
Martirologio Romano:
A Milano, deposizione di San Benedetto, vescovo.  
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Benedetto di Milano, pregate per noi.  


2 San Costantino - Re e Martire (11 marzo)

Cornovaglia, 520 circa – Kintyre, Scozia, 9 maggio 576
Vissuto nel VI secolo, fu re dell’attuale Cornovaglia.
Il primo periodo della sua vita fu a quanto si racconta “scellerato”.
Sacrilego e pluriassassino, si sarebbe separato dalla moglie, figlia del re di Bretagna Armoricana, per essere più libero. Convertitosi al cristianesimo, cambiò radicalmente vita, abbandonò il trono e si ritirò in un monastero irlandese.
Dopo sette di vita vissuta in austerità e penitenza, studiando le scritture, fu consacrato sacerdote e invitato in Scozia sotto la direzione di San Columba, per evangelizzare le popolazioni indigene. Lì fu martirizzato da fanatici pagani.
La sua vita ci testimonia quale sia la potenza del Vangelo di Cristo che può portare cambiamenti radicali nella vita dell’uomo.
Etimologia: Costantino = che ha fermezza, tenace, dal latino
Emblema: Corona, Palma
Martirologio Romano: In Scozia, San Costantino, re, discepolo di San Colomba e martire.
In data odierna la Chiesa Cattolica festeggia il re San Costantino (Costentyn in cornico, Custennin in gallese, Constantinus in latino e Constantine in inglese), che coronò la sua travagliatissima esistenza con la corona del martirio, grazie alla quale il suo nome emerse dalle fitte nebbie medievali per imporsi alla devozione dei cristiani, in particolar modo nell’arcipelago britannico. Questo santo non va confuso con il celeberrimo imperatore, anch’egli  venerato come santo specialmente dalle Chiese Orientali, sia cattoliche che ortodosse, e festeggiato al 21 maggio.
Tutto ciò che sappiamo di certo su sul santo di oggi è costituito dalle informazioni tramandate da Gildas, che ebbe a definirlo “cucciolo tirannico dell’impura leonessa di Damonia”. Si presuppone che in questo caso per Dumnonia si intenda la regione sud-occidentale dell’Inghilterra, cioè pressapoco la Cornovaglia, piuttosto che l’omonimo regno sviluppatosi nell’odierna Scozia. Costantino, nato verso il 520, ascese probabilmente al trono nel 537 dopo la morte di suo padre Cado. Gildas narra come il primo periodo della sua vita fu a dir poco “scellerato” e lo critica anche per aver ripudiato sua moglie, figlia del sovrano bretone Armoricana, allo scopo di commettere indisturbato parecchi adulteri. Inoltre, dopo aver giurato di voler fare la pace con i suoi nemici, si travestì da abate, entrò nel santuario dove questi si trovavano e li uccise spietatamente ai piedi dell’altare.
Anche il cavaliere arturiano Sir Costantino, che secondo l’“Historia Regum Britanniae” di Goffredo di Monmouth successe a re Artù sul trono di trono di Britannia, si sarebbe travestito da vescovo ed avrebbe ucciso in una chiesa i due figli di Mordred, con cui era in conflitto. Per tale motivo questa figura leggendaria a giudizio di alcuni potrebbe essere basata su quella storica di Costantino di Dumnonia.
Non pochi nobili personaggi in quell’area e nel medesimo periodo portano il nome di Costantino, fattore che rende ardua una netta distinzione fra di essi. Pare comunque cosa certa che il Costantino venerato come santo sarebbe quello convertitosi al cristianesimo grazie ad un incontro con San Petroc, anch’egli di nobile estrazione, dando così tangibile testimonianza della potenza del Vangelo di Cristo che può portare cambiamenti radicali nella vita di ogni uomo, anche del più accanito peccatore. In seguito alla conversione, morta la giovane moglie, abdicò in favore del figlio Bledric per dedicarsi alla vita religiosa.
Fondò chiese, attraversò il canale di Bristol e visse molti anni come monaco in Irlanda, cimentandosi nell’ascesi e nello studio delle Sacre Scritture, ricevendo addirittura dopo la dovuta preparazione l’ordinazione presbiterale. Si ritirò in eremitaggio a Costyneston (Cosmeston), nei pressi di Cardiff, e fu anche discepolo di San Columba di Iona e di San Kentingern. Spinto da questi grandi santi si spinse verso nord, ove fondò il monastero di Govan, ne divenne primo abate ed intraprese l’evangelizzazione dei Pitti, popolazione indigena dell’odierna Scozia. Fu in questo periodo e grazie al suo apostolato che tale paese si convertì al cristianesimo, assumendo il nome di “Scotia”.
Costantino, apostolo della Scozia, era destinato ad essere il primo martire a spargere il proprio sangue su quella terra per la sua fede nel Vangelo che andava predicando sulle pubbliche piazze: il 9 maggio 576 a Kintyre, infatti, fu trucidato da alcuni pagani fanatici e le rovine di un’antica chiesa a Kilchouslan segnano ancora oggi il luogo ove con ogni probabilità il santo spirò. Le sue spoglie mortali, ritrovate dai suoi discepoli, vennero traslate a Govon nella chiesa che prese a portare il suo nome. Nacque così una forte venerazione nei suoi confronti, che perdura sino ai giorni nostri.
La festa di San Costantino è celebrata il 9 marzo in Galles e Cornovaglia, l’11 marzo in Scozia ed il 18 marzo in Irlanda, anche se il Martyrologium Romanum lo commemora solamente in data odierna. E’ possibile, a seconda delle fonti, trovare questo santo citato come San Costantino di Cornovaglia, San Costantino di Dumnonia o San Costantino di Scozia. Tuttavia non va confuso, oltre che con il celebre imperatore, anche con altri santi sovrani vissuti in seguito sempre in Gran Bretagna e comunque non censiti dalla Bibliotheca Sanctorum: San Costantino re di Strathclyde, San Costantino I re di Scozia e San Costantino II re di Scozia.

Preghiere ortodosse in onore a San Costantino
Tropario
Rattristato per la perdita della tua giovane sposa,
tu hai rinunciato al mondo , o martire Costantino,
ma vedendo la tua umiltà
Dio ti ha chiamato a lasciare la tua solitudine
e servirlo come sacerdote.
Seguendo il tuo esempio,
noi preghiamo di avere la grazia di capire
che dobbiamo servire Dio secondo la sua volontà
e non come desideriamo,
per essere riconosciuti degni della sua misericordia.
Kondakion
Tu nascesti per essere re di Cornovaglia,
o martire Costantino,
e chi avrebbe potuto prevedere
che tu saresti diventato il primo martire di Scozia.
Cantando le tue lodi, o santo martire,
noi riconosciamo la vanità di preferire
i progetti umani alla volontà del nostro Dio.  (Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Costantino, pregate per noi.  


3 San Domenico Cam - Martire del Tonchino (11 marzo)

m. 1859  
Martirologio Romano:
Nella città di Hưng Yên nel Tonchino, ora Viet Nam, San Domenico Cẩm, sacerdote e martire, che per molti anni esercitò clandestinamente il suo ministero con pericolo di vita, anche dopo essere finito in carcere, e, condannato a morte per ordine dell’imperatore Tự Đức, abbracciò la croce del Signore che aveva fermamente rifiutato di calpestare.   (Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Domenico Cam, pregate per noi.

 

4 Sant' Eulogio di Cordoba - Sacerdote e Martire (11 marzo)

+ Cordoba, Spagna, 11 marzo 859
Eulogio è il più importante dei «Martiri di Cordoba» assieme a Rodrigo e Salomone. Strappata ai Visigoti dagli Arabi nel 771, Cordoba raggiunse il suo apogeo culturale nel X secolo, prima di essere "riconquistata" nel 1236 da Ferdinando III di Castiglia. I musulmani non si mostrarono sempre feroci persecutori dei cristiani, cui talvolta si limitavano a imporre di non testimoniare la loro fede e di versare un cospicuo tributo periodico: se ciò provocava lo spirito d'indipendenza dei cristiani, i più sensibili, non potevano tollerare una specie di ibernazione religiosa. Di qui sporadiche reazioni alla dominazione, che venivano soffocate con sporadiche persecuzioni. Di una di queste reazioni furono protagonisti Rodrigo, Salomone ed Eulogio. Questo era prete; non potendo accettare la passività dei cristiani, parlò apertamente contro il Corano. Imprigionato una prima volta, venne rilasciato, ma, nominato vescovo di Toledo, non poté essere ordinato, perché venne decapitato l'11 marzo 859. (Avvenire)  
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, Sant’Eulogio, sacerdote e martire, decapitato con la spada per avere proclamato apertamente la fede in Cristo.
Sant’Eulogio non è che il più importante fra la folta schiera dei “Martiri di Cordoba”.
Numerosissimi cristiani, infatti, testimoniarono la loro fede in Cristo con il supremo sacrificio
dell’effusione del loro sangue presso  Cordoba, importante città spagnola dell’Andalusia.
Strappata ai Visigoti dagli Arabi nel 771, la città raggiunse il suo apogeo culturale nel X secolo, prima di essere riconquistata nel 1236 dal celebre sovrano San Ferdinando III di Castiglia.
Bisogna constatare, ad onor del vero, che i musulmani non si mostrarono sempre feroci persecutori dei cristiani, ai quali solitamente si limitavano ad imporre di non testimoniare pubblicamente la loro fede cristiana e soprattutto di versare periodicamente  un cospicuo tributo: se ciò da un punto di vista puramente politico portava a provocare uno spirito d’indipendenza e di autonomia da parte della popolazione indigena, quest’ultima in quanto cristiana non poteva certo tollerare una sorta di ibernazione religiosa.
Nacquero così sporadiche reazioni alla dominazione dei mori,  che venivano facilmente soffocate con altrettanto sporadiche persecuzioni.
Fu proprio in tale contesto che si collocò il martirio di Eulogio, sacerdote, vescovo eletto di Toledo.
Non potendo a qualunque costo accettare o tollerare la passività dei cristiani, egli scrisse e predicò apertamente contro il Corano.
Imprigionato una prima volta, venne rilasciato dopo che egli aveva confortato e rianimato i suoi compagni di prigionia con un’efficace “Esortazione ai martiri”. Nominato vescovo di Toledo, non poté neppure essere consacrato e prendere possesso della sua sede: l’11 marzo 859 venne infatti decapitato, in esaudimento del suo grande desiderio.  (Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Sant' Eulogio di Cordoba, pregate per noi.  


5 Sant' Eutimio di Sardi - Vescovo e Martire (11 marzo)

Sec. IX  
Emblema:
Bastone pastorale, Palma
Sono  almeno otto, nei calendari, i Santi con il nome greco di Eutimio. Quasi tutti sono personaggi vissuti in Oriente, e tra questi eccelle Eutimio di Melitene, detto il Grande, solitario, monaco, Abate e fondatore di  monasteri, importante nella storia della Chiesa per aver ottenuto la sottomissione dell'Oriente ai decreti dei Concilio di Calcedonia e per aver convinto l'Imperatrice Eudossia ad abbandonare la eresia di Eutiche.
Quello oggi ricordato fu Vescovo di Sardi, nella Licia, e fu Santo di avventurosa e tormentata vita. Dopo avere studiato ad Alessandria, fu monaco, sacerdote, e venne eletto Vescovo nel 787.
Fu assai attivo in occasione del Il concilio di Nicea, nel quale venne condannata l'iconoclastia, cioè l'eresia che chiedeva la distruzione delle immagini sacre, accusate di favorire la rinascita del paganesimo.
Qualche anno dopo, il Vescovo Eutimio venne esiliato una prima volta dall'Imperatore Niceforo. Si disse che egli avesse permesso di prendere il velo a una giovane che un alto funzionario imperiale desiderava invece togliere in sposa.
Da qui - o forse da altre più complesse ragioni - la sua condanna al " confino ", nell'isola di Pantelleria, dalla quale ritornò dopo alcuni anni a Sardi per riprendere la lotta in favore del culto delle immagini.
Da un Imperatore favorevole agli iconoclasti venne di nuovo esiliato, in una località prossima a Costantinopoli. Liberato nell'821, l'anno successivo venne di nuovo esiliato, e finalmente venne ucciso, sotto l'Imperatore Teofilo, talché venne, e viene ancora, onorato come Martire.
Tra questi Santi orientali, c'è anche un Eutimio ricordato in Italia, la cui festa però non cade in dicembre, ma in agosto.
Si tratta del Sant'Eutimio onorato a Perugia, dove egli si sarebbe rifugiato, da Roma, durante la persecuzione di Diocleziano.
Portò con sé la moglie e il figlio Crescenzio, e fu proprio a Perugia che l'intera famiglia, cristiana di sentimenti, ricevette il Battesimo da parte del presbitero Pimerio, il quale sarebbe morto Martire durante la persecuzione di Giuliano l'Apostata.
A Perugia, Eutimio mori in pace, e venne sepolto dal figlio.
Non si sa perciò a qual titolo venga onorato come Santo, dato che non fu Martire, se non per una temporanea prigionia.
Più celebre di lui fu il figlio, Crescenzio, il quale, secondo la leggendaria passione, tornò a Roma e cadde sotto i rigori della persecuzione, benché avesse  soltanto undici anni.
La sua sepoltura fu lungo la Via Salaria, visitata e venerata dai pellegrini del Medioevo.
Nel 1058, una parte delle sue reliquie venne trasferita a Siena, dove la devozione per il giovanissimo Martire Crescenzio ebbe, nei secoli successivi, accenti di grande popolarità, così che la città toscana può essere considerata come la seconda patria di questo Santo romano, come l'etrusca e augustea Perugia fu la seconda patria del padre di lui, Eutimio, morto in pace, ma considerato degno degli onori della santità anche per i meriti del figlio Martire.
(Fonte: Archivio Parrocchia)
Giaculatoria. - Sant' Eutimio di Sardi, pregate per noi.  

 

6 San Firmino di Amiens - Abate (11 marzo)
Etimologia: Firmino = costante, saldo nei propositi, dal latino
Emblema: Bastone pastorale
Alla data dell'11 marzo il Martirologio Romano menziona un Firmino, abate Santo della regione di Amiens, senza dare altre precisazioni. La storia non conosce alcun abate di questo nome in questo luogo; si può pensare perciò che sia stata fatta confusione sia con i due vescovi di Amiens, chiamati Firmino, sia con Fermano, abate di Fermo nelle Marche. (Autore: Philippe Rouillard - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Firmino di Amiens, pregate per noi.


7 Beato Giovanni Kearney - Sacerdote e Martire (11 marzo)
Scheda del Gruppo cui appartiene il Beato Giovanni Kearney: “Beati Martiri Irlandesi “
Cashel, Irlanda, 1619 - Glenn, Irlanda, 11 marzo 1653
Martirologio Romano: A Clonmel in Irlanda, Beato Giovanni Kearney, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire: condannato a morte perché attraversava l’Inghilterra da sacerdote, riuscì ad evitare la sentenza con la fuga, ma in seguito, sotto il governo di Oliver Cromwell, accusato una seconda volta di aver esercitato in patria il sacerdozio, subì la condanna dell’impiccagione.
Il martirio di questo intrepido testimone della fede si colloca nel contesto delle sanguinose persecuzioni  perpetrate in Gran Bretagna ed Irlanda verso quei cattolici che rifiutarono di
firmare l’Atto di Supremazia, cioè il riconoscimento del sovrano inglese quale capo della Chiesa Anglicana in opposizione al Romano Pontefice.
John Kearney [Seano O Cearnaigh] nacque a Cashel, in Irlanda, nel 1619 da John Kearney e da Elizabeth Creagh, la quale si uccise quando la cattedrale di Cashel fu data alle fiamme nel 1647. La vita di questo beato è abbastanza ben documentata. John, desideroso di farsi francescano, entrò nell’ordine dei Frati Minori Osservanti a Kilkenny, studiò per diversi anni a Lovanio e ricevette l’ordinazione presbiterale a Bruxelles nel 1642.
Nel 1644, mentre era di ritorno in patria, ebbero inizio le sue disavventure: la nave su cui viaggiava fu individuata e John Kearney venne arrestato, torturato e condannato a morte a Londra. Riuscì a fuggire e raggiungere l’Irlanda passando per Calais. Esercitò il suo ministero principalmente come insegnante e predicatore. Con l’avvento al potere di Cromwell dovette nascondersi e ben presto venne posta una taglia sul suo capo.
Nella primavera del 1653 venne scovato e catturato nella contea di Tipperary. Durante il processo celebrato a Clonmell l’imputato fu accusato di aver esercitato il ministero sacerdotale cattolico andando così contro la legge. Fu allora impiccato presso Glenn l’11 marzo 1653.
Papa Giovanni Paolo II ha beatificato John Kearney il 27 settembre 1992, insieme ad altre sedici vittime della medesima persecuzione. (Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Beato Giovanni Kearney, pregate per noi.  


8 Beato Giovanni Righi da Fabriano (11 marzo)

Fabriano, 1489 circa – Cupramontana, 1539
Nato a Fabriano, dalla nobile famiglia Righi, intorno al 1470, Giovanni visse la spiritualità cristiana appresa in famiglia con uno slancio cavalleresco ancora tutto medievale.
Professo francescano, visse nel convento di Forano e poi, per raggiungere maggior perfezione, si fece solitario in una grotta detta «La Romita», a Massaccio.
Visse in penitenza e austerità, pregando, leggendo i Padri e spendendosi per le persone con cui veniva in contatto. Morì nel 1539 ed è sepolto e venerato nella chiesa francescana di San Giacomo Della Romita a Cupramontana (Ancona). (Avvenire)
Martirologio Romano: A Cupramontana nelle Marche, Beato Giovanni Battista Righi da Fabriano, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Beato Giovanni Righi da Fabriano, pregate per noi.   


9 Santi Marco Chong Ui-bae e Alessio U Se-yong - Martiri (11 marzo e 20 settembre)

Scheda del Gruppo a cui appartengono: "Santi Martiri Coreani" (Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang e 101 compagni)
+ Seoul, Corea del Sud, 11 marzo 1866
Martirologio Romano:
In località Sai-Nam-Hte in Corea, Santi Marco Chŏng Ui-bae, catechista, e Alessio U Se-yŏng, martiri, che per la loro fede cristiana furono dai loro stessi parenti ingiuriati e percossi.
Marco Chong Ui-bae nacque a Yongin, nella Coreadel Sud, nel 1794 da una nobile famiglia pagana. Divenuto insegnante si sposò, ma da tale matrimonio non nacquero figli.  
Rimasto infine vedovo, fu colpito dalla gioia che lesse scolpita nei volti di due sacerdoti cattolici che aveva assistito durante il loro martirio. Fu così che Marco iniziò ad interessarsi a questa religione “occidentale”, leggendo libri sulla fede cattolica, fino a giungere alla decisione della conversione.  
Richiesto dunque ed ottenuto il battesimo, fu poi nominato catechista, ma oltre a ricoprire coscienziosamente trovò anche tempo e modo di occuparsi degli orfani e dei malati. Convolò anche a nuove nozze, decidendo in comune intesa con la nuova moglie di vivere in povertà e di adottare un figlio.
Nel periodo delle feroci persecuzioni anticristiane che attraversarono la Corea, Marco aiutò
parecchi cattolici a fuggire all’estero, ma egli preferì non abbandonare il paese. Il 25 febbraio 1866 venne dunque arrestato.
Alla vicenda di Marco Chong Ui-bae si lega quella del suo connazionale Alessio U Se-yong, nato nel 1847 a Seoheung da una nobile e benestante famiglia. Essendo venuto a conoscenza del cristianesimo per bocca di un catechista, volle incontrare il vescovo San Simeone Berneux, ma questi lo indirizzò proprio dal catechista Marco Chong per essere introdotto alla fede e ricevere il battesimo.  
Tornato a casa, dovette però confrontarsi con il disappunto dei familiari: preferì abbandonare la casa paterna per stabilirsi presso il suo padre nella fede, dedicandosi alla traduzione del Catechismo e di altri testi.
Quando tutti i cattolici del villaggio vennero arrestati, preso dal timore Alessio rinnegò la sua fede e fu rilasciato.
Subito però si pentì del misfatto e corse dal vescovo, detenuto in prigione, a confessargli l’accaduto, compresa la collaborazione data nel picchiare a morte un catechista. Fu inevitabile una sua nuova cattura e questa volta sopportò con coraggio le torture cui fu sottoposto.
Insieme presso Seoul l’11 marzo 1866 Marco ed Alessio andarono incontro al martirio.  
La Chiesa non poté dimenticare la loro eroica testimonianza: sono stati beatificati il 6 ottobre 1968 ed infine canonizzati da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, insieme con altri numerosi testimoni della fede in terra coreana.  (Autore: Fabio Arduino – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Santi Marco Chong Ui-bae e Alessio U Se-yong, pregate per noi.   


10 Sant' Oengus il Culdeo (11 marzo)
m. 824 circa  
Martirologio Romano:
Nel monastero di Tallaght in Irlanda, Sant’Oengus, detto il Culdeo, monaco, che ebbe cura di comporre un martirologio dei Santi d’Irlanda.  (Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Sant' Oengus il Culdeo, pregate per noi.


11 San Pionio (o Pione) di Smirne - Martire (11 marzo)

m. 250 circa  
Martirologio Romano:
A Smirne, nell’odierna Turchia, San Pionio, sacerdote e martire, che, come si racconta, per aver tenuto pubblicamente un’apologia in difesa della fede cristiana, dopo aver subìto l’amarezza del carcere, durante il quale confortò con il suo incoraggiamento molti fratelli ad affrontare il martirio, crudelmente torturato ottenne in sorte nel fuoco una fine beata in Cristo.  (Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Pionio di Smirne, pregate per noi.


12 Santa Rosina di Wenglingen - Vergine, Martire (11 marzo)

Wenglingen, IV secolo
Etimologia:
Rosina = dal nome del fiore
Una delle sante più popolari dei secoli scorsi in alcune zone della Germania, infatti in una relazione sulla processione avvenuta nel 1769 per la festività del ‘Corpus Domini’ in Miesbach, la santa veniva
rappresentata in un quadro vivente, fatto riservato ai santi più conosciuti.
Nello stesso tempo dobbiamo considerare che c’è una costanza secolare nel festeggiarla all’11 marzo, data rimasta ancora oggi a Wenglingen.
Per quanto riguarda la sua figura non si sa niente, probabilmente vissuta nel IV secolo, come una vergine oppure come vergine martire (per questo sull’altare maggiore della chiesa di Wenglingen, nella diocesi di Augusta, essa è rappresentata con la tradizionale palma e con la spada) e a volte viene considerata come un eremita martire nelle selve.
È patrona dal XIII secolo, della città di Wenglingen; è stata confusa nelle ricerche storiche a volte con una Santa Eufrosina, a volte con S. Rofina o Rufina.  
Nei secoli XVIII e XIX il suo culto si affermò con un crescendo, tanto che molte bambine portavano il suo nome e le tante immagini religiose anche popolari, lo testimoniano.
Di lei non sappiamo altro, ma l’amore che ispirò è vissuto per secoli e tanto ci basta.
In Italia è il diminutivo di Rosa, mentre nei Paesi dell’Alta Europa è usato così, basti ricordare il suo uso nella letteratura per i libretti di celebri opere liriche come “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Le nozze di Figaro” di Mozart.   (Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Santa Rosina di Wenglingen, pregate per noi.  


13 Sofronio di Gerusalemme - Patriarca (11 marzo)

Damasco, 550 circa – Gerusalemme, 639
Sofronio, siriano di Damasco, fu eletto patriarca di Gerusalemme nel 634. La Palestina al tempo si trovava a vivere sotto la pressione dell'imminente invasione da parte di Abu-Bekr, suocero di Maometto († 632) e del califfo Omar. Allo stesso Sofronio fu impossibile celebrare il Natale, come di consueto, nella chiesa della Natività di Betlemme a causa dell'assedio.  
Ma il patriarca dovette affrontare anche l'eresia del monotelismo che proponeva un modello cristologico incompleto e limitante. Assieme a Massimo il Confessore, Sofronio cercò di combattere con vari scritti l'eresia che usciva dalla stessa corte imperiale di Costantinopoli. Nel 638 però dovette consegnare la città al califfo Omar. Morì di lì a poco. Di lui ci sono pervenute alcune poesie e lettere. (Avvenire)  
Martirologio Romano: A Gerusalemme, San Sofronio, vescovo, che ebbe per maestro e amico Giovanni Mosco, con il quale visitò i luoghi del monachesimo; eletto dopo Modesto vescovo di questa sede, quando la Città Santa cadde nelle mani dei Saraceni, difese con forza la fede e l’incolumità del popolo.
Sofronio “il sofista”, una delle personalità più interessanti dell’epoca, colto, di mentalità aperta ed appassionato difensore dell’ortodossia, nacque a Damasco verso il 550.
Abbandonò ancora giovincello la sua città natale, per intraprendere numerosi viaggi, ma sempre rimase orgoglioso del suo luogo d’origine, “dove Paolo arrivò cieco e da dove partì guarito, dove un
persecutore in fuga divenne un predicatore; la città che diede rifugio all’apostolo e da cui fuggì in un cesto calato dalla finestra, meritandosi così le grazie dei santi ed acquistando una grande fama [...]”. Sofronio compì i suoi studi prevalentemente a Damasco, ove fu istruito nella cultura greca e siriaca. Desideroso di farsi monaco, fece visita alla laura di San Teodosio in Giudea e qui incontrò Giovanni Mosco, con il quale strinse un duraturo legame di amicizia.
Difficile è valutare l’influenza che ciascuno esercitò sull’altro: Sofronio era decisamente più colto, ma considerava l’amico sua guida spirituale e suo consigliere. Il principale loro legame era forse costituito dalla comune fede calcedonese, ma iniziarono anche una collaborazione nel tramandare alle generazioni future le vite dei Padri del deserto. I contrasti già presenti a quel tempo nel mondo mediorientale spinsero i due amici a spostarsi molto, ospitati da diversi monasteri. Tra il 578 ed il 584 furono in Egitto, ove Sofronio fu allievo dell’aristotelico Stefano di Alessandria ed entrambi divennero amici di Teodoro il filosofo e Zoilo, quest’ultimo erudito calligrafo.
In questo periodo Sofronio iniziò a perdere la vista, ma fu miracolato visitando la tomba dei Santi Ciro e Giovanni presso Menuti ed in ringraziamento scrisse un resoconto di ben settanta miracoli attribuiti alla loro intercessione.
Dal 584 in poi diventa difficile ricostruire con esattezza i loro movimenti. Per un certo tempo pare presero strade diverse: Sofronio divenne monaco nel monastero di San Teodosio, mentre Giovanni Mosco vagò tra il Sinai, la Cilicia e la Siria. I due amici si ritrovarono infine al servizio del patriarca d’Alessandria, San Giovanni l’Elemosiniere, nominato nel 610.
Pochi anni dopo i persiani occuparono i luoghi santi e si diressero verso l’Egitto, quindi il patriarca con Sofronio e Giovanni Mosco partirono per Cipro, passarono poi ad altre isole ed infine giunsero a Roma. Nella Città Eterna Giovanni l’Elemosiniere morì nel 619, consegnando a Sofronio le sue ultime volontà.
Grande impegno profuse Sofronio per contrastare le eresie dilaganti, in particolare il monotelismo che l’imperatore Eraclio aveva imposto a tutto l’impero con il benestare del patriarca Sergio di Costantinopoli. Dal 634 Sofronio fu il nuovo patriarca di Gerusalemme, ruolo che gli permise di proseguire con maggiore autorevolezza la sua battaglia. Essendo sempre più evidenti le eresie in cui stava cadendo Sergio e nel timore che papa Onorio potesse cadere nella trappola, incaricò Stefano di Dora di recarsi a Roma in sua vece, essendo lui impossibilitato per un’imminente invasione saracena, e lo fece giurare sul Calvario di rimanere fedele alla fede calcedonese.
L’inviato riferì al concilio Lateranense del 649 la volontà di Sofronio: Là mi fece promettere con giuramento solenne: “Se tu dimentichi o disprezzi la fede che ora è minacciata, dovrai rendere conto a colui che, sebbene Dio, fu crocifisso in questo santo luogo, quando nella sua prossima venuta Egli giudicherà i vivi e i morti. Come tu sai, non posso compiere questo viaggio a causa dell’invasione dei saraceni [...].
Vai senza indugio fino all’altra estremità della terra, alla sede apostolica, il fondamento dell’insegnamento ortodosso e di’ ai santi uomini che sono là non una, non due, ma molte volte ciò che sta accadendo; di’ loro tutta la verità e nulla più. Non esitare, domanda loro e pregali insistentemente di utilizzare la loro ispirata sapienza per emettere un giudizio definitivo e annientare questo nuovo insegnamento che ci è stato inflitto”.
Impressionato dal solenne appello che Sofronio aveva pronunciato in quel luogo santo e venerabile, e considerato il potere episcopale che per grazia di Dio mi era stato conferito, partii subito per Roma. Sono qui davanti a voi per la terza volta, chino davanti alla sede apostolica implorando, come Sofronio e molti altri fecero, “venite in aiuto della fede cattolica minacciata”.
Ci vollero ben dieci anni prima che il papa San Martino I condannasse l’eresia al medesimo concilio. Sofronio scese a patti con i saraceni per evitare stragi di popolo a Gerusalemme, ma morì pochi mesi dopo nel 639. Lasciò ai posteri diverse omelie, una splendida orazione per benedire l’acqua nella festa del Battesimo del Signore, nonché inni e cantici di straordinaria bellezza.
I suoi tropari per la settimana santa costituirono la fonte degli “Improperi” tuttora recitati nella liturgia del Venerdì Santo. (Autore: Fabio Arduino -  Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Sofronio di Gerusalemme, pregate per noi.  


14 Beato Tommaso Atkinsons - Sacerdote e Martire (11 marzo)

Scheda del gruppo a cui appartiene: “Beati Martiri di Inghilterra, Galles e Scozia” Beatificati nel 1886-1895-1929-1987
East Riding dello Yorkshire, 1545 circa - York, Scozia, 11 marzo 1616  
Martirologio Romano: A York in Inghilterra, Beato Tommaso Atkinson, sacerdote e martire, che, durante il regno di Giacomo I, patì il martirio solo per essere sacerdote. (Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Beato Tommaso Atkinsons, pregate per noi.  

 

15 Santi Trofimo e Thallo - Martiri di Laodicea di Frigia (11 marzo)

sec. IV  
Martirologio Romano:
A Laodicea in Siria, Santi Trofimo e Talo, martiri, che, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, dopo molti crudeli tormenti ottennero la corona di gloria.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Santi Trofimo e Thallo, pregate per noi.  


16 San Vindiciano di Cambrai-Arras - Vescovo (11 marzo)

m. 712 circa  
Martirologio Romano:
Nella regione dell’Hainault in Neustria, nell’odierna Francia, San Vindiciano, vescovo di Cambrai e Arras, che invitò Teodorico III ad espiare con la penitenza il crimine commesso con l’uccisione di San Leodegario.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - San Vindiciano di Cambrai-Arras, pregate per noi.  

 
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