Missioni Mariane dell'Anno 2013 - Istituto Aveta

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Missioni Mariane dell'Anno 2013

Il Santuario > Madonna Pellegrina

"2013" La Regina di Pompei si reca a: Macchia di Giarre (CT)
20-23 gennaio 2013 - Parrocchia: "Maria Santissima della Provvidenza" Parroco: don Mario Fresta

La Vergine del Santo Rosario di Pompei ha iniziato le peregrinationes del 2013 visitando Macchia di Giarre.
La Comunità Parrocchiale “Maria SS. della Provvidenza” ha vissuto un’esperienza indimenticabile da domenica 20 a mercoledì 23 gennaio.
Con trepidazione la comunità si è preparata a vivere questi giorni di grazia, accogliendo la Sacra Immagine di Maria, pellegrina di pace, di misericordia e di amore.
I missionari del santuario di Pompei, sacerdoti, suore e laici, hanno animato con entusiasmo la missione, facendo riscoprire la bellezza della recita del S. Rosario ed aiutando a meditare e contemplare la figura di Maria nel mistero di Cristo e la Sua presenza nella vita della Chiesa.
Nell’Anno della Fede, la visita della Madonna del Rosario ha richiamato tutti a rivolgersi con devota
attenzione a Maria, che “in sé compendia e irraggia le principali verità della fede”.
Numerosa l’affluenza dei fedeli che sono giunti ad onorare la Madonna anche dai paesi vicini,  partecipando ai vari momenti di preghiera, specialmente alla recita del Santo Rosario, una preghiera “meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità… così semplice e così ricca”, come diceva Giovanni Paolo II.
“Ci siamo preparati a vivere la presenza della sacra Immagine di Maria – dice don Mario Fresta, il parroco – come un momento di grazia e, come figli fiduciosi, eleviamo a Dio Padre buono le nostre preghiere perché sostenga la nostra Parrocchia nel cammino di fede e la renda generosa dispensatrice dei doni di Dio ai fratelli.
Durante i giorni d’incontro con la Madre del Signore abbiamo accolto i fratelli sofferenti, i malati, i bisognosi, i bambini, i ragazzi, i giovani, le coppie di sposi, le famiglie perché possano sperimentare la costante vicinanza e protezione di Dio.  
Ringraziamo i missionari di Pompei e in particolare don Andrea Fontanella, Delegato per la Missione Mariana, e auguriamo loro una feconda attività apostolica per portare Gesù in mezzo agli uomini attraverso la sua Santissima Madre”.

Un po' di cultura su: Macchie di Giarre (CT)      

La frazione di Macchia di Giarre appartiene al comune di Giarre, in provincia di Catania, nella regione Sicilia. La frazione di Macchia di Giarre dista 2,75 chilometri dal medesimo comune di Giarre cui essa appartiene.
Del comune di Giarre fanno parte anche le frazioni di Altarello (1,46 km), Carruba (4,33 km), Carruba - San Leonardello (4,01 km), Codavolpe (3,61 km), Coste (2,04 km), Coste I (2,18 km), Cutuli (3,51 km), Macchia (2,51 km), Malpassoti (4,71 km), Miscarello (5,64 km), Moscarello (5,55 km), Paoli (4,45 km), Paoli I (3,82 km), Peri (6,80 km), Quartiere (2,03 km), Rovettazzo (2,81 km), San Giovanni (3,47 km), San Giovanni Montebello (3,45 km), San Leonardello (4,58 km), Santa Maria La Strada (5,57 km), Spinoli  Stemma di Giarre(3,16 km), Trepunti (2,89 km), Zummo (5,42 km).
Giarre
(Giarri in siciliano) è un comune italiano di 27.988 abitanti  della provincia di Catania in Sicilia.
La città, posta a metà strada tra Catania e Taormina, forma un importante polo urbano con la vicina Riposto con cui fu per pochi anni unita durante il periodo fascista assumendo il nome di Jonia.  
La conurbazione, senzaPanoramica di Macchia e di un tratto di costa jonica. soluzione di continuità tra i due centri, conta oltre 45.000 abitanti e si estende dal mare fino ai piedi del vulcano.
È contigua alla vicina Mascali, dalla quale in origine si distaccò formando un comune autonomo, e insieme formano un agglomerato di oltre 60.000 abitanti.
Le tre comunità sono interdipendenti tra di loro per servizi ed uffici di vari livelli.
Gli abitanti sono noti come giarresi in italiano (giarroti in siciliano).


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Paternò (CT)

23/27 Gennaio 2013 – Parrocchia “Santa Maria dell'Alto (Ex Monastero Ss. Annunziata)” - Parroco: Don Salvatore Alì Telefono: 095-621035 Cellulare: 349-2261554
Il 23 gennaio l’Icona pellegrina di Maria giunge a Paternò.
Don Salvatore Alì, il parroco, ci spiega: “Da tempo pensavamo di chiedere il pellegrinaggio della Madonna del Rosario nella nostra Comunità parrocchiale di S. Maria dell’Alto in Paternò e l’occasione si è presentata con il Giubileo speciale che stiamo celebrando nel 350° anniversario di fondazione della nostra chiesa SS. Annunziata Ex Monastero.
Abbiamo fatto la richiesta che è stata accettata”, il desiderio si è concretizzato quando, alla presenza delle autorità civili e militari, del clero e di tanti fedeli, l’Immagine della Madonna è stata accolta.
Continua don Salvatore: “abbiamo provato la gioia nell’incontrare i tanti bambini e ragazzi delle Scuole della nostra Città, insieme a quelli della nostra comunità che partecipano alla catechesi settimanale e vederli con le corone del Rosario in mano a pregare con la genuinità e semplicità propria dei piccoli.
Abbiamo provato emozione nel vedere un pellegrinaggio continuo di uomini, donne, giovani e ragazzi, famiglie che ai piedi della Madonna hanno presentato i desideri, i bisogni, le angosce e le preoccupazioni della vita quotidiana, consapevoli di avere in Maria Santissima una Madre in cui poter sempre confidare”.
Di grande esempio per tutti è stato l’incontro di preghiera e fraternità dei sacerdoti del vicariato di Paternò che, per tutta la mattinata, si sono riuniti con Maria, Regina e Madre di tutti coloro che sono chiamati attraverso la vita e il loro ministero ad essere incarnazione di Cristo buon Pastore.
La comunità parrocchiale è stata partecipe del dolore della sofferenza dei fratelli ammalati, visitati dai missionari nelle loro case e presenti in chiesa, che si sono affidati all’intercessione potente di Maria per ottenere conforto e forza nel portare la croce sulle orme del Cristo.
Non sono mancati i momenti in cui si è sperimentato la gloria e la potenza della Vergine Madre e del suo Figlio Gesù, sia con la grande manifestazione di fede del popolo sia attraverso alcuni segni che la Madonna del Rosario ha compiuto.
Un po' di Storia su Paternò (CT)
Storia del comune
Le origini di Paternò sono antichissime. Il sito dell’odierna Paternò viene individuato dagli storici nell’antica Ibla Major, fin dal V secolo a.C..
Infatti numerosi rinvenimenti archeologici testimoniano che le origini dei primi insediamenti nell'attuale città di Paternò sono antichissime e risalgono ad un periodo antecedente la venuta dei greci, nell'epoca di Tapsos (1050/850 a. C.). Scavi archeologici sulla collina, hanno evidenziato ritrovamenti di età preistorica, greca, romana, bizantina e normanna.
La Collina storica e monumentale, è considerata un vulcano preistorico spento, un nek di lava basaltica, sulla quale sono stati costruiti i monumenti più importanti, per dimostrare a futura memoria la ricchezza architettonica, e rappresenta senza dubbio un unicum irripetibile di suggestiva bellezza. I lavori di scavi archeologici hanno incominciato a far luce sull'origine storica del centro pedemontano. All'inizio le genti del luogo si opposero al processo di ellenizzazione sotto
la guida di Ducezio, ma durante la dominazione dei romani la città diventò un'importante crocivia commerciale e di produzione di miele e grano, furono costruiti ponti e strade. Con la fine della dominazione romana e l'avvento dei bizantini la città attraversa un periodo un periodo di decadenza. Gli arabi ne rilanciarono l'economia nel IX secolo e la ribattezzarono Batarnù.
Il nucleo originale dell'attuale "Paternò" è tutto concentrato all'interno delle fortificazioni della collina normanna che conserva, a tutt'oggi, intatti tesori architettonici. Il Castello costruito nel 1072 da Ruggero II, re dei Normanni, fu il fulcro del rinnovamento edilizio e della prospera vita feudale. La città fu elevata al rango di Contea, assegnandola il re Ruggero, alla Signoria della sua terza moglie la contessa Adelaide o Adelasia. Durante il periodo normanno furono costruite nove porte che permettevano l'accesso e la difesa della città. Oggi di queste porte ne rimangono solo tre: 1) porta del Borgo ( l'arco della scalinata della matrice ); 2) porta lentini o porta del pertuso ( nei pressi della Chiesa della Consolazione ); 3) porta dei falconieri ( nei pressi di piazza Martiri d'Ungheria ). Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, si ebbe la dominazione della dinastia Sveva. In epoca sveva il castello venne utilizzato come abitazione dei signori di Paternò che lo adattarono alle nuove esigenze. Il grande imperatore Federico II di Svevia, il grande mecenate, denominato oggi “stupor mundi”, soggiornò per alcunFOTO HOMEi anni nel Castello di Paternò, dal 1221 al 1223. Più tardi, nel 1299, la Contea di Paternò passò sotto il dominio degli Angioini. I secoli XIV e XV, oltre al risveglio dello spirito civico, portarono a Paternò anche ad una rivoluzione urbanistica a Paternò, perchè il paese che prima era arroccato sulla collina cominciò ad estendersi nella pianura sottostante. In questo periodo Paternò merita il titolo di città delle regine. Nel 1402 il re Martino assegnò alla regina Bianca di Navarra la terra di Paternò come "camera reginale". Nella sua qualità di signora della terra paternese, nel 1405 approvò l'atto feudale più importante della storia della città: " le consuetudini di Paternò". Nell'anno 1431, la città fu venduta dal Re Alfonso I D’Aragona a Nicolò Speciale, il quale la rivendette nel 1453 a Guglielmo Raimondo Moncada. I Moncada, una delle più importanti famiglie dell'isola, dominarono Paternò per circa quattro secoli. I moti rivoluzionari del 1821-1848, hanno visto, la città di Paternò partecipare attivamente per cacciare la dinastia dei Borboni dalla Sicilia, tant’è che nel 1862 Giuseppe Garibaldi, passando per Paternò venne accolto con trionfale entusiasmo, quale liberatore della popolazione oppressa dal regime borbonico.
Successivamente Paternò ha sofferto una caduta di attività e ruolo in epoca post-unitaria, a causa della forte presenza del latifondo, e di un'economia tutt’altro che solida. É agli inizi del novecento con la nascita di numerose cooperative agricole che si determinò una paziente opera di ricostruzione economica e sociale del paese. La prima guerra mondiale ha visto numerose perdite umane di paternesi, ma è stato durante la seconda guerra mondiale che Paternò ha dovuto pagare un grosso tributo per la perdita di quasi 4.000 morti ed interi quartieri squarciati dai bombardamenti del luglio 1943, le cui spoglie oggi riposano nella Chiesa del Pantheon. Nel 15 luglio 1973, alla città di Paternò veniva consegnata dal Prefetto Amari, su mandato del Ministero dell’Interno, la medaglia d’oro al valor civile, per il fiero comportamento, e le inaudite sofferenze eroicamente sopportate dalla popolazione durante l’estate del II conflitto mondiale.


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Casandrino (NA)

03-07 Febbraio 2013 – Santuario: “Santa Maria Assunta in Cielo” - Parroco: Don Giosuè Di Virgilio
L’Icona della Madonna di Pompei ha fatto visita alla comunità parrocchiale di Maria SS. Assunta in Cielo dal 3 al 7 Febbraio scorsi.
“Un evento che – come ha ricordato don Giosuè Di Virgilio – vuole essere una sosta nel cammino ordinario della comunità per riflettere insieme a Maria per una riscoperta del nostro vivere quotidiano, e per prepararci alla Quaresima, tempo forte di conversione, nell’Anno della Fede, che come spiegato da Benedetto XVI è un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”.
Ad attendere Maria era presente il clero locale, con le autorità cittadine e tanti fedeli.
Il Quadro venne venerato, accompagnato in processione, per le strade cittadine, è giunto in chiesa e, con la celebrazione Eucaristica presieduta da Monsignor Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, la Missione Mariana ha
avuto il suo inizio.
L’equipe missionaria, con un programma impegnativo, ha incontrato gli studenti della scuola media e del liceo psico-pedagogico, i bambini che devono ricevere la prima comunione, i gruppi di preghiera, gli ammalati e le associazioni.
A tutti è stato spiegato il valore inestimabile del Santo Rosario.
La visita di Maria pellegrina è stata un’occasione propizia per tutti coloro che, per tanti motivi, vi sono allontanati da Suo Figlio Gesù, da un cammino di fede.
Sull’esempio di San Domenico e Santa Caterina da Siena, che con filiale fiducia si sono affidati alla Vergine, hanno iniziato un percorso nuovo, affidando a Lei la propria vita, le proprie famiglie, i propri cari e le proprie speranze. La mamma celeste ha curato ed intercesso presso Dio Padre, elargendo tante grazie ed aiutando e sostenendo tutti ad intraprendere un cammino di vera e profonda conversione.
Nel pomeriggio del 7 febbraio, ancora in processione, l’Icona ha lasciato la comunità di S. Maria Assunta in Cielo.


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Grumo Nevano (NA)

07-10 Febbraio 2013  - Parrocchia: - "Santa Caterina d'Alessandria" - Parroco: Padre Mimmo Sivestre
Nel pomeriggio del 7 febbraio, la Madonna pellegrina ha raggiunto la Parrocchia di Santa Caterina d’Alessandria a Grumo Nevano.
La devozione alla Madonna di Pompei della popolazione locale, ed in particolare dei fedeli della comunità.
Ha spinto il parroco, il francescano Padre Mimmo Sivestre, a chiedere la visita dell’Icona della
Vergine del Rosario di Pompei, in occasione del giubileo della Parrocchia, che celebra il 50° della fondazione.
Non è la prima volta che Grumo Nevano riceve il dono della peregrinatio della Madonna, che aveva visitato la cittadina già due volte, a dimostrazione del rapporto filiale tra i grumesi e la Regina del Rosario.
Molti di essi sono pellegrini e abituali frequentatori del Santuario mariano ed estimatori delle Opere di carità volute dal Beato Bartolo Longo.
Nei giorni della missione, la comunità parrocchiale è divenuta vero cenacolo di preghiera e di celebrazione della fede alla scuola della Madre di Gesù.  Attraverso Maria  ed i misteri del Santo Rosario, ci si è fatti portare per mano a Gesù  contemplando il Suo volto.
A Lei, in tanti hanno affidato le ansie, le paure, affinché possano un giorno cantare la gloria, la lode, l’onore a Dio Padre. Nei diversi momenti di preghiera, di catechesi, di celebrazioni Eucaristiche, di recita del santo Rosario, sempre si è guardato, contemplato, pregato, riscoperto il volto di Gesù unico vero amico che non tradisce mai, unica speranza, unica letizia perfetta, imparando ad affidarsi e confidare in Lui.


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Ponte (BN)

27 Febbraio 3 Marzo 2013 – Parrocchia “Santa Generosa e Sant'Anastasia” - Parroco: Don ...
Per la prima volta l’Icona pellegrina della Madonna di Pompei giunge un terra sannita facendo visita alla comunità di Santa Generosa e Sant’Anastasia , a Ponte.
Paese dalle antichissime origini, è situato in una zona che in epoca romana era sede di diversi traffici commerciali, lungo la famosa via Latina che metteva in comunicazione Benevento con la Valle Telesina e quindi, attraverso Teano, Cassino e Frosinone, con Roma.
Con molta probabilità il nome della cittadina deriva da un ponte in pietra, costruito dai romani sul corso del torrente Alenta.
La piccola cittadina, per i cinque giorni mariani, è stata ponte di passaggio, di transito, di riflessione, di riscoperta, di preghiera per molti.

Il Vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata De’ Goti, Monsignore Michele De Rosa, nell’accogliere l’Icona, ha ricordato a tutti che “in questo anno della Fede, tempo di grazia, si ha la possibilità di pregare, di venerare Maria e di riflettere sul ruolo della Madonna nella storia della salvezza.
Ella è madre di Dio e madre nostra e ci indica il cammino che dobbiamo percorrere per amare il suo figlio Gesù. I Padri della Chiesa dicono che Gesù è il sole e Maria è la luna.
Se è vero che la luna riluce di luce riflessa è pur vero che, nelle notti buie della nostra vita, è la luna a indicarci il sentiero che dobbiamo percorrere per arrivare alla meta”.
La missione mariana ha visto la partecipazione di tanti devoti per i quali è stata sicuramente occasione per un deciso risveglio della fede.
I padri missionari, attraverso l’Immagine di Maria Santissima, hanno messo in risalto l’opera grande che Dio ha fatto nel Beato Bartolo Longo.
La Santa Immagine della Madonna ha rinnovato nei fedeli il senso del proprio credere e quello di appartenenza a Cristo ed alla Chiesa.
Ogni giorno si è pregato, in particolar modo, per la vita, per i sofferenti, per la gioventù ed, infine, per la vita consacrata.


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Vena Di Jonadi (VV)

09/13 Marzo 2013 – Parrocchia “Gesù Salvatore" - Parroco:   Don Roberto Carnovale
Don Roberto Carnovale, parroco di Gesù Salvatore, la parrocchia che ha accolto a Vena di Jonadi la Madonna pellegrina, nel dare il benvenuto a Maria, le ha rivolto queste parole: “La Corona del Rosario è il vincolo più caro che ci unisce alla Vergine.
Il Rosario è una catena, un incontro d’amore in cui diciamo tante volte alla Madonna: ti amo, ti amo, ti amo. Tenere la corona in mano è come tenere la mano della Madonna nella nostra mano, è come avere un fascio di rose da offrire alla nostra sovrana Regina e dolcissima Madre.
Quanti hanno stretto in questi giorni tra le mani la corona del Santo Rosario!
Quante invocazioni! Quante preghiere! Quanti con le lacrime agli occhi, stringendo la corona, cioè tenendo la mano alla Madonna, si sono affidati a Lei, Madre di ogni consolazione.

A coloro che definiscono il Rosario una devozione puerile, monotona, noiosa, io voglio semplicemente dire che è un peccato che in questi giorni non siano entrati nella parrocchia di Gesù Salvatore. Avrebbero visto la grande devozione per la Vergine e avrebbero capito che, per efficacia, forza e capacità di infondere pace nei cuori, il Santo Rosario è una preghiera sublime.
Nella Supplica, la Vergine Maria è invocata con diversi titoli. Pensate al titolo mariano particolarmente caro al Beato Bartolo Longo: Regina delle vittorie. Egli stesso vedeva nella devozione al Santo Rosario un’arma potente anche per i cristiani di oggi.
Ora, da più di un secolo, il messaggio di Bartolo Longo risuona in mezzo a noi, in questa Chiesa. Sì, ancora oggi, fra tante difficoltà Maria può essere invocata come Regina delle vittorie perché Maria, con la sua materna intercessione, ci aiuta a vincere le nostre battaglie quotidiane contro il male.
Il Rosario può essere recitato da tutti, dagli anziani e dai bambini, dai dotti e dai semplici. Ogni luogo è indicato per la recita, ma il luogo ideale è davanti all’altare di Maria Santissima o presso il Tabernacolo. Allora, guardiamo la Madonna ed imitiamo le sue virtù”.


"2013" La Regina di Pompei si reca a: Caserta (CE)

24-28 Aprile 2013 – Parrocchia: “Buon Pastore” - Parroco: Don Antonello Giannotti
A distanza di quattro anni dall’ultima volta, il 24 aprile, l’Icona della Madonna di Pompei, accompagnata dall’Arcivescovo Monsignor Tommaso Caputo, da Don Andrea Fontanella, Don Salvatore D’Antuono, Don Rosario Pepe e dalle Suore Domenicane Suor Maria Cecilia e Suor Maria Isabella, è giunta nel cuore di Caserta, nella comunità parrocchiale del Buon Pastore.
Con una cerimonia semplice, ma molto sentita, con lo sventolio di fazzoletti bianchi, le note di “Ti salutiamo, Vergine” intonata dalla Banda, palloncini bianchi e azzurri, in un’atmosfera gioiosa, la sacra Immagine è stata accolta così, oltre che dal Parroco Don Antonello Giannotti, dal Vice Parroco Don Bruno Fiorentino, dai diaconi Don Felice Morelli e Don Romolo Gentile, dai Seminaristi Stefano Squeglia e Pasquale D’Argenzio, dalle Associazioni Religiose, dal Sindaco Pio Del Gaudio e dalle Autorità Militari.
Subito dopo il saluto di Don Antonello Giannotti, che ha ringraziato per il dono prezioso della missione, il venerato Quadro è stato accompagnato in processione fino al sagrato della chiesa, in piazza Pitesti.
Qui, all’inizio della santa Messa, il primo cittadino ha consegnato alla vergine, nella persona dell’Arcivescovo, le chiavi della Città.
Finemente realizzate in argento, “le chiavi sono donate a nome dell’intero consiglio comunale – ha detto visibilmente emozionato il sindaco – nella certezza di interpretare la volontà di tutti i cittadini”.
Un gesto molto significativo che, come ha sottolineato monsignor Caputo, rappresenta “un’assunzione di responsabilità” da parte dei devoti, ai quali tocca aprire realmente i cuori a Maria, per permetterle di entrarvi.
Nei quattro giorni successivi, la missione ha portato una pioggia di benedizioni in una comunità, quella del Buon Pastore, abbastanza numerosa, vessata sì di problemi sociali ed economici, ma anche assolutamente determinata a realizzare – come ha ricordato Don Antonello – un “progetto di pastorale missionaria per dimostrare che è ancora possibile vivere l’esistenza all’insegna del Vangelo”.
Molto partecipate le Suppliche e le celebrazioni, presiedute da Don Giuseppe Di Bernardo, che ha illustrato i motivi per cui Maria ci ama, ispirandosi all’opera “Le Glorie di Maria” di Sant’Alfonso de’
Liguori; dal vicario foraneo Padre Angelo Piscopo, che ha sottolineato l’importanza di imparare a stare sotto le nostre croci con la stessa dignità di Maria; da Don Andrea Fontanella, che ha parlato della famiglia come icona della SS. Trinità e, infine, da Don Antonello, che celebrando la Messa conclusiva ha auspicato che ogni casertano, ripetendo il sì di Maria, contribuisca a creare una carena di amore affinché la città sperimenti la grandezza, la profondità e la bellezza dell’amore di Dio. Grande partecipazione da parte di persone di ogni età e in particolare di tantissimi giovani.
Uno di loro, nel cuore della notte, nel donare alla vergine una rosa, è scoppiato in un pianto che ha fatto emergere il gran bisogno di spiritualità, tante volte inespresso o addirittura represso, che i nostri giovani portano dentro di sé.
Oltre ai momenti liturgici, due bei momenti culturali sono stati vissuti l’uno con Don Andrea Fontanella, che ha animato il convegno dal tema “Maria, donna dei nostri giorni” e l’altro con il dott. Giovanni gallo, molto noto per le sue letture Dantesche, il quale, nel corso del concerto “Le più belle Ave Maria” dell’orchestra e coro Arcadia diretti dal M. Gerardo cavallo, ha declamato la preghiera della vergine di San Bernardo tratta dal XXXIII canto del Paradiso dopo averne effettuato attenta un’esegesi.
La Missione si è conclusa domenica 28, al termine della Messa delle 20.30, quando la venerata Immagine è stata salutata da un’immensa folla grata e commossa che ha gremito la piazza.
Dopo solo due giorni la comunità del Buon Pastore si è recata in pellegrinaggio di ringraziamento a Pompei nel Santuario.
Qui, nella sua omelia, Don Antonello ha detto: “Grazie, Maria, per aver visitato la nostra città ed aver bussato alle nostre porte.
Nella Tua Immagine abbiamo accolto una persona viva; in questi giorni abbiamo dialogato con Te: ognuno di noi ha avuto qualcosa da dirti, e Tu ad ognuno hai donato un sorriso, una risposta, un incoraggiamento.
Sei entrata nei nostri cuori e vi rimarrai per sempre”. (Autore: Domenico Romano)


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"2013" La Regina di Pompei si reca a: Capurso (BA)
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