Santi del 9 gennaio
*Sant'Adriano di Canterbury - Abate (9 Gennaio)
+ Canterbury, Inghilterra, 9 gennaio 710 circa
Africano di nascita, Adriano era abate di Nerida, nel Napoletano, quando il Papa san Vitaliano lo chiamò ad occupare la sede arcivescovile di Canterbury, ma questi rifiutò e consigliò di sostituirlo piuttosto con Teodoro di Tarso, che si rivelò poi infatti uno dei più grandi arcivescovi della sede primaziale inglese.
Il Pontefice accettò, a patto che Adriano accettasse di accompagnarlo quale consigliere ed assistente. Teodoro lo nominò allora abate dell'antico monastero dei Santi Pietro e Paolo, poi reintitolato a Sant'Agostino.
Sotto la guida di Adriano e l'influenza di Teodosio esso divenne uno dei più importanti centri di formazione per molti futuri vescovi ed esercitò una notevole influenza sulla cristianità del tempo.
L'abate Adriano fu insegnante per ben quarant'anni. Morì presso Canterbury il 9 gennaio di un anno imprecisato, forse il 710, venendo sepolto nel monastero. Quando nel 1091 i lavori di ristrutturazione resero necessaria la rimozione di numerose tombe, il suo corpo fu rinvenuto incorrotto e profumato. (Avv.)
Etimologia: Adriano = nativo di Adria (Rovigo), dal latino
Martirologio Romano: A Canterbury in Inghilterra, Sant’Adriano, abate: nato in Africa, da Napoli raggiunse l’Inghilterra e con la sua ricca preparazione tanto nelle lettere sacre come in quelle profane istruì una moltitudine di discepoli nella scienza della salvezza.
Africano di nascita, Sant’Adriano era abate di Nerida, nel napoletano, quando il Papa San Vitaliano lo chiamò ad occupare la sede arcivescovile di Canterbury, ma questi rifiutò essendo già morti nel giro di poco tempo ben due primati inglesi, San Deusdedit e Wighard, e consigliò di sostituirlo piuttosto con San Teodoro di Tarso, che si rivelò poi infatti uno dei più grandi arcivescovi della sede primaziale inglese. Il pontefice accettò, a patto però che Adriano accettasse di accompagnarlo quale consigliere ed assistente.
Teodoro lo nominò allora abate dell’antico monastero dei Santi Pietro e Paolo, poi reintitolato a Sant’Agostino. Sotto la guida di Adriano e l’influenza di Teodosio esso divenne ben presto uno dei più importanti centri di formazione per molti futuri vescovi ed esercitò una notevole influenza sulla cristianità del tempo. Materie di insegnamento erano il latino, il greco, il diritto romano, la Sacra Scrittura ed i Padri della Chiesa.
Gli studenti provenivano da tutta l’Inghilterra ed anche dalla vicina Irlanda, siccome l’allievo Sant’Aldhelm, poi primo vescovo di Sherborne, sostenette che la formazione impartita nel monastero di Canterbury fosse qualitativamente migliore a qualsiasi altra offerta in Irlanda.
L’abate Adriano fu insegnante per ben quarant’anni. Infine morì presso Canterbury il 9 gennaio di un anno imprecisato, forse il 710, e ricevette sepoltura nel monastero.
Quando nel 1091 i lavori di ristrutturazione resero necessaria la rimozione di numerose tombe, il corpo di Sant’Adriano fu rinvenuto incorrotto e profumato.
Presso la sua tomba nacque la fama miracolosa che lo contraddistinse per secoli, cosicchè il suo nome venne inserito nei calendari inglesi e poi nel Martyrologium Romanum, ove ancora oggi figura nell’anniversario della morte.
(Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant' Adriano di Canterbury, pregate per noi.
*Sante Agata Yi e Teresa Kim – Martiri (9 Gennaio)
Scheda del gruppo a cui appartengono:
Santi Martiri Coreani (Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang e 101 compagni)
+ Seoul, Corea del Sud, 9 gennaio 1840
Le laiche coreane Agata Yi, giovane ragazza nata a Seoul nel 1824, e Teresa Kin, vedova nata a Myeoncheon nel 1797, vennero incarcerate, torturate ed infine sgozzate in odio alla loro fede cristiana.
Sono state canonizzate da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984.
Martirologio Romano: A Seul in Corea, Sante martiri Agata Yi, Vergine, i cui genitori furono essi pure coronati dal martirio, e Teresa Kim, vedova: in carcere per Cristo, dopo molte percosse, furono sgozzate.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sante Agata Yi e Teresa Kim, pregate per noi.
*Beata Alessia Le Clerc (Maria Teresa di Gesù) - Confondatrice (9 Gennaio)
Remiremont (Francia), 2 febbraio 1576 - Nancy, 9 gennaio 1622
Beata Alessia Le Clerc Nacque a Remiremont in Francia il 2 febbraio 1576.
A 20 anni decise di consacrarsi a Dio con il voto di castità.
Incontrò san Pietro Fourier (1565-1640) allora parroco di Mattaincourt e un anno dopo, la notte di Natale del 1597, insieme a quattro compagne incominciò il suo apostolato: l'insegnamento alle fanciulle povere.
Nel 1598 aprì la prima scuola a Poussay, mentre il Vescovo di Toul approvava una prima stesura della Regola del nuovo Istituto: le Canonichesse regolari di Nostra Signora sotto la Regola di sant'Agostino, composta da Pietro Fourier.
L'Istituzione fu approvata nel 1603 dal cardinale legato di Lorena e poi nel 1615 e 1616 da Papa Paolo V; un anno dopo, nel novembre 1617, fu eretto il primo monastero ufficiale della Congregazione con clausura e Alessia Le Clerc, con le compagne, poté iniziare l'anno del noviziato, prendendo il nome di Suor Maria Teresa di Gesù.
Dopo aver emesso i voti nell'anno successivo, fu eletta superiora generale, carica che tenne fino al dicembre 1621.
Morì il 9 gennaio 1622, nella Casa di Nancy. (Avvenire)
Etimologia: Alessia = colei che protegge, dal greco
Martirologio Romano: A Nancy in Francia, Beata Maria Teresa di Gesù (Alessia) Le Clerc, Vergine, che creò insieme a San Pietro Fourier la Congregazione delle Canoniche regolari di Nostra Signora, sotto la regola di Sant’Agostino, per l’educazione della gioventù femminile.
Alla Beata Alessia Le Clerc è toccato lo stesso iter prolungato per la sua beatificazione, come per l’altra celebre agostiniana Santa Rita da Cascia, infatti Santa Rita fu beatificata circa 200 anni dopo la morte e canonizzata dopo altri 300 anni circa.
Alessia Le Clerc, in religione Maria Teresa di Gesù, è stata beatificata infatti ben 325 anni dopo la sua morte, a causa di eventi politici e guerre succedutosi.
Nacque a Remiremont in Francia il 2 febbraio 1576 da Giovanni Le Clerc e Anna Sagay, essendo dotata di affabilità e spiccata intelligenza era da tutti amata e ricercata, trascorse la giovinezza cedendo volentieri alle vanità del mondo.
A seguito di una crisi spirituale, a venti anni ispirata dalla Grazia Divina, prese la decisione di mutare vita e volle consacrarsi a Dio con il voto di castità.
Ebbe la provvidenziale occasione d’incontrare San Pietro Fourier (1565-1640) allora parroco di Mattaincourt, ponendosi sotto la sua illuminata guida e così un anno dopo, la notte di Natale del 1597, insieme a quattro compagne incominciò il suo apostolato, cioè l’insegnamento alle fanciulle povere.
Nel 1598 poté aprire la prima scuola a Poussay, mentre il vescovo di Toul approvava una prima stesura della Regola della nuova Istituzione: le Canonichesse Regolari di Nostra Signora sotto la Regola di Sant' Agostino, composta da San Pietro Fourier.
Nel 1599 le cinque religiose si trasferirono a Mattaincourt, operando così bene nell’assistenza alle fanciulle bisognose che vennero richieste anche da altre città.
L’Istituzione fu approvata nel 1603 dal Cardinale Legato di Lorena e poi nel 1615 e 1616 da Papa Paolo V; un anno dopo, nel novembre 1617, fu eretto il primo monastero ufficiale della Congregazione con clausura e Alessia Le Clerc con le compagne, poté iniziare l’anno del noviziato, prendendo il nome di Suor Maria Teresa di Gesù.
Dopo aver emesso i voti nell’anno successivo, fu eletta Superiora Generale, carica che tenne fino al dicembre 1621, morì dopo pochi giorni il 9 gennaio 1622, nella Casa di Nancy, fra il compianto e la venerazione di tutti.
Aveva lavorato nell’apostolato a fianco del santo parroco di Mattaincourt, Fourier, per circa 25 anni e la sua Congregazione si era allargata con più di 20 Case nella Lorena e in tutta la Francia; a soli 46 anni lasciò per sempre la guida e il maestro della sua vita e della sua opera, che le sopravviverà per altri 18 anni.
Come già accennato, la causa per la sua beatificazione poté essere istruita solo a fine ‘800 e infine il 4 maggio 1947, Papa Pio XII la iscrisse nel numero dei Beati.
(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beata Alessia Le Clerc, pregate per noi.
*Beato Antonio Fatati – Vescovo (9 Gennaio)
m. 1484
Governò con pietà la diocesi di Teramo e in seguito quella di Ancona, mostrandosi severo con se stesso e generoso con i poveri.
Martirologio Romano:
Ad Ancona, Beato Antonio Fatati, Vescovo, che si mostrò prudente e equanime in tutte le missioni affidategli dai Romani Pontefici, austero con se stesso e generoso con i poveri.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Antonio Fatati, pregate per noi.
*Sant' Eustrazio - Abate (9 Gennaio)
Martirologio Romano:
Sul monte Olimpo in Bitinia, nell’odierna Turchia, Sant’Eustrazio, detto il Taumaturgo, abate del monastero di Abgar.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant' Eustrazio, pregate per noi.
*San Fillano - Abate (9 Gennaio)
Martirologio Romano:
In Scozia, San Fillano, Abate del monastero di Sant’Andrea, che, illustre per l’austerità della disciplina, passò la vita in solitudine.
*Beato Francesco Yi Bo-hyeon - Martire (9 Gennaio)
Scheda del Gruppo cui appartiene:
"Beati Martiri Coreani" (Paolo Yun Ji-chung e 123 compagni)
+ Cheongju, Corea del Sud, 9 gennaio 1800
Francesco Yi Bo-hyeon, dopo un’adolescenza e una prima giovinezza ribelle, mutò il suo comportamento con l’adesione senza riserve al cattolicesimo. Anche in mezzo alle persecuzioni, esortava i fedeli a non arrendersi, meditando sulla Passione di Gesù. Arrestato dalla polizia, patì svariate e terribili torture, fino ad essere condannato a morte tramite percosse il 9 gennaio 1800, a ventisette anni.
Francesco Yi Bo-hyeon nacque a Hwangmosil, nella regione del Chungcheong (attualmente Hoeum-ri, provincia del Chungcheong del Sud, in Corea del Sud) da una famiglia di ceto umile. Durante la sua adolescenza e prima giovinezza era testardo e ribelle, forse perché aveva perso presto il padre.
A vent’anni, imparò il catechismo da Tommaso Hwang Sim, che viveva vicino alla sua città natale e, successivamente, divenne un inviato segreto della nascente Chiesa coreana, compiendo spedizioni a Pechino, e sposò la sorella di Francesco.
Lui, invece, decise di correggere il suo comportamento sconsiderato e di abbracciare la fede. Non voleva sposarsi, ma dovette farlo per ubbidire a sua madre. In seguito, per essere più libero nella pratica religiosa, si trasferì con Tommaso a Yeongsan. Nel 1795 invitò a casa propria il primo sacerdote missionario in Corea, il cinese padre Giacomo Zhou Wen-mo, dal quale ricevette i Sacramenti.
Man mano che comprendeva meglio gli insegnamenti del cattolicesimo, Francesco maturava nella fede. A volte si dirigeva da solo tra i monti per pregare da solo e compiere atti di penitenza per i suoi peccati.
Nel 1797, durante la persecuzione Jeongsa, numerosi cattolici vennero arrestati. Francesco, invece, non aveva paura, anzi: incoraggiava i suoi familiari e gli altri credenti a restare fedeli alla loro religione. Ogni giorno ricordava loro la Passione di Gesù e li invitava a professare la fede con coraggio e a non perdere l’opportunità di andare in Paradiso.
Circa due anni dopo la persecuzione, Francesco ebbe un brutto presentimento. Invitò tutta la gente del suo villaggio e offrì loro cibo e vino, dichiarando: «Questo è il mio ultimo banchetto». In effetti, proprio due giorni dopo, venne arrestato dalla polizia.
Il magistrato di Yeongsan, che confermò che lui era cattolico, provò a fargli rivelare dove si trovassero gli altri cattolici e i loro libri. Francesco si rifiutò: «Non posso dare libri su Dio, il Grande Re dell’universo, nelle mani dell’ufficiale in capo». Questi si adirò e ordinò di picchiarlo e metterlo in prigione.
Più tardi, dietro ordine del governatore del Chungcheong, Francesco venne condotto dal comandante in capo di Haemi, che governava la regione da cui proveniva. Là subì nuove torture, ma senza esito. A chi l’interrogava replicò: «L’origine degli esseri umani è il Signore che li ha creati al principio del mondo. Quindi per me è impossibile non venerarLo».
Francesco venne lungamente torturato per più di mezza giornata, ma non vacillò. In prigione, continuò a pregare in pace e incoraggiava gli altri prigionieri cattolici, insieme al padre di famiglia Martino In Eon-min.
Nel frattempo, il comandante in capo di Haemi si consultò col governatore riguardo Francesco. Il governatore inviò l’ordine di picchiarlo a morte se non avrebbe confessato tutto. Di conseguenza, dovette passare attraverso ulteriori percosse e interrogatori.
Alla fine, il comandante gli presentò la sentenza scritta della pena di morte: lui la firmò serenamente.
Il mattino dopo, Francesco venne condotto sulla piazza del mercato e picchiato violentemente, ma non morì ancora. A quel punto, i persecutori lo buttarono a terra e lo percossero sulle parti intime finché non rese l’anima a Dio. Era il 9 gennaio 1800 (15 dicembre 1799 secondo il calendario lunare) e Francesco aveva ventisette anni.
Qualche giorno dopo, alcuni fedeli vennero a recuperare il suo cadavere. Notarono che il volto del giovane, nonostante quel crudele pestaggio, aveva un’espressione misteriosamente pacificata. Pare, inoltre, che i pagani che osservarono la scena divennero cattolici.
Insieme al suo compagno di prigionia Martino In Eon-min, martirizzato lo stesso giorno ma in luogo diverso, Francesco Yi Bo-hyeon è stato inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung (del quale fa parte anche il già citato padre Giacomo Zhou Wen-mo) e beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.
(Autore: Emilia Flocchini)
Giaculatoria - Beato Francesco Yi Bo-hyeon, pregate per noi.
*Beata Giulia Della Rena da Certaldo (9 Gennaio)
Certaldo, 1320 circa - 1370
Nacque a Certaldo, intorno al 1320. A Firenze, dove era passata al servizio della famiglia Tinolfi, si fece agostiniana secolare. Ritornata a Certaldo si ritirò in solitudine conducendo una vita molto austera e particolarmente dedita alla preghiera. Morì verso l’anno 1370. Il culto ab immemorabili venne confermato da Pio VII nel 1819.
Martirologio Romano: A Certaldo in Toscana, Beata Giulia della Rena, del Terz’Ordine di Sant’Agostino, che visse solo per Dio reclusa in un’angusta cella accanto alla chiesa.
Nacque in Toscana, presso Certaldo, intorno al 1320, da una famiglia di nobile origine, ma decaduta. Rimasta orfana in giovane età, entrò al servizio dei Tinolfi nella vicina Firenze dove, venuta a contatto con gli Agostiniani e la loro spiritualità, vestì, non ancora ventenne, l’abito delle agostiniane secolari.
Sentendosi portata ad una scelta di vita più radicale ed austera, nel pieno fiore della sua esistenza, decise di abbandonare la città e di rifugiarsi in un luogo solitario. Tornò quindi a Certaldo prendendo alloggio in una stanzetta presso la chiesa agostiniana dei Santissimi Michele e Giacomo.
Previamente furono aperte due piccole finestre, una corrispondente alla chiesa per assistere alle sacre funzioni, l’altra verso l'esterno per ricevere l’alimento che la pietà popolare le avrebbe fatto pervenire. Fece collocare su una parete un crocefisso, e poi, con solennità, all'esterno un muratore murò l’ingresso.
Non lascerà più il suo piccolo “romitorio”. Come le recluse, vivrà segregata dal mondo per un periodo di circa trent'anni, percorrendo fino in fondo la lunga via dell'ascesi e della mistica. Penitenza e preghiera saranno le sue occupazioni quotidiane. A tenerla in vita pensavano i contadini di Certaldo e dei dintorni. Racconta la tradizione popolare che anche i fanciulli corressero in suo aiuto numerosi, portandole qualche cosa da mangiare e che Giulia, grata e sorridente, li contraccambiasse con dei fiori freschi in qualsiasi stagione dell'anno. Nulla di più si sa di lei, se non che era molto venerata dai suoi concittadini per la vita di pietà vissuta sotto i loro occhi.
Morì intorno all’anno 1370. Il suo culto si sviluppò subito dopo il suo trapasso, poiché già al 1372 risale la dedicazione di un altare nella stessa chiesa presso la quale aveva vissuto e dove era stato tumulato il suo corpo.
Fin dal 1506, il comune certaldese contribuiva per la festa in onore della beata, alla cui protezione fu attribuita più volte la liberazione dai contagi e dalla peste. I suoi resti mortali si venerano a Certaldo nella chiesa dei Ss. Michele e Giacomo che un tempo era degli agostiniani. Il suo culto ab immemorabili fu confermato da Pio VII nel 1819.
(Autore: P. Bruno Silvestrini O.S.A. – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beata Giulia Della Rena da Certaldo, pregate per noi.
*Beati Giuseppe Pawlowski e Casimiro Grelewski - Sacerdoti e Martiri (9 Gennaio)
Scheda del gruppo a cui appartengono:
"Beati 108 Martiri Polacchi"
+ Dachau, Germania, 9 gennaio 1942
In data 9 gennaio si commemora l’anniversario del martirio di due Sacerdoti polacchi, Joszef Pawlowski e Kazimierz Grelewski, vittime del terrore nazista nel campo di concentramento di Dachau, beatificati con altri 106 compagni dal loro compatriota Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999.
Il Pawlowski, nacque a Proszowice, nei pressi di Swietokrzyskie in Polonia, il 12 agosto 1890 e fu sacerdote della diocesi di Kielce e rettore del seminario.
Arrestato il 10 febbraio 1941 dalla Gestapo, fu deportato nel lager di Dachau, dove venne impiccato il 9 gennaio seguente.
A Dachau aveva trovato il confratello Grelewski, nato a Dwikozy, sempre nei pressi di Swietokrzyskie in Polonia, il 20 gennaio 1907.
Questi, Sacerdote della diocesi di Radon, prefetto degli studi nel seminario della sua diocesi, già arrestato dai nazisti il 24 gennaio 1941.
Condivisero dunque il martirio per impiccagione il 9 gennaio 1942.
Martirologio Romano:
Vicino a Monaco di Baviera in Germania, nel campo di prigionia di Dachau, Beati Giuseppe Pawłowski e Casimiro Grelewski, sacerdoti e martiri: in tempo di guerra, deportati dalla Polonia invasa da persecutori della fede, coronarono il martirio con il supplizio dell’impiccagione.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beati Giuseppe Pawlowski e Casimiro Grelewski, pregate per noi.
*San Marcellino di Ancona – Vescovo (9 Gennaio)
Appartenente alla nobile famiglia dei Boccamajore, fu Vescovo di Ancona nella seconda metà del VI secolo esercitando il suo ministero con grande zelo “vir vitae venerabilis” lo definisce San Gregorio Magno.
Si narra che in un furioso incendio, difficilmente controllabile, il Santo si fosse fatto portare impedito nella deambulazione per una grave forma di gotta vicino al fuoco con il vangelo in mano, ottenendone la cessazione delle fiamme.
La sua memoria è legata ad un Codice Evangeliario.
Martirologio Romano:
Ad Ancona, San Marcellino, Vescovo, che, come scrive il Papa San Gregorio Magno, con la potenza divina liberò la sua città da un incendio.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Marcellino di Ancona, pregate per noi.
*Beato Martino In Eon-min - Martire (9 Gennaio)
Scheda del Gruppo cui appartiene:
"Beati Martiri Coreani" (Paolo Yun Ji-chung e 123 compagni)
+ Cheongju, Corea del Sud, 9 gennaio 1800
Martino In Eon-min, come tanti coreani del finire del diciottesimo secolo, sentì parlare del cattolicesimo e vi aderì con la stessa diligenza che riservava ai libri che studiava. Arrestato durante la persecuzione Jeongsa del 1797, venne condannato a essere percosso fino alla morte. La sentenza venne eseguita il 9 gennaio 1800. Insieme al suo compagno di prigionia Francesco Yi Bo-hyeon, è stato inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung e beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.
Martino In Eon-min nacque nel 1737 a Jurae, nella provincia del Chungcheong (attualmente Yongdong-ri, provincia del Chungcheong del Sud, in Corea del Sud), in una famiglia nobile. Di carattere forte, era tuttavia una persona gentile. Sin dalla giovinezza studiò con diligenza e acquisì una vasta conoscenza.
Un giorno sentì parlare uno dei suoi migliori amici, Alessio Hwang Sa-yeong, del cattolicesimo: finì ben presto ad apprendere il catechismo da lui. Andò quindi a Seul e ricevette il Battesimo dal primo sacerdote missionario in Corea, il cinese padre Giacomo Zhou Wen-mo, al quale Martino affidò Giuseppe, suo figlio maggiore; il secondogenito, invece, sposò la figlia di un rinomato cattolico.
Per vivere più liberamente la sua fede, rinunciò alla sua casa e ai suoi possedimenti e si trasferì a Gongju. Ai suoi parenti, che disprezzavano il suo bizzarro comportamento, spiegò apertamente le sue ragioni e descrisse loro gli insegnamenti cattolici, ma non venne ascoltato.
Quando la persecuzione Jeongsa, esplosa nel 1797, si accentuò nella zona di Gongju, Martino venne arrestato, ma confessò senza esitazione di essere cattolico e di voler dare la vita per il Signore. Trasferito a Cheongju, subì torture tali che, quando il governatore ordinò di mandarlo a Haemi, ci dovette andare a cavallo, benché fosse usanza che tale cavalcatura servisse unicamente per i pubblici ufficiali.
Nella prigione di Haemi, Martino incontrò un giovane cristiano, Francesco Yi Bo-hyeon. Iniziarono a pregare insieme e a incoraggiarsi a vicenda. Il risultato fu che, di fronte alla loro fede incrollabile, il magistrato locale ordinò di percuoterli a morte.
Secondo l’usanza, le guardie carcerarie diedero a Martino il suo ultimo pasto, poi lo condussero all’esterno per ucciderlo di botte. Una di essi prese un grosso sasso e colpì senza pietà il torace del condannato, che ben presto ebbe la mascella fratturata e il torace frantumato.
Si racconta che, mentre subiva gli ultimi colpi, ripetesse: «Sì, dono liberamente e felicemente la mia vita al Signore». Era il 9 gennaio 1800 (15 dicembre 1799 secondo il calendario lunare) e Martino aveva sessantatré anni.
Insieme al suo compagno di prigionia Francesco Yi Bo-hyeon, martirizzato lo stesso giorno ma in luogo diverso, Martino In Eon-min è stato inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung (del quale fa parte anche il già citato padre Giacomo Zhou Wen-mo) e beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.
(Autore: Emilia Flocchini)
Giaculatoria - Beato Martino In Eon-min, pregate per noi.
*Sant'Onorato di Buzançais (9 Gennaio)
Martirologio Romano: A Thénézay nel territorio di Poitiers nell’Aquitania, in Francia, Sant’Onorato di Buzançais: mercante di armenti, donava ai poveri il suo denaro e fu ucciso da alcuni furfanti che aveva rimproverato.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Onorato di Buzançais, pregate per noi.
*Altri Santi del giorno (9 Gennaio)
*San Giuliano - Martire
*Santa Francesca Salesia (ricordata il 10 gennaio)
Giaculatoria - Santi tutti, pregate per noi.