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Vie Storiche - L

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*Via Latina *Piazza Libero Bovio *Via Luigi de Michele *Via Luigi Sturzo
Poco prima di giungere nella piazza, sulla sinistra di via Mazzocchi, si apre via Latina, facente parte, un tempo, della platea del Riccio.
Il tracciato odierno, nella prima parte è diverso da quello antico, perché forma due curve a novanta gradi per poi proseguire diritto. Nel tratto rettilineo la strada si sovrappone ed uno dei decumani che collegava la zona ovest con la zona est dell’antica Capua, confluendo in via Albana.
Nel Settecento l’attuale via Latina era nota come strada del Riccio, “popolatissima adorna di grandiosi edifici dove abitano persone agiate e moltissimi negozianti”.
La sua denominazione attuale risale al 1810 quando, con delibera municipale del 18 novembre, per volere dell’amministrazione napoleonica, furono apposti i nomi alle strade ed i numeri alle abitazioni.
Nella strada è ubicata la “venerabile real chiesa del glorioso San Giuseppe nella piazza del Riccio” sede dell’omonima congrega autorizzata dal re Ferdinando IV dal 1762”.
Sul portale d’ingresso insiste un timpano triangolare, all’interno vi è un altare in marmi colorati di pregevole fattura e un’abside in cui è posta la statua del Santo a cui è dedicata.
Vi sono conservate, inoltre, alcune tele settecentesche di buona fattura. All’esterno è presente un piccolo campanile che reca la data del 1793. La chiesa è fornita di un ipogeo, che fu adibito a sepolcro per i confratelli. In esso vi è un altare. Nella chiesa venivano accolte e ricomposte le salme dei condannati a morte e per loro i componenti della congrega celebravano il rito o la veglia funebre.
All’esterno della chiesa, sul lato sinistro è collocata una fontana: il catino per la raccolta delle acque, su di un lato, conserva una grossa lastra di pietra scura sulla quale è scolpito un bassorilievo in cui si nota un braccio corazzato armato di spada sovrastante un castello con tre torri: è certamente un blasone gentilizio. Un blasone simile, più piccolo ed in marmo bianco, si trova infisso sulla facciata di un cascinale nella campagna fra S. Maria e Capua.
Qualche studioso locale fa risalire questo stemma al capitano di ventura Andrea Fortebraccio detto Braccio da Montone, che per un breve periodo, verso il 1425, fu principe di Capua e dei suoi casali.
Altre voci, invece, dicono che il suddetto blasone era di un personaggio che ricopriva un’alta carica militare con l’incarico di amministrare la giustizia civile e militare in Capua e nei suoi casali.
Forse, il nobile uomo aveva scelto di abitare in S. Maria nella suddetta strada. Oppure si può ritenere che nella strada ci fossero alcune sue proprietà.
Sullo stemma gentilizio del famoso capitano di ventura Andrea Fortebraccio è raffigurato un montone nero rampante.
A poca distanza dalla chiesa suddetta si apre via Riccio, oggi intitolata a Benedetto Croce. In origine era un vicolo che solo nel 1832 venne raccordato con via Cappabianca.
In questa strada, nel palazzo dei suoi avi, il 19 dicembre del 1860, nacque il Prof. Pasquale Papa, cittadino sammaritano definito “geniale letterato”.
Laureato in lettere presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze fu apprezzato per i suoi notevoli saggi sulla iconografia dantesca. Visse per molti anni a Firenze, dove insegnò letteratura italiana, e nell’anno accademico 1903 – 1904, tenne, anche se per pochi mesi, la cattedra universitaria lasciata vacante da Giosuè Carducci. Nello stesso anno 1904 fu nominato Provveditore agli Studi della Toscana, lasciando la docenza a Giovanni Pascoli.
Fu considerato “fervente patriota” per la passione che portava per le imprese garibaldine. Il 1° ottobre 1883, nel teatro Boschi, tenne una celebrazione in onore di Pilade Bronzetti caduto a Castel Morrone per il quale aveva composto un’opera in versi: “Spartacus Resurrexit”.
Nel 1905 ritornò nella città natia per essere presente alla inaugurazione del Monumento Ossario dei Garibaldini, pronunciando nell’occasione, il discorso “Per i caduti del Volturno”.
(Autore: Salvatore Fratta)


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