Personaggi Biblici O
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*Og
Og è un
personaggio biblico presente nel Libro
dei Numeri e nel Deuteronomio.
Era un potente re amorreo che dominava la ricca regione transgiordanica del Basan,
prima che gli Israeliti, sotto la guida di Mosè, la conquistassero.
Nel terzo capitolo del Deuteronomio Og
viene descritto come l'ultimo superstite dei Refaim, una stirpe di giganti.
Nel racconto
biblico
Basan, il regno di Og, si estendeva a nord di quello di Sicon, un
altro re amorreo della Transgiordania prima dell'arrivo degli Israeliti. Le
principali roccaforti erano Astarot ed Edrei (l'odierna Dar'a, in Siria).
Era un territorio ricco, noto in particolare per l'allevamento di bovini (nell'Antico
Testamento si fa più volte riferimento ai "buoi del
Basan").
La sua vicenda, raccontata nel Libro dei Numeri e poi ricordata numerose
altre volte nella Bibbia, è parallela a quella del re Sicon. Gli
Israeliti, guidati da Mosè nell'Esodo dall'Egitto e poi nella peregrinazione
di quarant'anni nel deserto, si diressero verso il Giordano, con lo scopo
di guadarlo e poi invadere la terra di Canaan.
Trovandosi sul loro
percorso il regno di Sicon, gli chiesero l'autorizzazione per attraversare il
suo dominio in pace, ma quello rispose attaccando battaglia contro di loro e
finendo sconfitto e ucciso, assieme a tutta la sua gente. Og radunò quindi a
sua volta l'esercito per scendere in guerra contro gli Ebrei; finì a sua volta
ucciso e il suo regno venne interamente conquistato.
Gli Israeliti in questo
modo si assicurarono il possesso della Transgiordania, in vista della
successiva invasione della Terra Promessa. Questa regione fu assegnata alle
tribù di Ruben, Gad e a metà della tribù di Manasse, mentre
le altre si spartirono le terre ad ovest del Giordano.
Gigante
Nella Bibbia Og viene considerato l'ultimo superstite dei Refaim, una
stirpe di giganti. Il suo letto era di ferro (materiale
che all'epoca dell'Esodo era sconosciuto agli Ebrei), lungo nove cubiti e
largo quattro (ca. 4,05 x 1,80 m), e sarebbe poi stato trasportato nella città
di Rabba degli Ammoniti. In Amos 2,9 Og viene descritto alto
come i cedri e forte come le querce.
La sua morte viene raccontata con altri particolari nel Talmud. Qui Og
tenta di sradicare un'intera montagna per
seppellire l'accampamento israelita, ma l'intervento di Dio gliela fa
cadere sulle spalle ed egli rotola morto sul suolo.
Nel Corano Og non viene menzionato, ma la mitologia islamica lo
conosce sotto il nome 'Uj ibn Anaq. Anaq, di cui il gigante è detto
figlio, è un'altra figura mitologica, una malvagia figlia di Adamo ed Eva dalle fattezze
mostruose, che partorì Og in seguito a una relazione incestuosa.
Il
gigante riuscì a sopravvivere al Diluvio universale, ma finì poi ucciso da
Mosè.
Oloferne nella Bibbia
Oloferne era un generale al soldo di Nabucodonosor II. Dopo aver conquistato vari territori, assediò Betulia e Betomenstaim in Giudea. Durante quei frangenti Giuditta, donna ebrea coraggiosa e intelligente, si introdusse nell'accampamento di Oloferne dicendogli di aver tradito il proprio popolo, e dopo averlo ubriacato lo decapitò, lasciando così l'esercito assiro senza comandante.
La storia di Oloferne è raccontata nel Libro di Giuditta che, scritto verso il II secolo a.C., è entrato piuttosto tardi e dopo alcune incertezze - nel 382 d.C. in Occidente e nel 692 d.C. in Oriente - nella Bibbia cattolica e ortodossa, mentre è stato escluso dalla Bibbia ebraica e da quella protestante. Secondo gli studiosi della École biblique et archéologique française (i curatori della cattolica Bibbia di Gerusalemme), tale testo è caratterizzato da una notevole noncuranza nei confronti di storia e geografia.
Ad esempio, il tragitto compiuto dall'esercito di Oloferne è del tutto inverosimile e cita alcune città storicamente non conosciute e altre invece note ma riportate in modo geograficamente non coerente.
Ad esempio, il tragitto compiuto dall'esercito di Oloferne è del tutto inverosimile e cita alcune città storicamente non conosciute e altre invece note ma riportate in modo geograficamente non coerente.
Anche le città di Betulia e Betomestaim sono storicamente sconosciute, nonostante le precisazioni topografiche e benché Betulia - al centro della narrazione nel libro - sia presentata come città in posizione strategica per il controllo dell'accesso verso la Giudea.
Sempre secondo gli studiosi della École biblique et archéologique française, il tragitto di Oloferne e del suo esercito è una «"sfida" alla geografia» e l'autore del resoconto non conosceva la geografia della regione. Oloferne, inoltre, era un condottiero babilonese e non, come citato in Giuditta, assiro.
Sempre secondo gli studiosi della École biblique et archéologique française, il tragitto di Oloferne e del suo esercito è una «"sfida" alla geografia» e l'autore del resoconto non conosceva la geografia della regione. Oloferne, inoltre, era un condottiero babilonese e non, come citato in Giuditta, assiro.
Oloferne è divenuto figura proverbiale di superbia punita, e come tale è citato da Dante nel Purgatorio:
«Mostrava come in rotta si fuggiro li Assiri, poi che fu morto Oloferne, e anche le reliquie del martiro.»
(Divina Commedia, Purgatorio, canto XII, vv. 58 - 60)
L'episodio biblico concernente Oloferne è stato rappresentato da diversi pittori, tra cui Sandro Botticelli (in un dittico), Michelangelo (entro un pennacchio della volta nella Cappella Sistina), Giorgione, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Rubens e Gustav Klimt.
La figura di Oloferne nella musica
Personaggio dell'opera di Antonio Vivaldi, unico oratorio sopravvissuto, "Juditha triumphans devicta Holofernis barbarie (RV 644)" letteralmente Giuditta trionfa sul barbaro Oloferne. Viene rielaborata dall'autore la vicenda biblica della sconfitta assira dopo la presa della città ebrea di Betulia dal libretto di Jacopo Cassetti. Oloferne viene interpretato nell'opera dal contralto (Apollonia).
*Omri
Omri (in ebraico: "Il Signore è la mia vita") è stato un re d'Israele, condottiero militare e primo della stirpe dei re Omridi che comprendono anche Acab, Ahaziah e Ioram, nonché Atalia di Giuda.
Biografia
Era "comandante dell'esercito" di re Elah quando Zimri uccise Elah autoproclamandosi re. Invece, le truppe di Gibbethon scelsero Omri come re, ed egli li guidò a Tirzah dove catturarono Zimri nel palazzo reale. Zimri diede fuoco al palazzo e morì dopo un regno di soli sette giorni.
Nonostante Zimri fosse stato eliminato, metà delle persone ancora preferivano Tibni invece di Omri. Ad Omri servirono quattro anni per sottomettere Tibni e proclamarsi re d'Israele. Nei primi sei anni la sua capitale fu Tirzah, dopodiché costruì una nuova capitale del regno in Samaria, su una collina che aveva comprato da Shemer.
Omri divenne re d'Israele nel 31º anno di Asa, re di Giuda, e regnò per 12 anni, sei dei quali da Tirzah. I riferimenti biblici parlano di un periodo di rivalità con Tibni tra il 27° ed il 31° anno di Asa. William Albright ne datò il regno all'876-869 a.C., mentre Edwin Thiele propose l'888-880 a.C. per la rivalità con Tibni, e l'880-874 a.C. per il suo regno incontrastato.
Alcuni archeologi, come Israel Finkelstein (professore di archeologia all'Università di Tel Aviv), sostengono che il Libro dei Re minimizzi i risultati ottenuti da Omri. Secondo loro il testo biblico dice che Omri costruì la nuova capitale in Samaria (altro nome con cui si identifica Israele), ma potrebbe aver omesso altre costruzioni commissionate da Omri e dal figlio Acab durante il loro regno. Finkelstein e la sua assistente Norma Franklin hanno identificato costruzioni monumentali in Samaria, a Jezreel, a Megiddo e ad Hazor, in contrasto con l'umiltà dei reperti dissepolti in Giudea, che descrivono una situazione costituita più che altro da una serie di villaggi sparsi, poco aderente al racconto biblico.
Finkelstein ha anche rilevato attraverso la datazione al radiocarbonio, che le grandi fortificazioni israeliane associate all'Impero di Salomone, per esempio, di Meghiddo, risalgono ad un periodo di molto posteriore al IX secolo. Altri archeologi israeliani, tra cui Amnon Ben-Tor, Amihai Mazar, William G. Dever e Lawrence Stager, respingono questa teoria, affermando che è contraddetta dall'analisi scientifica del suolo, ed in generale dallo sviluppo della regione, e che la teoria si basa fortemente sulla seriazione delle ceramiche, una tecnica di datazione cronologicamente relativa piuttosto che assoluta, come invece è ad esempio il metodo del carbonio-14. Il dibattito non si è ancora concluso, sebbene recenti scoperte archeologiche a Gerusalemme e Khirbet Qeyiafa sembrino confermare uno sviluppo urbano della Giudea già dal X secolo a.C.
Il regno di Omri su Israele fu abbastanza tranquillo da permettergli di lasciarlo in eredità al figlio Acab, iniziando quindi una nuova dinastia (che alcuni chiamano "degli Omridi"). I suoi discendenti non governarono solo il regno d'Israele per i successivi 40 anni, ma anche il regno di Giuda. Fu abbastanza importante da vedere il suo nome citato su una stele eretta da Mesha, re dei Moabiti, il quale ricorda una sua vittoria su un figlio di Omri, omettendo però il nome del figlio. Thomas L. Thompson (The Bible in History), comunque, interpreta la stele di Mesha ipotizzando che Omri fosse un eponimo, o il leggendario fondatore del regno piuttosto che un personaggio storico. Molti archeologi rifiutano questa interpretazione, convinti che Omri sia una persona vera. I re assiri facevano spesso riferimento ai successori di Omri come appartenenti al "Casato di Omri" (Bit Hu-um-ri-a).
La dinastia omride
La dinastia fondata da Omri constituì un nuovo capitolo nella storia del regno settentrionale d'Israele. Terminò con quasi 50 anni di costante guerra civile per il trono. Ci fu pace col Regno di Giuda a sud, ed anche cooperazione tra i due stati rivali, mentre le relazioni con la vicina Sidone a nord furono rafforzate tramite matrimoni tra le due corti. Questa pace con i due potenti vicini permise al regno d'Israele di espandere la propria influenza ed il controllo politico in Transgiordania, portando prosperità economica al regno.
D'altra parte, la pace con Sidone portò anche alla penetrazione degli ideali religiosi fenici creando una kulturkampf tra tradizionalisti (guidati dal profeta Elia e dai suoi seguaci) ed aristocrazia (guidati dal figlio di Omri e suo erede Acab e dalla consorte Gezabele). In politica estera, questo periodo fu contemporaneo alla nascita del regno di Aram con sede a Damasco, ed Israele si trovò ben presto in guerra a nord-est. La peggiore minaccia, comunque, fu l'ascesa dell'Assiria, che stava iniziando ad espandersi verso ovest partendo dalla Mesopotamia: la battaglia di Qarqar (853 a.C.), che pose Salmanassar III di Assiria contro una coalizione di re locali, tra cui Acab, fu il primo scontro tra Assiria ed Israele.
Fu la prima di una serie di guerre che alla fine portarono alla distruzione del regno di Israele nel 722 a.C. ed alla riduzione del regno di Giuda ad uno stato sottomesso agli Assiri.
Omri nelle fonti archeologiche
In archeologia, Omri appare numerose volte nel secolo successivo. La stele di Mesha moabita (in esposizione presso il museo del Louvre) fa riferimento all'oppressione del Moab da parte di "Omri re d'Israele". Israele sarebbe stata in seguito definita nelle fonti "Casa di Omri" (Bit-Humria), ed il termine "Israele" fu usato sempre meno col passare del tempo. L'altro termine per definire Israele era "Samaria", usato a partire da quando iniziò il regno di Joash. L'obelisco nero assiro (esposto al British Museum) definisce Jehu (figlio di Jehoshaphat figlio di Nimshi) come "figlio di Omri" mentre la Bibbia lo definisce "il figlio di Jehoshaphat figlio di Nimshi".
Archeologicamente parlando, sembra che Omri sia universalmente riconosciuto come fondatore del regno israelita, nonostante Acab sia in realtà il primo re di Israele ad apparire nelle fonti non-israelite.
*Onan
Onan è un personaggio biblico, secondo figlio di Giuda.
Nel libro della Genesi si racconta come, secondo la legge del levirato, egli sposò Tamar, vedova di suo fratello Er; ma poiché secondo tale legge il figlio primogenito che ne avrebbe avuto non sarebbe stato considerato suo ma del fratello defunto, egli non volle averne e ricorse a un metodo anticoncezionale (il coitus interruptus).
Dio lo punì per la sua disobbedienza alla legge facendolo morire (Genesi 38,6-10).
Da questo episodio deriva il termine onanismo, spesso usato impropriamente anche come sinonimo di masturbazione.
Ooliàb col significato di "tenda
del padre" è un personaggio biblico, figlio di Achisamach, della tribù
di Dan.
Maestro di carpenteria, tessitura e ricamo, lavorò insieme a Bezaleel alla
costruzione del Tabernacolo e della stessa Arca dell'Alleanza.
Oolibama o Aolibama è
una figura femminile biblica, menzionata nella Genesi.
Era una donna cananea, figlia di Aná: divenne moglie di Esaù.
La coppia ebbe tre figli maschi: Jeus, Jalão e Coré, i progenitori delle tre
tribù degli Edomiti o Idumei, presso i quali il nome Oolibama fu dato anche a
individui di sesso maschile.
*Orpa
Orpa è un
personaggio biblico presente nel Libro di Ruth.
Noemi invita Rut e Orpa a ritornare in terra moabita: dipinto di William Blake, 1795
È la sposa moabita di Chilion, primogenito di Elimèlech e di Noemi, fratello
di Maclon. Alla morte di Elimèlech e dei suoi due figli in non meglio precisate
circostanze, le tre vedove (Noemi, Orpa e Rut), con Noemi dirigono verso
il paese di Betlemme di Giuda, terra nativa dei loro consorti. Orpa
ritorna agli dei pagani del suo popolo, mentre Rut -anch'essa maobìta-
raggiunge con Noemi la città di Betlemme, dimostrandosi decisa ad appartenere
ad un nuovo popolo e ad un nuovo Dio (v.16).
«Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e
un uomo di Betlemme di Giuda emigrò nella campagna di Moab, con la moglie
e i suoi due figli. Quest'uomo si chiamava Elimèlech, sua moglie Noemi e i suoi
due figli Maclon e Chilion; erano Efratei di Betlemme di Giuda. Giunti nella
campagna di Moab, vi si stabilirono. Poi Elimèlech, marito di Noemi, morì ed
essa rimase con i due figli. Questi sposarono donne di Moab, delle quali una si
chiamava Orpa e l'altra Rut.»
Durante il cammino, Noemi invita le due a tornare al loro luogo di nascita,
Moab; queste all'inizio piangono e chiedono di poter proseguire ma alla fine
Orpa, a differenza di Rut, desiste e, dopo aver baciato la suocera, parte e
torna verso il suo paese, Moab, il suo popolo e il suo dio, Camos. (Rut 1,6-14).
Il nome di questo personaggio deriva dall'ebraico Orpah , che indica il collo, ma
anche l'atto di decapitare.
Presentazione
Otniel (a volte indicato come Othniel o Othoniel) era membro della tribu
di Giuda e suo padre era Kenaz, fratello cadetto di Caleb. Divenne il
primo giudice dopo la morte di Giosuè. La sua storia viene
narrata prima nel Libro di Giosuè, e poi nel Libro dei Giudici (Capitoli
1 e 3).
Narrazione biblica
La moglie di Othoniel era la
cugina Acsa, figlia di Caleb il quale aveva offerto la sua mano
a chi avrebbe conquistato la città di Kirjath-Sépher (antico nome della città
di Debir, che sorgeva nei pressi dell'attuale Dahriya, in Cisgiordania).
Otniel quindi l'ebbe in sposa per il coraggio dimostrato nel guidare la
conquista della città.
Poi, il testo biblico racconta
dell'allontanamento degli Israeliti dal loro Dio e di come
essi si unirono a donne cananee.
Un re della Mesopotamia,
Kusham-Risheatayim, occupò allora la regione.
Otniel apparve come il salvatore inviato
da Dio. Egli raccolse un esercito e sgominò gli invasori, assicurando la pace
alla Terra di Israele per quarant'anni.
Ad Otniel succedette, come giudice
d'Israele, Eud.