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Personaggi Biblici C

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Personaggi Biblici "C"
Caino è un personaggio biblico, figlio maggiore di Adamo ed Eva e fratello di Abele.
Secondo la Genesi, è il primo uomo nato (non creato) nella storia umana ed è inoltre il primo fratricida, in quanto uccise suo fratello (Genesi 4,8). Secondo la tradizione ebraica, Caino uccise Abele con una lama prodotta dalla mandibola di un asino. La Genesi, però, non chiarisce le modalità dell’omicidio.
Nella Genesi
Caino appare nel libro della Genesi (4,1-15) come agricoltore mentre suo fratello Abele è pastore.
Il testo racconta che i sacrifici di Abele, a base di animali, erano graditi a Dio a differenza di quelli di Caino, a base di prodotti della terra. Caino si ingelosì di suo fratello e, nonostante Dio lo avesse invitato a non sconfortarsi (“Se agisci bene, un’offerta per il peccato è distesa presso la porta”: in altre parole, Dio avrebbe messo a disposizione di Caino un’offerta sacrificale sostitutiva a lui gradita, qualora quest’ultimo lo avesse accettato), Caino uccise il fratello.
Dio chiese conto a Caino dell'omicidio ed egli rispose: "Sono forse il custode di mio fratello?", non mostrando alcun pentimento o rimorso.
Dio condannò quindi Caino ad essere per sempre ramingo e pose un segno su di lui come marchio ma proibì che fosse ucciso: chi l'avesse fatto, infatti, avrebbe subito la vendetta sette volte. Caino si recò quindi "nel paese di Nod, ad oriente dell'Eden", portando con sé sua moglie (Genesi 4,16-24). La Bibbia non indica il nome della moglie di Caino, né chiarisce la sua provenienza; in ogni caso, Adamo ed Eva ebbero molti figli e figlie, ma la Genesi indica il nome solo dei primi tre figli maschi: Caino, Abele e Seth (Genesi 5,4).
Testi apocrifi citano la moglie di Caino con il nome di Remona una sua lontana cugina.
Al primogenito di Adamo, Caino, viene attribuita l'origine della tribù dei Keniti. Inoltre egli "si mise a edificare una città" e le diede il nome del figlio: Enoch. I suoi discendenti sono in parte elencati e includono uomini che si distinsero come nomadi allevatori di bestiame, suonatori di strumenti musicali e forgiatori di arnesi di metallo e altri che divennero noti perché praticavano la poligamia e per la loro violenza.
Nella tradizione ebraica
- Caino e Abele ebbero due sorelle gemelle rispettivamente di nome Calmana e Deborah e ognuno sposò la sorella dell'altro per ordine divino al fine di assicurare la sopravvivenza della specie umana. Secondo un Midrash e lo Zohar, i motivi dell'uccisione da parte di Caino del fratello Abele furono la gelosia e la discussione su chi dovesse sposare la terza: i commentatori, tra cui Rashi, affermano che questo caso non ricade nel divieto di commettere incesto ma è anzi segno della Bontà di Dio l'aver concesso le unioni tra Caino, Abele e le loro sorelle affinché si continuasse la specie (caso poi proibito: cfr matrimonio (religione)). Caino pretendeva anche la seconda sposa giustificandone il diritto per la propria primogenitura.
- Dio non gradì l'offerta vegetale (semi di lino ed orzo) di Caino poiché egli non scelse la parte migliore del suo raccolto e la offrì in modo sbagliato: egli, pensando anche di poter risolvere la maledizione della terra, decise di offrire semi di lino, in quel momento certamente non apprezzabili, per confrontarne la natura con la situazione peggiorata della Terra, quasi una sfida verso Dio.
- Sin dalla nascita, Caino riportò le conseguenze negative del veleno iniettato in Eva dal serpente da cui Abele invece nacque immune.
- Quando Caino e Abele si scontrarono, dopo che Caino, già determinato a ucciderlo, gli propose di dividere il mondo con le cose che si muovono per il secondo e la terra per sé (infatti, dopo l'accordo, Caino disse subito ad Abele di andar via dalla terra) e Abele fuggì sino sulle alture dei monti, dopo l'attacco del primo, Abele riuscì poi a prevalere, anche per la sua potenza, ma Caino finse di dispiacersi in quanto fratelli; Abele ne ebbe pietà, lo lasciò e Caino, approfittandone, prese una pietra con cui lo uccise gettandogliela al collo: anche per questo i Maestri ebrei deducono l'importanza del versetto che afferma di non essere buono con il malvagio anche per il male che ne verrebbe.
Quando Caino decise di uccidere il fratello Abele, ebbe conoscenza del modo in cui farlo osservando il padre Adamo sacrificare dei tori per Dio (infatti, precedentemente a questo episodio, non sapeva come fare benché avesse già deciso di compiere l'assassinio): secondo i commentatori Caino fu invidioso di Abele perché Dio fece scendere il fuoco celeste per consumare la sua offerta mentre la propria, ritenuta riprovevole secondo quanto sopra spiegato, fu scartata (Caino fu contadino, in quel momento quasi una sfida a Dio con intenti come i suoi, almeno sino a quando giunse poi Noè).
- Quando Dio cercò la Teshuvah di Caino, egli rispose con sfacciataggine: "...perché mi interroghi?! ...Tu avresti potuto impedire che questo avvenisse... Tu hai creato in me lo Yetzer ha-ra..." e Dio iniziò il suo rimprovero accusandolo di essere malvagio e dicendogli che, uccidendo suo fratello Abele, aveva impedito che quattro famiglie sorgessero da lui (Midrash Tankhumah Bereshit 9).
Punizioni contro Caino:
- per aver tentato di divenire il solo padrone della Terra, fu condannato a vagare errabondo su di essa;
- non avrebbe tratto vantaggi dalla terra, che non sarebbe stata fertile come precedentemente;
- non appena ti fermerai, tutti ti inseguiranno e ti colpiranno. Sarai dunque costretto a fuggire costantemente e, ogni volta che ti fermerai, la terra tremerà sotto i tuoi piedi;
- ...alla fine morirai coperto di vergogna senza ricevere la giusta sepoltura.
- Ascoltate le punizioni dette a lui da Dio, Caino chiese senza il modo corretto di non essere ucciso, cosa che temeva maggiormente: Dio gli promise che questa punizione sarebbe stata poi inflitta dopo sette generazioni infatti, giunto il momento, quando Lemech era a caccia con il figlio Tubal Cain, non distinguendo Caino e credendo si trattasse di un animale per il corno cresciuto (su Caino), ulteriore punizione, questo avvisò il padre Lemech che quindi uccise Caino involontariamente.
Nel Nuovo Testamento greco ci si riferisce a Caino come "εκ του πονηρου", ovvero "dal maligno", o anche "del maligno". Molti interpretano questa traduzione come prova che Caino fosse letteralmente il figlio del serpente nel Giardino dell'Eden. Parallelamente a questa ipotesi, nella tradizione ebraica si dice che il serpente (נחש, nahash in ebraico) sia il padre di Caino.
In tutte le versioni della storia, Caino è un agricoltore e Abele un pastore. Caino viene ritratto come un peccatore e come il primo traditore della storia, assassino di suo fratello, dopo che Dio ebbe rifiutato i frutti del suo raccolto in favore degli agnelli sacrificati da Abele. Caino viene menzionato come il primogenito di Adamo ed Eva, e quindi, come dicono le sacre scritture, il primo essere umano a nascere. Abele è stato la prima vittima, il primo essere umano a morire.
La più antica versione conosciuta della narrazione viene dai Manoscritti del Mar Morto ed è risalente al I secolo a.C. La storia di Caino e Abele è presente anche in altri testi, ed è oggetto di varie interpretazioni.
Abele, in quanto prima vittima, a volte viene visto come il primo martire; Caino invece viene visto come un progenitore del male. Varie allusioni a Caino e Abele come archetipo del fratricidio sono presenti in numerosi riferimenti e racconti, attraverso l'arte medievale e altre opere d'arte classiche Shakespeareane.
Il nome Abele, in ebraico, è composto da una radice che rimanda alla parola respiro. Secondo altri deriverebbe invece dal sumerico ibila o anche dall'accadico ablu, che significa "figlio".
Il nome di Abele è stato utilizzato in molte lingue europee come nome proprio o cognome. Nella lingua inglese, verso il XVII secolo compare anche quello di Caino, grazie all'influenza dei Puritani. Contrariamente a quanto creduto il cognome McCain non significa Figlio di Caino in gaelico, ma è una contrazione (come McCann) del nome Mac Cathan, dove, in gaelico, Cathan significa guerriero, da cath, ovvero battaglia.
Per convenienza, la storia può essere considerata in due sezioni, in una l'omicidio e il motivo, nell'altra i confronti e le conseguenze.
Origini religiose sulla storia di Caino e Abele si possono trovare nella Genesi, nell'Al-Ma'ida Sūra e nella Perla di gran prezzo.
Considerazione ebraico-cristiana
«Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.»
La morte di Abele
Nel Cristianesimo, a volte vengono fatti dei paragoni tra la morte di Abele e quella di Gesù, finora visto come il primo martire; in Matteo 23:35, Gesù parla di Abele come giusto: «35 affinché venga su voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figliuol di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare.»
Nella Lettera agli Ebrei è scritto che: «24 Vi siete avvicinati a Gesù stesso, il mediatore del nuovo patto; al suo sangue sparso, il cui messaggio è migliore di quello del sangue di Abele.»
Il sangue di Cristo viene interpretato come portatore di misericordia e di salvezza; quello di Abele invece è considerato sinonimo di sete di vendetta (quindi come la maledizione e il marchio di Caino) Fede, testimonianza e salvezza sono riassunti nel concetto di Redenzione.
In merito a Caino e Abele, si esprime anche la Prima Lettera di Giovanni:
«Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.
Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello eran giuste.»
Il messaggio rinvia al Comandamento dell'amore, nella fede, nella giustizia e nella carità.
Sepoltura
Secondo la credenza sciita, Abele è sepolto nella moschea Nabi Habeel, che si trova ad ovest di Damasco, in Siria.
L'errante
Per aver ucciso il fratello, Caino è stato condannato da Dio a viaggiare sulla terra per sempre, in maniera molto simile alle più recenti leggende dell'Olandese volante e dell'Ebreo errante.
Il tema del Caino viandante è apparso anche nel folclore mormone, nel quale viene narrato che uno dei primi leader mormoni, David W. Patten, incontrò nel Tennessee un uomo alto, dai lunghi capelli e di pelle scura, che diceva di essere Caino. Il racconto narra che Caino aveva ardentemente desiderato di morire, ma gli era stato negato questo suo desiderio, e che il suo scopo è quello di distruggere le anime degli uomini.
Nel Libro dei Giubilei è scritto che Caino si stabilì, sposò sua sorella Awan e generò un figlio, Enoch (da non confondersi con l'antenato di Noè), approssimativamente 196 anni dopo la creazione di Adamo. Caino fondò una prima città, e la chiamò Enoch, come suo figlio, costruì una casa e visse lì, finché la casa non gli crollò addosso e morì nello stesso anno della morte di Adamo.
Una leggenda medievale narra che Caino viaggiò fino ad arrivare alla Luna e si stabilì lì con una fascina di spine sulla schiena. Questa storia ebbe origine grazie alla fantasia popolare riguardo alle ombre sulla faccia della luna (ovvero i crateri).
Un riferimento a questa credenza lo si può trovare nella Divina Commedia (canto XX verso 126) dove l'espressione "Caino e gli stecchi" viene usata come sinonimo di "luna". A questa credenza è probabilmente legata la filastrocca infantile che così viene recitata (con la variante «ecco» al posto di «vedo»):
«Vedo la luna, vedo le stelle, vedo Caino che fa le frittelle, vedo la tavola apparecchiata, vedo Caino che fa la frittata.»
È un personaggio biblico, uno dei tre figli di Noè insieme a Sem e Jafet.
Il nome
Il nome di Cam deriva dall'egiziano Khem, cioè "terra nera", con cui gli egizi indicavano il loro paese, reso fertile dal limo scuro delle inondazioni del Nilo, in contrapposizione alle "terre rosse" dei deserti circostanti. Infatti Cam fu padre di Mizraim, cioè dell'Egitto (Mis-Ra, Ramis: Ra salvato dalle acque), oltre che dei popoli etiopi (in ebraico, il termine Cus identifica grosso modo i territori corrispondenti agli odierni Sudan ed Etiopia settentrionale) e di alcuni gruppi del Medio Oriente (Canaan).
Storia
Secondo le Scritture, Noè generò i tre figli, Sem, Cam e Jafet, all'età di 500 anni (Genesi 5:32), cioè cento anni prima del diluvio universale.
Figlio minore di Noè (Genesi 9:24), Cam si sposò prima del Diluvio e sopravvisse ad esso, assieme ai suoi fratelli. I suoi quattro figli nacquero successivamente: Cush, Mizraim, Phut e Canaan (Genesi 10:2), da cui discesero, rispettivamente, gli etiopi, gli egizi, alcune tribù africane, e i cananei (1Cronache 1).
Maledizione di Cam e Caanan
Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: "Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!". E aggiunse: "Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet ed egli dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!". (Libro della Genesi, 9:24-27)
Qualche tempo dopo egli fu implicato nell'episodio che portò alla maledizione di suo figlio Canaan. Noè si era ubriacato di vino e si era scoperto nella sua tenda addormentandosi nudo. Cam vide la nudità del padre e, invece di mostrare giusto rispetto al capofamiglia, al servitore e profeta per mezzo del quale Dio aveva preservato la razza umana, riferì ai due fratelli ciò che aveva visto. Sem e Jafet mostrarono il giusto rispetto camminando all'indietro per coprire il padre con un mantello, in modo da non disonorarlo guardandone la nudità. Al suo risveglio Noè pronunciò una maledizione su Cam, su Canaan e sulla loro discendenza.
Nella successiva benedizione di Sem, che includeva una benedizione anche per Jafet, Cam fu trascurato e ignorato; solo Canaan fu menzionato come maledetto, e fu profetizzato che sarebbe diventato schiavo di Sem e di Jafet (Genesi 9:20-27). La maledizione fu in parte adempiuta quando gli israeliti, che erano semiti, soggiogarono i cananei.
Nella Bibbia Edizioni Paoline del 1958, curata dall'esegeta Giuseppe Ricciotti, i Camiti erano identificati con le popolazioni africane, i Semiti con le popolazioni asiatiche e i discendenti di Jafet con gli europei.
Tale opinione era condivisa dal missionario cattolico Daniele Comboni, che nelle proprie relazioni epistolari con gli altri membri della propria congregazione, sembrava credere fermamente all'identificazione tra popolazioni nere e discendenti della stirpe di Cam.
Tale interpretazione è stata in seguito abbandonata: attualmente tutte le principali Bibbie cattoliche (Bibbia CEI, Bibbia Edizioni Paoline e la Bibbia di Gerusalemme) e anche l'interconfessionale Bibbia TOB identificano i camiti con le popolazioni cananee, storiche nemiche degli Israeliti. Anche il Dizionario Biblico a cura di Francesco Spadafora ed il Nuovo Grande Commentario Biblico affermano che è errato identificare i Camiti con le popolazioni nere dell'Africa.
 
Canaan   un patriarca citato nel libro della Genesi. Egli era figlio di Cam, a sua volta figlio di Noè.
 
Storia
 
Un giorno Cam sorprese il padre addormentatosi completamente nudo e ne informò i fratelli Sem e Jafet, i quali mostrarono il giusto rispetto camminando all'indietro per coprire il padre con un mantello, in modo da non disonorarlo guardandone la nudità. Al suo risveglio Noè maledisse Cam e suo figlio Canaan dichiarandolo servitore di Sem. Questa narrazione è nota come la maledizione di Cam.
 
Un'interpretazione possibile è che Canaan abbia tentato di commettere un atto oltraggioso su Noè e che Cam, avendolo visto, invece di rimproverare il suo figlio cadetto, abbia raccontato il disonore del padre ai suoi due fratelli, Sem e Jafet.
 
Canaan dà il suo nome al "paese di Canaan", mentre i suoi tre fratelli Cush, Mizraim e Phut sono rispettivamente eponimi dell'Etiopia, dell'Egitto e della Libia.
 
I figli di Canaan furono: Tsidone, Het, i Gebusiti, gli Amorrei, i Gergesei, gli Evei, gli Architi e i Sinei, gli Arvaditi, i Semariti e gli Amatiti.
 
Il paese di Canaan
 
Il nome di Canaan è antico e pare sia comparso nel III millennio a.C. Sono state trovate citazioni del suo nome su tavolette rinvenute in differenti regioni del Vicino Oriente antico (Antico Egitto, Mesopotamia, Siria) ov'essa appariva come entità politica distinta. Nella lingua ebraica della Bibbia essa prende talvolta il significato di mercante a causa della vicinanza con i Fenici che avevano la reputazione di commercianti in una gran parte del Vicino Oriente antico. La storia di Canaan è anteriore all'arrivo dei popoli del Mare.
 
Le scoperte archeologiche condotte da Israël Finkelstein negli anni 1990 tenderebbero a provare che il paese di Canaan non fu conquistato militarmente, ma che la comparsa delle prime comunità israeliane sulle alture interne, verso il 1200 a.C., fa di questi ultimi dei gruppi di capostipiti essi stessi canaanesi probabilmente dissidenti, refrattari alla dominazione egiziana che imperversava allora.
Al partire dal momento in cui Israele emerse il termine Canaan iniziò a lasciare posto a tre nuovi termini a seconda delle regioni: la Fenicia designava il litorale nord, la Filistea designava il litorale sud e il Regno di Israele il territorio interno.
Chedorlaomer è un personaggio biblico. Stando alla Bibbia, fu re dell'Elam ai tempi del patriarca Abramo.
Andò in guerra contro Bera, re di Sodoma, Birsa, re di Gomorra, Sineab, re di Adma, Semeber, re di Zeboim e contro il re di Bela. Dopo essere stati assoggettati a lui per dodici anni, questi Re si ribellarono. Infine venne ucciso dal patriarca Abramo.
Chedorlaomer, prima che Abramo giungesse nella Terra Promessa nel 1943 a.C., aveva esteso il suo potere verso Ovest fino ai confini dell'Egitto. Dopo 12 anni di servitù, 5 re presso l'estremità Sud del Mar Morto si erano ribellati contro il loro signore orientale.
Nel 14º anno, Chedorlaomer e 3 re alleati, Amrafel re di Sinar, Arioc re di Ellasar e Tidal re di Goim, si spinsero a Ovest per soffocare la rivolta.
Partendo da Nord, e avanzando verso Sud, distrussero tutte le città lungo le vie carovaniere a Est del Giordano e a Sud del Mar Morto, nella zona occupata in seguito dagli amalechiti. Fu poi facile mettere in fuga i 5 re promotori dell'insurrezione.
Anche Lot, nipote di Abramo, che abitava nelle vicinanze, fu preso prigioniero da Chedorlaomer. Abramo, saputolo, partì subito all'inseguimento con 318 servitori armati. A Dan sorpresero le preponderanti forze nemiche e, riuscendo a respingerle fino a Oba, a Nord di Damasco, liberarono i suoi beni.
Il nome Chedorlaomer come tale non si trova nelle liste degli antichi sarrem dell'Elam ma è riconosciuto come un nome elamita. Kudur, possibile variante di Chedor, compare in molti nomi composti, mentre Lagamar, abbastanza simile a Laomer, era una divinità elamita.
Colomba è il nome dato dalla Bibbia CEI alla maggiore delle tre figlie che Giobbe ebbe dopo essere stato messo alla prova da Satana.
Personaggio Biblico
Nella Bibbia TILC la donna viene invece indicata con il nome di Gemina, traslitterazione dell'ebraico יְמִימָה, Yemimah, che significa effettivamente 'colomba'. Le due sorelle di Colomba sono chiamate Cassia e Fiala di Stibio nella Bibbia CEI, e Chesia e Cherenappuc nella Bibbia TILC. I sette fratelli di Colomba non vengono nominati.
Colomba e le sue sorelle furono, secondo il testo biblico, donne di estrema bellezza. Degno di nota è il fatto che Colomba e le sue sorelle vengano nominate eredi di Giobbe, al pari dei loro fratelli. Colomba non appare in nessun altro libro della Bibbia.
 
Core è un personaggio della Bibbia, avversario di Mosè e Aronne, di cui si raccontano le vicende nel Libro dei Numeri al capitolo XVI.
 
Punizione dei ribelli, Sandro Botticelli, 1481-1482
 
Core, della tribù dei Leviti, di Levi, e Dathan e Abiram, della tribù di Ruben, mal sopportavano le prerogative sacerdotali e teocratiche che facevano capo a Mosè e Aronne.
Dopo aver raccolto duecentocinquanta israeliti insorsero contro i due capi affermando che "Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l'assemblea del Signore?".
 
La prova
 
Mosè ed Aronne accettarono la sfida. Core, i suoi seguaci ed Aronne avrebbero tutti offerto al Signore incensi e profumi, davanti alla comunità di Israele riunita. La gloria del Signore apparve alla comunità e il Signore disse a Mosè ed Aronne che l'avrebbe consumata all'istante.
I due leader principali del popolo ebraico però implorarono il Signore di non punire l'intera comunità per la colpa di alcuni. Allora, dopo aver fatto allontanare la comunità dai 250 ribelli, Mosè invocò il giudizio del Signore e, ancora mentre parlava a Dio con questa preghiera, immediatamente Core, Datam, Abiram, le rispettive famiglie e chi a loro si era "attaccato" sprofondarono sottoterra e scesero vivi agli inferi, inoltre un fuoco celeste dal Cielo divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l'incenso.
 
La punizione e il perdono
 
Lo stesso argomento in dettaglio: Shekhinah e Torah.
 
Nel capitolo XVII si narra il seguito della vicenda: con gli incensieri in bronzo dei ribelli venne rivestito l'altare del Signore e si stabilì che solo i discendenti di Aronne avrebbero potuto bruciare incenso in presenza del Signore. Il popolo però era rimasto turbato da quanto avvenuto ai ribelli il giorno prima e cominciò ad adunarsi contro Mosè ed Aronne.
La nube del Signore cominciò ad oscurare la tenda del convegno, dove stavano Mosè ed Aronne, e il Signore disse che avrebbe consumato all'istante la comunità.
Mosè allora disse ad Aronne di compiere il rito espiatorio per il popolo, per interrompere il flagello che già stava cominciando. Aronne corse con l'incensiere in mezzo al popolo, mise l'incenso nel braciere e fece il rito espiatorio, fermando così il flagello, che però aveva già causato la morte di 14700 persone - oltre a quelle morte per i fatti di Core, ponendosi [Aronne] ...tra i vivi ed i morti...
 
Culda, o Ulda o Hulda, è una profetessa menzionata nella Bibbia in 2 Re 22,14-20 e 2 Cronache 34,22-28[2]. Secondo la tradizione ebraica, era una delle "sette profetesse", con Sara, Miriam, Debora, Anna, Abigail ed Ester. Dopo la scoperta di un libro della Legge durante i lavori di ristrutturazione al Tempio di Salomone, su ordine del re Giosia, il sacerdote Chelkia insieme ad Achikàm, Acbor, Safan e Asaià le si avvicinò per chiedere l'opinione del Signore.
 
Era moglie di Sallum, figlio di Tokhath (chiamato anche Tikva), a sua volta figlio di Carcas (chiamato anche Hasrah), custode del guardaroba. Viveva a Gerusalemme, nel secondo quartiere.
 
Le porte di Culda nel muro meridionale del Monte del Tempio prendono il nome da lei.
 
Nella Bibbia
 
Il racconto in 2 Re, 22 racconta la consulenza di Culda come segue:
 
«Il sacerdote Chelkia, insieme con Achikàm, Acbor, Safan e Asaià, si recò dalla profetessa Culda, moglie di Sallum, figlio di Tikva, figlio di Carcas, custode delle vesti, la quale abitava nel secondo quartiere di Gerusalemme; essi parlarono con lei, che rispose loro: «Così dice il Signore, Dio d'Israele: «Riferite all'uomo che vi ha inviati da me: Così dice il Signore: Ecco, io farò venire una sciagura su questo luogo e sui suoi abitanti, conformemente a tutte le parole del libro che ha letto il re di Giuda»
 
Dopo aver riconosciuto l'autenticità del libro e profetizzato un futuro di distruzione per non averlo seguito, Culda concluse rassicurando il re Giosia che a causa della sua pietà, Dio avrebbe ascoltato la sua preghiera: "sarai loro riunito nel tuo sepolcro in pace e i tuoi occhi non vedranno tutta la sciagura che io farò venire su questo luogo".
 
L'oracolo profetico di Culda identificava le parole che il re di Giuda udì (2 Re 22,18) con ciò che Jahvè aveva detto (2 Re 22:19). Secondo William E. Phipps, Culda è la prima persona a dichiarare che certi scritti sono la Sacra Scrittura.
 
Culda appare nella Bibbia ebraica solo in nove versetti, 2 Re 22, 13-20 e 2 Cr 34, 22–28. Il breve racconto di cui è protagonista è sufficiente per chiarire che lei era considerata una profetessa abituata a pronunciare la parola di Dio direttamente ai sommi sacerdoti e ai funzionari reali, che erano solito venirle in supplica.
La donna parlava ai re e alle nazioni del loro destino, aveva l'autorità per determinare cosa fosse e cosa non fosse la vera Legge e poteva quindi esprimersi in maniera perentoria. Tuttavia la Bibbia non offre su di lei il tipo di informazioni di base, al contrario di altri profeti fondamentali. In effetti, sappiamo di più sul passato di suo marito di quanto sappiamo del suo, e le poche informazioni che abbiamo di lei personalmente sono in gran parte in relazione a suo marito.
 
Esistono due tradizioni contrastanti riguardo al luogo di sepoltura di Culda. La Tosefta registra il luogo di sepoltura di Culda come tra le mura di Gerusalemme. Durante il Medioevo si sviluppò una seconda tradizione identificando il luogo di sepoltura di Culda con una grotta scavata nella roccia sotto una moschea sul Monte degli Ulivi, presso la Chiesa dell'Ascensione. La grotta è considerata sacra per ebrei, musulmani e cristiani.
Cush era il figlio maggiore di Cam, fratello di Canaan e il padre di Nimrod, di cui alla "Tavola delle Nazioni" nella Bibbia ebraica (Genesi 10:06, I Cronache 01:08). Il nome è di solito considerato l'eponimo del popolo di Kush.
Secondo la Genesi, gli altri figli di Cush erano Seba, Havilah, Sabtah, Raamah e Sabtecah, nomi individuati dagli studiosi moderni con le tribù arabe.
Interpretazioni
Giuseppe Flavio ritiene che il popolo dei cusciti discenda da Cush, figlio di Cam e nipote di Noè.
L'esistenza dello storico Regno di Kush, che era localizzato nel sud dell'attuale Egitto e del Sudan, non può essere ragionevolmente messo in discussione, anche se lo stesso termine Kush può essere stato usato per tutti i popoli che vivevano a quelle latitudini, ovvero a sud dell'Alto Egitto. Inoltre, il moderno ramo cuscita della famiglia delle lingue afro-asiatiche parlate da diverse popolazioni del Corno d'Africa, è denominata così con riferimento al Cush biblico.
Le lingue del ramo cuscita attualmente sopravvissute comprendono il somalo, l'Afar, l'Oromo e altre lingue tribali del corno d'Africa, e furono tradizionalmente considerate discendenti da Cush sin dal 947 d.C. Il popolo Begia, che parla una lingua cuscita, vanta specifiche tradizioni genealogiche riguardo alla discendenza da Cush.
L'Esploratore James Bruce, che visitò gli altopiani dell'Etiopia c. nel 1770, scrisse di
«Una tradizione tra gli abissini, che dicono di aver avuto da tempo immemorabile, che nei giorni dopo il diluvio, Cush, figlio di Cam, viaggiava con la sua famiglia lungo il Nilo fino a raggiungere la pianura di Atbara, allora ancora disabitata, da dove potevano vedere l'intero altopiano etiope. Lo risalirono e lì costruirono la città di Axum, e qualche tempo dopo, tornando verso la pianura, edificarono Meroe[4]»
Egli inoltre affermò che gli studiosi europei del suo tempo avevano sommariamente respinto questo racconto sulla base della loro teoria tradizionale, che affermava che Cush arrivò in Africa attraverso l'Arabia saudita e il Bab el-Mandeb. Inoltre, riguardo al grande obelisco di Axum, si ritiene che sia stato eretto da Cush per marcare il suo territorio, e che egli riferì a suo figlio Ityopp il desiderio di essere sepolto lì sotto, secondo il Libro di Axum.
La moglie di Mosè era una cuscita, secondo il Libro dei Numeri 12:1. Parimenti nella Tragedia di Ezechiele Mosè viene descritto come uno straniero nella terra di Madian, e procede inoltre a descrivere gli abitanti delle terre ancestrali in Africa:
«Straniero, questa terra è chiamata la Libia (un antico nome per il continente africano) È abitata da tribù di popoli diversi, etiopi e altri uomini scuri. Un uomo è il signore del paese: Lui è re e il Comandante militare. Egli governa lo stato, i giudici del popolo, ed è sacerdote. Quest'uomo è mio padre Jethro.»
Studiosi come Michaelis Johann Rosenmüller e altri hanno sottolineato che il nome Cush è stata assegnato a varie zone adiacenti su entrambi i lati del Mar Rosso in Arabia (Yemen) e in Africa. Nel V secolo d.C., la tribù degli Himyariti nel sud dell'Arabia furono descritte dagli scrittori siriani come cusciti ed etiopi[5].
Una pagina del dizionario yiddish - ebraico - latino - tedesco di Elia Levita del XVI secolo d.C., contiene un elenco di nazioni, tra cui la parola "כושי" etiope o Cushi, tradotto in latino come "aethiops" e in tedesco come "Mor".
Alcune iscrizioni babilonesi menzionano il popolo dei Kashshi o Cassiti, che peraltro distrussero anche l'antico Regno di Babilonia, che al tempo erano ritenuti discendenti di Cush, a sua volta antenato di Nimrod in Genesi, capitolo 8.
Anche se mancano prove decisive, alcuni ancora sostengono che i diversi riferimenti al Cush del Vecchio Testamento non si riferiscono all'Etiopia, ma ai territori di Phut e Mizraim (Libia ed Egitto).
La domanda retorica: "Può un Kushita cambiare la sua pelle?" in Geremia 13:23 si riferisce alla gente di una pelle di un colore nettamente diverso da quello degli Israeliti, probabilmente un popolo africano, anche, la traduzione greca dell'Antico Testamento fatta da ebrei di lingua greca tra ca. 250 a.C. e il 100 a.C. uniformemente traduce Cush come "Etiopia".
Lo storico persiano Muhammad ibn Jarir al-Tabari (c. 915) racconta una tradizione che la moglie di Cush fu chiamata Qarnabil, figlia di Batawil, figlio di Tiras, e che lei gli portava i popoli "abissini, Sindhi e indiani"
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