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Deserto

Con Gesù > Storie brevi per l'anima
Queste piccole storie vogliono solo chiederti un momento di attenzione per quelle voci che abbiamo dimenticato di ascoltare. Quelle voci e quei canti che abbiamo dentro e che ci parlano di cieli azzurri e aria pulita, di sogni e di batticuori, di voglia di abbracciarsi e piangere insieme, di un Dio sconvolgente che è venuto a chiederci di lasciarci salvare da Lui. (Bruno Ferrero)

*Il miraggio *Il latte di Dio *Il deserto piange *Sorpresa tra le dune *Le cavallette nella zuppa *La nuvola e la duna *Le mani di Dio *Al tramonto

I nostri giorni spesso sembrano strade lunghe e magari in salita. Le piccole storie contenute in questa pagina hanno solo lo scopo di "accorciarvi un po' la strada". Ma se serviranno anche a qualcos'altro, tanto meglio.


*Il miraggio

Capitò di smarrirsi a un povero viaggiatore che attraversava il deserto. Anche le sue scorte di cibo e di acqua si erano esaurite.
Le forze gli vennero meno e si lasciò cadere sulla sabbia spossato. Riaprendo gli occhi, vide a una breve distanza le palme di un'oasi.
Gli sembrò di sentire persino il gorgogliare di una sorgente. "É solo un miraggio", si disse disperato e si lasciò morire.


*Il latte di Dio  

Quando errava nel deserto, un giorno, Mosè incontrò un pastore. Passò tutta la giornata con lui e l'aiutò a mungere le pecore. All'imbrunire, Mosè vide il pastore che versava un po' del latte migliore in una scodella che poi depose su una pietra poco distante dalla capanna dove si trovavano. Mosè domandò a che cosa serviva quel latte e il pastore rispose: "É il latte di Dio".
Incuriosito Mosè gli chiese di spiegarsi. Il pastore gli disse: "Metto sempre da parte il latte migliore e lo offro a Dio".
Mosè sentì subito di correggere la fede ingenua del pastore, e insistette: "E Dio lo beve?". "Certo!" rispose il pastore. Mosè cominciò a spiegare che Dio è puro spirito e che quindi non può bere latte. Il pastore non gli credeva e Mosè gli suggerì di nascondersi dietro un cespuglio per vedere se Dio sarebbe venuto a bere il suo latte. Il pastore si nascose appena scese la notte. Al chiarore della luna, vide un volpacchiotto arrivare dal deserto trotterellando. Dopo aver guardato a destra e a sinistra, l'animale si buttò sul latte che lappo' golosamente. Poi sparì di nuovo nel deserto. Il giorno dopo, Mosè vide il pastore triste. "Qualcosa non va?" Gli chiese. "Avevi ragione tu" gemette. "Dio è un puro spirito e non vuole il mio latte!". Sbalordito, Mosè esclamò: "Dovresti essere contento. Adesso sai qualcosa di più su Dio rispetto a qualche giorno fa". "Si" ammise il pastore. "Ma la sola cosa che avevo per mostrargli il mio amore mi è stata tolta".
Mosè comprese. Si ritirò in solitudine e cominciò a pregare con tutte le sue forza. Nel corso della notte, Dio gli apparve e gli disse: "Mosè, hai sbagliato. É vero che sono puro spirito, ma accettavo con piacere il latte offerto dal pastore, il segno del suo amore; però, dal momento che non avevo bisogno del suo latte, lo dividevo con quel volpacchiotto che ne è goloso".

Ci sono uomini che si credono molto sapienti e deridono la fede dei semplici e delle "vecchiette". Dobbiamo ricordare sempre la gioiosa preghiera di Gesù: "Ti ringrazio, Padre, Signore del Cielo e della terra. Ti ringrazio perché hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli. Si, Padre, così tu hai voluto".


*Il deserto piange
Nel Nord Africa, un missionario, fu sorpreso dal curioso comportamento di un beduino. Ogni tanto l'uomo si stendeva per terra, lungo e disteso sul terreno, e premeva l'orecchio contro la sabbia del deserto.
Meravigliato, il missionario gli chiede: "Che cosa fai?". Il beduino si rialzò e rispose: "Amico, ascolto il deserto che piange. Piange perchè vorrebbe essere un giardino".
Come vuoi che io parli di Lui? Non posso esprimerlo a parole. Devo viverlo e basta. Vorrei gridarlo, vorrei sbatterlo in faccia a tutti. Per la strada, nel metrò, l'indifferenza, il disprezzo, la collera che mi assale, vorrei distruggerli per sempre. Se questo è il volto di Dio io sono pagana.
Ma so che egli esiste nel mondo di uomini e donne che vivono semplicemente la vita e sanno nel sorriso e nello sguardo di poter accendere una stella nel cuore di un bimbo, di un povero, di un vecchio. Tutte queste stelle disperse, sparpagliate per il mondo, finiranno un giorno per abbracciare l'universo. Nel fuoco di amore e di gioia brillerà il volto di Dio, per grazia di alcuni. In loro io ho fiducia, voglio cercare di seguirli. In loro io credo. E il deserto fiorirà. (Anna, 18 anni)


*Sorpresa tra le dune
Un uomo si era perduto nel deserto e si trascinava da due giorni sulla sabbia infuocata. Era ormai giunto allo stremo delle forze.  Improvvisamente vide davanti a sé un mercante di cravatte. E
cercò subito di venderne una al pover’uomo, che stava morendo di sete.
Con la lingua impastoiata e la gola riarsa, l’uomo gli diede del pazzo: “Si vende una cravatta a uno che muore di sete?”.
Il mercante alzò le spalle e continuò il suo cammino nel deserto. Alla sera, il viaggiatore assetato, che strisciava ormai sulla sabbia, alzò la testa e rimase allibito: era nel piazzale di un lussuoso ristorante, con il parcheggio pieno d’automobili!
Una costruzione grandiosa, assolutamente solitaria, in pieno deserto. L’uomo si arrampicò a fatica fino alla porta e, sul punto di svenire, gemette: “Da bere, per pietà!” “Desolato, signore”, rispose il compitissimo portiere, “qui non si può entrare senza cravatta”.
Ci sono persone che attraversano il deserto di questo mondo, con una sete smodata di esperienze piacevoli e bramosie di ogni tipo. Trattando da poveri pazzi quelli che cercano di presentare il Vangelo. Ě un messaggio così stupido nel loro deserto!  Ma quando vorranno entrare nell’  “Hotel del Signore”, verrà loro detto: “Desolato, qui non si può entrare senza un cuore rinnovato”.


*Le cavallette nella zuppa
In un gruppo di monaci che vivevano in caverne nel deserto, un giorno un giovane monaco andò a consultare un anziano: “Padre”, gli disse “tu sai che è da poco più di un anno che vivo nel deserto, e
in questo tempo già sei o sette volte sono venute le cavallette.
Tu sai quale tormento siano, poiché si infilano dappertutto, persino dentro il nostro cibo.
Come ti comporti tu?”. “Le prime volte, quando mi cadeva una sola cavalletta nella zuppa, buttavo via tutto. Poi, toglievo le cavallette e mangiavo la zuppa. Adesso, se qualche cavalletta cerca di uscire dalla zuppa, ce la rimetto dentro”.
Con il tempo ci si abitua a tutto e si fa la pace anche con ciò che in principio era sgradevole. Qualcuno comincia anche ad apprezzare i propri difetti.


*La nuvola e la duna

Una nuvola giovane giovane (ma, è risaputo, la vita delle nuvole è breve e movimentata) faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni gonfi e bizzarri.
Quando passarono sul grande deserto del Sahara, le altre nuvole, più esperte, la incitarono: "Corri, corri! Se ti fermi qui sei perduta".
La nuvola però era curiosa, come tutti i giovani, e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così simile ad una mandria di bisonti sgroppanti.
"Cosa fai? Muoviti!", le ringhiò dietro il vento.
Ma la nuvoletta aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo affascinante. E planò leggera leggera. Le dune sembravano nuvole d'oro accarezzate dal vento.
Una di esse le sorrise. "Ciao", le disse. Era una duna molto graziosa, appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma.

"Ciao. Io mi chiamo Ola", si presentò la nuvola.
"Io, Una", replicò la duna.
"Com'è la tua vita lì giù?".
"Be’... Sole e vento. Fa un po' caldo ma ci si arrangia. E la tua?".
"Sole e vento... grandi corse nel cielo".
"La mia vita è molto breve. Quando tornerà il gran vento, forse sparirò".
"Ti dispiace?".
"Un po'. Mi sembra di non servire a niente".
"Anch'io mi trasformerò preso in pioggia e cadrò. É il mio destino".
La duna esitò un attimo e poi disse: "Lo sai che noi chiamiamo la pioggia Paradiso?".
"Non sapevo di essere così importante", rise la nuvola.
"Ho sentito raccontare da alcune vecchie dune quanto sia bella la pioggia. Noi ci copriamo di cose meravigliose che si chiamano erba e fiori".
"Oh, è vero. Li ho visti".
"Probabilmente io non li vedrò mai", concluse mestamente la duna.
La nuvola rifletté un attimo, poi disse: "Potrei pioverti addosso io...".
"Ma morirai...".
"Tu però, fiorirai", disse la nuvola e si lasciò cadere, diventando pioggia iridescente.
Il giorno dopo la piccola duna era fiorita.
Una delle più belle preghiere che conosco dice: "Signore, fa' di me una lampada. Brucerò me stesso, ma darò luce agli altri".


*Le mani di Dio

Un maestro viaggiava con un discepolo incaricato di occuparsi del cammello, erano nel deserto. Una sera arrivati ad una locanda il discepolo era talmente stanco che non legò il cammello. "Mio Dio", pregò coricandosi, "prenditi cura del cammello, te lo affido". Il mattino dopo il cammello era sparito. "Dov'è il cammello?", chiese il maestro. "Non lo so", rispose il discepolo, "Devi chiederlo a Dio! Ieri sera ero così sfinito che gli ho affidato il nostro cammello, non è certo colpa mia se è scappato o se è stato rubato, ho esplicitamente domandato a Dio di sorvegliarlo, è Lui il responsabile! Tu mi esorti sempre ad avere la massima fiducia in Dio, no!".
"Abbi sempre la più grande fiducia in Dio, ma prima lega il tuo cammello" rispose il maestro, "perché Dio non ha altre mani che le tue".

Dio solo può dare la fede, tu, però, puoi dare la tua testimonianza.
Dio solo può dare la speranza, tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fratelli.
Dio solo può dare l'amore, tu, però, puoi insegnare all'altro ad amare.

Dio solo può dare la pace, tu, però, puoi seminare l'unione.
Dio solo può dare la forza, tu, però, puoi dare sostegno a uno scoraggiato.
Dio solo è la via, tu, però, puoi indicarla agli altri.
Dio solo è la luce, tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti.
Dio solo è la vita, tu, però, puoi far rinascere negli altri il desiderio di vivere.
Dio solo può fare ciò che appare impossibile, tu, però, potrai fare il possibile.
Dio solo basta a se stesso, egli, però, preferisce contare su di te. (Canto brasiliano)


*Al tramonto  

Tanto tempo fa un missionario attraversava le Montagne Rocciose con un giovane indiano che gli faceva da guida.
Tutte le sere, ad un preciso momento del tramonto, il giovane indiano si appartava, si voltava
verso il sole e cominciava a muovere ritmicamente i piedi e a cantare sottovoce una canzone dolcissima, soffusa di nostalgia.
Quel giovane che danzava e cantava rivolto al sole morente era uno spettacolo che riempiva di ammirata curiosità il missionario.
Così, un giorno, chiese alla sua guida: "Qual è il significato di quella strana cerimonia che fai tutte le sere?".
"Oh, è una cosa semplice" rispose il giovane.
"Io e mia moglie abbiamo composto insieme questa canzone. Quando siamo separati, ciascuno di noi, dovunque si trovi, si volta verso il sole un attimo prima che tramonti, e comincia a danzare e cantare. Così, ogni sera, anche se siamo lontani, cantiamo e balliamo insieme".

Quando il sole tramonta, tu con chi balli?


*
Non


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