Canonizzazione di Bartolo Longo
Bartolo Longo


È una giornata storica. L’annuncio tanto
atteso in tutto il mondo dai devoti della Madonna di Pompei è arrivato: Bartolo
Longo sarà canonizzato.
La notizia è stata ufficializzata, poco dopo mezzogiorno di oggi, nel consueto bollettino
della Sala Stampa vaticana: «Papa Francesco – si legge tra l’altro nella nota –
ha approvato i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e
Vescovi per la canonizzazione del Beato Bartolo Longo».
A lungo le campane del Santuario hanno suonato a festa mentre l’Arcivescovo di
Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, si è subito recato in Basilica per pregare
dinanzi alla venerata Immagine della Madonna del Rosario e poi nella Cappella
“Beato Bartolo Longo”, dove ha guidato la recita del “Te Deum” in un accorato
rendimento di grazie dinanzi alle spoglie mortali del Fondatore. Insieme al
Prelato, si sono raccolti in preghiera i sacerdoti della Città mariana, i
diaconi, le Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, i Fratelli delle
Scuole cristiane, i religiosi di altre congregazioni e ai numerosi pellegrini
che, come ogni mattina, gremivano il Santuario.
Ed è festa, in modo speciale,
nei Centri “Beata Vergine” e “Bartolo Longo”, nelle case famiglia del Centro
“Giovanni Paolo II”, alla Mensa dei poveri “Papa Francesco” e in tutti i luoghi
della carità pompeiana. Bartolo Longo è per tutti un padre.
La
notizia attesa dai fedeli di tutto il mondo Il Beato Bartolo Longo sarà santo
Lo annuncia la Sala Stampa vaticana che, nel bollettino di oggi, comunica che
Papa Francesco ha approvato i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei
Padri Cardinali e Vescovi per la canonizzazione del Fondatore del Santuario,
delle Opere di carità e della stessa nuova Città di Pompei.
«Facciamo festa
perché la canonizzazione del Beato Bartolo Longo è, ancora una volta, una
dichiarazione d’amore che Dio fa all’umanità», ha detto l’Arcivescovo Prelato,
Monsignor Tommaso Caputo, che appresa la notizia si è recato in Basilica per
pregare dinanzi al Quadro della Madonna del Rosario e poi nella Cappella “Beato
Bartolo Longo”, dove insieme ai sacerdoti e all’intera comunità, alla presenza
anche delle autorità cittadine è stato cantato l’inno del “Te Deum” in un
accorato rendimento di grazie dinanzi alle spoglie mortali del Fondatore.
*Le prime parole dell'Arcivescovo Tommaso Caputo
Nella sua prima dichiarazione il Prelato esprime la
gioia della famiglia del Santuario, la stessa gioia dei fedeli di tutto il
mondo, devoti della Vergine di Pompei. Ma c’è anche tanta riconoscenza per Papa
Francesco: nella Città mariana è continua la preghiera per il Santo Padre,
soprattutto nella celebrazione dell’Eucarestia e nella recita del Rosario.
«Ogni parola – dice Monsignor Caputo – sembra incapace di spiegare tutta la
nostra commozione e la gratitudine per il Papa che, pur in un momento di
sofferenza e dalla “cattedra” speciale dell’Ospedale Gemelli, ha voluto
concedere a tutti i devoti della Madonna di Pompei, ovunque nel mondo, questa
grande gioia. A Pompei amiamo il Papa in modo speciale e profondo e preghiamo
per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino
la nostra invocazione e il Santo Padre torni alla quotidianità del ministero
petrino».
«Bartolo Longo – ricorda – fu beatificato il 26 ottobre 1980 e, già negli anni
successivi, una moltitudine di persone ha espresso un’esigenza del cuore:
vedere il Fondatore canonizzato. In tanti hanno pregato intensamente secondo
questa intenzione, in tanti si sono rivolti al Beato chiedendo la sua
intercessione nei frangenti più difficili della loro vita. Il Santo Padre ha
dato ascolto al popolo di Dio, che oggi fa festa». «La gioia – prosegue – non è
tanto per Bartolo Longo. Egli è già in Cielo e contempla la visione beatifica
del Padre. Cosa potrebbe desiderare di più? La gioia è per noi che abbiamo un
nuovo Santo, una figura alla quale guardare e da imitare per raggiungere, un
giorno, anche noi, il Paradiso. In ogni canonizzazione infatti si può
distinguere il disegno di Dio.
Quanti sono i santi nascosti, quelli della porta
accanto. Non arriveranno all’onore degli altari, ma sono santi agli occhi del
Padre. La canonizzazione, il riconoscimento pubblico della santità di un uomo o
di una donna, è invece strumentale alla volontà di Dio che, attraverso quei
testimoni, ci dona un aiuto per darci la salvezza e la vita in pienezza, una
gioia che niente e nessuno potrà più toglierci. Facciamo festa perché anche la
canonizzazione del Beato Bartolo Longo è, ancora una volta, una dichiarazione
d’amore che Dio fa all’umanità».
Per quanto Longo abbia terminato la sua esistenza terrena nel 1926, Longo è un
santo modernissimo. A portare alla canonizzazione del Beato – spiega ancora
Monsignor Caputo – la sua modernità: «Longo fu anticipatore dei tempi, modello
di quella “Chiesa in uscita”, centrale nel magistero di Papa Francesco. Quando
si leggono i suoi testi si resta esterrefatti dalla modernità lessicale, ma
ancora di più contenutistica. Egli ha una visione profetica, conosce bene
l’umanità ed è consapevole delle prospettive. Opera, scrive, parla tra fine
Ottocento e le prime tre decadi del Novecento, ma sembra un santo di oggi».


