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Santi del 6 Settembre

Il mio Santo > I Santi di Settembre

*Beato Anastasio Garzon Gonzalez - Coadiutore Salesiano, Martire (6 Settembre)
Schede dei gruppi a cui appartiene:
“Beati Martiri Spagnoli Salesiani di Madrid e Siviglia”
“Beati 498 Martiri Spagnoli Beatificati nel 2007”
“Martiri della Guerra di Spagna”
Madrigal de las Altas Torres, Spagna, 7 settembre 1908 - Madrid, Spagna, 6 settembre 1936

Nacque a Madrigal de las Altas Torres, in provincia di Avila, il 7 settembre 1908 e fu battezzato poco dopo.
Mentre era allievo delle Scuole Professionali salesiane di Madrid, sentì la vocazione religiosa e
ottenne di fare il Noviziato a Carabanchel Alto (Madrid), dove emise i voti il 15 agosto 1929 come coadiutore.
Per il buono spirito che lo animava e le attitudini alla meccanica, venne inviato in Italia a completare la formazione tecnica e religiosa.
Dopo il ritorno in patria ebbe l’incarico del laboratorio di meccanica nel collegio di Madrid.
Qui lo sorprese la rivoluzione del 1936.
Dopo alterne vicende, riconosciuto come religioso, fu definitivamente imprigionato il 6 settembre e condotto alla fucilazione.
Beatificato il 28 ottobre 2007.

(Fonte: www.sdb.org)
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*Santa Bega - Badessa (6 Settembre)

Martirologio Romano: Sulla costa del Cumberland in Inghilterra in una cittadina che poi da lei prese il nome, Santa Bega, vergine consacrata.
Secondo la leggenda, unica fonte sul personaggio di Bega, oltre agli indizi topografici, essa sarebbe nata in Irlanda da famiglia reale e fin dalla prima età avrebbe consacrato a Dio la sua verginità.
Per evitare il matrimonio che le si voleva imporre col figlio del re di Norvegia, la notte prima delle nozze Bega fuggi in Scozia, dove aveva sentito che il cristianesimo era molto fiorente.
Qui fu accolta dal re di Northumbria, Osvaldo, e da Sant'Aidano, vescovo di Lindisfarne, il quale le impose il velo verginale e le fece costruire una cella in una isoletta deserta, dove ella condusse qualche tempo vita eremitica, mentre i gabbiani e altri uccelli marini avrebbero provveduto al suo sostentamento.
In seguito Bega divenne la guida delle monache che l'avevano raggiunta, attratte dalla sua fama. Quindi si trasferì nel Coupland, regione del Cumberland, in un promontorio che poi prese il nome da lei e venne chiamato Saint Bee's Head, dove ella fondò un monastero dedicato alla Vergine.
Sovente Bega venne a torto identificata con santa Eiu (Heiu), che il venerabile Beda dice essere stata la prima donna ad abbracciare la vita monastica in Northumbria, ricevendo il velo dalle mani di sant'Aidano.
In seguito a questa confusione, le venne attribuita la fondazione di altri monasteri nello Yorkshire e si verificarono interferenze notevoli anche nel suo culto.
Talora Bega fu identificata anche con santa Begu e perfino con santa Becga, che il Martirologio di Tallaght ricorda il 10 febbraio. Secondo alcuni racconti, la santa avrebbe fondato vari monasteri, di cui uno in Northumbria, a nord del Wear; ma, a causa della confusione con Santa
Eiu, è molto difficile stabilire la verità di queste ed altre affermazioni. Qualunque fondamento possa avere la leggenda, si può affermare con sicurezza l'esistenza di Bega nel sec. VII.
Sembra che la santa sia morta verso il 660, forse nel suo monastero del Cumberland, che dopo la sua morte ne prese il nome e restò il centro principale del suo culto. Esso in seguito fu gravemente danneggiato dai Danesi, ma all'inizio del sec. XII fu restaurato come priorato dipendente dall'abbazia benedettina di Santa Maria di York e dotato dal conte del Cumberland Guglielmo de Meschines.
Bega fu considerata come patrona dagli abitanti delle regioni vicine al promontorio, che a lei ricorsero per difendersi dalle prepotenze dei signori locali e dalle incursioni dei pirati. Fu considerata in particolare patrona dei poveri e degli indifesi, con riferimento ad una tradizione popolare, secondo la quale ella avrebbe preso personalmente cura dei bisogni materiali degli operai che lavoravano alla costruzione del suo monastero.
Si pretese anche di possedere il miracoloso braccialetto d'oro, che, secondo la leggenda, Bega avrebbe ricevuto da un angelo prima di lasciare l'Irlanda in segno di fedeltà al celeste sposo. Fino al sec. XII il monile servì per la prestazione dei giuramenti, alla stessa stregua del libro dei Vangeli: si era certi, infatti, che lo spergiuro non sarebbe sfuggito alla punizione celeste.
In Scozia è ricordata anche la chiesa di Kilbees (chiesa di Bega), a lei dedicata.
Secondo i racconti che la identificano con santa Eiu, Bega avrebbe fondato un monastero a Hartlepool, nella regione settentrionale dello Yorkshire, e qui sarebbe morta come semplice monaca, avendo rinunziato alla carica di badessa in favore di santa Ilda.
Dal Breviario di Aberdeen del 1509, nel quale si riscontra la stessa confusione di personaggi, si apprende che, in seguito ad un intervento divino, 460 anni dopo la sua morte le reliquie di Bega vennero ritrovate ad Hartlepool e solennemente traslate nel restaurato monastero di Whitby, dove all'inizio del sec. XVI erano ancora oggetto di viva venerazione.
La festa di Bega era comunemente celebrata il 6 settembre. Oltre che nelle regioni settentrionali della Gran Bretagna, era venerata anche in Norvegia: forse da questo nacque la leggenda, riferita da alcuni, secondo la quale la santa si sarebbe recata in quella nazione, adoperandosi con successo alla conversione di quel popolo.
La sua festa è tuttora celebrata nella diocesi di Lancaster.

(Autore: Gian Michele Fusconi – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santa Bega, pregate per noi.

*Beato Bertrando da Garrigue - Domenicano (6 Settembre)

Garrigue ? - Bucher, 1230
Nato a Garrigue, nella diocesi di Nimes, Bertrando fu uno dei primi sedici discepoli di San Domenico nel suo apostolato in Linguadoca e tra i primi a vestire il bianco abito di predicatore. Fondò, nel 1217, il convento di Saint-Jacques a Parigi. Nel 1221 fu designato primo provinciale di Provenza.
Il Beato Giordano di Sassonia lo descrive così: «Compagno di San Domenico nei viaggi, nella santità e nel fervore».
Molti suoi atteggiamenti riflettevano anche nel tratto esterno il comportamento di maestro Domenico che si era proposto di imitare e che aveva seguito nei suoi viaggi. Morì nel 1230 nel monastero cistercense di Bouchet, dove fu sepolto.
Il suo corpo fu traslato dai Domenicani di Orange nel 1414 e fu da loro venerato fino al 1561 quando fu dato alle fiamme durante le guerre di religione. Leone XIII, il 14 luglio 1881, ha concesso la memoria liturgica all'Ordine e alle diocesi di Valence e Nimes, confermando il culto. (Avvenire)

Martirologio Romano: Mel monastero cistercense di Bouchet vicino a Orange nella Provenza in Francia, commemorazione di San Bertrando de Garrigues, sacerdote, che fu tra i primi discepoli di San Domenico e cercò sempre di imitare l’esempio del maestro.
Bertrando detto da Garrigue, nome del suo paese natale, nella Diocesi di Nimes, fu uno dei primi sedici compagni e discepoli di San Domenico nel suo apostolato in Linguadoca, e tra i primi a vestire il bianco Abito di Predicatore. Amò e fu riamato dal Santo Patriarca di tenerissimo affetto e fu suo studio costante di imitarne tutte le virtù.
Anima di grande penitenza e di singolare innocenza, nella sua profonda umiltà, non cessava dal riconoscere, piangendo, le proprie colpe, ma quando San Domenico lo esortò ad effondere le proprie lacrime per i peccatori, e non per se stesso, tutti i suoi gemiti e le sue preghiere furono per le anime.
Spesso il santo fondatore prendeva con se nei suoi viaggi il diletto Bertrando e questi fu così felice testimone, non solo del santo conversare del suo Padre, ma anche dei miracoli con cui Dio l’onorava.
Una volta, andando verso Parigi, si accompagnarono con alcuni pellegrini tedeschi che offrirono loro per quattro giorni di che rifocillarsi; allora Domenico ottenne da Dio di farsi intendere da quei pellegrini per parlare loro di cose sante.
Ingiunse poi a Bertrando di non rivelare tal cosa a nessuno, perché, disse, “ci prenderebbero per santi, mentre non siamo che poveri peccatori”.
Bertrando fu il primo Priore del primo Convento dell’Ordine, quello di Tolosa, nel 1216. Nel 1217 fondò insieme a Padre Mannes il Convento di Parigi e fu eletto, nel Capitolo del 1221, Provinciale della Provincia di Provenza.
Morì nel 1230 nel Monastero Cistercense di Bouchet, dove fu sepolto. Il suo corpo fu traslato dai Domenicani di Orange nel 1414 e fu da loro venerato fino al 1561 quando fu dato alle fiamme durante le guerre di religione.
Papa Leone XIII il 14 luglio 1881 ha concesso la memoria liturgica all’Ordine e alle diocesi di Valence e Nimes, confermando il culto.

(Autore: Franco Mariani - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*San Cagnoaldo di Laon - Vescovo (6 Settembre)

Martirologio Romano: A Laon in Francia, San Cagnoaldo, vescovo, che fu discepolo di San Colombano e unico ministro nel suo eremo vicino a Bregenz.
Discende da un’illustre famiglia borgognona: suo padre, Cagnerico era un potente Signore, commensale di Teodoberto, Re d’Austrasia; sua madre, Laudegonda era donna profondamente saggia e cristiana.
Il fratello, San Faro, dopo aver ricoperto ruoli importanti a corte ed essere stato sposato, si separò col consenso della moglie che prese il velo e divenne Vescovo di Meaux; anche la sorella, Burgundofara, è Santa e fu fondatrice del noto Monastero di Faremoutier.
In un tale contesto di nobiltà e di santità lui stesso gustò sin da giovane del piacere delle cose sante e, giunto ad un’età idonea, fu inviato dal padre a Luxeuil per essere educato sotto la guida di S. Colombano.
Qui crebbe nell’esercizio della virtù e nella scienza assieme a tanti giovani nobili. Tra questi eccellette, tanto da attirarsi una particolare amicizia di San Colombano che lo chiamava «giovane devoto a Dio» e volle, cosa non frequente nel mondo monastico, che diventasse Prete. Lo prese con sé come intimo collaboratore, associandolo alle sue missioni.
Si pone al 590 l’anno dell’ingresso di Cagnoald a Luxeuil, ossia sin dalla sua fondazione. Quando San Colombano fu esiliato da Teodorico II, Cagnoald lasciò la sua Sede e lo seguì, lavorando con lui nella regione del Lago di Costanza.
Era l’anno 610 e a San Colombano fu proibito di condurre con sé altri monaci che non fossero irlandesi o bretoni; gli uomini del principe dovettero usare la violenza per imporre il rispetto dell’ordine, relegando i monaci franchi entro il Monastero, ove rimasero a lungo sinché  la proibizione fu tolta per intercessione di Sant’Agile, cugino di Cagnoald; è allora che il Santo poté ricongiungersi al suo maestro.
Probabilmente lo raggiunse quando questi era ospite dal padre, Cagnerico; qui venne trattenuto un certo tempo, non volendo il Nobile privarsi di una simile presenza edificante e fu durante questo soggiorno che San Colombano impose il velo a Burgundofara, ancora bimba e la consacrò a Dio. Cagnoald seguì Colombano a Brégentz, condividendone le fatiche, imitandone le virtù a divenendo testimone dei prodigi che compiva.
Mentre rimanevano eremiti su una montagna, per ordine di Colombano pose un limite alle scorribande che un orso faceva nella foresta, devastando i vegetali di cui i due si nutrivano: Cagnoald tracciò un solco con una verga e intimò alla bestia di non oltrepassarlo, cosa che l’animale fece.
Quando nel 612 il persecutore Teodorico combatté a Tolbiac col fratello, Teodoberto, Colombano ebbe in visione gli eventi; li comunicò a Cagnoald e questi in un impeto irriflessivo disse a Colombano di pregare perché Teodorico perdesse. Ma Colombano lo riprese, rammentandogli il dovere di pregare per i nemici e di lasciare al Giudice giusto il compito di decidere. Teodorico vinse e Colombano dovette fuggire anche di lì, recandosi in Italia, dove fonderà il Monastero di Bobbio.
A questo punto Cagnoald si separò da lui e rientrò a Luxeuil dove riprese la vita cenobitica. Di qui fu inviato in aiuto della sorella nella fondazione del Monastero di Eboriac (poi Faremoutier, e il successo di questa fondazione dimostra quale grazia Dio accorda all’opera dei suoi Santi.
Mentre era in ciò impegnato, morto il Vescovo Richeberto, Cagnoald fu designato a sostituirlo a Laôn, sesto di quella Sede, nel 623.
Non si hanno notizie degli atti del suo episcopato, salvo la partecipazione al Concilio di Reims, di cui firma i decreti assieme a prelati quali San Donato, Vescovo di Besançon, che era con lui cresciuto a Luxeuil; di San Sulpizio, Vescovo di Bourges; di Pallade, Vescovo d’Auxerre; di San Anserico, Vescovo di Soissons; di San Bertrando, Vescovo di Cambrai; di Hadouin, Vescovo di Mans; di San Arnolfo, Vescovo di Metz, etc. Fu certo un Vescovo che godette di stima universale, per prudenza, dolcezza, carità verso poveri e malati.
Il 22 novembre 631 sottoscrive l’atto con cui Sant’Eligio dota il Monastero da lui fondato a Solignac, sotto la Regola di San Colombano. Muore in data imprecisata tra il 632 ed il 640, mentre si trovava nel Monastero di Saint-Vincent.
Inumato nel coro di Saint-Vincent, vi fu riscoperto nel 1196 dall’Abate Ugo che lo tolse dalla terra e lo mise in una cassa, poi distrutta dagli Inglesi. Nel XVII secolo fu ulteriormente sistemato e un femore donato nel 1643 alla Cattedrale di Laôn; nel 1623  alcune reliquie furono date alle religiose di Faremoutier.
Molte volte, in occasione di epidemie e disastri, gli abitanti di Laôn sperimentarono la potenza dell’intercessione del loro Santo. Tutti i resti sparirono durante la Rivoluzione, Abbazia compresa che fu in parte distrutta.

(Autore: Marco Faraldi – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*Santa Consolata di Reggio Emilia - Martire (6 Settembre)
III secolo?
Santa Consolata martire, venerata a Reggio Emilia, è stata spesso confusa oppure identificata con l’altra santa omonima di Genova, venerata però il 5 dicembre.
Non ci sono punti di contatto fra le due Sante, vissute secondo le leggende, in epoche diverse, in luoghi diversi e morte una martire e l’altra no.
Per quanto riguarda la Santa Consolata, oggetto di queste poche note, ella è menzionata nel “Catalogus Generalis” del Ferrari, alla pag. 576, edito a Venezia nel 1613.
Lo studioso agiografo, afferma che ai suoi tempi, cioè all’inizio del XVII secolo, era venerata il 6 settembre, Santa Consolata martire, sia nella cattedrale di Reggio Emilia, sia in una chiesa della diocesi, a lei dedicata.
Lo studioso aggiungeva, che non era riuscito a conoscere, né il suo luogo d’origine, né il tempo del martirio; l’ipotesi era che si trattasse di una martire del periodo delle persecuzioni contro i cristiani, le cui reliquie siano state traslate, come quelle di tanti altri martiri, dalle catacombe in varie zone d’Italia, per salvarle dalle distruzioni e profanazioni dei barbari, arrivati fino a Roma; e che in seguito ebbero culto locale, a volte credendoli originari del luogo.
Lo stesso agiografo Ferrari, quando dopo dodici anni, nel 1625, ristampò il suo “Catalogus Generalis”, in edizione aggiornata e corretta, non inserì più il nome di santa Consolata; del resto gli stessi scrittori di Reggio Emilia, sia antichi che moderni non parlano di lei.

(Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*Beato Diego Llorca Llopis - Sacerdote e Martire (6 Settembre)

Scheda del gruppo a cui appartiene:
“Beati 233 Martiri Spagnoli di Valencia Beatificati nel 2001”
“Martiri della Guerra di Spagna”

Martirologio Romano:
Nel villaggio di Gata de Gorgos nel territorio di Alicante in Spagna, Beato Diego Llorca Llopis, sacerdote e martire, che durante la persecuzione contro la Chiesa ricevette la corona per aver testimoniato la sua fede in Cristo.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*Santi Donaziano, Presidio, Mansueto e Compagni - Martiri (6 Settembre)
Martirologio Romano: Commemorazione dei Santi Donaziano, Presidio, Mansueto, Germano e Foscolo, vescovi in Africa, che, durante la persecuzione dei Vandali, per ordine del re ariano Unnerico, furono orribilmente percossi per aver confessato la verità cattolica e mandati in esilio.
Con loro si commemora anche Lieto, vescovo di Nefta nell’odierna Tunisia, uomo coraggioso e di grande cultura, che dopo un lungo periodo di sordida prigionia morì arso sul rogo.

(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santi Donaziano, Presidio, Mansueto e Compagni, pregate per noi.

*Sant'Eleuterio di Spoleto - Abate (6 Settembre)

Martirologio Romano: A Spoleto in Umbria, Sant’Eleuterio, abate, di cui il Papa San Gregorio Magno loda la semplicità e la compunzione del cuore.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*Sant'Eva - Martire Venerata a Dreux (6 Settembre)

Dreux (Francia), I secolo ?
Sant’Eva (in francese Ève) è una vergine martire venerata a Dreux di cui è Patrona (città della Francia settentrionale, dipart.
Eure et Loir sulla Blaise), di lei si sa solo quello che la tradizione ha rimandato e cioè il suo martirio,
che avvenne con ogni probabilità in una delle persecuzioni dei primi secoli del cristianesimo.
Per il resto non sappiamo quando e come visse, non sappiamo chi fu, ma certamente innamorata del suo Gesù, per il quale affrontò il martirio, come altre decine di migliaia di cristiani, uomini, donne e anche fanciulli, in quel triste e pure tanto glorioso periodo dell’avvento del Cristianesimo, nel vasto Impero Romano.
La Rivoluzione Francese alla fine del Settecento, fece scomparire una cappella eretta nel 1653 e dedicata a sant’Eva ed anche una croce più antica, che era stata posta, secondo la tradizione sul luogo del martirio.
La chiesa di San Pietro a Dreux conserva alcune sue reliquie e dal 1946 la sua festa in città, che ricorre il 6 settembre, è celebrata con il rito doppio di prima classe con ottava, cioè con solennità e per gli otto giorni successivi.
Il nome Eva deriva dall’ebraico Hauuâh o Héva, che significa “madre dei viventi”; nei Calendari vi sono quattro sante con questo nome, compresa Eva la progenitrice, venerate in giorni diversi.

(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*Sant'Evurzio di Orleans - Vescovo (6 Settembre)

Martirologio Romano:
A Orléans nella gallia lugdunense, ora in Francia, Sant’Evurzio, vescovo.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
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*San Frontiniano - Diacono e Martire (6 Settembre)  
m. 23 ottobre 311
Le vicende della vita di San Frontiniano non sono del tutto documentabili storicamente e sono note attraverso il contenuto di un antica officiatura liturgica.
Secondo il racconto riportato nelle letture, Frontiniano, vissuto nel IV secolo, era originario della cittadina francese di Carcassonne e, dopo aver compiuto degli studi, venne ordinato diacono.
Con un compagno di nome Cassiano, intraprese un viaggio verso Roma per pellegrinare alla tomba degli apostoli, durante il percorso si verificano diversi prodigi.
Frontiniano restituisce la vista ad un cieco, la parola ad un muto, attraversa il Rodano su di un relitto che miracolosamente fa riemergere dalle acque e ad Alba, in Piemonte, sulla strada del ritorno, scaccia il demonio da una nobile fanciulla della città.
I genitori della giovane, grati per il prodigio operato in loro favore, si convertono al cristianesimo e si fanno battezzare dal Santo.
Il prefetto della città fece arrestare Frontiniano e lo condannò alla decapitazione, sentenza eseguita fuori le mura della città, il 23 ottobre del 311.
Sul luogo del martirio, lungo la strada per Roddi nei pressi di una necropoli, sorse poi una celebre abbazia benedettina che venne intitolata al Santo.
Quest’ultimo dato cultuale sembra, in definitiva, l’unica notizia certa di tutto questo racconto, costruito attraverso l’assemblaggio di alcuni topoi agiografici che rendono difficile giungere alla vera storia del Santo.
L’abbazia conservava anche le reliquie del santo titolare che, nel corso del XV secolo furono traslate nella cattedrale all’interno delle mura, per opera del vescovo Alerino. Nelle visite pastorali del XVI secolo, è ancora ricordata la consuetudine, da parte delle donne albesi, di portare i bambini malati presso la chiesa del Santo, dopo aver percorso il suo perimetro per nove volte, entravano e deponevano i fanciulli sull’altare ove erano un tempo custoditi i resti del santo e ne imploravano il soccorso.
Questa pratica, guardata con sospetto dalle autorità ecclesiastiche per timore che degenerasse in superstizione, era sicuramente di antica origine, anche se non è possibile conoscere il motivo per cui il santo era ritenuto speciale protettore dei bambini.
San Frontiniano, oltre ad essere uno dei santi protettori di Alba, è anche patrono di Sinio; ben tre sono le date in cui egli viene ricordato: il 23 ottobre, anniversario del martirio, il 6 settembre, giorno in cui il suo nome è riportato negli Acta Sanctorum, ed il 27 di aprile, quando la diocesi albese celebra la memoria della traslazione delle sue reliquie.
Nell’iconografia egli è raffigurato con la dalmatica, veste propria del suo ministero diagonale, la spada e la palma simbolo del martirio.

(Autore: Damiano Pomi - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Frontiniano, pregate per noi.

*Sant'Imperia - Vergine (6 Settembre)

Imperia è commemorata a Mauprevoir (Vienne, diocesi di Poitiers) e nel Proprio della diocesi di Poitiers al 6 settembre Di lei non si conosce nulla se non le manifestazioni del suo culto, risalente al sec. XII, nel Limosino.
Nella Gallia christ. è narrato il seppellimento di un abate di Sant'Agostino di Limoges il 6 settembre 1184, nel giorno della festa di Sant'Imperia, vergine.
Anche Labbe riferisce alcune testimonianze che legano il culto di Imperia all'abbazia di Charroux, il cui abate era signore della parrocchia di Mauprevoir.

(Autore: Gerard Mathon - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Imperia, pregate per noi.

*San Liberato da Loro Piceno -  Frate (6 Settembre)
Sec. XIII
Le scarse notizie sulla vita di Liberato da Loro Piceno, in diocesi di Fermo, sono state fornite per la prima volta da frate Mariano da Firenze nel XV secolo. Secondo questi Liberato era un nobile che si fece frate.
E forse ciò avvenne durante il quarto viaggio di San Francesco nelle Marche. L’Assisano, infatti, predicò a Roccabruna e ricevette tra i frati un ricco e gentile cavaliere (Fioretti, cap. 37). Identificato con il santo anonimo di cui parlano i Fioretti (cap. 47), morì, probabilmente nel 1234, nell’eremo di Soffiano, dopo aver ricevuto il conforto della Madonna e di tre Vergini circondate da angeli.  (Avvenire)
Il primo tra gli storici francescani che esplicitamente ha tramandato notizie sulla vita di Liberato da Loro è stato fr. Mariano da Firenze, autore dello scomparso Fasciculus Chronicarum Ordinis Fratrum Minorum, manoscritto compilato sul finire del XV sec.
Dalla penna dell’autore fiorentino sappiamo unicamente che ... Liberato un tempo fu signore di Loro, ma rinunziando al titolo, alle ricchezze ed alla nobiltà terrena, divenne frate minore e fu tanto chiaro per virtù e miracoli, che il detto luogo (di Brunforte), cambiando il nome proprio, cominciò a chiamarsi San Liberato ...
Diversi documenti d’archivio consentono oggi di poter sostenere che fr. Mariano facesse riferimento alla famiglia di Rinaldo e di Gualtiero da Loro (Loro Piceno in prov. di Mc, diocesi di Fermo), sebbene dopo il 1227 potessero fregiarsi del titolo di signori di Loro anche Fildesmido da Mogliano, Baligano, Giberto e Corrado da Falerone.
L’entrata nell’ordine avvenne probabilmente durante il quarto viaggio di Francesco nelle Marche. Dal Celano e dal Wadding è noto infatti che il poverello, dopo aver predicato agli uccelli nei pressi di Bevagna, attraversò l’Appennino, passò per la città di Macerata e raggiunse Ascoli dove, predicando in piazza, convertì e ricevette nell’ordine 30 persone tra laici e chierici.
Sulla via del ritorno, diretto a Camerino, Francesco giunse nei pressi di Sarnano, dove predicò a Roccabruna e ricevette nell’ordine un ricco e gentile cavaliere (Fioretti: cap. 37) ed il pensiero dei devoti non può che soffermarsi su Liberato da Loro; purtroppo il silenzio di fr. Ugolino da Montegiorgio, autore degli Actus B. Francisci et sociorum eius, unitamente a quello dei documenti, non ci consente di poterlo sostenere con ragionevole certezza.
Alla scarsissime notizie sulla vita di Liberato da Loro si contrappone un’eccezionale fama di santità: ritenuto modello di perfetta osservanza della regola e del testamento di San Francesco, i seguaci del poverello, appartenenti alla corrente degli Zelanti e degli Spirituali, che a seguito delle persecuzioni del ministro generale fr. Crescenzio da Iesi furono costretti a rifugiarsi negli eremi delle Marche, conservarono le sue spoglie mortali in una cappellina di proprietà dei signori di Brunforte, promulgandone il culto e la memoria.
Liberato da Loro, identificato con il Santo Anonimo di cui parlano i Fioretti di s. Francesco (cap. 47), morì nell’eremo di Soffiano dopo aver ricevuto il conforto della Madonna e di tre sante Vergini che gli apparvero insieme ad una moltitudine di angeli.
Questo accadde circa un secolo prima che fr. Ugolino iniziasse la compilazione degli Actus, per cui deve ritenersi credibile la data indicata dal Wadding, il 1234.
Nel 1280, il capitolo provinciale dei frati Minori iniziò, a seguito della bolla Exiti qui seminat (1279), emanata da Papa Niccolò III, a perseguire e ad arrestare quei religiosi che contestavano l’atteggiamento dei superiori favorevoli ai benefici concessi all’ordine da papa Gregorio X con il breve Voluntariae paupertatis (1274), che dava facoltà ai frati Minori di alienare le cose d’uso dell’ordine.
Provvedimento che feriva la regola dell’assoluta povertà, sposata da s. Francesco. Attorno al 1282 i compagni di Liberato da Loro abbandonarono Soffiano, probabilmente per sottrarsi alle
persecuzioni dell’ordine, ed accettarono la protezione di Rinaldo il Giovane, di Gualtiero e di Ottaviano: i signori di Brunforte ricordati nei Fioretti (cap.46), che in quegli anni erano in guerra con gli ex vassalli di Sarnano, costituitisi in comunanza per volere della Santa Sede fin dal 1265.
I frati accettarono pertanto di trasferirsi in un romitorio situato nelle vicinanze della Rocca di Colonnalto, in quel tempo dimora dei signori di Brunforte.
Lasciando Soffiano, i frati portarono a loro seguito i corpi di s. Liberato (il santo Anonimo dei Fioretti) e di fr. Umile. Alla traslazione, raccontano i Fioretti, sopravvisse fr. Pacifico, fratello di fr. Umile, entrato nell’ordine dopo la morte di San Francesco.
Morto in concetto di santità, fr. Pacifico venne successivamente sepolto assieme a San Liberato ed al b. Umile. Nel 1294 i compagni di Liberato aderirono alla riforma dell’ordine promossa da Angelo Clareno, inizialmente approvata da papa Celestino V, tramandando il ricordo dei santi vissuti a Soffiano a fr. Ugolino, l’autore degli Actus, l’originale latino dei Fioretti di San Francesco. Secondo le testimonianze di p. Giannantonio Damiani da Monte Ciccardo e di Francesco Gonzaga, nel XV sec., un Papa, visti i numerosi i miracoli che periodicamente si manifestavano presso la tomba del santo, concesse ab ore che il b. Liberato potesse essere venerato con il titolo di Santo.
Questo però è quanto tramandato dalla tradizione, nella realtà il papa, probabilmente Pio II (Enea Silvio Piccolomini già vescovo di Fermo nella cui diocesi si trova Loro), conoscendo la fama di santità di Liberato, concesse che la località di Brunforte potesse mutare il nome in San Liberato.
Nel 1697 la Sacra Congregazione dei Riti, ritenendo che dietro la persona di Liberato da Loro potesse celarsi fr. Liberato da Macerata (il compagno di Angelo Clareno, scomunicato da Bonifacio VIII perché ritenuto il fondatore della setta dei fraticelli), ordinò il sequestro delle immagini che lo ritraevano giacente malato assieme a cori di angeli e con la Vergine Maria che gli somministrava del cibo, così come narrano i Fioretti (cap.47). L’equivoco venne chiarito da Benedetto XIV (Prospero Lambertini), allora avvocato concistoriale della Sacra Congregazione; il 2 settembre 1713, dalla basilica di s. Maria Maggiore in Roma, papa Clemente XI approvò ab immemorabili il culto di Liberato da Loro.
Nel 1797 i frati Minori delle Marche ne promossero la causa di canonizzazione: purtroppo per l’ingerenza di alcune nobili famiglie, che ne rivendicavano la discendenza, e per l’ambizione dello storico ginesino Telesforo Benigni vennero falsificati alcuni documenti, fatto che indusse la Sacra Congregazione a voler vederci chiaro e a non esprimere alcun parere in merito. Della canonizzazione di Liberato da Loro non si parlò più.
Nel 1868 d. Francesco Barbarossa di Monte san Pietrangeli, priore di Loro, e la curia generalizia dei frati Minori si adoperarono per la riapertura della causa di San Liberato. Il 26 settembre, dietro richiesta del card. Filippo De Angelis, arcivescovo di Fermo, e del Ministro Generale, la Chiesa fermana e l’ordine ottennero congiuntamente il riconoscimento della Messa e dell’Ufficio in onore del Santo.
La sentenza, approvata da papa Pio IX, attribuiva a Liberato da Loro le virtù proprie del santo Anonimo di Soffiano, ricordato dagli autori francescani, e gli riconosceva l’aver professato in grado eroico la fede in Cristo fino al martirio bianco, conseguente alla vita penitente: circa un secolo prima tutto ciò sarebbe stato sufficiente per concludere positivamente la causa di canonizzazione. L’ordine dei frati Minori, la diocesi di Fermo e quella di Camerino celebrano la sua festa il 6 settembre.

(Autore: Arnaldo Sancricca - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Liberato da Loro Piceno, pregate per noi.

*San MacCulind (o MacCuillinn) - Vescovo (6 Settembre)

† 495

San MacCulind o MacCuillinn è stato un vescovo irlandese, considerato il patrono di Lusk.
Lusk è un centro dell’Irlanda situato a nord di Dublino. Il nome Lusk risale ai tempi di San MacCullind, che qui, nel 450 fondò.
San MacCullin fondò anche un monastero in città, sempre intorno alla metà del V Secolo. Questo cenobio subì diversi incendi nel corso dei secoli e l'unico edificio rimasto a testimonianza è una torre circolare alta 27 metri.
Su san MacCulind non sappiamo nulla. Viene ricordato quale vescovo.
Si ritiene che morì nel 495 e che venne sepolto in una grotta, visto che il termine gaelico Lusca significa grotta o camera sotterranea.
Il culto nei confronti di questo vescovo risale al IX Secolo, in quelle fonti che gli attribuiscono quale nome di battesimo Cuinnid.
Nel Martirologio di Tallaght, la sua festa era segnata nel giorno 6 settembre.

(Autore: Mauro Bonato – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San MacCulind, pregate per noi.

*San Magno di Fussen - Abate (6 Settembre)

Martirologio Romano:
Nel monastero di Füssen nella Baviera, in Germania, San Magno, abate.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Magno di Fussen, pregate per noi.

*Beato Martino Bertranni da Bisignano - Laico Francescano (6 Settembre)
† 6 settembre 1520

Il Beato Martino Bertranni (o Bertrani), al secolo Francesco Martino è un laico francescano da Bisignano.
Figlio di Giulio Cesare trascorse gran parte della sua vita ad Aiello in Calabria.
Il Beato Martino è ricordato come un religioso che visse una vita all’insegna della pietà e dell’umiltà.  
Lo storico Gualtieri, lo definisce quale frate dalla vita esemplare e quale predicatore famoso.
Nel testo secentesco, di Arturo da Moustier, "Martyrologium Franciscanum" è menzionato come un frate che ebbe il dono di compiere numerosi miracoli.
Riuscì a predire la morte prematura del primogenito del conte di Aiello, ma questo racconto non suffragato dai fatti reali, rimane solo un racconto leggendario.
Il beato Martino è ricordato per aver salvato numerosi ossessi liberandoli dal demonio. Infatti, nel volume sulle "Croniche degli istituiti dal p.s. Francesco" del 1680, lo si definisce "frate, per la gran copia delle sue lodevoli virtù: per le quali meritò molte grazie del Signore.
E fra le altre; molte volte egli col segno della Croce, e colla benedizione, fatta con l’acqua benedetta, liberò diversi indemoniati, restituendo la salute anche ad altri infermi".
Nello stesso testo l’autore continua: "Molte altre cose meravigliose si potrebbero descrivere di questo fedele servo di Cristo, che dopo aver servito lungo tempo il Signore nella religione Francescana morì santamente".
Si presume sia morto il 6 settembre 1520 ad Aiello in Calabria, e che sia stato sepolto nel convento dei frati minori di San Francesco, di quella comunità calabrese.
Il beato Martino da Bisignano è ricordato e festeggiato nel giorno 6 settembre.

(Autore: Mauro Bonato – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Martino Bertranni da Bisignano, pregate per noi.

*Beato Michele (Giovanni) Czartoryski - Domenicano e Martire (6 Settembre)
Scheda del gruppo a cui appartiene:
“Beati 108 Martiri Polacchi”
Pelkinie, Polonia, 19 febbraio 1897 – Sluzew, Polonia, 6 settembre 1944
Il Beato Michal (al secolo Giovanni Czartoryski), sacerdote polacco dell'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani, nacque a Pelkinie (Jaroslaw) il 19 febbraio 1897 e morì a Sluzew il 6 settembre 1944.
Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.

Martirologio Romano:
A Varsavia in Polonia, Beato Michele Czartoryski, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, durante l’invasione della Polonia da parte di nemici di Dio, morì fucilato presso la parrocchia del luogo per non aver voluto rinnegare la fede.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Michele Czartoryski, pregate per noi.

*Beato Mino d'Altimanno Ugurgeri da Siena - Francescano (6 Settembre)
† 1290

Beato Mino o Minnio d’Altimanno Ugurgeri da Siena è un francescano che vestì l’abito dell’Ordine dei Minori a Siena.
Si tramanda che egli fece il noviziato insieme al Beato Guido da Selvena.
Di lui si ricorda che ebbe l’apparizione, insieme al beato Guido, di Gesù sotto forma di un bambino bellissimo.
Sappiamo che fu ministro provinciale di Toscana e morì in concetto di santità nel 1290.
La sua festa nel martirologio francescano era celebrata nel giorno 6 settembre.

(Autore: Mauro Bonato – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Mino d'Altimanno Ugurgeri da Siena, pregate per noi.

*Sant'Onesiforo - Discepolo di San Paolo, Martire (6 Settembre)
Efeso, 66 ca.

Discepolo di San Paolo, che molto aiutò l'apostolo ad Efeso e durante la prigionia a Roma.
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Onesíforo, che spesso ristorò San Paolo Apostolo a Efeso e non ebbe vergogna delle sue catene, ma recatosi a Roma lo cercò con sollecitudine e lo trovò.
La notizia più certa che riguarda Sant' Onesiforo è la lettera di San Paolo, allora prigioniero a Roma, indirizzata a Timoteo che si trovava ad Efeso: “Faccia il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo; poiché egli spesso mi riconfortò e non arrossì della mia prigionia, ma venuto a Roma
premurosamente cercò di me e mi ritrovò. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di Lui in quel giorno. E quanti servizi mi abbia reso ad Efeso tu lo sai molto bene…. saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesiforo”.
Quindi il discepolo era oriundo di Efeso, dove aveva lasciato la famiglia per venire a trovare a Roma l’apostolo Paolo; si suppone che quando San Paolo scrisse a Timoteo, Onesiforo fosse già morto.
Egli è commemorato in date diverse nei sinassari e menei bizantini, con descrizioni discordanti secondo la data.
Una versione lo classifica come vescovo di Kolôfonia, un’altra come vescovo di Koroneia; in altra data, il 30 giugno, compare nella lista dei settantadue discepoli ancora come vescovo, mentre il 6 dicembre insieme a sei discepoli, non reca nessun titolo vescovile.
Le notizie si complicano quando al 16 luglio, sempre nei sinassari, Onesiforo è commemorato insieme al suo servo Porfirio, ma non più originario di Efeso, ma di Iconio (Lacaonia), dove sarebbe stato battezzato da SanPaolo e l’avrebbe seguito nell’opera di evangelizzazione. Con l’apostolo e Porfirio sarebbe giunto a Pario nell’Ellesponto e poi a Gerusalemme e Roma, giungendo fino in Spagna e ritornando poi nell’Ellesponto.
Avendo rifiutato di obbedire agli ordini del proconsole Adriano, fu sottoposto insieme a Porfirio a diverse torture e infine costretti a correre legati a due cavalli selvatici, che trascinandoli posero fine al loro martirio.
Tralasciando altre versioni e commemorazioni, citiamo che in Occidente fu Adone che inserì “Onesiforo discepolo di San Paolo” nel suo ‘Martirologio’ scegliendo la data del 6 settembre.
Cesare Baronio l’introdusse nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data, conservando la memoria della lettera di s. Paolo, ma associandogli Porfirio nel martirio.
Nella recente edizione del ‘Martirologio Romano’ viene commemorato solo in base alla lettera paolina e quindi non vi è più associata la figura di Porfirio, mentre è rimasta immutata la data del 6 settembre.
(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Onesiforo, pregate per noi.

*Beato Pasquale Torres Lloret - Padre di famiglia, Martire (6 Settembre)

Schede dei gruppi a cui appartiene:
“Beati 233 Martiri Spagnoli di Valencia Beatificati” nel 2001
“Martiri della Guerra di Spagna”
Pascual Torres Lloret, fedele laico, nacque il 23 gennaio 1885 a Carcagente (Valencia) fu battezzato il 25 gennaio 1885 e cresimato il 22 febbraio 1894 nella chiesa parrocchiale dove si sposò con la sig.na Leonor Pérez Canel il 5 ottobre 1911. Ebbero cinque figli.
Costruttore, visse nella giustizia sociale il rapporto di lavoro con i suoi operai. Aderì all’Azione Cattolica e fu per tutta la sua vita un esemplare e ottimo collaboratore del suo parroco. Durante la persecuzione conservò a casa sua il Santissimo Sacramento.
Lavorò in favore dei lebbrosi di Fontilles. Soffrì quattro detenzioni, l’ultima il 6 settembre 1936 ed alla mezzanotte fu martirizzato nel Cimitero di Carcagente. La sua beatificazione è stata celebrata da Papa Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001.

Martirologio Romano: Nel villaggio di Carcaixent nel territorio di Valencia sempre in Spagna, beato Pasquale Torres Lloret, martire, che, padre di famiglia, portando la croce di Cristo, meritò di giungere al premio celeste.
Mani callose e cuore di galantuomo: anche questo, insieme al martirio per la fede, ha avuto il suo peso nel processo di beatificazione che l’11 marzo 2001 ha portato Pasquale Torres Lloret alla gloria degli altari.
Nasce il 23 gennaio 1885 nella provincia spagnola di Valenza, a Carcagente, dove la sua famiglia si distingue per l’estrema ma dignitosa povertà in cui vive.
E Pasquale morirà povero com’era sempre vissuto, perché da questa povertà non riuscirà a riscattarsi mai, neppure quando diventa capomastro nei cantieri edili.
Oltre che estremamente onesto, per cui proprio non gli riesce di approfittare delle occasioni o di ingannare il prossimo, ha per di più un elevato senso di giustizia sociale.
Ed è in nome di quest’ultima che non intasca mai il 10% che, per antica consuetudine locale, gli operai a lui sottoposti gli dovrebbero giornalmente versare; non solo: molte volte la sua paga giornaliera va a finire nelle tasche di qualche operaio più povero di lui, che non riesce a sbarcare il lunario.
Carità tanto più eroica, se si pensa che anche Pasquale ha quattro figli da mantenere; buon per lui che la moglie non solo non lo ostacola, ma lo asseconda in quest’opera di carità e anche nel fervore religioso.
Già, perché di Pasquale non si riuscirebbe a capire nulla se non si sottolineasse che quest’uomo è onesto, caritatevole e giusto proprio perché cristiano fervente. Ogni sua giornata inizia con la messa e la comunione e termina con il rosario, recitato in famiglia.
Ogni suo momento libero dagli impegni di lavoro è dedicato alla Conferenza di San Vincenzo, all’associazione dei Padri di Famiglia, al lebbrosario di Fontilles dove si reca non soltanto per una
visita di cortesia ma anche per curare ed assistere personalmente i malati. Non c’è associazione cattolica di Carcagente che non possa contare sulla sua adesione e sulla sua partecipazione attiva e oggi nel suo paese lo considerano un po’ come il precursore dell’Azione Cattolica.
Quest’uomo, che fa dei veri e propri equilibrismi per conciliare lavoro e impegno ecclesiale, senza dimenticare di essere padre premuroso e marito affettuoso, riesce anche a rubare ore al sonno per l’adorazione notturna e nel 1932 è in prima fila per fondare il primo ramo dell’Azione Cattolica. Ovviamente il parroco può contare a occhi chiusi su un tal cristiano tutto d’un pezzo, che in breve tempo diventa il suo braccio destro.
Allo scoppio della persecuzione religiosa, che insanguina la Spagna dall’inizio degli Anni Trenta, Pasquale finisce ovviamente subito nell’occhio del ciclone perché “è troppo cattolico” e perché “fa le stesse cose del prete”: lui non si spaventa e non si agita, semplicemente raddoppia la preghiera e la penitenza perché nel Paese già martoriato non scorra altro sangue innocente.
Quando chiese e conventi vengono incendiati e saccheggiati, il parroco affida a Pasquale le ostie consacrate per preservarle dalla profanazione, perché sa di metterle in buone mani. Davanti a Gesù eucaristico, accuratamente nascosto in casa sua, Pasquale si alterna alla moglie in turni di veglia che si trasformano in sofferta preghiera.
Ed è lui, quando il parroco è impedito o troppo strettamente sorvegliato, a portare la comunione ai malati o a scortare il sacerdote di turno per accompagnarlo nelle varie case in cui si celebra l’eucaristia in un clima da catacombe.
Tanto attivismo non può certo passare inosservato ai miliziani e per tre volte viene interrogato e trattenuto diverse ore: pur senza usargli violenza, vogliono intimorirlo e fargli sentire che ha il fiato sul collo.
Non vuole nascondersi, non pensa di scappare, anzi, continua a nascondere in casa sua paramenti e vasi sacri dietro muri e tramezzi che tira su di notte, rischiando grosso, mentre la porta di casa sua è sempre aperta per ospitare suore e religiosi perseguitati. Il 25 luglio 1936 lo arrestano mentre serve messa; lo mettono in libertà 4 giorni dopo, intimandogli una specie di arresto domiciliare, ma pur non potendo varcare la soglia di casa continua ad essere punto di riferimento per l’intera parrocchia.
I miliziani si ripresentano a casa sua il 5 settembre sul mezzogiorno: Pasquale, reduce da una colica notturna, li segue, dolorante ma rassegnato, preoccupato solo che si riesca a trasferire in tempo il Santissimo Sacramento dalla sua in una casa più sicura e salvarlo così dalla profanazione.
Una delle figlie, quando la sera lo va a trovare nel collegio trasformato in carcere, può constatare che papà è forte come sempre, anche se provato dagli interrogatori, dalle minacce e dalle violenze subite; sereno e rassegnato, anche se cosciente che la morte sta per arrivare.
Il mattino dopo non lo trova più: all’alba è stato trasferito, insieme agli altri condannati a morte, nel cimitero di Carcagente e qui, confortando e incoraggiando gli altri, è stato fucilato.
Era, questo, l’unico modo con cui i miliziani potevano fermare quel cristiano tutto d’un pezzo, che non aveva avuto paura di testimoniare la sua fede anche davanti al plotone d’esecuzione.

(Autore: Gianpiero Pettiti – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Pasquale Torres Lloret, pregate per noi.

*Santa Sciath - Vergine irlandese (6 Settembre)

Sciath, che si pensa figlia di Méch e Ethne, è legata a Fert Scétha (adesso Ardskeagh presso Rath Luirc nella contea di Cork).
La sua festa cade il 6 settembre nei Martirologi di Oengus, Tallaght, Gorman, del Donegal e nel Kalendarium Drummondiense.
A questa data nel Martirologio di Tallaght, vi è una menzione esplicita ca. il trasferimento delle sue reliquie a Tallaght, e ciò spiegherebbe il motivo per cui Sciath è una delle vergini irlandesi invocate nella litania incorporata nell'Ordinarium Missae del Messale di Stowe (VIII-IX sec).
Essa è anche esplicitamente ricordata il 1° gennaio nei Martirologi di Tallaght e del Donegal, data nella quale solo il nudum nomen Sciath figura nel Martirologio di Gorman.
Non si può determinare con sicurezza in quale periodo visse, ma secondo l'evidenza genealogica, dovrebbe essere nella prima metà del VII secolo.

(Autore: Fergal Grannell - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santa Sciath, pregate per noi.

*Beato Stefano Vazquez Alonso - Coadiutore Salesiano, Martire (6 Settembre)
Schede dei gruppi a cui appartiene:
“Beati Martiri Spagnoli Salesiani di Madrid e Siviglia”
“Beati 498 Martiri Spagnoli” Beatificati nel 2007
“Martiri della Guerra di Spagna”

Carrizo de la Ribera, Spagna, 27 giugno 1915 - Madrid, Spagna, 6 settembre 1936
Nacque a Carrizo de la Ribera, provincia di León, il 27 giugno 1915 e fu battezzato il 20 dello stesso mese.
Sentendosi inclinato alla vita religiosa, ottenne di essere ammesso al Noviziato di Mohernando (Guadalajara) e professò il 23 luglio 1936 come coadiutore.
Quello stesso giorno fu arrestato con tutta la comunità e seguì le sorti del suo Direttore e di altri cinque confratelli.
Venne fucilato con loro, il 6 dicembre 1936. Beatificato il 28 ottobre 2007.

(Fonte: www.sdb.org)
Giaculatoria - Beato Stefano Vazquez Alonso, pregate per noi.

*Sant'Umberto di Maroilles - Abate (6 Settembre)

m. 25 marzo 680/1
Nacque nel VII secolo, fu educato da alcuni monaci a cui era stato affidato. Fondò un monastero a Maroilles nell'Hainant sulle rive dell'Helpe. Morì nel 680.
Etimologia: Umberto = splendido gigante, dal tedesco
Dei sei Santi o Beati che portano questo nome, al 6 settembre si celebra la festa del santo abate di Maroilles.
Nacque nel sec. VII da Evrardo e Popita, fu educato da alcuni monaci a cui era stato affidato.
Fece due pellegrinaggi a Roma, un impresa per quell’epoca, di sicuro si sa che con l’aiuto del conte Radoberto, fondò un monastero a Maroilles nell’Hainant sulle rive dell’Helpe.
Si possiede ancora il testo della carta datata 675 con cui cedette la sua villa di Mezieres-sur-Oise alla chiesa di Maroilles.
Dopo aver retto questo monastero per alcuni anni, morì il 25 marzo 680 o 681, fu sepolto nella cappella che aveva costruito e nell’833 i suoi resti furono trasferiti nella chiesa dell’abbazia.
Ma dal 1020 fino al 1733 le sue reliquie girarono per varie zone trasportate dai vari Ordini di monaci succedutosi.
Negli antichi Martirologi di Francia, Paesi Bassi e Germania la sua festa era fissata al 25 marzo. Attualmente nella Diocesi di Cambrai essa figura al 6 settembre, anniversario di una traslazione.
Il nome Umberto deriva dall’antico alto tedesco Humbert e significa “splendido gigante”, fu il nome di tre conti di Casa Savoia: Umberto Biancamano, Umberto il Rinforzato e Umberto il Santo e del re Umberto I°.

(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Umberto di Maroilles, pregate per noi.

*San Zaccaria - Profeta (6 Settembre)

VI secolo a.C.
Zaccaria fu chiamato al ministero profetico nel 520 a.C. Mediante visioni e parabole, egli annunzia l'invito di Dio a penitenza, condizione perché si avverino le promesse.
Le sue profezie riguardano il futuro del rinato Israele, futuro prossimo e futuro messianico. Zaccaria mette in evidenza il carattere spirituale del rinato Israele, la sua santità. L'azione divina in quest'opera di
santificazione raggiungerà la sua pienezza col regno del Messia.
Questa rinascita è frutto esclusivo dell'amore di Dio e della sua onnipotenza. L'alleanza concretizzata nella promessa messianica fatta a David ripiglia il suo corso a Gerusalemme.
La profezia si avverò alla lettera nell'entrata solenne di Gesù nella città santa.
Così, insieme a un amore sconfinato verso il suo popolo, Dio unisce un'apertura totale verso le genti, che purificate entreranno a far parte del regno.
Appartenente alla tribù di Levi, nato a Galaad e ritornato nella vecchiaia dalla Caldea in Palestina, Zaccaria avrebbe compiuto molti prodigi, accompagnandoli con profezie di contenuto apocalittico, come la fine del mondo e il doppio giudizio divino.
Morto in tarda età sarebbe stato sepolto accanto alla tomba del profeta Aggeo.  (Avvenire)

Etimologia: Zaccaria = memoria di Dio, dall'aramaico
Martirologio Romano: Commemorazione di san Zaccaria, profeta, che predisse il ritorno del popolo dall’esilio nella terra promessa, dando ad esso l’annuncio di un re di pace, che Cristo Signore attuò mirabilmente nel suo trionfale ingresso nella Città Santa di Gerusalemme.
Zaccaria, il profeta maggiormente citato nel Nuovo Testamento, dopo Isaia, penultimo dei profeti minori, fu chiamato al ministero profetico lo stesso anno di Aggeo, nel 520.
Il suo ministero durò probabilmente fino alla costruzione ultimata del tempio di Gerusalemme, tema delle sue esortazioni. Mediante visioni e parabole, egli annunzia l'invito di Dio a penitenza, condizione perché si avverino le promesse: "Così parla il Signore degli eserciti: Convertitevi a me, e io mi rivolgerò a voi". Le sue profezie riguardano il futuro del rinato Israele, futuro prossimo e futuro messianico.
E’ giunta l'ora della benevolenza del Signore verso Israele: il Tempio si avvia alla ricostruzione e stanno per essere riedificate Gerusalemme e le altre città di Giuda, mentre i popoli che hanno gioito per la sua distruzione saranno puniti.
Zaccaria mette in evidenza il carattere spirituale del rinato Israele, la sua santità, realizzata progressivamente, al pari della ricostruzione materiale. L'azione divina in quest'opera di
santificazione raggiungerà la sua pienezza col regno del Messia.
Questa rinascita è frutto esclusivo dell'amore di Dio e della sua onnipotenza: "Ecco, io libererò il mio popolo.
Li ricondurrò ad abitare in Gerusalemme: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, nella fedeltà e nella giustizia".
L'alleanza concretizzata nella promessa messianica fatta a David ripiglia il suo corso a Gerusalemme: "Esulta con tutte le tue forze, figlia di Sion, effondi il tuo giubilo, figlia di Gerusalemme. Ecco a te viene il tuo re: egli è giusto e vittorioso, è umile e cavalca un asinello, giovane puledro di una giumenta".
La profezia si avverò alla lettera nell'entrata solenne di Gesù nella città santa. L'asinello, contrapposto al cavallo da guerra, simboleggia l'indole pacifica del re Messia: "Egli annuncerà la pace alle genti; il suo regno si estenderà dall'uno all'altro mare".
Così, insieme a un amore sconfinato verso il suo popolo, Dio unisce un'apertura totale verso le genti, che purificate entreranno a far parte del regno: "Quale felicità, quale bellezza! Il frumento darà vigore ai giovani e il vino dolce alle fanciulle". In questo vaticinio, chiaramente messianico, è adombrata l'Eucaristia.
Appartenente alla tribù di Levi, nato a Galaad e ritornato nella vecchiaia dalla Caldea in Palestina, Zaccaria avrebbe compiuto molti prodigi, accompagnandoli con profezie di contenuto apocalittico, come la fine del mondo e il doppio giudizio divino. Morto in tarda età sarebbe stato sepolto accanto alla tomba del profeta Aggeo.
(Autore: Piero Bargellini - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Zaccaria, pregate per noi.

*Altri Santi del giorno (06 Settembre)

*San
Giaculatoria - Santi tutti, pregate per noi.

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