Preghiere tradizionali
*Angelus e Regina Caeli (25 marzo)
Storia dell’Angelus
Innumerevoli Autori di opere e composizioni musicali hanno cantato la Vergine nel mistero della sua divina maternità, celebrata nell’Ave Maria.
Infinite opere di poesia, di musica e di pittura sono state composte sull’Angelus, quasi a confermare come esso sia sempre sentito come un forte richiamo al mondo del divino.
Ricordiamo, fra l’ altro, che per la musica restano emblematici il suono mattutino dell’Ave, Maria e la recita dell’ Angelus da parte del sacrestano nel Primo Atto della Tosca di Giacomo Puccini [1838-1924], insieme con il Preludio del Terzo Atto in cui risuona il concerto delle campane romane all’Ave Maria dell’ alba; l’Ave Maria del mattino che già apriva La Favorita di G. Donizetti [1797-1848] e che scandisce l’ Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni [1863 – 1945], ed è presente in altri melodrammi, come per esempio in Manon di J. Massenet [1842-1912], ne La Wally di A. Catalani [1854-1893] e in Fedora di V. Giordano [1867-1948].
Nomi di Autori di opere e composizioni che, come per la poesia e per l’arte figurativa, hanno cantato la Vergine, particolarmente nel mistero della sua divina maternità che nell’Angelus ha la sua più alta e suggestiva celebrazione.
L’infinito concerto dell’Ave, Maria
Cliccando sul "motore di ricerca Google", ad esempio, alla voce "Schubert - Ave Maria" si trovano ben 79 pagine di riferimenti che riportano voci collegate [tipo l’elenco di compositori che hanno lasciato la loro impronta sull’ Ave Maria]: un numero davvero grande di musicisti che hanno sentito - obbligatoriamente, si direbbe - il dovere di comporre le loro armonie sulla Madonna dell’Angelus.
Solo per citarne alcuni, di noti e meno noti: Jakub Simon, Jan Ryba, Eduard Tregler, Frantisek Picka, Jaroslav Kocian, Antonin Dvorak, Stanislav Kyselak, Bretislav Bakala, Leos Janacek, Hans Biedermann, Magiller, Camille Saint-Saens, Ludwig van Beethoven, Luigi Maria Cherubini, Franz Schubert, Charles Gounod, Johann Sebastian Bach, Cesar Auguste Franck, Anton Bruckner, Ruggiero Leoncavallo, Bonaventura Somma, Franz Liszt, Wolfgang Amadeus Mozart, ecc. Ovviamente, è l’ "armonia angelica" di queste composizioni a dare la misura dell’ arte musicale che canta la Vergine dell’ Annunciazione; ma anche la variazione dei testi riferiti alla tradizionale "Ave Maria" esprime l’ originalità dei singoli artisti.
Chi non si commuove ascoltando, ad esempio, l’Ave Maria di Franz Schubert [1797-1828], sia per la musica trasfigurata che per le toccanti parole del testo? Eccole:
"Ave Maria!
Vergin del ciel,
sovrana di grazie e madre pia,
che accogli ognor la fervente preghiera,
non negar a questo straziato mio cor
tregua al suo dolor!
Sperduta l’ alma mia si prostra a te,
e pien di speme si prostra ai tuoi piè.
Ti invoca e attende
che tu le dia la pace
che solo tu poi donar.
Ave Maria!".
E come non gustare, ad esempio, nella versione classica del testo latino, il notissimo canto dell’Ave Maria di Charles François Gounod [1818-1893], che inizialmente concepì questo brano senza testo, per violino e pianoforte con organo, intitolandolo "Méditation", e che più tardi ebbe l’ispirazione dell’aggiunta del testo dell’ Ave Maria, che si sposa perfettamente alla melodia?
Infinita, come si vede, è la schiera di musicisti che - come i poeti e gli artisti delle arti figurative - sono stati ispirati a comporre "armonie divine" sulla più divina armonia del creato: la Vergine Maria chiamata a diventare Madre del Creatore.
(Autore: Saverio Gaeta – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
*Il Santo Rosario meditato con Bartolo Longo
Come nacque e si sviluppò
Il Rosario risale all’ alto Medioevo; nacque nei monasteri come sostituto della recita dell’Ufficio Divino: i monaci conversi e i devoti laici che non sapevano leggere, al posto dei 150 Salmi, recitavano 150 volte il Padre nostro, che contavano con un apposito strumento che poi verrà chiamato, nei diversi posti, con vari nomi: "corona" in italiano.
Con lo sviluppo della devozione mariana, che divenne trionfale intorno al sec. XII, e con la diffusione della preghiera dell’Ave Maria – originariamente antifona liturgica della IV domenica di Avvento e comprendente solo la prima parte della preghiera – accanto al "Salterio del Pater" si affermò anche il "Salterio della Beata Vergine" composto di 150 Ave Maria.
La sua diffusione fu tale che in pratica prevalse sul primo.
È importante notare come l’origine del Rosario sia strettamente legata alla liturgia e come rappresentasse un modo concreto messo a disposizione del popolo semplice per partecipare alla preghiera corale dei monaci. La grande diffusione del Salterio mariano stimolò molti ad arricchirlo, articolando la sua semplice struttura ripetitiva originale.
Cominciò il certosino tedesco Enrico Kalkar (1328-1408), il quale suddivise le 150 Ave Maria in 15 decine, intercalate dalla preghiera del Padre Nostro.
Un suo confratello, Domenico di Prussica, nei primi decenni del 1400, propose un Rosario di 50 Ave Maria, in cui ad ogni Ave, dopo il nome di Gesù – con il quale allora terminava la preghiera – si aggiungeva una frase o Gesù o della Vergine: 14 tratti della vita nascosta, 6 della vita pubblica, 24 della passione di Gesù e 6 dagli episodi dopo la risurrezione di Gesù; nasce così la triplice divisione dei misteri in gaudiosi, dolorosi e gloriosi.
La proposta di Domenico di Prussica incontrò molta fortuna e durante il 1400 si assistette a una straordinaria fioritura di Rosari; il numero dei misteri arrivò fino a 300 e comprendeva tutta la storia della salvezza, a cominciare dalla creazione.
L’opera dei Domenicani
Colui che ha contribuito più di ogni altro a lanciare la preghiera del Rosario e a conferirgli quella struttura con la quale è giunta fino a noi è stato il frate domenicano Alano de la Roche (1428-1478). La sua opera si svolse a vari livelli; prima di tutto egli riformò la preghiera, dando la massima importanza alla parte meditativa, che egli chiamava "l’anima del Rosario", mentre la parte vocale ne costituiva "il corpo". Suddivise gli episodi della storia della salvezza in tre cinquantine, i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, raggruppati in quindici episodi principali, che corrispondono agli attuali quindici misteri.
Egli inoltre "nobilitò" l’origine del "Salterio della Beata Vergine" attribuendone la paternità a San Domenico e spronando i suoi confratelli a farsi apostoli del Rosario: i Domenicani infatti da allora hanno sempre propagato tale pratica con molta efficacia.
Ma fra Alano era soprattutto un apostolo, un grande predicatore di missioni popolari.
In queste missioni organizzava instancabilmente le confraternite del Rosario, presentando questa preghiera come strumento sicuro di progresso nella fede e come arma potente contro i nemici della chiesa.
Quest’ ultima convinzione fu di estrema importanza, tanto è vero che già se ne parla nella prima bolla papale sul Rosario pervenutaci (Ea quae di Sisto IV, 12 maggio 1479): in essa il Rosario è presentato come <<un modo di pregare pio e devoto, che consiste nel dire ogni giorno, in onore di Dio e della beatissima Vergine Maria, contro i pericoli che incombono sul mondo, tante volte l’angelico saluto quanti sono i salmi del Salterio davidico".
Inoltre c’ è da rilevare come spesso le confraternite del Rosario resistettero validamente alla pressione protestante, tanto è vero che questa preghiera è divenuta un po’ il simbolo della fede cattolica. Infine, questa convinzione ebbe in certo modo la sua conferma storica nella vittoria di Lepanto (7 ottobre 1571), che il papa San Pio V attribuì più all’ "arma" del Rosario che alla potenza dei cannoni e al valore dei soldati.
Egli inoltre stabilì che si celebrasse la festa del Rosario nello stesso giorno della vittoria, il 7 ottobre. La struttura definitiva del S. Rosario fu data da fra Alberto di Castello, anche lui domenicano; egli semplificò ulteriormente la pia pratica, presentando le clausole da aggiungere ad ogni Ave Maria come semplici spunti di meditazione.
Di forme di Rosario all’ epoca del Rinascimento ce n' erano tante, ma la forma che divenne assolutamente prevalente fu quella promossa dall’Ordine Domenicano, raccomandata da numerosissimi documenti pontifici.
Il Rosario e la vita cristiana
Lungo tanti secoli di vita cristiana, questa preghiera apparentemente di una semplicità disarmante è divenuta come il punto di coagulo di tutta una serie di valori, che ne ha fatto come il simbolo non solo del culto mariano, ma della stessa identità cattolica.
Il Rosario è stata una preghiera amata da piccoli e grandi, da ignoranti e sapienti; esso ha ispirato poeti, apostoli, santi, martiri; molti hanno dato la vita per Cristo stringendo la corona del Rosario nella mano.
"Chi propaga il Rosario è salvo!"
Questa parola udita nell’intimo del cuore dal Beato Bartolo Longo, nell’ ottobre del 1872, ne fece l’apostolo del Rosario e il fondatore della nuova Pompei mariana.
Al Rosario, il 16 ottobre 2002, Giovanni Paolo II ha dedicato la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae.
Non a caso, tra i grandi testimoni a cui il papa si richiama, Bartolo Longo ha un posto di rilievo.
Il Rosario ci porta a Gesù facendoci accompagnare da Maria.
Per questo l’Ave Maria predomina e dà al Rosario una speciale fisionomia mariana.
Gesù al centro e le indulgenze concesse
Di qui l’aggiunta, al nome di Gesù, nell’Ave Maria, della "clausola cristologica", con la quale si evoca ciascun mistero meditato.
Indulgenze concesse a chi recita il Rosario.
° Indulgenza plenaria se lo si recita in chiesa o in famiglia, in una comunità religiosa, in una pia associazione.
° Indulgenza parziale in tutte le alte circostanze.
Per lucrare l'indulgenza plenaria:
1. È sufficiente recitare la terza parte del Rosario, ma i cinque misteri vanno recitati tutti di seguito.
2. Alla preghiera vocale occorre aggiungere la meditazione dei misteri.
3. Quando lo si recita pubblicamente, l'enunciazione dei misteri va fatta secondo le approvate consuetudini del luogo.
Nella recita privata, basta che il fedele aggiunga alla preghiera vocale la meditazione dei misteri.
(Enchiridion indulgentiarum, 1986, n. 48)
Gesù nelle varie espressioni del suo volto
Di qui l’integrazione – accanto ai tradizionali misteri di gioia, dolore e gloria - dei misteri della luce, che coprono l’arco della vita pubblica di Gesù.
In questo modo il Rosario si presenta ancora di più come una sorte di "compendio del Vangelo".
Dirlo bene ci aiuta a perseguire l’ideale di S. Paolo: "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal. 2,20).
Una preghiera per la vita
Il Papa la incoraggia soprattutto in relazione ai problemi della pace e della famiglia.
Una preghiera per la "nuova evangelizzazione"
È significativo a tal proposito quanto il Papa ha detto, dopo aver firmato la Lettera Apostolica sul Rosario "prostrandosi spiritualmente" nel Santuario di Pompei:
"Da quel Santuario, posto presso le rovine dell’antica Città romana appena lambita dall’ annuncio del Vangelo, prima che l’eruzione del Vesuvio la distruggesse, l’invito al Rosario acquista un valore quasi simbolico, come espressione di un rinnovato impegno dei cristiani nella nuova evangelizzazione di un mondo ridiventato, sotto certi aspetti, pagano".
I Misteri del Rosario distribuiti nel tempo
Il Rosario può essere recitato integralmente ogni giorno, e non manca chi lodevolmente lo fa.
Esso viene così a riempire di orazione le giornate di tanti contemplativi, o a tener compagnia ad ammalati ed anziani.
Ma è ovvio – e ciò vale a maggior ragione, se si aggiunge il nuovo ciclo dei mysteria lucis – che molti non potranno recitarne che una parte, secondo un certo ordine settimanale.
Questa distribuzione settimanale finisce per dare alle varie giornate della settimana un certo "colore" spirituale, analogamente a quanto la Liturgia fa con le varie fasi dell’anno liturgico.
Dove inserire i "misteri della luce"?
Considerando che il sabato è tradizionalmente un giorno a forte carattere mariano, sembra consigliabile spostare al sabato la seconda meditazione settimanale dei misteri gaudiosi, nei quali la presenza di Maria è più pronunciata.
Il giovedì resta così libero per la meditazione dei misteri della luce.
La settimana del Rosario risulta dunque così:
Lunedì: misteri della gioia
Martedì: misteri della dolore
Mercoledì: misteri della gloria
Giovedì: misteri della luce
Venerdì: misteri della dolore
Sabato: misteri della gioia
Domenica: misteri della gloria
Per ricevere "Grazie"
A Pompei, il Beato Bartolo Longo si è santificato, ed, ha realizzato il Santuario e le opere annesse per mezzo dell’umile preghiera del Rosario, e, come dice egli stesso, la "Catena dolce che ci rannoda a Dio".
Al Rosario voglio anche aggiungere le più importanti preghiere composte dal Beato Bartolo Longo, ossia le due Novene e la Supplica alla Madonna di Pompei, che tante grazie hanno ottenuto e ottengono ai devoti della Regina del Santo Rosario.
Per ottenere benedizioni
Per ottenere benedizioni e grazie, si dicano, possibilmente, nel corso del giorno le quindici poste del Rosario con i rispettivi Misteri; poiché la Vergine Santa per mezzo di San Domenico promise una grazia speciale ogni volta che si recita il Rosario intero.
E la continua esperienza ha dimostrato come la Celeste Regina eserciti una protezione straordinaria sulle persone che recitano le venti decadi del suo Rosario.
Il Rosario non è necessario dirlo tutto di seguito: basta recitarne anche una posta per volta, in casa, per via, camminando o sedendo, a letto o a lavoro.
L'essenziale è che si pensi al Mistero tenendo presente che si contemplano con Maria gli avvenimenti della storia della salvezza.
Si sa del Dottore della Chiesa, Sant' Alfonso de' Liguori, che diceva il Rosario in tutte le ore e in tutti i luoghi, anche quando su di un mulo andava, da Vescovo, a visitare le Parrocchie.
San Vincenzo Ferreri lo ripeteva intero cinque volte al giorno tra le peregrinazioni, viaggi e miracoli.
E San Domenico, oltre alla celebrazione dell'Ufficio divino e all'impegno di un intenso apostolato, trovava tempo e luogo di recitare l'intero Rosario otto volte, cioè 120 poste tra il giorno e la notte.
Ed ultimamente sappiamo di San Benedetto Labre, pellegrino francese, che portava due corone, una al collo e l'altra al braccio, per recitare in tutti i tempi e in tutti i luoghi, lungo i suoi continui pellegrinaggi, il Rosario tanto caro a Maria ed al suo Figlio.
Le caratteristiche del Rosario secondo la "Marialis Cultus" di Paolo VI
Il Rosario:
1. È una preghiera biblica: compendio di tutto quanto il Vangelo.
2. Passa in rassegna i dati essenziali della storia della salvezza.
3. È orientato a Cristo, è quindi preghiera di orientamento nettamente cristologico: Cristo è il benedetto frutto del seno di Maria.
4. Presenta un carattere meditativo: senza la contemplazione, il Rosario è corpo senza anima e la sua recita diventa meccanica ripetizione di formule.
5. Si nutre della Sacra Scrittura e gravita intorno al mistero di Cristo. Il Rosario conduce alla Liturgia, creando con essa un profondo rapporto.
6. Fa scoprire ed esercitare la vera devozione alla Madonna: Maria è associata a Cristo come Madre corredentrice.
La Trinità nei Misteri
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo centro vitale dei Misteri del Rosario
Il culto cristiano è, per sua natura, essenzialmente rivolto al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, o meglio – come si esprime la Liturgia – al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.
Ogni preghiera, ogni pratica di pietà, come ogni azione, si misura per la sua validità ed efficacia dalla presenza di questa nota Trinitaria.
Nel Santo Rosario possiamo dire che questa si riscontra come base fin dall’inizio e come sfondo sino alla fine, sempre poi, in tutte le sue articolazioni come punto di riferimento determinante.
La recita dell’Ave Maria, che ne costituisce la struttura portante, è una risonanza chiara, perfino verbale dei due primi Misteri Gaudiosi che invitano a contemplare la Trinità nel suo rivelarsi e comunicarsi all’umanità.
Il Vangelo di Luca, che ne è la fonte biblica, è esplicitamente trinitario nel racconto.
L’Angelo Gabriele è mandato da Dio ad annunciare l’incarnazione del Verbo a Maria (cfr Lc 1,26-38).
Entrando da Lei dice: "Ti saluto o piena di Grazia, il Signore è con Te… Non temere, Maria, perché hai trovato Grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo… Lo Spirito Santo scenderà su di te, su Te stenderà la sua ombra la Potenza dell’Altissimo.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio".
Siamo dinanzi al primo testo evangelico che rivela, anche se non del tutto esplicitamente, il Mistero adorabile della Santissima Trinità. Viene nominato Gesù e viene additato come Figlio dell’Altissimo, Figlio di Dio.
C’è dunque un padre, c’è il Padre in Dio se c’è un Figlio. Viene annunziato lo Spirito Santo che come Potenza dell’altissimo realizzerà il prodigio di una maternità verginale, inaudita nella storia.
Come risonanza di questo annunzio, si echeggia il saluto dell’Angelo ripetendo insistentemente: "Ave, Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te!".
Ci si ritrova nell’atmosfera soprannaturale della Grazia, ossia nella Comunione Trinitaria che partecipa alla creatura umana la Vita, la natura Divina.
Si guarda a Maria, a Colei che è la Piena di Grazia per antonomasia; che ha come nome proprio la Grazia, come sua identità personale la Benevolenza, la Predilezione di Dio, come essenza costitutiva la piena Comunione di Dio.
Si contempla Maria nello splendore originario della sua Immacolata Concezione, ci si eleva gioiosamente ai raggi della sua bellezza sovrumana; ci si lascia affascinare dalla Soavità che ci raggiunge nella riscoperta della Grazia in noi in virtù del Battesimo, tuffo rigenerante nell’oceano della Vita trinitaria.
È l’atmosfera dolce e accattivante che si sprigiona dalla prima nota dell’Ave Maria. Con il saluto dell’Angelo si incalza: "Il Signore è con te!".
Con Te è il Padre che ti dà come figlio nella natura umana il suo Unigenito nella Natura Divina.
Con Te è il Figlio che si lascia concepire nel tuo grembo, vi dimora per nove mesi, si nutre al tuo seno, vive con Te nella casetta di Nazareth fino ai trenta anni, condivide con Te la sua avventura evangelica, il suo Mistero di Morte e Risurrezione.
Il Signore è con Te. In Te è lo Spirito Santo nella concezione verginale del Figlio; con Te, in Te è lo Spirito Santo che ti sceglie come Sposa, Compagna inseparabile nella comunicazione all’umanità della sua Grazia e della sua Tenerezza Materna. Ripetiamo nel Rosario insistentemente, con ritmo tranquillo e pensoso, con lo sguardo trasognato, fisso in una realtà di cielo: "Ave, Maria, Piena di Grazia, il Signore è con Te!".
Ci apriamo ad una visione stupenda, ci troviamo coinvolti in un intreccio di rapporti vitali con le tre Persone Divine, contempliamo Maria come amava contemplarla il nostro Beato Bartolo Longo e, prima ancora, San Francesco d’Assisi: "Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo!". É l’essenza più profonda di Maria, la sua gioia, la sua gloria, che è gioia e gloria anche della Chiesa, di ogni anima cristiana. La gioia della Trinità che si rivela e si comunica nella incarnazione, si diffonde e opera nella Visita di Maria ad Elisabetta.
Questa, appena udito il saluto di Maria, fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la Madre del mio Signore venga a ma?
Ecco appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata Colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore" Lc 1,39-45).
L’Ave Maria prosegue, è un canto che non ha confine perché apre all’orizzonte della storia universale della salvezza.
Al saluto dell’Angelo subentra il grido entusiasta di Elisabetta: "Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù!".
Si rievoca e si rappresenta l’effusione dello Spirito Santo, la grazia del Verbo incarnato, concepito e presente nel grembo di Maria; si avverte il palpito del Cuore del Padre, "Fonte dell’Amore" (AG 2) che ha programmato e realizzato l’incarnazione del Figlio e il Dono dello Spirito Santo all’umanità. Ci ritroviamo nel dinamismo della Comunione Trinitaria che guida, determina e abbraccia tutte le tappe della redenzione e della santificazione, riassunte nel nome di Gesù e culminanti nella invocazione a Maria, Madre di Dio, già proclamata "Madre del mio Signore" da Elisabetta.
Giunta a tale vertiginosa altezza, la preghiera contemplativa diviene supplica implorante: "Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte".
E Maria scende dal suo trono di gloria e di regina e si fa nostra compagna nell’invocare lo Spirito Santo, come agli albori della Chiesa nascente nel cenacolo con gli apostoli, i discepoli e le pie donne (cfr At 1,12-14).
Il Rosario è appunto questo tipo di preghiera: contemplare con gli occhi di Maria, pregare con il cuore di Maria perché il Padre mandi il suo Spirito per mezzo del Figlio a rinnovare la faccia della terra. La nota Trinitaria è il filo conduttore: si comincia con il "Padre nostro" che introduce la preghiera e la colloca nella situazione di fondo, nella Vita Trinitaria, ponendoci come figli nel Figlio tra le braccia di Babbo con la carezza materna della "Ruah" (=Spirito).
Al termine, poi, di ogni decade, riposiamo nel cantico del "Gloria al Padre", al Figlio e allo Spirito Santo", che echeggia la lode del Cielo, riassume la preghiera contemplativa e la convoglia alla gloria della Trinità adorabile.
(Autore: Mons. Francesco Saverio Toppi)
Introduzione
Dopo la Santa Messa e la Liturgia delle Ore, la preghiera del S. Rosario è la più gradita a Gesù e alla Madonna. Ed, è, anche la più gradita al Vicario di Cristo, Papa Giovanni Paolo II, che, in varie circostanze ha esclamato: "Il Rosario è la mia preghiera prediletta!".
La Vergine Immacolata nelle numerose apparizioni fatte a Lourdes e a Fatima si è mostrata con la corona tra le mani, e, ha invitato i tre pastorelli (Francesco, Giacinta, e, Lucia) a recitare il Rosario: per la pace nel mondo e la conversione dei peccatori. A Pompei, il Beato Bartolo Longo si è santificato, ed, ha realizzato il Santuario e le Opere annesse per mezzo dell'umile preghiera del Rosario. Con questo libretto si vuole offrire un umile sussidio a far del Santo Rosario, come dice il Beato Bartolo Longo, la "Catena dolce che ci rannoda a Dio".
Al Rosario vogliamo anche aggiungere le più importanti preghiere composte dal Beato Bartolo, ossia le due Novene e la celebre Supplica alla Madonna di Pompei, che tante grazie hanno ottenuto e ottengono ai devoti della Regina del Santo Rosario.
Primo Mistero gaudioso
L’annuncio dell’Angelo Gabriele alla Vergine Maria
Riflessione
Dio parla a Maria Santissima per mezzo di un Angelo: è l'Angelo Gabriele, mandato da Dio nell'umile paesello di Nazaret alla vergine chiamata Maria, sposa di Giuseppe il falegname.
L'Angelo Gabriele presenta alla Vergine il "progetto" di Dio dell'Incarnazione redentiva del Verbo di Dio. Maria, con grandissima umiltà e fede, salvaguardata l'integrità della sua verginità, perché resa feconda dalla "Potenza dell'Altissimo" (Lc 1,35), dice il suo "Si" incondizionato: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38).
La Vergine concepisce, così, per opera dello Spirito Santo, e diventa la Madre Vergine di Gesù, ossia del Salvatore del mondo: il "Figlio dell'Altissimo" (Lc 1,32), il Figlio "Unigenito del Padre" (Gv 1, 14).
Esempio
Nella giovinezza del Beato Bartolo Longo ci fu un periodo di profonda crisi e di sbandamento. Bartolo Longo, studiando a Napoli, all'Università, si smarrì con le amicizie pericolose in circoli sospetti, e arrivò a fare anche sedute spiritiche, diventando persino Sacerdote spiritista. Il Signore e la Madonna, tuttavia, vegliavano su di lui. E un amico del suo paese natio (Latiano) divenne per lui l'angelo della salvezza. Racconta lo stesso Bartolo Longo: "Il professor Vincenzo Pepe fu l'amico dell'anima mia, che il Signore mi mandò incontro in tutti i momenti critici e decisivi della mia vita... e il primo incalcolabile bene che il mio amico fece all'anima mia fu quello di farmi svincolare dal satanico giogo dello Spiritismo".
Proposito
L'Angelo Custode è l’amico che il Signore nella sua Provvidenza ti ha messo accanto. Ricorri spesso a lui. Con il suo aiuto, ama Dio e santificati.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Secondo Mistero gaudioso
La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta
Riflessione
Maria Vergine, dopo aver concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, si incammina verso Ain-Karim, un paese di montagna vicino a Gerusalemme, per andare a visitare ed aiutare la sua parente Elisabetta.
L'Angelo Gabriele, infatti, aveva detto a Maria: "anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei..." (Lc 1,36).
Maria Santissima si ferma circa tre mesi nella casa di Elisabetta. Aiuta la sua anziana parente nei servizi domestici e in ogni altra cosa. La Madre di Gesù, è la Madre di Dio, ma non si insuperbisce affatto; al contrario, capisce che chi più si riempie di Dio... deve dare lo stesso Dio agli altri con la Carità.
La Vergine per tre mesi fa la domestica nella casa di Elisabetta e Zaccaria. Lei potrebbe, di diritto, quale Madre di Dio, comandare ed essere servita dagli altri; e invece, Ella si considera la serva del Signore, sull'esempio del Suo Figlio Gesù che "non è venuto per essere servito, ma per servire" (Mc 10,43).
Esempio
Il Beato Bartolo Longo, dopo la conversione e il ritorno a Dio, capi che bisognava riparare il male fatto, e si rese conto che il miglior modo per farlo era la Carità. Dice Gesù: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero malato e mi avete visitato" (Mt 25,35-36).
A Napoli Bartolo Longo si era allontanato dalla fede, e fu proprio a Napoli che riparò con le opere di carità. Visitava i poveri, li soccorreva come poteva nei loro bisogni, visitava i malati negli Ospedali e li curava.
In particolare, andava molto spesso all'Ospedale degli Incurabili, e lì confortava i più sofferenti nell'anima e nel corpo.
Proposito
Ripara le mancanze con le opere di carità, verso i bisognosi perché "la carità copre la moltitudine dei peccati" (Gc 5,20).
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Terzo Mistero gaudioso
La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
Riflessione
Maria e Giuseppe vanno a Betlemme, in occasione del censimento; ed è proprio a Betlemme, terra della discendenza davidica, che nasce Gesù, il Verbo incarnato.
Riflettiamo: il Figlio di Dio non nasce nella città più importante del tempo, Roma, e neanche a Gerusalemme, la "Città" del re Davide. Il Figlio di Dio nasce nella piccola e umile Betlemme, fuori del paese, nell'isolamento e nel nascondimento. Gesù nasce in una povera e fredda grotta, ha per giaciglio una mangiatoia con un po' di paglia, e le prime persone che lo adorano sono gli umili e disprezzati pastori. Ma nel cielo di stelle ci sono le schiere angeliche che cantano osannanti: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli" (Lc 2,14).
Esempio
Il 13 novembre 1875, giorno di sabato, su di un carro carico di letame, portato dal carrettiere Angelo Tortora, il quadro della Madonna del Rosario fa il suo ingresso nella valle di Pompei. Il quadro della Madonna è in uno stato pietoso: bucherellato dalla tignola, mancante qua e là di pezzi di tela e di colore, tutto screpolato. I presenti all'arrivo del quadro erano il Beato Bartolo Longo, la Contessa De Fusco, il Parroco, e altre persone. Essi rimangono esterrefatti. Questo sarebbe il quadro da porre nella nuova chiesa?
Non c'è che dire... Dio agisce sempre allo stesso modo: sceglie le cose più umili per fare le cose più grandi. Questo quadro, ora in condizioni estremamente pietose, una volta restaurato, sarà venerato dai fedeli del mondo intero.
Proposito
Ama la povertà perché, per mezzo di essa, Gesù un giorno ti farà ricco in Paradiso.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quarto Mistero gaudioso
La presentazione di Gesù al tempio
Riflessione
Maria e Giuseppe vanno al Tempio di Gerusalemme, per offrire Gesù Bambino al Padre Celeste. E vero, Gesù è il Figlio di Dio, e quindi non ha bisogno di esser offerto al Padre. Ma la Madonna e San Giuseppe sono ubbidienti ad ogni prescrizione religiosa. Inoltre, ogni coppia di sposi deve fare l'offerta al Tempio. Maria e Giuseppe, siccome sono poveri, fanno l'offerta dei poveri, offrono, cioè, due tortore. Essi non sono obbligati, ma lo fanno soprattutto per dare l'esempio a noi.
Quello che ci fa riflettere in questo mistero è la duplice offerta che Maria e Giuseppe fanno al Tempio. L'offerta spirituale: offrono Gesù Bambino all'Altissimo; l'offerta materiale: offrono due tortore. Essi offrono a Dio tutti i loro beni più grandi e più piccoli, senza limiti né riserve.
Esempio
Nei primi mesi del 1876, con il consenso del Vescovo di Nola, Mons. Formisano, Bartolo Longo, aiutato dalla contessa De Fusco, cominciò a raccogliere le offerte per costruire una chiesa in Pompei dedicata alla Madonna del Rosario. L'offerta era di un soldo al mese. Le offerte inizialmente arrivarono da pochi contadini della Valle di Pompei; poi, dai fedeli napoletani, e infine, pian piano, dai fedeli di tutto il mondo.
Finalmente, l'8 maggio 1891, il Tempio di Pompei era pronto, e fu solennemente consacrato dal Cardinale Raffaele Monaco La Valletta.
Proposito
Sull'esempio di Maria e Giuseppe, anche tu fa l'offerta in chiesa: l'offerta spirituale di te stesso a Dio, e l'offerta materiale secondo le tue possibilità.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quinto Mistero gaudioso
Il ritrovamento di Gesù nel Tempio
Riflessione
Gesù dodicenne viene portato da Maria e Giuseppe al Tempio di Gerusalemme in occasione della Pasqua ebraica. E dopo i giorni di festa, tutti ritornano con le carovane nei loro paesi. Durante il viaggio, però, Maria e Giuseppe si accorgono che Gesù non è con loro. Angosciati, si mettono subito alla ricerca di Gesù, ma lo trovano soltanto dopo tre giorni nel Tempio di Gerusalemme.
Anche noi possiamo perdere Gesù, e lo possiamo perdere (a differenza di Maria e Giuseppe) volontariamente, commettendo cioè, il peccato mortale. Basta un solo peccato mortale, infatti, per perdere Gesù. Ma possiamo ritrovarlo. E dove si ritrova Gesù?
Chi ha perso Gesù con il peccato mortale, può sempre ritrovare Gesù nel Tempio, cioè, in chiesa, accostandosi al confessionale e facendo una buona confessione. Gesù stesso ha istituito questo Sacramento, e Gesù perdona per mezzo del Sacerdote, nel Sacramento della Riconciliazione, ogni persona sinceramente pentita.
Esempio
Anche il Beato Bartolo Longo perse Gesù per molti anni, legato ad amici fuori strada. Con le sedute spiritiche e accettando errori perniciosi, egli rinnegò la sua fede. Ma Dio vegliava su di lui. E un giorno, infatti, egli ritrovò Gesù. Dove? Nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, per mezzo di un santo Sacerdote, Padre Alberto Radente, domenicano.
Scrive il Beato: "Quell'amato Padre, ebbe innanzi tutto il gran merito di ritrarmi dallo Spiritismo… e poi quello di comunicarmi a fondo la dottrina del Rosario, la storia dell'Ordine Domenicano e quello del Terzo Ordine della Penitenza... In quel giorno che mai si cancellerà dalla mia memoria, la Madre dei peccatori, la Regina delle rose celesti, operò un gran prodigio nella persona di quel colpevole, e con un tratto di quella magnificenza che solo Dio possiede elesse quel medesimo sciagurato a promulgare le Sue glorie, a fondare un santuario ove altri colpevoli trovassero il perdono e la pace".
Proposito
Se hai perso Gesù con il peccato mortale, va in chiesa dal sacerdote e con una buona confessione anche tu ritroverai Gesù.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdonale nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Introduzione ai Misteri del Dolore (Martedì e Venerdì)
Questi misteri sono caratterizzati dal dolore che irradia...
Primo Mistero doloroso
L'agonia di Gesù nel Getsemani
Riflessione
Gesù nell'orto degli Ulivi prega, è la sera del giovedì santo. La Sua preghiera è sofferta, molto sofferta, fino al punto di fargli sudare sangue. Gesù con la Sua preghiera sofferta e offerta al Padre chiede che possa essere allontanato da Lui quel tremendo Calice di dolore: "Padre, se è possibile, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc22,42). Con l'espressione "non sia fatta la mia, ma la tua volontà" Gesù vuole insegnare a noi il vero modo di pregare. Noi dobbiamo pregare sempre, ogni giorno. E dobbiamo pregare nella gioia e nel dolore e anche nelle aridità. Ma la nostra preghiera deve essere sempre uniformata, cioè sottomessa alla Volontà di Dio.
Esempio
Il Beato Bartolo Longo fu uomo di preghiera. Perciò ottenne grazie e miracoli sia per sé che per gli altri. Per mezzo della recita del Rosario egli fu guarito dalla Madonna spiritualmente, si convertì e si santificò. Recitando la Novena alla Madonna del Rosario, nel 1879, con l'intercessione di S. Caterina da Siena, fu salvato dalla tomba e guarì questa volta anche fisicamente.
Ricordiamo sempre con commozione il suo arrivo a Pompei, ai primi di ottobre del 1872. Mentre stava in preda ad una profonda crisi di disperazione, improvvisamente sentì una voce: "Se cerchi la salvezza, propaga il Rosario. E promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!".
E Bartolo Longo rispose con grande fede: "Se è vero che Tu hai promesso a San Domenico, che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò, perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il Tuo Rosario!"
Proposito
Prega ogni giorno la Madonna con la recita del Rosario. Pregala con la novena composta dal Beato Bartolo Longo. La Regina del S. Rosario ti salverà e ti santificherà!
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Secondo Mistero doloroso
La flagellazione di Gesù
Riflessione
Gesù viene crudelmente flagellato alla colonna. Viene flagellato soprattutto per riparare i peccati contro la purezza, che devastano le anime e i corpi. Con la sua flagellazione, quindi, Gesù vuole insegnarci soprattutto a rispettare il nostro corpo, che è "Tempio dello Spirito Santo" (1 Cor 6,19) e non deve essere profanato con le immondezze della carne. La sua flagellazione è scuola, è richiamo forte e concreto ad essere mortificati.
Ricordiamolo sempre: senza la mortificazione è impossibile vincere le passioni della carne. La custodia e la mortificazione dei sensi riducono il corpo in servitù (1 Cor 9,27), facilitano la preghiera e portano all'unione con Dio, che ci santifica e ci fa salvare le anime a noi affidate.
Esempio
Bartolo Longo è stato un esempio di mortificazione. Nel mangiare si mortificava spesso con digiuni e di solito si cibava in fretta e parcamente per riprendere il suo lavoro. Ancora più si mortificava reagendo con rigore alle debolezze del suo carattere. Nella sua vita privata, poi, il nostro avvocato, visse sempre in francescana modestia e grande povertà. Il suo modo di vestire era davvero modestissimo, e i suoi abiti presentavano quasi sempre le tracce della vecchiaia. Voleva essere veramente povero, lui, il fondatore di un Santuario, delle Opere, di una intera città: la nuova Pompei.
Questo è un grande esempio per noi che viviamo nella "civiltà dei consumi", sciupando tanta roba, mai sazi di beni terreni che donano soltanto insoddisfazione e inquietudine.
Proposito
Ama e pratica la mortificazione perché il Signore per mezzo di essa ti santificherà.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia."
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Terzo Mistero doloroso
La coronazione di spine di Gesù
Riflessione
Con la coronazione di spine, Gesù ci insegna ad essere umili e ad accettare con pazienza ogni umiliazione in riparazione dei peccati di orgoglio e di presunzione, che sono alla radice del nostro egoismo, eredità del peccato d'origine commesso dai nostri progenitori.
Il Maestro divino, il Re del cielo e della terra, viene coronato Re, ma Re di burla! E Lui accetta, non risponde, non reclama: tace. Tutto questo dà grande gloria al Padre Celeste. Gesù ha guarito tanti malati, ha convertito tanti peccatori, dimostrando con la vita, con la predicazione e con i miracoli la sua regale Divinità: eppure, viene trattato come un pazzo, come "un re di burla".
Esempio
Il nostro Bartolo Longo, nella sua vita, fu spesso umiliato. Dovette, molte volte, come Gesù, portare la sua bella corona di spine. Ciò avvenne soprattutto negli ultimi anni della sua vita.
Nel 1905 arrivarono delle lettere calunniatrici al Papa S. Pio X su Bartolo Longo. Tra l'altro si diceva che Bartolo Longo era un ladro, e che ricevendo delle offerte di Messe le passava nelle mani dei figliastri. La Santa Sede finì col credere a queste calunnie, ed ecco che arrivò non molto tempo dopo un decreto dalla Sacra Congregazione del Concilio al nostro Avvocato.
Racconta il Beato: "Improvvisamente... mi venne un decreto della Sacra Congregazione del Concilio che mi ordinava di uscire dal Santuario sotto pena di scomunica riservata al Papa. Gesù mi fece provare l'agonia dell'orto; mi sentivo andar pazzo! E la corona di spine... il tradimento di Giuda; l'abbandono e gli insulti! Sacerdoti e ministri e miei amici beneficati".
Proposito
Chiedi con insistenza alla Madonna la grazia di essere umile e di accettare con pazienza ogni umiliazione.
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quarto Mistero doloroso
La salita di Gesù al Calvario
Riflessione
La salita al Calvario di Gesù, carico della Croce, ci fa riflettere sulla nostra Croce quotidiana. Gesù ci dice chiaramente che dobbiamo portare ogni giorno la nostra Croce: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Lc 9,23.
Noi, invece, spesso usiamo tutti i mezzi per scansare questa croce quotidiana oppure ci lamentiamo e borbottiamo contro di essa. E qual è il risultato? Il risultato è che la croce diventa per noi più pesante e insopportabile. Dobbiamo rammentarci che la Croce di Gesù per noi è sempre la migliore e la più facile da portare, mentre la croce che noi ci prepariamo e vogliamo è sempre più difficile da portare, perché senza di Lui noi non possiamo "fare nulla" (Gv 15,5).
Esempio
Come Gesù, anche il nostro Beato Bartolo Longo dovette portare la sua croce sino alla fine. Il S gennaio 1924, il Beato nominò suo erede l'ingegnere Bartolino, figlio del fratello Alceste. E da Pompei si ritirò a Napoli. Ma ci furono raggiri ed inganni, per cui si fece firmare al Santo vegliardo un documento legale che lo espropriava di ogni bene economico, e in modo particolare del villino. Intanto il 27 febbraio 1924 il Tribunale di Salerno, tramite uscieri, inventariava tutti gli oggetti e metteva i sigilli al villino.
E cosi il Fondatore di Pompei, della città, del Santuario e delle opere annesse, rimase nullatenente, e ciò era avvenuto con l'inganno e con il tradimento... proprio come fu fatto a Gesù!
Proposito
Chiedi al Beato Bartolo Longo la forza di portare la croce quotidiana così da essere vero discepolo di Gesù.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quinto Mistero doloroso
La crocifissione e morte di Gesù
Riflessione
Gesù muore in Croce, condannato come un malfattore. Il Figlio di Dio muore crocifisso tra due ladroni, abbandonato da tutti. Le uniche persone che stanno ai piedi di Gesù crocifisso e agonizzante sono la Madre, la Vergine Maria, Maria di Magdala, Maria di Cleofa, e Giovanni, il discepolo prediletto. Gesù prima di morire dice a sua Madre: "Donna, ecco il tuo figlio!" Poi dice al discepolo: "Ecco tua Madre!" (Gv 19,26-27).
In Giovanni è rappresentata tutta l'umanità, ossia tutti gli uomini di tutti i tempi. Da quel momento, ufficialmente, la Madre di Gesù è diventata la Mamma nostra! Mistero di amore dolcissimo, che dovrebbe commuoverci nell'amare il Divino Redentore e la celeste Madre Corredentrice.
Esempio
Il 5 Ottobre 1926, a 85 anni di età, muore l'avvocato santo, Bartolo Longo. Alcuni anni prima egli aveva donato tutte le sue opere alla Santa Sede, e ora muore nella più grande povertà, in una casa e in un letto non suoi: proprio come Gesù!
Il Beato cadde ammalato e passò a letto gli ultimi mesi di vita; poco prima di morire disse alle orfanelle: "Vi benedico con questa corona, con la quale Maria Santissima vi coronerà quando entrerete nella gloria". Le sue ultime parole furono: "Desidero soltanto vedere Maria che mi salvò e mi salverà dalle unghie di Satana". Impariamo dal Beato a legarci a Maria, nostra speranza e salvezza.
Proposito
Chiedi alla Madonna la grazia di vivere e di morire santamente... invocando il suo nome e la sua protezione: "Santa Maria, Madre di Dio... prega per me peccatore... adesso e nell'ora della morte".
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Misteri della Gloria (Mercoledì e Domenica)
Questi misteri sono caratterizzati la gloria che irradia...
Primo Mistero glorioso
La Risurrezione di Gesù
Riflessione
Gesù il terzo giorno risorge dalla morte. Con la Risurrezione, Egli vince la morte, il peccato, il diavolo, e apre le porte del Paradiso a tutti gli uomini di buona volontà. La sua Risurrezione dalla morte è il più grande fra tutti i miracoli, è il miracolo dei miracoli. Nessuno dopo la morte ha potuto ridare la vita a se stesso. Solo Gesù ha ridato la vita a se stesso, perché Gesù è il Figlio di Dio.
La Risurrezione di Gesù è la certezza, è la garanzia della nostra Fede. Se Gesù non fosse risorto "vana" sarebbe la nostra Fede, come insegna San Paolo (cfr 1 Cor 15, 1. É dalla Risurrezione di Gesù che dobbiamo imparare a risorge-re dal peccato, per vivere sempre da "risorti".
Esempio
Il 13 febbraio del 1876, quando venne esposto per la prima volta a Pompei il quadro della Madonna del Rosario, una ragazza, Clorinda Lucarelli, davanti alla Sacra Immagine venne miracolosamente guarita da un male incurabile.
Fu il primo miracolo della Madonna del Rosario nella Valle di Pompei. Fu il primo di una serie interminabile di miracoli fisici. Ma chi può contare la serie dei miracoli che la Madonna di Pompei compie facendo risorgere tante anime dalla morte del peccato? Tutti i grandi Santuari mariani, e tra questi si trova certamente il Santuario di Pompei, sono le grandi cliniche per tutte le malattie spirituali da guarire: in esse la nostra celeste Madre è sempre all'opera "per restaurare la vita soprannaturale delle anime" (Lumen gentium 61).
Proposito
Prega la Madonna affinché tu possa vive-re sempre da "risorto" senza morire mai con il peccato mortale.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Secondo Mistero glorioso
L'Ascensione di Gesù al cielo
Riflessione
Gesù Risorto, dopo 40 giorni, nei quali varie volte apparve sulla terra ai discepoli e ad altre persone, sale al Cielo.
Gesù ascende al Cielo distaccandosi dalla terra, insegnandoci in tal modo il distacco dalla scena di questo mondo che passa (cfr 1 Cor 7,31).
Noi siamo stati creati per il cielo e non per la terra. "Non abbiamo quaggiù una dimora permanente - dice l'Apostolo - ma cerchiamo quella futura" (Eb 13,14). Questa terra è l'esilio. La nostra patria è nei cieli, dove speriamo di arrivare con l'aiuto della Madonna, dove ci ritroveremo tutti e saremo "una sola cosa" in Dio per l'eternità. Ma dobbiamo anche noi, come i santi "cercare le cose di lassù, gustare le cose di lassù... non quelle della terra" (Col 3,1).
Esempio
Il Beato Bartolo Longo ci dà un vero esempio di distacco da ogni cosa di questo mondo. Egli, dopo aver fondato a Pompei il Santuario, le Opere e la Congregazione delle Figlie del Rosario, e dopo aver scritto la Supplica, i 15 Sabati e la Novena alla Madonna di Pompei, si distacca da tutto.
Il nostro avvocato rinuncia a qualunque diritto e ad ogni proprietà nella Valle di Pompei. Per amore della Madonna si era fatto accattone, ed in seguito per amore della Madonna si spoglio di tutto in favore del Papa. Infatti il 31 gennaio 1906 Bartolo Longo porgeva a Mons. De Lai, segretario della Congregazione del Concilio, il documento con cui donava al Papa tutte le sue opere.
Proposito
Sii distaccato da tutto e da tutti, così da avere la pace del cuore che "cerca le cose di lassù non quelle della terra" (Col 3,1).
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Terzo Mistero glorioso
La discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apiostoli
Riflessione
Gesù, prima di morire, promette agli Apostoli di mandar loro lo Spirito Santo. Gli Apostoli, prima di ricevere lo Spirito Santo, amano Gesù, ma sono deboli e paurosi nel testimoniare la propria fede in Lui, nel farlo conoscere e amare dagli altri.
Dopo la discesa della Spirito Santo gli Apostoli diventano forti e coraggiosi nella fede, pronti a morire per Gesù. E quasi tutti sono morti martiri. La Chiesa è nata ufficialmente nel giorno di Pentecoste per opera dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo guida la Chiesa Cattolica fino alla fine dei tempi.
Insieme agli Apostoli, nel Cenacolo, c'è la Madonna. Ella è la Sposa dello Spirito Santo, ed è stata Lei a preparare gli Apostoli a ricevere lo Spirito Santo. La Madonna vuole aiutare anche noi a ricevere lo Spirito Santo e ad assecondare le sue ispirazioni.
Esempio
Come la Madonna era presente nel Cenacolo, con gli Apostoli, alla discesa dello Spirito Santo, così, anche qui a Pompei, la Madonna è presente nel Suo santuario e prega affinché lo Spirito di fede e di carità del Beato Bartolo Longo si diffonda nella Chiesa e nella città di Pompei, nelle Opere caritative e nel mondo intero. La Madonna vuole che questo spirito del Beato Bartolo Longo si diffonda soprattutto per mezzo delle sue Figlie, le Suore Domenicane di Pompei. Le figlie del S. Rosario di Pompei, con la cura degli orfani e dei figli dei carcerati, e con l'umile servizio svolto in santuario, vogliono diffondere lo spirito del Fondatore, Bartolo Longo, che è spirito di fede in Dio e nella Divina Madre; è spirito di carità per mezzo dell'accoglienza fatta agli ultimi; è spirito di preghiera per mezzo della recita quotidiana del S. Rosario.
Proposito
Con la recita fedele del S. Rosario, chiedi all'Immacolata, Sposa dello Spirito Santo, di essere riempito e guidato dal Divino Spirito.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quarto Mistero glorioso
L'Assunzione di Maria Vergine al cielo
Riflessione
La Madonna, dopo la sua vita terrena, viene assunta in anima e corpo in Paradiso. Il suo corpo non poteva corrompersi in un sepolcro. Maria Vergine è stata concepita senza peccato originale ed è nata immacolata, ossia piena di grazia. Il suo corpo verginale e immacolato non è andato soggetto alla legge della corruzione sotto terra, ma è stato assunto subito in cielo. Noi, invece, subito dopo la morte, se siamo in grazia di Dio, andremo in Paradiso con l'anima, mentre il corpo tornerà in polvere nel sepolcro. Poi, alla fine dei tempi, anche il nostro corpo risorgerà e si unirà all'anima e staremo in Paradiso per l'eternità con l'anima e con il corpo: con Gesù e con la nostra Mamma; Maria Santissima.
Esempio
Il Beato Bartolo Longo fu un apostolo del Movimento Assunzionistico in Italia e nel mondo. Nel Santuario di Pompei nacque, nel 1900, per mezzo del nostro Avvocato, il "Movimento del dogma dell'Assunzione di Maria Vergine". Il Beato raccolse centoventi voti di Vescovi in favore del dogma dell'Assunzione. Questi voti furono presentati al Papa Leone XIII. Il Beato scrisse anche una preghiera all'Assunta, tradotta in molte lingue e indulgenziata da molti Vescovi.
Possiamo dire, senza dubbio, che nessuno nella storia della Chiesa ha lavorato come lui per la proclamazione del dogma dell'Assunta.
Alcuni anni prima di morire, nel 1913, scriveva: "Dichiaro che l'ultimo respiro della mia vita voglio che sia in omaggio per la definizione dogmatica dell'Assunzione di Maria Vergine in cielo".
Proposito
Sappi difendere e diffondere i dogmi della Vergine Maria: la sua Maternità Divina, la sua Verginità Perpetua, la sua Immacolata Conce-zione, la sua Assunzione in Anima e Corpo, e prega affinché diventi al più presto dogma di fede anche la Corredenzione e Mediazione Universale di Maria.
1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria Giaculatoria: "O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".
Nostra Signora del Santo Rosario di Pompei, prega per noi. Beato Bartolo Longo, prega per noi.
Quinto Mistero glorioso
L'incoronazione di Maria Vergine in cielo
Riflessione
La Madonna viene premiata nel più alto dei Cieli. Ella, assunta in anima e corpo al Paradiso, viene da Dio incoronata Regina del Cielo e della terra. Perciò è diventata la nostra Celeste Regina. Maria di Nazareth è stata fedele a Dio durante tutta la sua vita umile e povera ed ora è premiata, come la creatura più grande dell'universo dopo Gesù. Ella è il capolavoro di Dio! Anche noi, se saremo fedeli a Dio, se ameremo veramente la Madonna, un giorno in Paradiso saremo premiati. Tutto ciò che appartiene alla Madonna, un giorno apparterrà anche a noi, suoi figli fedeli e devoti.
Esempio
Il 26 ottobre del 1980, a Roma, in Piazza San Pietro, Bartolo Longo viene premiato con la Beatificazione. Da quel giorno tutti i fedeli del mondo possono pregare pubblicamente e chiedere grazie all'avvocato della Madonna. Quel giorno, tra l'altro, Giovanni Paolo II disse nell'Omelia: "Bartolo Longo fu strumento della Provvidenza di Dio per la difesa e la testimonianza della fede cristiana e per l'esaltazione di Maria Santissima...
Bartolo Longo si può veramente definire l'uomo della Madonna; per amore di Maria divenne scrittore, apostolo del Vangelo, propagatore del Rosario, fondatore del celebre Santuario... per amore di Maria creò Istituti di carità... trasformò Pompei... per amore di Maria sopportò in silenzio tribolazioni e calunnie, passando attraverso un lungo Getsemani... Egli con la Corona del Rosario dice anche a noi cristiani della fine del XX secolo: "Risveglia la tua fiducia nella Santissima Vergine del Rosario".
Proposito
La Madonna vuole premiare anche te. Ama Maria, consacrati al Suo Cuore Immacolato, porta la sua medaglia al collo e soprattutto prega ogni giorno la tua Mamma con la preghiera a Lei più gradita: il Rosario. E un giorno in Paradiso Ella ti premierà.
Questi misteri sono caratterizzati la luce che irradia...
"Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, "misteri della luce". In realtà, è tutto il mistero di Gesù che è luce. Egli è "la luce del mondo" (Gv 8, 12).
Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il Vangelo del Regno.
Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri ‘luminosi’ – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati:
Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il Vangelo del Regno.
Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri ‘luminosi’ – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati:
1. nel suo Battesimo al Giordano
2. nella sua auto-rivelazione alle Nozze di Cana
3. nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione
4. nella sua Trasfigurazione
5. e, infine, nell’istituzione dell’Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.
Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa ‘peccato’ per noi (cfr. 2 Cor 5, 21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr.Mt3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende.
Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana (cfr. Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti.
Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr.Mc 1,15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr. Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr. Gv 20, 22-23).
Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr. Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo.
Mistero di luce è, infine, l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l’umanità (Gv 13,1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.
In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù (cfr. Mc 3, 31; Gv 2,12) e nulla dicono di un’eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo.
La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: "Fate quello che vi dirà"(Gv 2, 5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ‘misteri della luce’" (RVM, n. 21).
Nel primo mistero della luce si contempla: il Battesimo di Gesù al fiume Giordano.
Dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". (Mt 3, 13-17)
Brevi spunti di riflessione
1. Il Battesimo al Giordano segna l’inizio della rivelazione di Gesù; non per nulla Marco fa iniziare da qui il "lieto annunzio" del suo Vangelo. La novità sorprendente è il fatto che il Figlio di Dio si presenta dentro un popolo di peccatori, mettendosi in fila con loro. E comincia così la sua "discesa verso la morte", simboleggiata dall’immersione nell’acqua battesimale. I cieli si aprono e si stabilisce la "comunicazione" tra Cielo e terra: qui sulla terra è venuto Colui che raccoglie il grido degli uomini e lo presenta al Padre.
2. Lo Spirito di Dio scende su Cristo: è l’Uomo nuovo, immagine visibile del Padre, Parola di Dio. Come in un prologo in Cielo, si decide il nuovo destino dell’umanità mediante Gesù, del quale è annunciata la missione: quella del Servo, strumento di Dio attraverso lo Spirito, quella del Figlio di Dio in cui si compie la riconciliazione dell’uomo (cfr. Isaia 42, 1s; 63, 19).
3. Nell’anno liturgico, la festa del Battesimo del Signore è fissata la domenica della luce: Gesù inizia il suo itinerario verso la Croce: "C’è un Battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato finché non sia compiuto!"(Lc 12, 50). Il formulario liturgico di questa festa consente un’approfondita catechesi sul dopo l’Epifania ed esprime il significato teologico-spirituale di questo mistero contenuto del mistero in relazione al Sacramento del Battesimo e alla missione profetica di ogni cristiano.
Nel secondo mistero della luce si contempla: l’auto-rivelazione di Gesù alle Nozze di Cana.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Tre giorni dopo, vi fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà". Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d’ acqua le giare"; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono". Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui". (Gv 2, 1-11)
Brevi spunti di riflessione
1. Viene a mancare il vino ad una festa di nozze. Maria lo nota e lo fa presente a Gesù. In disparte ci sono sei idre di pietra, vuote: sono l’emblema di una religione vuota, pietrificata, che serve solo per la purificazione esteriore. Sono – secondo l’interpretazione di alcuni teologi esperti di mariologia – le "giare vuote" delle tante carenze del mondo d’oggi.
2. Maria è l’Israele disponibile; è colei che denuncia la mancanza del vino, segno di tutte le povertà del mondo. Perciò manda i servitori da Gesù affinché lui operi il passaggio dal regìme della Legge antica alla libertà dei figli di Dio. Ancora e sempre, l’unica parola che Maria ha dire è questa: "Fate quello che lui vi dirà".
3. Gesù fa riempire d’acqua le idre fino all’orlo e la muta in vino, dono inaspettato per gli sposi e per gli invitati. Il fatto è che Gesù rivela qui l’intervento gratuito di Dio nella storia. E la rivelazione è molto chiara: Gesù è lo sposo dell’umanità: se c’è lui, c’è vino e c’è gioia. Lui, infatti, inizia qui una relazione filiale – di Figlio del Padre – e sponsale. È l’inizio della sua ‘rivelazione’ ai discepoli che ora credono in lui; ma è Maria – "mediatrice di tutte le grazie"– a ottenere da Gesù questo miracolo che lo rivela ai discepoli e al mondo.
Nel terzo mistero della luce si contempla: l’annuncio del Regno di Dio e l’invito di Gesù alla conversione.
Dal Vangelo secondo Marco
Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" (Mc 1,14-15).
Brevi spunti di riflessione
1. Gesù annuncia il Vangelo del regno di Dio, invitando al suo ascolto, premessa e invito alla conversione. La ‘buona notizia’ che egli comunica è semplice: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino"(Mc 1, 15); che è come dire: "Questo è il tempo (l’ultimo, il definitivo) in cui Dio interviene nella storia dell’uomo". "Perciò – prosegue – convertiti e credete al Vangelo"; che è come dire: "Fate spazio nella vostra vita a questa bella notizia".
Nel quarto mistero della luce si contempla: la Trasfigurazione di Gesù sul Tabor.
Dal Vangelo secondo Matteo
1. La Trasfigurazione, anticipo momentaneo della gloria del Risorto, è come una sosta nel cammino di Gesù verso la Passione e la Croce: il cristiano si dispone "a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo" (cfr. RVM, 21).
2. "La Trasfigurazione non è solo rivelazione della gloria di Cristo, ma anche preparazione ad affrontarne la Croce. Essa implica un ‘ascendere al monte’ e un ‘discendere dal monte’: i discepoli, dopo avere goduto dell’intimità del Maestro, sono subito riportati alla realtà quotidiana, dove non vedono che "Gesù solo" nell’umiltà della natura umana" (cfr. VC, 14).
3. Possiamo sperimentare questo ‘mistero della luce’ tutte le volte che troviamo – nella preghiera e nella riflessione – momenti o spazi di ‘contemplazione’ tra le occupazioni e preoccupazioni della vita quotidiana.
Nel quinto mistero della luce si contempla: l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena.
Dal Vangelo secondo Matteo
Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per le moltitudini, in remissione dei peccati" (Mt 26, 26-28).
Brevi spunti di riflessione
1. "Mistero di luce è l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l’umanità (cfr Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio" (cfr. RVM, 21).
2. "Ogni impegno di santità, ogni azione tesa a realizzare la missione della Chiesa, ogni attuazione di piani pastorali deve trarre la necessaria forza dal Mistero eucaristico e ad esso si deve ordinare come al suo culmine… Se trascurassimo l’Eucaristia, come potremmo rimediare alla nostra indigenza?" (cfr. EdE, 60).
*Mese Mariano e Rosario (1 maggio)
Scheda del Gruppo cui appartiene questa ricorrenza:
"Devozioni - Le preghiere che salvano"
Come ha scritto Papa Paolo VI, quello di maggio «è il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione».
Il primo a percepire il legame tra maggio e Maria fu il re poeta Alfonso X di Castiglia (morto nel 1284) in una delle sue Cantigas.
Mentre il più antico testo di meditazioni per il mese mariano si ebbe nel 1549 con il Maggio spirituale composto dal benedettino tedesco Wolfgang Seidl.
Tipica del mese mariano e ampiamente diffusa è la recita del Rosario, che papa Pio V – già a metà del Cinquecento – definì «una modalità di orazione e di preghiera a Dio facile, alla portata di tutti e oltremodo pia».
A codificarne la struttura definitiva fu il monaco domenicano Alano de la Roche, che narrò di aver avuto precise istruzioni dalla Madonna, in diverse apparizioni fra il 1463 e il 1468.
La struttura prevedeva quindici decine di Ave Maria, con un Padre nostro all’inizio di ciascuna decina e la contemplazione di altrettanti Misteri della salvezza: rispettivamente, una cinquina caratterizzata dal gaudio dell’incarnazione, una dal dolore della passione e una dalla gloria successiva alla risurrezione.
Mancava soltanto la preghiera finale del Gloria al Padre, inserita all’inizio del XVII secolo.
Nel 2002, Papa Giovanni Paolo II ha poi voluto rimarcare la centratura del Rosario su Gesù Cristo, aggiungendo il nuovo ciclo dei Misteri della Luce, relativi al tempo della vita pubblica del Redentore.
Secondo quanto narra la tradizione, durante la visione il monaco Alano avrebbe ricevuto dalla Vergine quindici promesse, valide per tutti i devoti del Rosario.
Fra esse c’è la speciale protezione mariana per tutti coloro che lo recitano devotamente, la garanzia che i fedeli non moriranno senza sacramenti, l’assicurazione che quanti propagheranno il Rosario verranno soccorsi dalla Madonna in ogni loro necessità.
(Autore: Saverio Gaeta - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
*Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore
(5 agosto)
Questa memoria è collegata alla dedicazione della basilica di santa Maria Maggiore sull'esquilino di Roma, che viene considerata il più antico santuario mariano d'Occidente.
La eresse, sul precedente edificio liberiano, il Papa Sisto III (432-440) dedicandola a Dio e intitolandola alla Vergine, proclamata solennemente dal concilio di Efeso (431) Madre di Dio. (Mess. Rom.)
Martirologio Romano: Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, innalzata a Roma sul colle Esquilino, che il Papa Sisto III offrì al popolo di Dio in memoria del Concilio di Efeso, in cui Maria Vergine fu proclamata Madre di Dio.
Monumenti di pietà mariana, a Roma, sono quelle stupende chiese, erette in gran parte sul medesimo luogo dove sorgeva qualche tempio pagano. Bastano pochi nomi, tra i cento titoli dedicati alla Vergine, per avere le dimensioni di questo mistico omaggio alla Madre di Dio: S. Maria Antiqua, ricavata dall'Atrium Minervae nel Foro romano; S. Maria dell'Aracoeli, sulla cima più alta del Campidoglio; S. Maria dei Martiri, il Pantheon; S. Maria degli Angeli, ricavata da Michelangelo dal "tepidarium" delle Terme di Diocleziano; S. Maria sopra Minerva, costruita sopra le fondamenta del tempio di Minerva Calcidica; e, più grande di tutte, come dice lo stesso nome, Santa Maria Maggiore, la quarta delle basiliche patriarcali di Roma, detta inizialmente Liberiana, perché identificata con un antico tempio pagano, sulla sommità dell'Esquilino, che papa Liberio (352-366) adattò a basilica cristiana.
Narra una tardiva leggenda che la Madonna, apparendo nella stessa notte del 5 agosto del 352 a Papa Liberio e ad un patrizio romano, li avrebbe invitati a costruire una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la neve.
Il mattino del 6 agosto una prodigiosa nevicata, ricoprendo l'area esatta dell'edificio, avrebbe confermato la visione, inducendo il Papa e il ricco patrizio a metter mano alla costruzione del primo grande santuario mariano, che prese il nome di Santa Maria "ad nives", della neve.
Poco meno di un secolo dopo, Papa Sisto III, per ricordare la celebrazione del concilio di Efeso (431) nel quale era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì la chiesa nelle dimensioni attuali.
Di quest'opera rimangono le navate con le colonne e i trentasei mosaici che adornano la navata superiore.
All'assetto attuale della basilica contribuirono diversi pontefici, da Sisto III che poté offrire "al popolo di Dio" il monumento "maggiore" al culto della beata Vergine (alla quale rendiamo appunto un culto di iperdulia cioè di venerazione maggiore a quello che attribuiamo agli altri santi), fino ai papi della nostra epoca.
La basilica venne anche denominata S. Maria "ad praesepe", già prima del secolo VI, quando vi furono portate le tavole di un'antica mangiatoia, che la devozione popolare identificò con quella che accolse il Bambino Gesù nella grotta di Betlem.
La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.
(Autore: Piero Bargellini - Fonte: Enciclopedia dei Santi)