Missioni Mariane Anno 2001
"2001" La Regina di Pompei si reca a:
*Copertino (LE) *Napoli *Palmi (RC) *Qualiano (NA) *Agerola (NA) *Furore (SA) *Bova Marina (RC)
"2001" La Regina di Pompei a:
Copertino (LE)
Dal 25 Marzo 2001 – Basilica: "Santa Maria ad Nives" - Parroco "Don Salvatore Raho"
È Copertino, città natale di San Giuseppe, dove è stata ospite l’immagine della Madonna di Pompei per una settimana mariana. La comunità e il parroco, don Salvatore Raho, hanno voluto così iniziare il loro cammino nel terzo millennio.
Copertino, situata nel cuore del Salento, è un grosso centro urbano di circa 25.000 abitanti a 15 Km da Lecce.
È una città cristiana e mariana fin dalle origini della sua storia.
Lo testimoniano la presenza di templi, cappelle ed icone della Vergine sparse in tutto il territorio.
Una delle icone più antiche, quella di Santa Maria della Grottella risale all’ VIII secolo, ad opera dei monaci basiliani, il cui ritrovamento portò alla costruzione di un santuario ancora perfettamente efficiente e dove ai piedi della Vergine andò formandosi e consolidandosi la santità del più illustre copertinese, San Giuseppe da Copertino.
A poca distanza dal centro abitato si conserva ancora un’altra chiesa, quella di Santa Maria di Casole, fondata sempre dai basiliani, inoltre la cappella di Maria SS.ma di Costantinopoli, la cappella della Madonna delle Grazie, la cappella dell’Annunziata, oltre alle tante edicole che si possono ammirare nel vecchio centro cittadino.
Ma il tempio più grande dedicato al culto di Maria, esistente sul territorio è la Basilica della "Madonna della Neve", cuore pulsante di preghiera, di comunione e di carità per tante generazioni di fedeli.
Iniziata da Goffredo il Normanno nel 1988 fu ultimata nel 1235 da Manfredi, conte di Copertino e Principe di Taranto.
In questo tempio si conservano le tracce della storia delle generazioni che ci hanno preceduto e del loro contributo all’ampliamento e alla conservazione di quest’opera che oggi è più bella che mai, grazie a tanti lavori svolti negli ultimi anni e soprattutto alla monumentale e artistica porta di bronzo dell’entrata principale realizzata nel 1988 a ricordo dei 900 anni della sua costruzione.
Silla porta sono rappresentati gli avvenimenti più significativi della storia del paese, messo sotto lo sguardo vigile e la protezione di Maria Santissima.
La settimana mariana
Copertino, città mariana dunque, che, nella persona del parroco della Chiesa di Santa Maria ad Nives, don Salvatore Raho, insieme alla comunità, ha voluto dare inizio al III millennio dell’era cristiana con una settimana vissuta con Maria, per Maria, in Maria ai piedi dell’effige della Madonna di Pompei.
E il quadro della Madonna, dopo anni di attesa, è arrivato domenica 25 marzo alle ore 17,00 vicino alla colonna di San Sebastiano, un luogo centrale del paese.
La gente conveniva numerosa dai quattro punti della città; c’era nell’aria e sui loro volti un’attesa di fede carica di timori e di speranza.
Copertino è una città che, come tante altre dell’estremo sud di Italia, soffre tutti i ritardi, le tensioni, i disagi e le fatiche per affrontare le nuove sfide epocali con quel patrimonio di valori trasmessici dalla cultura della nostra terra.
Tra l’altro, come paese, siamo in quella terra salentina che ha dovuto fare da prima accoglienza alle ondate di immigrati che sbarcano sulle nostre coste e cercano lavoro in un territorio dove la fascia della disoccupazione giovanile è una delle più alte in Italia.
La mancanza di lavoro nella migliore delle ipotesi strappa e porta via le forze giovanili della nostra terra oppure li porta a scelte alternative non sempre contenute negli ambiti della legalità.
Nel clima odierno caratterizzato da un diffuso malessere morale e da un larvato interesse spirituale occorreva un richiamo forte che ci desse fiducia, forza, entusiasmo e ci restituisse le fede nelle verità eterne.
È stata davvero provvidenziale la visita di Maria nel nostro paese!
Ella con la sua effigie e attraverso la voce dei suoi ministri, Mons. Baldassarre Cuomo e don Adolfo L’Arco e due Suore di Pompei, ha parlato al cuore della gente che di ora in ora e di giorno in giorno affluiva sempre più numerosa nella Basilica.
Sono venuti dai paesi vicini ma anche da quelli più lontani con macchine e pullman in un crescendo che ha visto il tempio, pur abbastanza grande nelle sue dimensioni, sempre meno capace di contenerli tutti.
C’era un’atmosfera magica: la chiesa, pur gremita, era assorta in un grande silenzio.
La gente era tutta intenta ad ascoltare le omelie di don L’Arco che, con il suo accento napoletano e con il suo stile faceto, snocciolava le grandi verità della nostra fede in modo così semplice che erano comprensibili a tutti.
Ci ha fatto riscoprire la nostra dignità di creature e di cristiani immersi nell’amore trinitario, la nostra filiazione divina in Gesù e ci ha rivelato tratti inediti del volto di Maria, facendola sentire più vicina come madre.
Maria, la madre, ha rivisitato il suo popolo, i suoi figli.
Ella ha raccolto le lacrime delle madri, i disagi dei figli, il lamento dei sofferenti, le confidenze degli ultimi ed a tutti ha restituito la fiducia, li ha rincuorati, li ha risollevati, li ha confermati nella fede nel Padre infinitamente buono e misericordioso e mostrandoci il Rosario ci ha indicato la via per vincere le battaglie della vita e rimanere uniti a Lei regina delle vittorie.
La presenza di Maria è stata un’iniezione di fiducia per riprendere il cammino.
La nostra città, che ha dato i natali a San Giuseppe da Copertino, depositato di fede di tutte le generazioni di copertinesi, e profondo conoscitore della bellezza e della grandezza di Maria (ne era talmente innamorato che alla vista di una immagine qualunque di Maria si metteva a volare) è stata protagonista di un grande evento i cui frutti sicuramente si faranno gustare nel tempo.
"2001" La Regina di Pompei a:
Napoli (NA)
25-28 Aprile 2001 - Parrocchia: "Santi Efebo, Fortunato e Massimo" - Guidata dai: "Frati Minori Cappuccini"
Dal 25 al 28 aprile scorso, l’immagine pellegrina della Madonna del Rosario di Pompei ha sostato nella parrocchia dei Santi Efebo, Fortunato e Massimo in Napoli guidata dai Frati Minori Cappuccini. Tre giorni intensi e di amore devoto e filiale verso la regina degli Angeli e la Madre del gran Re, secondo gli insegnamenti del Santo poverello d’Assisi.
"Circondava di un amore indicibile la madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore delle maestà.
A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere e offriva affetti tali e tanti che la lingua umana non potrebbe esprimere" (Fonti francescane 786).
Con questa devota e precisa narrazione Tommaso da Celano, contemporaneo e primo biografico di Francesco d’Assisi, ci descrive come questi amasse contemplare Maria: Regina degli Angeli e Signora santa che ci ha dato Gesù, il Figlio di Dio Altissimo, come fratello.
È questa la ragione ultima dell’amore di Francesco per Maria; è questo il perché Maria sarà chiamata beata da tutte le generazioni.
Francesco canta tutto il suo affetto di figlio con espressioni di incomparabile bellezza e di infinita altezza spirituale. È un amore dichiaratamente cristocentrico che unito all’amore per la Parola di Dio, gli consente di gustare fino in fondo il rapporto con una Madre così tenera e provvidente.
Lei è l’espressione vivente di ogni virtù; la creatura ricca di privilegi perché congiunta alle Persone della SS.ma Trinità: è figlia ed ancella del Padre, è madre del Signore nostro Gesù Cristo, è sposa dello Spirito Santo.
La ricchezza di questa partecipazione all’amore trinitario le deriva dall’assenso, come umile serva, alla chiamata di Dio: "eccomi sono la serva del Signore" (Lc 1,38).
Per questo Francesco, servo della fraternità, si accende dell’amore per Maria ed a Lei affida i suoi figli perché li nutra e li difenda sino alla fine.
L’insegnamento di Francesco è questo: non lasciamoci abbagliare dal successo, dal denaro e da soddisfazioni materiali. Ciò che conta è lo stimarci ed il servirci a vicenda per amore di Gesù che per primo lavò i piedi ai suoi discepoli. Con questi sentimenti l’Immagine di Maria regina del Rosario è stata accolta nelle Parrocchie dei SS. Efebo, Fortunato e Massimo in Napoli nei giorni 25-28 aprile 2001. La parrocchia è affidata ai frati minori cappuccini, che per solennizzare il 40° anniversario della sua fondazione hanno voluto la presenza di Maria nella loro chiesa.
I parrocchiani, accorsi in gran numero oltre ogni possibile previsione, non hanno mai fatto mancare il loro francescano sentimento di amore filiale verso la Madre del Signore.
Tantissime le presenze anche da fuori Napoli grazie all’attenta divulgazione dell’evento da parte di note emittenti televisive regionali.
Quello che però ha commosso di più, oltre alla presenza dei tanti ammalati, dei giovani, delle mamme e di tanti uomini, è stata la ricca partecipazione dei più piccoli che nella loro innocenza hanno saputo trasmettere anche ai grandi la loro gioia di vivere e di amare.
Hanno imparato dalle suore e dai sacerdoti di Pompei a recitare il "piccolo Rosario" e a rivolgersi a Maria con spontaneità e semplicità.
Alcuni giorni fa ho avuto un felice riscontro di come i bambini siano stati attenti: un giovane papà mi ha confidato, non senza commozione, di aver trovato la sua bambina di nove anni in preghiera. E il dialogo è stato questo: "Fabiana, hai già finito tutti i compiti"? "Sì; papà, e ora dirò il piccolo Rosario". Grazie, Maria per questi frutti meravigliosi. (Autore: Ciro Polverino)
Il Convento e la chiesa di S. Eframo Vecchio a Napoli
I frati cappuccini nascevano ufficialmente il 3 luglio 1528 con il riconoscimento dato loro dalla bolla "Religionis zelus" di Clemente VII e alla fine dello stesso anno apparivano case-eremitaggi nelle Marche. Nel 1529 ebbero una prima residenza a Roma e verso il settembre dello stesso anno erano a Napoli, ospiti di Maria Lorenza Longo fondatrice dell’ospedale degli incurabili dove i frati prestarono la loro assistenza.
Il Card. Vincenzo Carafa diede loro la chiesetta di S. Eufebio situata fuori città ed antica di molti secoli. L’edificio, costruito poveramente ed inoltrato nella selva, sembrava fatto apposta per la vita ritirata dei cappuccini.
Aveva una navata, due camerette al piano terreno e due ad un piano superiore. I frati dovettero lavorare non poco per risanare la zona e per difendersi dalle acque alluvionali e così iniziarono a costruire la loro dimora con l’aiuto del popolo e delle istituzioni. Era questo il primo convento che si costruiva nella riforma cappuccina e pertanto doveva rispondere ai severi canoni imposti dalla riforma stessa: semplicità e povertà.
Da questo convento partirono i frati per fondare altre province dell’Ordine e da qui si diffusero in tutta la Campania costruendo altri conventi al punto che già nel 1540 si costruiva ufficialmente la Provincia dei Cappuccini di Napoli.
Nella storia dell’Ordine il convento di S. Eframo Vecchio fu centro importante perché situato nella capitale del Regno e perché disponeva di ampia capacità ricettiva. In questo convento si celebrarono i Capitoli Generali del 1541, del 1549 e del 1558.
Da qui partì per il Concilio di Trento (1545-1563) il dottissimo P. Girolamo da Pistoia (1508-1570), che fu il teologo di S. Pio V; qui soggiornò per alcuni mesi il Beato Geremia da Valacchia; qui sostò più volte S. Lorenzo da Brindisi e da qui egli partì alla volta della Spagna per perorare la causa del popolo napoletano presso il re Filippo III.
Parte del convento, durante la peste del 1656, fu adibita a lazzaretto, e ben 62 frati vi morirono contagiati durante il loro eroico servizio agli ammalati.
Il convento si presenta, oggi, imponente e semplice. Domina con la facciata la stretta piazza S. Eframo vecchio ed è circondato da ampi spazi verdi. Vi si accede da una rampa e superato l’atrio si entra nello spazioso, semplice e regolare chiostro. La chiesa è inglobata nella struttura ma è riconoscibile dal portico a tre archi e dal vasto atrio delimitato da un grande arco avanzato che si apre sulla piazza antistante.
La chiesa è dedicata ai SS. Efebo, Fortunato e Massimo, vescovi della chiesa napoletana, vissuti tra il III e IV secolo e sepolti nelle catacombe a custodia delle quali era stata eretta la primitiva chiesetta affidata ai frati cappuccini.
Il nome Efebo, dal popolo napoletano, attraverso vari passaggi, è stato trasformato in Eframo. Tutto il complesso prese l’appellativo "vecchio" per distinguerlo da quello costruito nel 1572 sulla collina dell’attuale via Salvator Rosa che era stato chiamato "S. Eframo nuovo".
La chiesa attuale si presenta con una sola navata a sei cappelle laterali, un pavimento in maiolica del 1850 ed alcune tele rappresentanti, quella centrale i tre Santo patroni, e due laterali: l’adorazione dei pastori e il Transito di S. Giuseppe.
Nella volta della navata una grande tela rappresenta la "Rinunzia di S. Francesco al sacerdozio".
Attorno alla chiesa si sviluppano, in interminabili cunicoli, le catacombe dette di S. Eufebio scoperte solo nel 1932 ad opera dell’archeologo P. Antonio Bellucci.
Ulteriori lavori sarebbero necessari per renderle visitabili.
Fino al 1952 la legislazione dei Cappuccini vietava loro di accettare l’amministrazione delle parrocchie ma, dietro la spinta del Concilio Vaticano II e dei bisogni delle anime, negli anni successivi l’Ordine cappuccino ha operato un vero e proprio cambiamento di mentalità.
Il 15 gennaio 1961 il Cardinale Alfonso Castaldo affidò ai frati la cura della parrocchia erigendola nella stessa loro chiesa. (Autore C.P.)
"2001" La Regina di Pompei a:
Palmi (RC)
Dal 13 al 20 Maggio 2001 - Parrocchia: "Maria SS.ma del Soccorso" - Parroco: "Don Domenico Caruso"
In terra di Calabria dove Maria è di casa
Dopo cinquant’anni dalla prima volta, l’immagine pellegrina della Madonna del Rosario di Pompei è tornata a Palmi, per una settimana missionaria mariana, dal 13 al 20 maggio 2001, nella comunità parrocchiale di Maria Santissima del Soccorso.
Nel pomeriggio di domenica 13 maggio è giunta a Palmi l’Immagine della Madonna di Pompei, un lieto evento che la comunità palmese attendeva da anni.
Gli antichi dicevano che certe date dovevano essere segnate con una pietra bianca, perché il loro ricordo non sparisse dalla memoria; ed è stato certamente questo un momento eccezionale di fede e di partecipazione religiosa che resterà nella memoria di ciascuno.
Trionfalmente accolta da una marea di gente il Quadro itinerante della Madonna è stato ospitato presso la Parrocchia Maria SS.ma del Soccorso risvegliando in tutti i fedeli, molti provenienti dai numerosi centri della Piana di Gioia Tauro, nuovo fervore religioso unitamente a sentimenti filiali di devozione mariana in questa città le cui chiese portano tutte un "titolo" della Beata Vergine Maria.
Era da anni che il Quadro di Pompei non veniva a Palmi: i più anziani ricordano con commozione quando a metà degli anni Cinquanta la prodigiosa Immagine giunse di sera dalla vicina Gioia Tauro con una bellissima processione illuminata da fiaccole e animata da canti e inni festosi.
Più recentemente, dal 1992, il compianto e venerato mio predecessore, don Giuseppe Creazzo, ha invocato fortemente questa presenza dell’Immagine della Madonna del Rosario, ma è toccato a me veder realizzato questo desiderio.
Straordinaria e provvidenziale anche la coincidenza delle date: il 13 maggio, giorno in cui, a Fatima, la Madre Santissima rivela ai tre piccoli pastorelli la devozione al suo Cuore Immacolato; e seconda domenica di maggio, tradizionalmente "festa della mamma" e quindi un grande regalo per tutte loro.
Chi ha avuto l’opportunità di presenziare al suo solenne arrivo a Piazza 1° Maggio, ha potuto constatare che si è trattato di un avvenimento importante, superiore alle previsioni.
Una folla imponente che si è riversata in piazza, non chiamata dai mass-media, ma da un impulso interiore irresistibile.
Il breve tratto.
Lungo Corso Garibaldi, tutto preparato per l’occasione; la folla dei fedeli ai margini della strada che applaudivano la Beata Vergine sfiorata dai tanti petali che dall’alto, come neve, cadevano sulla sua immagine; la chiesa parrocchiale stracolma di fedeli, venuti anche dai paesi vicini, tutto dava spazio a sentimenti di gioiosa religiosità e compostezza anche durante il rito solenne officiato dai sacerdoti giunti a Palmi al seguito della Madonna.
Per tutta la settimana si sono svolte le Sante Messe e le catechesi programmate in incontri specifici serali riservati alle coppie, ai giovani, alle famiglie, alle donne e agli uomini, ai bambini. Molto suggestivo e carico di significato religioso è stato, inoltre, l’incontro riservato agli ammalati e agli anziani della comunità.
Le omelie guidate da Padre L’Arco e da Mons, Cuomo hanno suscitato preghiere spontanee, pensieri di pace, di amore e di unità; le riflessioni bibliche e teologiche sono state sempre accompagnate a genuine espressioni che hanno suscitato profonde emozioni ispirate a sentimenti religiosi.
Una settimana che resterà segnata tra gli avvenimenti più solenni di tutta la storia della parrocchia di Maria SS.ma del Soccorso e dell’intera Piana.
Non ci resta ora che conservare i frutti spirituali ed esprimerli con le opere della nostra vita.
Mi piace ricordare a questo proposito, le parole di San Luigi Grignion De Montfort: - Se dici "Maria" ella dice "Gesù"; oserei dire, un richiamo ai valori più sacri e puri della vita, nel senso che essa afferma con chiarezza la centralità del Signore Gesù in una vita cristiana fortemente connotata.
Silenzio, commozione e profonda gioia hanno, a conclusione della settimana mariana, salutato la beata Vergine e gli amici (sacerdoti e suore) che amorevolmente l’avevano accompagnata.
Nei nostri cuori, rimane ora, indelebile, il "dolce rumore" dei grani del santo rosario che quotidianamente reciteremo nel ricordo di quella "santa visita".
(Autore: Domenico Caruso)
"2001" La Regina di Pompei a:
Qualiano (NA)
Dal 23 al 30 Settembre 2001 - Parrocchia: "Santo Stefano Protomartire" - Parroco: "Don Lello Marino"
A Qualiano, una cittadina di quarantamila abitanti collocata a nord di Napoli, si è svolta una settimana mariana alla presenza dell’Icona della Madonna di Pompei. I cittadini sono stati splendidi protagonisti ed entusiasti devoti di un’esperienza, che resterà nel cuore di tutti.
La comunità parrocchiale di Santo Stefano protomartire, in Qualiano di Napoli, sta vivendo in questo scorcio iniziale del terzo millennio un periodo di grande slancio spirituale ed ecclesiale.
L’invito a "prendere il largo", che Giovanni Paolo II ha rivolto ai cristiani di tutto il mondo, nella Novo Millennio Ineunte, ha dato una forte e dinamica spinta alla nostra comunità parrocchiale che ha immediatamente programmato un cammino pastorale inaugurato dalla missione parrocchiale: tutti, gruppi, movimenti, persone hanno offerto la loro disponibilità per avviare questo cammino, nella speranza di raggiungere soprattutto quelli che nel territorio parrocchiale sono definiti i "lontani" o gli indifferenti.
La città di Qualiano, a nord di Napoli, conta circa quarantamila anime.
Ha un solo edificio di culto a disposizione, un altro è in costruzione.
Avverte, pertanto, materialmente la mancanza di spazi e di strutture per poter lavorare proficuamente.
La missione parrocchiale ci ha fatto scoprire però, che ci sono delle potenzialità che vanno fatte emergere per, come dice il Signore, "portare molto frutto".
Il momento culminante di questo cammino pastorale è stato la settimana mariana alla presenza della sacra immagine della Beata Vergine di Pompei.
Questa si è tenuta a Qualiano dal 23 al 30 settembre 2001.
La comunità civile, rappresentata dal sindaco, il dr. Michele Schiano Di Visconti, nei saluti ufficiali, ha vissuto con entusiasmo questa esperienza provvidenziale.
Non di meno, la comunità religiosa, rappresentata non solo dal parroco, ma anche dal vescovo diocesano, Mons. Mario Milano, che si è preparata a questo evento di grazia con la preghiera del rosario recitato nei centri di ascolto e animato dai gruppi parrocchiali.
La visita della Beata Vergine è stato un emozionante, filiale ed affettuoso "momento di incontro" per migliaia di persone che hanno onorato Maria con l’accostarsi al sacramento della riconciliazione e dell’eucarestia, mettendo così in pratica l’invito evangelico della Madre del Signore "fate quello che Lui vi dirà".
La catechesi e il rosario sono stati la colonna sonora di tutta la missione che la delegazione di Pompei, con l’aiuto del carissimo Don L’Arco ha svolto con entusiasmo e simpatia.
Sono tanti i momenti che sicuramente resteranno scolpiti nella mente e nel cuore dei qualianesi, che in oltre diecimila, hanno accolto, nel pomeriggio di domenica 23 settembre, nel piazzale antistante il cimitero, la venerata immagine.
Desideriamo ricordare l’eucarestia celebrata tutte le sere in piazza, la recita giornaliera dei quindici misteri del santo rosario; le due novene, quella d’impetrazione e quella di ringraziamento, entrambe scritte dal Beato Bartolo Longo; la Supplica alla Madonna, recitata tutti i giorni alle 12, che sembrava riproporre in termini attuali e moderni il clima del cenacolo di Gerusalemme, dove la Madre del Signore teneva uniti in preghiera gli apostoli, in attesa dello Spirito Santo.
Ricordiamo, anche, le tante visite dei bambini e dei ragazzi delle scuole cittadine e l’incontro dei tanti giovani che faceva trasparire il volto splendido di una chiesa che vuol essere sempre giovane; la celebrazione del mistero della sofferenza di tanti nostri fratelli, che ha dato a ciascuno di noi la possibilità di guardare a tanti di essi che chiedono la nostra vicinanza e il dono della guarigione nel corpo e nello spirito; la processione penitenziale per le vie della città, per chiedere al Signore il perdono delle colpe personali e quelle comunitarie, per i tanti ritardi nell’opera di evangelizzazione; ed infine la celebrazione eucaristica in suffragio dei nostri morti nel cimitero cittadino.
Tra i momenti, tuttavia, più solenni ed emozionanti, c’è senz’altro l’incontro con gli uomini che il sabato sera hanno gremito la chiesa parrocchiale per ascoltare la parola dei missionari e celebrare la riconciliazione e l’eucarestia.
L’immagine che resterà scolpita nel mio cuore, cosa che capita così raramente di vedere nelle nostre chiese, è l’aver constatato come tanti uomini, adulti e anziani, che portano dentro il peso della fatica quotidiana e la responsabilità di essere educatori dei propri figli, recitare il rosario con la corona nella mano e chiedere alla Vergine Santissima, protezione per le loro famiglie.
Ecco il mio desiderio di parroco: vedere, come primo frutto visibile di questa grande e indimenticabile esperienza, ogni sabato sera, gli uomini della comunità parrocchiale recitare il rosario come impegno preso durante la missione mariana.
La Vergine del Rosario di Pompei interceda per questa numerosa comunità parrocchiale e guidi i cuori di tutti noi ad un’autentica e perenne missione di annuncio del Cristo risorto.
Un grazie di cuore a Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Pompei, che ha permesso questa missione a Mons. Baldassarre Cuomo, coordinatore del gruppo dei missionari, a Don L’Arco, a Sr. M. Sabina e Sr. M. Fortunata che si son fatti strumenti nelle mani di Dio per regalarci momenti di gioia spirituale e di fraterna amicizia, in compagnia con Maria, prima discepola del Signore.
(Autore: Lello Marino)
"2001" La Regina di Pompei ad:
Agerola (NA)
Dal 03 all' 08 Novembre 2001 - Parrocchie: "Madonna delle Grazie - dell'Annunziata" Parroco: "Don Luigi Avitabile"
Una visita speciale ad Agerola
Pubblichiamo l’affettuosa testimonianza della protagonista della settimana mariana celebratasi in un luogo stupendo non molto lontano dal nostro Santuario. Dalla sua cronaca appare evidente il tenero amore filiale che la lega, insieme ai bellissimi concittadini, alla Vergine del Rosario di Pompei.
Nello stupendo scenario che abbraccia la città di Agerola con le sue frazioni, per la cui bellezza le è valsa la denominazione di "Svizzera italiana".
Dal 3 al 5 novembre la nostra forania ha ospitato l’immagine della vergine del Rosario di Pompei.
Una visita che sin dall’inizio ha manifestato una intimità di rapporti, filiali e amichevoli, con la madre di Dio. Una relazione, infatti, è fatta anche di reciprocità, del recarsi o trattenersi presso una persona cara, e così è stato.
Ogni anno, infatti, dai nostri paesi parte un pellegrinaggio a piedi verso il Santuario di Pompei per rendere omaggio alla Vergine del Rosario. Questa volta è stata la Madonna, con la sua bellissima immagine, a venire "fisicamente" in mezzo a noi, realizzando un evento davvero importante e significativo per tutti noi.
Nei giorni di permanenza dell’immagine nelle tre parrocchie della Forania si è percepito quasi visibilmente un ardente fervore spirituale.
La chiesa della Madonna delle Grazie in Campora dell’Annunziata in San Lazzaro ad Agerola nella quale la sacra immagine ha sostato, si sono popolate di persone devote, che hanno accolto il caloroso invito di don Luigi Avitabile di Campora e di don Domenico Scala di San Lazzaro ad approfittare della presenza dei sacerdoti di Pompei per accostarsi al Sacramento della Confessione.
Ci si è ritrovati a cantare inni mariani e a rivolgere a quella cara immagine preghiere, tante preghiere: preghiere di figli e figlie, di madri e padri, di parenti, di amici e di numerosi ed occasionali pellegrini.
Il motivo di questa visita, è stato quello della missione popolare mariana: la Madre del Signore è venuta a indicarci il suo Figlio Gesù, parola di Dio per l’umanità, e ad invitarci alla conversione e alla preghiera.
Tutto il tempo della presenza della Vergine di Pompei ha suscitato una ventata di rinnovamento spirituale e di spinta nel cammino di fede nelle nostre famiglie.
E così, sabato 3 novembre alle ore 16.00, la sacra immagine è stata accolta calorosamente da numerosi fedeli commossi, tra cui il sindaco di Agerola, il dr. Tommaso Cuomo, al bivio di Santa Maria, che segna l’ingresso di Agerola.
Una bella processione, con l’ausilio delle forze pubbliche, ha accompagnato il Quadro nella chiesa parrocchiale di Campora, la prima in cui ha sostato e nella quale, dopo l’intronizzazione, c’è stata un’intensa preghiera individuale e silenziosa, prolungata fino a mezzanotte.
Nei giorni successivi si sono tenuti incontri catechetici e celebrazioni eucaristiche per varie categorie: soci dell’Azione Cattolica, coniugi, fidanzati, bambini, ragazzi ed artigiani.
In San Lazzaro di Agerola
Il 5 novembre il quadro è stato portato in processione alla volta della chiesa parrocchiale di San Lazzaro. Un gran numero di persone hanno partecipato alle iniziative nella chiesa dell’Annunziata, molti i gruppi coinvolti: i frati della Confraternita della Misericordia, particolarmente, hanno chiesto alla Madre di Dio un aiuto speciale per i loro duri impegni quotidiani.
Martedì 6 novembre alle ore 18,00 vi è stata una messa solenne celebrata dall’arcivescovo, Mons. Orazio Soricelli, particolarmente toccante è stato l’incontro tenutosi il 7 novembre con i papà, forse poco presenti nella nostra realtà parrocchiale, ma sempre comunque pronti a partecipare a simili momenti di grazia.
(Autori: Domenica Acampora e Anna Maria Cavaliere)
"2001" La Regina di Pompei a:
Furore (NA)
Dall’ 08 all’ 11 Novembre 2001 - Parrocchia: "San Michele" - Parroco: "Don Pio Bozza"
Una visita speciale a Furore
Pubblichiamo l’affettuosa testimonianza della protagonista della settimana mariana celebratasi in un luogo stupendo non molto lontano dal nostro Santuario. Dalla sua cronaca appare evidente il tenero amore filiale che la lega, insieme ai bellissimi concittadini, alla Vergine del Rosario di Pompei.
Nello stupendo scenario che abbraccia la città di Agerola con le sue frazioni, per la cui bellezza le è valsa la denominazione di "Svizzera italiana".
Dal 3 al 5 novembre la nostra forania ha ospitato l’immagine della vergine del Rosario di Pompei.
Una visita che sin dall’inizio ha manifestato una intimità di rapporti, filiali e amichevoli, con la madre di Dio. Una relazione, infatti, è fatta anche di reciprocità, del recarsi o trattenersi presso una persona cara, e così è stato. Ogni anno, infatti, dai nostri paesi parte un pellegrinaggio a piedi verso il Santuario di Pompei per rendere omaggio alla Vergine del Rosario. Questa volta è stata la Madonna, con la sua bellissima immagine, a venire "fisicamente" in mezzo a noi, realizzando un evento davvero importante e significativo per tutti noi.
Nei giorni di permanenza dell’immagine nelle tre parrocchie della Forania si è percepito quasi visibilmente un ardente fervore spirituale.
In San Michele di Furore
Giovedì 8 novembre il Quadro è partito da san Lazzaro verso la punta di Bomerano, ove è stato accolto dal sindaco di Furore, Raffaele Ferraioli, e da un folto numero di persone che poi, con mezzi propri, ha dato vita a un corteo suggestivo fino al sagrato della chiesa di San Michele, dove ad attendere trepidanti c’erano tantissimi devoti.
Alle 17.00 l’arcivescovo Soricelli ha presieduto la celebrazione eucaristica. Ogni giorno, nella parrocchia di Furore, ci sono stati intensi momenti di preghiera. La partecipazione più notevole, comunque, c’è stata di pomeriggio, specialmente in alcuni casi: dolcissimo l’incontro con i bambini di Conca e di Furore che hanno donato alla Vergine disegni e pensierini; commuovente l’affluenza di anziani, ammalati, mamme e donne incinte e straordinaria la partecipazione degli uomini.
Domenica 11 novembre, di primo mattino, numerosissimi fedeli di Praiano hanno raggiunto a piedi la chiesa di Furore per venerare il Quadro della Madonna.
Nella giornata si sono alternate celebrazioni eucaristiche e recite del Santo Rosario fino alle 18.30 ora in cui l’immagine ha lasciato la nostra forania.
Al Quadro che ritornava a Pompei abbiamo dedicato non solo un omaggio floreale, ma le espressioni più teneri della nostra fiducia, e riconoscenza per il suo personale contributo alla storia della salvezza.
Uniti a questi sentimenti l’impegno per una preghiera costante, che in questo caso non può che essere la recita e la meditazione dei misteri del Santo Rosario, preghiera molto gradita alla Madre del Signore.
Ciò che ricorderemo e serberemo nel cuore, sarà soprattutto il messaggio dell’immagine della Vergine di Pompei che nel donare ai santi effigiati ai suoi lati e, simbolicamente a tutti gli uomini, la corona del rosario, indica, come al Beato Bartolo Longo, una strada per la propria salvezza.
(Autori: Domenica Acampora e Anna Maria Cavaliere)
"2001" La Regina di Pompei a:
Bova Marina (RC)
Dal 19 al 26 Dicembre 2001 – Chiesa dell’: "Immacolata" - Parroco: "Don Mario Cipriani - Salesiano"
A Bova Marina nella Magna Grecia
Dal 19 al 26 dicembre 2001 l’icona della Vergine del Santo Rosario di Pompei è stata ospite nella cittadina calabrese che trae i suoi natali dall’antica Delia e dove le famiglie hanno conservato la lingua di Omero, pur con inflessioni e forme non più originali.
Scoprire, colonizzare, dare tocco di raffinata civiltà, fu per i Greci, fin dai tempi lontani, una vera esigenza. Nel Sud d’Italia si stanziarono talmente bene che finanche il nome di Magna Grecia lo racconta. Bova, che trae i suoi natali dall’antica Delia, porta nei filoni della sua storia una matrice greca riscontrabile non solo nei reperti archeologici ma finanche nel linguaggio del popolo. Basta guardare le insegne stradali per convincersene: tutti i nomi delle strade sono bilingue, in italiano e in greco.
I Bovesi, nel secolo IV e V d.C., per sfuggire alle incursioni di barbari e pirati, si rifugiarono sui monti; e lì, tra i monti, la comunità si sviluppò, tanto da divenire sede episcopale.
Dai monti al mare
Col mutar delle vicende storiche, nel secolo XIX, la popolazione ridiscende verso il mare sviluppandosi sul versante ionico della costa calabrese.
Un arco di mare pulitissimo la tinge di splendido azzurro, e credo le aprirebbe ingenti possibilità se, come si vede da lavori iniziati ma sospesi "sine die", potesse avere il suo porto.
L’antico borgo fa corona alla Parrocchia dell’Immacolata, linda chiesetta di fronte al mare, sorta nella seconda metà del sec. XIX. Il popolo si sente vincolato alla sua chiesa e non tralascia mai di esprimere la sua affezione. Le strade, tagliate ad angolo retto tra le case, salgono dalla provinciale che fiancheggia il mare, verso le colline in senso verticale, da sembrare altrettante rampe di scale, ma non lo sono, e le auto le percorrono con facilità.
Man mano i confini del vecchio borgo si sono spostati verso occidente lungo il mare. È nata una nuova Bova, completamente diversa, che però respira l’antico in sincera armonia cittadina.
Come detto prima, antico non è soltanto il borgo. Vi è molto di più: il linguaggio di gruppi di famiglie che hanno conservato la lingua di Omero, pur con inflessioni e forme non più originali.
Inoltre, i sostenitori della grecità hanno introdotto l’uso di organizzare feste folcloristiche, a cui si può partecipare ad una unica condizione: di parlare greco.
Interessante il palazzo comunale costruito di recente a forma di castello con fregi di gusto arabo.
A proposito della Casa Comunale va ricordato che l’autonomia di Bova Marina risale al principio del secolo XX, propriamente, in fasi successive tra il 1907 e il 1911. Anche altri palazzotti presentano linee e strutture pregevoli.
Pittoresco il promontorio che s’insinua a sperone nel mare e, sulla punta reca, visibile da tutta la città, una maestosa statua di bronzo della Madonna, Stella del Mare. Abbracciare da quassù i due versanti del mare che si incontrano e si fondono di fronte a questa roccia è un piacere dell’occhio e della mente.
È spontaneo pensare allo sguardo della Madre Divina, che si protende per proteggere gli uomini del mare. Non va dimenticato quanto avvenne nel 1908, col terremoto di Messina e Reggio: anche Bova Marina subì danni, infatti le acque del mare risalendo lungo i torrenti, devastarono abitazioni e terreni.
Due comunità religiose, i figli e le figlie di Don Bosco, danno il meglio di sé alla popolazione di Bova. L’oratorio e centro giovanile in due sezioni, l’una gestita dai sacerdoti l’altra dalle suore di Maria Ausiliatrice, è un po’ la culla della gran parte della popolazione di Bova.
I Salesiani sono qui dal 1898, le Salesiane dal 1914. La chiesa dell’oratorio salesiano. Dotata di locali e attrezzature, svolge la funzione di Parrocchia, sicché l’attività liturgico-pastorale ha due poli che si integrano a vicenda: la chiesa dell’oratorio e la chiesa parrocchiale dell’Immacolata. Parroco è il salesiano don Mario Cipriani, Superiora delle suore Sr. Caterina Crucitti.
Una settimana Missionaria Mariana, dal 19 al 26 dicembre 2001, è stata chiesta dal parroco Don Mario, a cui ha dato man forte il carissimo Don Adolfo L’Arco.
È loro merito se la si è realizzata, benché con difficoltà impreviste, quali, tra le altre, l’inclemenza del tempo per tutta la settimana. I volenterosi, comunque, hanno affrontato i rigori, qui mai conosciuti, dell’inverno. La serata degli uomini, temuta come insuccesso quasi scontato, è stata invece accolta e vissuta con intenso fervore. Piccola la chiesa, ma gremita di uomini attenti, silenziosi, impegnati nella celebrazione. Tra di essi il Sindaco della Città. Il Dr. Giuseppe Autelitano.
La preghiera per la Pace
Provvidenziale e altamente apprezzata anche qui la Giornata che il Santo Padre ha proposto di dedicare al digiuno e alla preghiera per la pace.
Dalle ore 19 alle 22, adorazione eucaristica, ben frequentata pur tra i rigori del freddo che aumentava sempre più.
Anche la carità è fiorita: si vedevano, infatti, nel cesto situato davanti all’altare, oltre le banconote, i piccoli salvadanai disposti con semplicità, per i poveri, da mani affettuose.
Esprimiamo nella preghiera un augurio alla Città che ha accolto la Madonna: la gioia della fede in Cristo, che è Dio Salvatore, pervada gli animi di tutti e sia sorgente di autentico benessere. Ai giovani: vivete la gioventù senza invecchiare nelle secche dell’egoismo, che promette piaceri immediati ma passeggeri, seguiti però da amarezze tormentose e durature.
La bellezza di Maria, giovanissima sposa, dello Spirito Santo, sia modello affascinante soprattutto per voi.
(Autore: Baldassarre Cuomo)