Missioni Mariane dell'Anno 1985
"1985" La Regina di Pompei si reca ad:
"1985" La Regina di Pompei si reca ad:
Afragola (NA)
22 Febbraio - 05 Marzo 1985 - Parrocchie: "Sant' Antonio - Santa Maria d'Aiello - San Giorgio martire - Sant' Antonio" - Parroci: Don Carlo Cicala e &
Entusiastica accoglienza della cittadina napoletana già frequentata dal Beato Bartolo Longo
Dal diario del Parroco di S. Maria delle grazie, don Carlo Cicala:
"Lourdes, 20 agosto 1984. Ad un incrocio intravedo il Prelato di Pompei che si dirige alla Grotta. Lo raggiungo, lo saluto e mi offro di accompagnarlo. Il breve tratto a piedi è consumato più nella contemplazione dell’azione di Dio che nei soliti convenevoli. Aiuto Mons. Vacchiano a rivestirsi dei paramenti per la solenne liturgia della "Messa internazionale" e, mentre mi accomiato da lui, d’improvviso avanzo una richiesta: - Eccellenza, mi scusi, sarebbe favorevole alla venuta della Madonna di Pompei ad Afragola? Di rincalzo: - È una bella idea, risponde il Vescovo, al rientro venite a trovarmi e concorderemo.
È lì, a Lourdes, che la Madonna decide di visitare Afragola.
22 febbraio – 5 marzo 1985: la promessa è realtà".
Un concorso incredibile di popolo orante e gioioso assedia l’autocappella con l’immagine della Madonna di Pompei, nonostante la rigidità del clima.
Ad accoglierla sono pure il Vicario Generale della Diocesi di Napoli, Mons. Antonio Ambrosiano, tutto il Clero col Vicario Foraneo Mons. Andrea Tuccillo, i Parroci delle otto Parrocchie e le Autorità Civili e Militari.
Il Sindaco, Sig. geometra Rocco Fusco, indirizza alla Madonna un commosso ed incisivo saluto a nome della Città. Poi un corteo di circa diecimila persone accompagna la Sacra Immagine.
La prima sosta è alla Parrocchia di S. Maria delle Grazie.
La chiesa è gremita fino all’inverosimile, mentre la stragrande maggioranza ha dovuto far ritorno a casa perché impossibile entrare.
Davanti al presbiterio, di fronte all’altare e all’immagine della Madonna è in piedi una lunga fila in preghiera. Si legge sui loro volti, illuminati dalle lampade elettriche, che stanno vivendo un’ora eccezionale. Li troveremo poi sempre disponibili a tutte le ore.
I circa quattro giorni di sosta sono "una preghiera, un ascolto, una celebrazione", sempre con un pienone di popolo, e molte volte la gente rimane fuori.
Vogliamo ricordare l’intervento del Vescovo Ausiliare Mons. Antonio Ambosanio, che presiede la concelebrazione eucaristica all’arrivo della Madonna. "È la visita – egli dice – che la Vergine SS. Fa ad Afragola come quando si recò da Elisabetta portando con Gesù la gioia…"; e riesce a toccare l’animo del popolo che, al termine dell’omelia, non può trattenersi da un prolungato applauso.
Intervento poi di S. Ecc.za Mons. Riboldi sul tema della riconciliazione. Egli presenta l’unica strada da percorrere: la strada dell’amore.
Quel suo penetrante colloquio con i fedeli attentissimi e quel suo insistere "più su…" più su…" additando l’amore, resteranno indimenticabili.
Da quella sera, inoltre, di fronte alla chiesa parrocchiale veglia, segno e richiamo della riconciliazione, il monumento a Cristo Crocifisso, benedetto e inaugurato solennemente da Mons. Riboldi.
Comincia in questa chiesa la nuova esperienza missionaria delle nostre Suore,, Figlie del SS. Rosario di Pompei, che vengono anch’esse ad accompagnare la Madonna Impegnandosi soprattutto in un’opera vocazionale tra i giovani delle varie parrocchie.
Commiato commuovente, come sempre, ma segnato dalla volontà di camminare con spirito nuovo aprendo sempre più il cuore alla evangelizzazione. Li sosterrà la preghiera, soprattutto il S. Rosario
Grande chiesa dall’alta scalea di accesso. Tanti bambini e tanta pazienza del buon Parroco don Giorgio Montefusco.
Anche qui preghiera, confessioni a non finire, desiderio di ascoltare. Lunghe veglie animate dai gruppi ecclesiali dove si fondono le voci dei giovani e degli anziani sostenute dal ritmo di bravi chitarristi e chitarriste.
Cogliamo di passaggio un commento sfuggito ad un Religioso che partecipa ad una celebrazione: "Ma questa è più che una missione…". Durante alcune celebrazioni è impossibile entrare in chiesa, e qualche volta non si vorrebbe più concludere la preghiera. Una sera, ad orario ormai assai avanzato, dopo una lunga conversazione voluta dalla gente, non essendo ormai il caso di continuare il Rosario, il Missionario deve congedare i fedeli; questi lo termineranno lungo la strada arrivando in famiglia ancora con la corona in mano.
La sosta a S. Maria D’Aiello è allietata dalla presenza del Prelato di Pompei che viene, anch’egli Missionario, a celebrare l’Eucaristia e ad esortare il popolo ad un sincero impegno cristiano con Maria.
Da S, Maria D’Aiello la sacra Immagine è trasportata a S. Giorgio passando davanti alle Parrocchie di S. Marco e del SS. Rosario.
Un fervoroso saluto ma con tanti rimpianti che cogliamo dalle labbra dei rispettivi Parroci D. Arcangelo Pagliara e D. Giuseppe Delle Cave: la parrocchia del Rosario è inagibile per gli effetti del sisma, la Parrocchia di S. Marco non ha potuto avere la visita della Madonna per la ristrettezza del tempo, ma il popolo – dice il Parroco – l’avrebbe accolta e vegliata con amore.
Anche qui il Prelato di Pompei offre la sua partecipazione presiedendo la Concelebrazione Eucaristica.
Vogliamo ricordare due momenti: la folla dei bambini in colloquio epistolare con i ragazzi e le ragazze delle Opere di Pompei, e l’incontro dei gruppi ecclesiali, che insieme ad un popolo innumerevole vegliano la sera del 2 marzo fino a tarda ora.
La vastissima chiesa non contiene la folla. La porta è spalancata e la gente si accalca sul sagrato e sulla piazza. Anche le confessioni sono sospese perché non è possibile il minimo movimento.
La Madonna ha paralizzato tutti, ed il canto, la preghiera e l’annuncio della Parola si intrecciano in un susseguirsi di emozioni profonde. Il Parroco D. Domenico De Rosa non ha parole per esprimere la propria gratitudine ed ammirazione.
Ma il tempo inesorabilmente taglia il suo traguardo.
Si va a S. Antonio
Strade invase da una folla incalcolabile, mentre nell’attesa il popolo di S. Antonio, nella sua Parrocchia-Santuario, prega per ore intere e le voci si diffondono attraverso gli altoparlanti quasi salmeggiando da lontano con quanti in solenne processione si avvicinano man mano.
I cari figli di S. Francesco avevano voluto e preparato questa presenza di Maria come è nella tradizione dell’Ordine serafico con una Veglia di preghiera presieduta da P. Antonio Forte. La Madonna ha raccolto ciò che Lei stessa aveva ispirato ai buoni religiosi.
Sottolineiamo che la loro carità nell’ospitare per vari giorni i Missionari adattandosi con fraterno spirito agli orari delle altre chiese e magari rimandando i pasti ad orari impossibili per attenderci.
…E ci voleva anche la malattia di uno di noi per far risaltare il loro buon cuore. Grazie, caro P. Felice, P. Gennaro, Fr. Carlo e tutta la bella famiglia francescana!
Il Prelato di Pompei è di nuovo ad Afragola, questa volta per la celebrazione dell’Eucaristia e dell’Unzione dei Malati.
Non essendo possibile la visita dei Missionari a tutti gli infermi, si era pensato di accoglierne almeno alcuni per evidenziare il conforto che la Madre offre donando al Figlio.
E siamo all’ultimo giorno.
Il saluto di commiato è allo Stadio Comunale "Luigi Moccia".
L’orazione per l’ultima celebrazione che sarà presieduta da S. Ecc.za il Cardinale Corrado Ursi, è fissata per le ore 19, ma il campo è già occupato dal primo pomeriggio. Sarà poi letteralmente gremito da impedire a molti di entrare. La voce commossa dell’Eminentissimo Celebrante passa su di un tappeto di volti attentissimi per penetrare nell’animo di tutti recando un toccante messaggio paterno e un richiamo perché l’entusiasmo di quell’ora si tramuti e si consolidi in un impegno di preghiera e di vita cristiana.
Egli ha la gioia di una risposta immediata, perché sessanta giovani pubblicamente si impegnano a recitare ogni giorno il Rosario e a dare testimonianza di fede.
Apprendiamo in seguito che alla celebrazione conclusiva è presente anche l’Afragolese al completo col suo Presidente.
Come sempre, vi sono anche lacrime di addio, ma di questo non parliamo. La Madonna resta nell’animo di quel popolo come è impresso in tutti noi il volto delle nostre madri.
Ora, giunti al termine, dobbiamo ricominciare. Come spiegare il fenomeno di Afragola? Bisogna pure scoprire le radici, come si dice oggi, e le radici sono nella storia che ha le sue leggi, i suoi sviluppi, i suoi richiami.
Narra il Beato Bartolo Longo: "…Afragola. Quante memorie si risvegliano nel nostro pensiero a questo nome!... Contavamo colà non pochi conoscenti!.. Ivi mi recavo con brigate di giovani e allegri amici per divagarmi dai gravi studi, con amene passeggiate, e passar le sere tra musica, canti e danze… Ma dal giorno 29 maggio 1865 che il Signore per sua infinita misericordia mi ebbe richiamato a sé, lasciai tutte le brigate di divertimento mondano e tra questi le famiglie di Afragola: ma era vivo nell’animo mio il desiderio di mostrare agli antichi amici e conoscenti, che la mia vita era mutata e che adesso a tutt’altro io ero dedicato".
Passano quattordici anni. Il Beato vi ritorna nella Pasqua del 1879 per domandare aiuti per la costruzione della chiesa in Valle di Pompei.
Sorpresa, meraviglia e tanta cordialità… "La messe fu copiosa…". Ma vi è un incidente: il vetturino maldestro e poco informato della viabilità, sia per l’oscurità che infittiva, sia per i probabili abbondanti bicchieri di vino, spinge la vettura con le due ruote laterali in un canale che fiancheggia la strada… "Fu un vero miracolo se noi due… non fummo sbalzati al suolo".
Bartolo Longo conclude:
"Ecco il primo benefico effetto della nostra gita in Afragola".
E il secondo è un vero prodigio operato dalla Madonna nella persona del figlio del signor Maiello Gennaro.
"Vergine SS. Del Rosario di Pompei, io ti farò le porte del tempio, se tu mi darai mio figlio", aveva pregato il padre.
Era il maggio 1879.
Pochi giorni dopo, "il signor Gennaro Maiello – narra Bartolo Longo – venne a trovarmi in Napoli e tutto giulivo e festante mi raccontò come, fatta appena la promessa alla Madonna di donare L.500 per la porta, aveva ottenuto la grazia desiderata. E di presente mi consegnò le 500 lire promesse. Per mostrare poi anche pubblicamente la sua grande riconoscenza alla Vergine Benedetta, egli venne pure a Valle di Pompei nel mese di ottobre, nel giorno che facevamo la festa del Rosario, e offrì altre lire 200.
E così la prima porta al Tempio Pompeiano fu costruita per una grazia concessa dalla Madonna di Pompei in Afragola" (Da B. Longo, Storia del Santuario di Pompei).
Radici umane, radici divine. Come sempre, l’umano e il divino si intrecciano, e il Signore della storia cammina tra gli uomini guidando con amore gli eventi fino all’ultimo giorno.
Non vogliamo attardarci a fare considerazioni. Abbiamo soltanto voluto, dopo aver narrato la nostra esperienza, tentare di collegare i fatti a vi abbiamo trovato un filo conduttore che ci ha riportato sulla pista già percorsa profeticamente dal Fondatore.
(Autori: I Missionari)