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Preci alla Regina di Pompei

Il Santuario

*Novena d'impetrazione

*Origine della Novena d’impetrazione alla prodigiosa Vergine del Rosario di Pompei
Una pagina inedita della storia del 1879 scritta da Bartolo Longo
Da sette anni, oscuro ed ignoto, lavoravo in questa Valle di Pompei, intendendo a salvar me stesso col propagare il Rosario tra i poveri contadini, quando piacque al Signore di ridurmi per fiera infermità presso la tomba.
E già il mio medico curante, il chiar. Professore Generoso Grimaldi, napolitano, avea definito la mia vita un fiore di cimitero. L’illustre Professore Cardarelli mi avea dato sentenza che pensassi dove lasciare i miei stracci (corporei): somigliantemente opinò l’egregio Cav. Dott. Morlicchio di Scafati, dicendo: È logorato il filo di sua vita!
Era il mese di Luglio del 1879; molti associati chiedevano un modo di pregare uniforme per impetrar grazie dalla Regina del Rosario di Pompei, che tacitamente le prodigava a famiglie di suoi ascritti.
Vistomi in sul morire, mi avvisai scrivere come ultimo lavoro (allora moribondo avea corretto l’ultimo foglio dei Quindici Sabati) una Novena alla prodigiosa Vergine del Rosario di Pompei per impetrar le grazie nei casi più disperati.
E vi spesi un mese, cioè fino al dì dell’Assunta, E rammento che quasi ogni giorno dopo le ore meridiane, tuttochè affranto dall’ostinata febbretta tifoidea, che mi consumava fatalmente, me ne andava nella Cappella ove era esposta la venerata Immagine, e in quel luogo solitario, in quell’ora di silenzio, ad alta voce rileggeva una delle cinque parti che aveva compiuto.
E dinanzi al quadro faceva le mie correzioni. E quando, nel rileggere, mi sentiva mosso il cuore ed aprirsi una vena di lagrime, che giungevano a bagnare lo scritto, allora io credeva che la cosa potesse andare.
Venne il giorno dell’Assunzione 15 Agosto del 1879. Fu posta la prima volta una Corona di oro sul capo della Venerata Effigie, come si legge nel volumetto della Storia di questo Santuario: ma in quel giorno io era a letto con peggiore ricaduta del male. Tutti gli amici attorno, e tra gli altri il compianto P. M. Radente, pregavano la Madonna per la mia vita. Non vi era raggio di speranza. Allora io pensai non esservi altro espediente per far cessare la febbre dell’ileo-tifo che un solo: prendere il quadro della Vergine dalla Cappella e porlo nella mia stanza da letto. Fu fatto. I circostanti ripetevano: Allora noi crederemo ai miracoli di questa Vergine quando costui risani.
Ed io mi rivolsi con confidenza a Santa Caterina da Siena, e le dissi: - Mia cara Sorella, io ho scritto di Te nei Quindici Sabati, come apparisti al P. Bonamici, e come se colui ti lamentasti che sien pochi i tuoi devoti nel mondo che ricorrono a Te per grazie, ma altrimenti che fosse diminuito in cielo quel potere che Tu avesti da Gesù in terra. Ora come i miei lettori presteranno fede alle tue parole, se io pel primo che le ho scritte, non ho per te la grazia? E come crederanno a miracoli della Vergine del Rosario di Pompei, se la Madonna lascia che muoia lo stesso suo Cassiere che gli ha pubblicati?
Bontà ineffabile di questa Madre! Esaudì forse le preci che le rivolgeva la cara Santa di Siena. A mezzanotte aprii gli occhi: il dolore della nuea e della spina dorsale era scomparso insieme con la febbre, s’ che il primo raggio del giorno mi ferì gradevolmente gli occhi la prima volta dopo tanto tempo che pel dolore non reggevano a sostener la luce. E l’umile scrittore della Vergine di Pompei, il divoto di Santa Caterina, contro ogni umana aspettazione, visse e vive ancora, e servire, fino a sostenere il peso enorme di un giornale. Non è questo un gran prodigio?
Ma la Madonna che vuole in questo Santuario di Pompei fare ampia mostra del suo potere presso il divin suo Figlio, e della misericordia verso i peccatori, per allettare i quali ha posto il suo trono degli idoli e dei demoni, e si piacque di gradire le intenzioni e le fatiche di un povero peccatore e di conceder grazie a chiunque la pregasse con la Novena scritta dal moribondo suo divoto. Ed oh, Cuore amoroso di Maria! Si degnava Ella di apparire alla figliuola del Comm. Agrelli di Napoli e ripeterle quelle dolcissime parole: “Ogni volta che vuoi grazie da me, fammi tre Novene con la recitazione delle quindici poste del Rosario ed altre tre Novene per ringraziamento”. E la giovane Fortunatina Agrelli tutto per ordine eseguì, risanò prodigiosamente, e vive tutt’ora sana e lieta in seno alla sua ragguardevole famiglia. Ed a suo esempio, fatte le novene, prodigiosamente risanavano Annina Gamera del monastero di S. Giuseppe e Teresa in Napoli, e la signorina Giuseppina Andolfi anche di Napoli; ed in Roma il 31 di Agosto di quello stesso anno la giovane Maria Galizzi, che immobile era nel letto per dolori e paralisi, risanava immantinente. Il qual prodigio veniva autenticato con processo dell’Em. Cardinal Vicario. Cotesti fatti, con tutti i documenti di Medici e di Sacerdoti e di provati testimoni si leggono nel Periodico Il Rosario e la Nuova Pompei, nei quaderni di Luglio, Agosto, Ottobre, Novembre e Dicembre del 1884. E cento altri fatti somiglianti di grazie singolarissime, ottenute per la recitazione di questa Novena non solo in Italia, ma in Malta, in Dalmazia, ed in regioni più lontane, si leggono nei posteriori quaderni del 1885 e si leggeranno in tutto questo anno 1886.
Or quella Novena, che fu scritta da un peccatore moribondo, conquistato da Maria, anelante delle grazie di Maria, quella Novena che la Regina del Rosario si è degnata di gradire e di benedire con effusione di innumerevoli grazie, abbiamo nuovamente pubblicata (per la quarantesima quarta edizione) in un grazioso librettino da portarsi in Chiesa.
(Autore: Bartolo Longo)

Una novena consiste in una preghiera recitata per nove giorni.

Perché nove giorni? Si tratta di una tradizione che si innesta sull’imitazione di Maria, Madre di Gesù, e dei discepoli, che attesero in preghiera, riuniti nel Cenacolo, il dono promesso dello Spirito Santo (vedi Atti 1:12-14). Questo periodo di attesa durò nove giorni, dall’ascensione di Gesù al Cielo (40 giorni dopo la Sua Resurrezione) alla Pentecoste (che significa "il cinquantesimo giorno"). Ma perché pregare ripetutamente per nove giorni? Certamente il motivo non sta nel fatto che Dio non ci sente dal primo giorno e tanto meno che ne siano necessari nove affinché il messaggio giunga fino a Lui! No, preghiamo ripetutamente come segno della nostra fiducia nella preghiera e in obbedienza al consiglio di Gesù che ci invita a "pregare sempre e non perderci d’animo" (Luca 18:1).
Novena d’ impetrazione alla Vergine del Rosario di Pompei
Si ponga la prodigiosa immagine in luogo distinto, e, potendolo, si accendano due candele, simbolo della fede che arde nel cuore del credente. Prima di cominciare la Novena, pregare Santa Caterina da Siena che si degni di recitarla insieme con noi.
O Santa Caterina da Siena, mia Protettrice e Maestra, tu che assisti dal cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di Maria, assistimi in questo momento e degnati di recitare insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, affinchè per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, ecc

I- O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani.
Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie.
Deh! Da quel trono ove regni pietosa, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli occhi tuoi benigni, ed abbi pietà di me che ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati anche a me, come a tanti altri ti sei mostrata, vera Madre di misericordia: mentre io con tutto il cuore ti saluto e t’invoco mia Sovrana e Regina del Santo Rosario.
Salve, Regina
Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie.
Deh! Da quel trono ove regni pietosa, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli occhi tuoi benigni, ed abbi pietà di me che ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati anche a me, come a tanti altri ti sei mostrata, vera Madre di misericordia: mentre io con tutto il cuore ti saluto e t’invoco mia Sovrana e Regina del Santo Rosario.
Salve, Regina
II- Prostrata ai piedi del tuo trono, o grande e gloriosa Signora, l’anima mia ti venera tra gemiti ed affanni onde è oppressa oltre misura. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, io alzo confidente gli occhi a te, che sei degnata di eleggere per tua dimora le campagne di poveri ed abbandonati contadini. E là, di fronte alla città ed all’anfiteatro ove regna silenzio e rovina, Tu, come Regina delle Vittorie, levasti la tua voce potente per chiamare da ogni parte d’Italia e del mondo cattolico i devoti tuoi figli ad erigerti un Tempio. Deh!
Ti muovi alfine a pietà di quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Pietà di me, o Signora, pietà di me che sono oltremodo ripieno di miserie e di umiliazioni.
Tu, che sei lo sterminio dei demoni, difendimi da questi nemici che mi assediano. Tu, che sei l’Aiuto dei cristiani, traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente. Tu, che sei la Vita nostra, trionfa sulla morte che minaccia l’anima mia in questi pericoli cui trovasi esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l’amore, la salute. Amen.
Salve, Regina
Ti muovi alfine a pietà di quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Pietà di me, o Signora, pietà di me che sono oltremodo ripieno di miserie e di umiliazioni.
Tu, che sei lo sterminio dei demoni, difendimi da questi nemici che mi assediano. Tu, che sei l’Aiuto dei cristiani, traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente. Tu, che sei la Vita nostra, trionfa sulla morte che minaccia l’anima mia in questi pericoli cui trovasi esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l’amore, la salute. Amen.
Salve, Regina
III- Il sentire che tanti sono stati da te beneficati, solo perché sono ricorsi a te con fede, m’infonde novella lena e coraggio d’invocarti in mio soccorso.
Tu già promettesti a S. Domenico che chi vuol grazie, col tuo Rosario le ottiene; ed io, col tuo Rosario in mano, oso ricordarti, o Madre, le tue sante promesse: Anzi tu stessa ai dì nostri operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli a onorarti nel Tempio di Pompei. Tu dunque vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni!
Ed io col cuore sulle labbra, con viva fede ti chiamo e t’invoco: Madre mia!... Madre cara!... Madre bella!... Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non più tardare a stendermi la mano tua potente per salvarmi: ché il ritardo, come vedi, mi porterebbe alla rovina.  
Salve, Regina
Tu già promettesti a S. Domenico che chi vuol grazie, col tuo Rosario le ottiene; ed io, col tuo Rosario in mano, oso ricordarti, o Madre, le tue sante promesse: Anzi tu stessa ai dì nostri operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli a onorarti nel Tempio di Pompei. Tu dunque vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni!
Ed io col cuore sulle labbra, con viva fede ti chiamo e t’invoco: Madre mia!... Madre cara!... Madre bella!... Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non più tardare a stendermi la mano tua potente per salvarmi: ché il ritardo, come vedi, mi porterebbe alla rovina.  
Salve, Regina
IV- E a chi altri mai potrei ricorrere, se non a te che sei il Sollievo dei miserabili, il Conforto degli abbandonati, la Consolazione degli afflitti? Io te lo confesso, l’anima mia è miserabile: gravata da enormi colpe, merita di ardere nell’inferno, indegna di ricevere grazie!
Ma non sei tu la Speranza di chi dispera, la Madre di Gesù, unico mediatore tra l’uomo e Dio, la potente nostra Avvocata presso il trono dell’Altissimo, il Rifugio dei peccatori?
Deh! Solo che tu dica una parola in mio favore al tuo Figlio, ed Egli ti esaudirà. Chiedigli, dunque, o Madre, questa grazia di cui tanto io ho bisogno. (Si domandi la grazia che si vuole). Tu sola puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia consolazione, la mia dolcezza, tutta la vita mia. Così spero. Amen.
Salve, Regina
Ma non sei tu la Speranza di chi dispera, la Madre di Gesù, unico mediatore tra l’uomo e Dio, la potente nostra Avvocata presso il trono dell’Altissimo, il Rifugio dei peccatori?
Deh! Solo che tu dica una parola in mio favore al tuo Figlio, ed Egli ti esaudirà. Chiedigli, dunque, o Madre, questa grazia di cui tanto io ho bisogno. (Si domandi la grazia che si vuole). Tu sola puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia consolazione, la mia dolcezza, tutta la vita mia. Così spero. Amen.
Salve, Regina
V- O Vergine e Regina del Santo Rosario, Tu che sei la Figlia del Padre Celeste, la Madre del Figlio divino, la Sposa dello Spirito Santo; Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, devi impetrarmi questa grazia tanto a me necessaria, purchè non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna. (Si ripeta la grazia che si desidera). Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudi, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi.
Te la domando per il cuore del tuo amoroso Gesù, per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della sua vita, per l’acerba sua passione, per la sua morte in croce, per il Nome suo santissimo, per il suo preziosissimo Sangue.
Te la domando infine per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, che sei Stella del Mare, Signora potente, Mare di dolore, Porta del paradiso e Madre di ogni grazia.
In te confido, da te tutto spero, tu mi devi salvare. Amen.
Salve, Regina
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo - O Dio, il tuo unico Figlio, ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione, i beni della salvezza eterna: concedi a noi che, venerando questi misteri nel Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono.
Per Cristo Nostro Signore. Amen.
Preghiera a S. Domenico e a S. Caterina da Siena per ottenere le grazie dalla S. Vergine di Pompei
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figlio prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario;
Te la domando per il cuore del tuo amoroso Gesù, per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della sua vita, per l’acerba sua passione, per la sua morte in croce, per il Nome suo santissimo, per il suo preziosissimo Sangue.
Te la domando infine per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, che sei Stella del Mare, Signora potente, Mare di dolore, Porta del paradiso e Madre di ogni grazia.
In te confido, da te tutto spero, tu mi devi salvare. Amen.
Salve, Regina
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.

Pregate per me la Madre del Rosario ed il Figlio Divino, giacché ho gran fiducia che per mezzo vostro potrò conseguire la grazia che tanto desidero. Amen.
Gloria al Padre (tre volte)

Preghiamo - O Dio, il tuo unico Figlio, ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione, i beni della salvezza eterna: concedi a noi che, venerando questi misteri nel Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono.
Per Cristo Nostro Signore. Amen.
Preghiera a S. Domenico e a S. Caterina da Siena per ottenere le grazie dalla S. Vergine di Pompei
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figlio prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario;
Per Cristo Nostro Signore. Amen.

*Novena di ringraziamento alla Vergine del Rosario di Pompei

Dinanzi alla effigie della Vergine di Pompei si accendano due ceri, se si può. Quindi si prenda fra le mani la corona del Rosario, e s'incomincia:
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, ecc

I- Eccomi ai tuoi ginocchi, o Madre Immacolata di Gesù, che godi di essere invocata Regina del Rosario della Valle di Pompei. Con la letizia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la Madre che assai mi ama: Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre, dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato. Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii sempre benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria, Salve, Regina
II- Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti. Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le lacrime mie? Per me ti ringraziano tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina, ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta io consacro a te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato. Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si rivolgano con fiducia.
Gloria, Salve, Regina
III- Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con quali titoli invocherò te, che i santi Dottori chiamarono Signora del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso dell’Altissimo? Tu sei la tesoriera delle grazie, la Onnipotenza supplichevole, anzi a stessa Misericordia di Dio che discende sugli infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei: E così chiamandoti, sento la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del Libano, che, col profumo di tua soavità celestiale, attiri alla tua Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il nome della Vergine di Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.

Gloria, Salve, Regina

IV- Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te, nuova Stella di speranza apparsa ai dì nostri sulla Valle delle rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla terra dominata dal tuo nemico impiantasti la Cittadella del rifugio, ove accogli i popoli a salvezza. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo, quivi t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle della desolazione e dello sterminio.

Gloria, Salve, Regina

V- Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e il vespro tramandi al dì seguente il concento delle nostre benedizioni. Tutte le genti ti chiamino beata, e te beata ripetano tutti i lidi della terra e i cori celesti. Tre volte beata pur io ti chiamerò con gli Angeli, con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni superne. Beatissima te predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i Serafini. O sovrana mia salvatrice, non lasciar di piegare i tuoi occhi misericordiosi su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto non mi negare la maggiore delle grazie: cioè che la mia fragilità da te non mi distacchi giammai. In quella fede e in quell’amore onde arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo Santuario in Pompei e all’incremento delle sue opere di carità, fa’ che siam tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù, il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le porte del Cielo. Amen.

Gloria, Salve, Regina

Regina del Santo Rosario, prega per noi.
Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per intercessione dell’Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di Gesù Cristo Nostro Signore.
Amen.

*Supplica alla Regina del Ss. Rosario di Pompei

Questa è la Supplica: spettacolo gentile! Un improvviso nembo di luce corre al mondo intorno, cresce la festa, ed il mortal soggiorno a Pompei si muta in Paradiso.

Supplica alla Regina del Ss. Rosario di Pompei composta dal Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei
Una data la sua recita solenne
8 Maggio
Fissata è pure l’ora
A Mezzogiorno
Dal 1883, quel giorno, a quell’ora, in ogni angolo del mondo, i piccoli e i grandi, i sapienti e i poeti, i politici e i militari, i mistici e gli epicurei (nel senso buono ed autentico), i turisti distratti e cronometrati, chi è in casa o in viaggio, nelle scuole e negli ospedali, nelle carceri e sulle navi e gli aerei, dovunque, i malati con la speranza di fuggire la morte ed alleviare il male, i sani con il proposito di raddoppiare la vita, tutti, tra un sospiro di rimpianto e un sorriso di speranza, reciteremo insieme la Supplica
Insieme al Delegato Pontificio del Santuario di Pompei. Con tutti noi ci sarà il Sommo Pontefice e la sua Corte, dalla sua cappella privata. Musica e canto, passione d’amore e slancio di fede c’è in questa preghiera che la Madonna ispirò al Beato Bartolo Longo, letterato attento, delicato musico, teologo arguto e melodioso del Santo Rosario.
L’8 maggio è la data di un raduno universale alla prodigiosa Immagine della Vergine del S. Rosario di Pompei.
Per saperne di più
Fu scritta con il titolo “Atto d’amore alla Vergine ” nei primi mesi dell’anno 1883; poi, nell’ottobre dello stesso anno, il titolo fu cambiato in “Supplica alla potente Regina del SS. Rosario di Pompei” . Papa Leone XIII l’arricchì d’ indulgenze con rescritto del 16 giugno 1887. La Supplica si recita nel Santuario di Pompei e in tantissime chiese del mondo, a mezzogiorno dell’ 8 maggio e della prima domenica di ottobre, ogni anno. In questi due giorni dell’ anno sono milioni di devoti (compreso il Papa) ad innalzare la grande supplica al trono della più misericordiosa delle madri! La Supplica risente del suo stile alto e dignitoso (che il Longo aveva appreso dal Card. Alfonso Capecelatro), del clima ottocentesco.  (Se non possiamo recarci in chiesa in quell'ora possiamo raccoglierci ovunque siamo: in ufficio, in fabbrica, a scuola, in strada, a casa. Meraviglioso pensare che in quell'ora tanti cuori avranno una sola voce, una sola parola sulle labbra: il nome dolcissimo di Maria.)
Un atto di amore a Maria per un rinnovamento interiore
L’otto maggio è il giorno  dell’atto di amore a Maria. Ě un appuntamento da non mancare: non si può fare attendere una Mamma che desidera amare e provvedere ai suoi figli. Ě un giorno di festa  per tutti quelli che vicini o lontani reciteranno, “un cuor solo e un’anima sola”, la famosa preghiera di Bartolo Longo. Ma la Supplica non è solo un invito a lasciarsi contagiare dall’amore verso Maria, essa è anche un richiamo al rinnovamento interiore in vista di una professione di fede trinitaria e di una testimonianza di vita senza ombre e perplessità. Tutta la vita di Bartolo Longo conferma questo dato: il suo amore per Maria divenne fedeltà assoluta a Gesù di Nazareth, e in Lui, al Padre e allo Spirito Santo. La Supplica,  scritta nel 1883, testimonia d’altra parte la conversione del cuore a Dio di migliaia di pellegrini affluiti a Pompei per la circostanza.  Il Beato ne dà riscontro nel Periodico: ‹‹… il giorno 8 maggio segna per migliaia di anime il ritorno a Dio, la pace della coscienza, e le sante delizie del Sacramento dell’ altare›› 1889; e ancora: ‹‹il giorno 8 maggio, non solamente è il giorno solenne in cui si glorifica la Vergine di Pompei, ma è il giorno in cui la Madonna impetra da Dio grazie straordinarie sopra i  suoi figlioli; è il giorno in cui la misericordia divina visita le anime che esaltano la loro fede con la Supplica e col Rosario… è il giorno che tutti dovremmo aspettare ogni anno con maggior risveglio di vita cristiana, con più infervoramento di fede e di carità ›› (1891). L’auspicio finale di Bartolo Longo ci sia di sprone perché la Supplica di maggio segni per tutti un maggior impegno spirituale.

Supplica alla Vergine del S. Rosario di Pompei
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
I- O Augusta Regina delle Vittorie,* o Sovrana del Cielo e della Terra,* al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi,* o Regina gloriosa del Rosario,* noi devoti figli tuoi,* raccolti nel tuo Tempio di Pompei, (in questo giorno solenne)* effondiamo gli affetti del nostro cuore* e con confidenza di figli* ti esprimiamo le nostre miserie. Dal Trono di clemenza,* dove siedi Regina,* volgi o Maria,* il tuo sguardo pietoso* su di noi, sulle nostre famiglie,* sull’ Italia, sull’Europa, sul mondo.* Ti prenda compassione* degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita.* Vedi, o Madre,* quanti pericoli nell’anima e nel corpo,* quante calamità ed afflizioni ci costringono. O Madre,* implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino* e vinci con la clemenza* il cuore dei peccatori.* Sono nostri fratelli e figli tuoi* che costano sangue al dolce Gesù* e contristano il tuo sensibilissimo cuore.* Mostrati a tutti quale sei,* Regina di pace e di perdono.
Ave, o Maria
II- È vero* che noi, per primi, benché tuoi figli,* con i peccati* torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù* e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore. Lo confessiamo:* siamo meritevoli dei più aspri castighi,* ma Tu ricordati* che, sul Golgota,* raccogliesti, col Sangue divino,* il testamento del Redentore moribondo,* che ti dichiarava Madre nostra,* Madre dei peccatori. Tu dunque,* come Madre nostra,* sei la nostra Avvocata,* la nostra Speranza.* E noi, gementi,* gridiamo: Misericordia! O Madre buona,* abbi pietà di noi,* delle anime nostre,* delle nostre famiglie,* dei nostri parenti,* dei nostri amici,* dei nostri defunti,* soprattutto dei nostri nemici* e di tanti che si dicono cristiani,* eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo.* Pietà oggi imploriamo* per le Nazioni traviate,* per tutta l’Europa,* per tutto il mondo,* perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti,* o Madre di Misericordia!
Ave, o Maria
III- Degnati benevolmente, o Maria,* di esaudirci!* Gesù ha riposto nelle tue mani* tutti i tesori delle Sue grazie* e delle Sue misericordie. Tu siedi,* coronata Regina,* alla destra del tuo Figlio,* splendente di gloria immortale* su tutti i Cori degli Angeli.* Tu distendi il tuo dominio* per quanto sono distesi i cieli,* e a te la terra e le creature tutte* sono soggette.* Tu sei l’onnipotente per grazia,* Tu dunque puoi aiutarci,* Se Tu non volessi aiutarci,* perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione,* non sapremmo a chi rivolgerci.* Il tuo cuore di Madre,* non permetterà di vedere noi,* tuoi figli, perduti.* Il Bambino che vediamo sulle tua ginocchia* e la mistica Corona che miriamo nella tua mano,* ci ispirano fiducia che saremo esauditi.* E noi confidiamo pienamente in te,* ci abbandoniamo come deboli figli* tra le braccia della più tenera fra le madri,* e, oggi stesso,* da te aspettiamo le sospirate grazie,
Ave, o Maria
Chiediamo la benedizione a Maria
IV- Un’ultima grazia* noi ora ti chiediamo, o Regina,* che non puoi negarci (in questo giorno solennissimo) Concedi a tutti noi* l’amore tuo costante* e in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te* finchè non ci avrai benedetti.* Benedici, o Maria, in questo momento* il Sommo Pontefice.* Agli antichi splendori della tua Corona,* ai trionfi del tuo Rosario,* onde sei chiamata Regina delle Vittorie,* aggiungi ancor questo, o Madre:* concedi il trionfo alla Religione* e la pace alla umana Società.* Benedici i nostri Vescovi,* i Sacerdoti* e particolarmente tutti coloro* che zelano l’onore del tuo Santuario di Pompei* e quanti coltivano e promuovono* la devozione al Santo Rosario. O Rosario benedetto di Maria,* Catena dolce che ci rannodi a Dio,* vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,* torre di salvezza negli assalti dell’inferno,* porto sicuro nel comune naufragio,* noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia,* a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra* sarà il nome tuo soave,* o Regina del Rosario di Pompei,* o Madre nostra cara,* o Rifugio dei peccatori,* o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta,* oggi e sempre,* in terra e in cielo.* Amen.
Salve, Regina.
Solo l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.

*Alla Vergine del Rosario di Pompei

(Una preghiera di Bartolo Longo in "Raccolta delle preghiere alla Vergine del Rosario di Pompei", 216s, Valle di Pompei 1894.)
Per impetrare il suo amore ed il suo patrocinio in vita e in morte.
Dopo la Comunione
O Maria,
Madre Immacolata di Gesù e Madre mia dolcissima, Regina del Santo Rosario, Tu che ai giorni nostri ti sei degnata di scegliere a tua dimora la Valle desolata di Pompei, qual novella Sionne (dimora), donde  i popoli irraggi (illumini)  della luce delle grazie e delle misericordie tue; deh!
volgi verso di me i tuoi occhi pietosi, e me riconosci tuo servo e figliuolo che Te ama, e a Te grida: Madre di misericordia!
Accorri benigna ai miei gemiti, ai miei clamori: i passi tuoi immacolati mi schiuderanno (apriranno) il sentiero della purezza e della pace.
Suoni alle mie orecchie la tua soavissima voce, o dolce Signora mia, perchè Tu non hai che parole di vita.  Apri le tue mani piene di grazie, e il tuo servo indegnissimo, che Te chiama, aiutalo  perdonando; e scampalo ognora dalle insidie dei suoi nemici.
Stendi sino a me quelle dolci catene della tua Corona, con le quali avvinci i cuori più duri; e il cuor mio ribelle stringi a Te, sì che, da Te più non si parta.
O Rosa d'inviolata purezza, con la fragranza dei tuoi verginali profumi traimi all'amore del Paradiso.
O cara Rosa del Signore, io sospiro a Te di amore e di dolore. Deh, inteneriscimi col tuo pianto; compungimi con la tua compassione; trafiggimi coi tuoi dolori; rinvigoriscimi con la tua grazia.  O Maria, Madre di grazia, prega per me. Prendi me per tuo servo.
Fa che io sempre confidi in Te; sempre io pensi a Te; sempre io chiami Te; sempre io serva a Te; sempre io ami Te. Per Te io viva, per Te io operi, per Te patisca, per Te muoia.
E nell' ora della morte liberami dal demonio, e conducimi per mano a Gesù tuo Figliuolo e mio Giudice.
O Cuore immacolato della Madre di Dio, fonte inesausto di bontà, di dolcezza, di amore e di misericordia, ricevi il mio cuore. Rendilo; simile al Cuore tuo. Purificalo con la tua intercessione,
santificalo col tuo amore, distaccalo dall'amore delle creature. E quel fuoco divino che accende il tuo Cuore, accenda anche il mio nel tempo e nella eternità. Così sia!
Un'Ave al Cuore immacolato di Maria.
Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza mia.
Rifugio dei peccatori, pregate per noi.
Indulgenza Plenaria una volta al mese.
Memorare alla Vergine di Pompei.
Ricordati, o pietosissima Vergine del Rosario di Pompei, non essersi udito mai, che alcuno dei tuoi devoti, il quale abbia col Rosario invocata la tua assistenza o implorato il tuo soccorso, sia rimasto abbandonato.
Io, animato da tal confidenza, a Te vengo, o Madre della Misericordia, Vergine delle vergini, potente Regina delle Vittorie.
Peccatore gemente, eccomi prostrato ai tuoi piedi imploro pietà, ti chieggo grazia.
Deh! non disprezzar le mie suppliche, o Madre del Verbo; ma pel tuo sacratissimo Rosario, per la predilezione che mostri al tuo Santuario di Pompei, benigna ascoltami ed esaudiscimi. Così sia..
Si ripeta tre volte: Regina sacratissimi Rosarii, ora pro nobis.
Si dica un'Ave Maria  per il Beato Barlolo Longo.

*Prima della Santa Comunione

Apparecchio alla Santa Comunione
Atto di Fede.
Gesù un giorno, fatto lungo viaggio a piedi, valicati i confini della Giudea, entrò in quel di Samaria. E giunto presso il pozzo di Sicar, quello stesso che Giacobbe diede a Giuseppe suo figliuolo, quivi sedette ad aspettare, fatigatus ex itinere, scrive l'Evangelista S. Giovanni: trafelato per lungo cammino. Aveva il sembiante nobilmente mesto, lunghi i capelli, cospersi di
polvere e bagnati di sudore, ma la fronte era ineffabilmente serena, che veruna ruga di colpa turbò mai quella sovrumana iride di pace che rischiarava quel viso, in cui si specchiavano gli Angeli del cielo. Aveva il volto molle di pianto, ma dagli occhi, grandi e soavissimi, balenavano a quando a quando i raggi della divinità.
- Che fai Tu, Gesù mio, così affaticato e lasso presso di un pozzo? Chi aspetti, digiuno, in su l'ora del mezzodì? - Un'anima peccatrice. -
- Ma chi ti mosse a fare sì lungo viaggio, abbandonando il sorriso della tua diletta Madre e il quieto riposo della solinga tua casa di Nazareth?
- L'amore di un'anima che andrebbe perduta.
Ah, sì! ora comprendo, o Gesù mio: quel pozzo raffigurava questo sacro Ciborio, ove si attinge l'acqua di eterna vita. Qui, stanco delle mie iniquità, ma pur paziente, Tu mi aspetti per dissetarmi alle sorgenti del tuo Cuore che germina e alimenta la purità dei Vergini, la costanza dei Martiri, la fede dei Confessori, l'amore di tutti i Santi.
Tu per cibarmi delle tue Carni hai fatto sì lungo viaggio per me, discendendo dal cielo in terra, e rivestendoti delle mie infermità; e sono già migliaia di anni, che notte e giorno qui Tu stai volontario prigioniero in Sacramento per salvare le anime; e tanti anni hai pur aspettato con benigna tolleranza quest' anima peccatrice che ora ti sta dinanzi!
Deh! porgimi una stilla di quell' acqua che sale all' eterna vita, di quell' acqua celeste onde mutasti il cuore della Samaritana. Tu sei la fonte di ogni grazia: e chi beve di te, più non ha sete nè di beni fugaci, nè di voluttà mondane, nè di piaceri transitori, poiché Tu solo, Tu sei la vera felicità delle anime, la sorgente della mia vera beatitudine.

Atto di Desiderio.
Vieni, vieni, o mia salute, vieni, o mio refrigerio, o acqua di eterna vita, vieni a dissetare la ingrata terra del mio cuore, disseccata dal soffio di ardenti passioni. O Gesù, purissimo Sposo dell'anima mia! Quando mi vedrò affatto libero da me stesso per dimorare in te? Quando verrà il fortunato momento, in cui, tutto inteso a contemplare le tue perfezioni, io gusterò  quanto dolce sei Tu? Quando mi darò io totalmente a te, acciocchè, posseduto dall' amor tuo, io non senta più nulla di me stesso?
Atto di Umiltà e di verace Confessione.
Ahimè, quante cose sono in me tuttavia che attirano la sensibilità del mio cuore, che mi disturbano, che mi contri­stano, che mi cagionano mille oscurità e mille distrazioni, che mi abbassano verso le creature e m'impediscono di entrare in te, e di possedere te, unico e sommo Bene!
Eccomi dinanzi a te, o Gesù, che sei lo splendore della gloria e la consolazione del mio pellegrinaggio. Ma io non so che dirti: più che la voce mia, si farà sentire quella della mia povertà; e l'abisso delle mie miserie trarrà nel mio cuore l'abisso delle tue misericordie.

Atto di Fervore.
Ascolta, o mio Dio, questa voce, e affrettati di venire al tuo povero e indegno servo per ricrearlo della tua presenza. Tu sei la mia gioia, e senza di te non posso essere contento.
Cerchino pur gli altri ciò che vorranno: in quanto a me, niente mi piace, niente mi contenta fuori di te, e te solo io bramo, te solo io cerco, o amore dell'anima mia! Vieni dunque: e giacchè desideri di stare con me, eccomi pronto a riceverti. Apri il mio cuore, o amabile Gesù, ripeti a me quella parola di vita: Io sono la tua salute; e infiammami al tempo stesso col fuoco dell'amor tuo; sicchè, consumato tutto che è di terra, io sia trasformato in te, mia vita, mia gioia, mio tesoro, mio tutto.
Alla Vergine di Pompei.
O Vergine bella, Immacolata e Santa, dolce Regina del Rosario di Pompei, Tu che meritasti di portare nel seno per nove mesi questo celeste tesoro, Tu non lo possedesti, no, per te sola. Per me pure venne a te affidato; il nutristi pure per me; fammene dunque parte, o Madre di misericordia. Dammi Tu con le tue mani questo mio Signore, supplisci al mio poco zelo con l' ardore degli affetti tuoi, e fa che tutto in me sia distrutto ciò che da lui mi separa e dal suo santo amore. E giacchè vuole Egli abitare con noi, e d'altro non ha orrore che del peccato; impetrami tale purità che mi renda capace di possederlo.
Agli Angeli ed agli abitatori del Paradiso.
E voi, Spiriti beati, su cui senza verun ostacolo regna presentemente questo amabile Salvatore, voi Santi e Sante del Paradiso riscattati dal Sangue di questo Agnello divino, partecipatemi una scintilla di quell'incendio in che voi soavemente ardete; acciocchè arda pur essa l' anima mia, sino a che non entri a parte con voi della beatitudine che voi possedete. Così sia.

*Prima della Santa Confessione

Apparecchio per la Santa Confessione
Preghiera prima dell' esame di coscienza.
Supremo Signore del cielo e della terra, non ributtate dal vostro cospetto questa miserabile
creatura che a Voi si presenta, e profondamente vi adora. Non la ributtate! È ella ribelle, ma a Voi si presenta per riconciliarsi con Voi, e divenire a Voi fedele. Sì, io voglio lavare l'anima mia nelle acque salutari del Sacramento della Penitenza.
Con tutta l'espansione del mio cuore, vi prego e vi scongiuro ad assistermi con la vostra grazia in modo, che ne riporti tutti quei preziosi effetti, per cui vi degnaste istituirlo. Vergine Santissima, Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre e rifugio dei peccatori; Angelo mio Custode, Santi miei protettori, a voi raccomando questa mia supplica. Recatela voi al trono del Signore, avvaloratela con la vostra intercessione, ottenetemi questa misericordia.
Signore, io lo spero, perchè lo domando a Voi, Dio di bontà infinita; perchè lo domando per i meriti della Passione del Vostro Unigenito Gesù perchè lo domando per l'intercessione di Maria e dei miei Santi protettori.

Si dicano sette Gloria allo Spirito Santo, ed una Salve Regina a Maria Santissima, Madre dei peccatori: poi si faccia bene il proprio esame di coscienza.
Dopo l'esame di coscienza.
Fatevi qualche momento pertanto di meditazione sul gran male che avete commesso peccando, sui grandi ed incalcolabili danni che coi vostri peccati avete recati all'anima vostra, sulla grande ingiuria che avete fatta a Dio; all'Essere Più perfetto, al padre, all'amico, allo sposo tenerissimo dell'anima vostra. Dopo d'avere meditato anche brevemente tutto questo; il vostro cuore si arrenderà a pentimento, che è la disposizione più necessaria a ricevere validamente il Sacramento della Penitenza.
Atto di Contrizione.
Misero me! Io con questi peccati ho oltraggiato il mio Dio, il mio buon padre, il più fedele degli amici, il più grande ed il più disinteressato de' benefattori, il mio Sommo Bene, il mio principio ed il mio ultimo fine, la bontà, la misericordia, la sapienza, la giustizia, la bellezza per essenza, l'Essere più perfetto; ed io l'ho oltraggiato adoperando in offenderlo gli stessi suoi benefici; io l' ho oltraggiato per restar su d'un puntiglio, per godermi un piacere che sfumò nell'atto stesso di gustarlo. Mira chi hai oltraggiato, (si dia un'occhiata al Crocifisso, o si pensi a Lui) questo Dio che fu per te emanato, per te crocifisso, per te agonizzante, per te morto! Contro questo Cuore ti avventasti, e con i  tuoi peccati assai più crudelmente lo trafiggesti che non con la lancia. O Cuore del mio Gesù, o vista del mio Crocifisso Gesù, avete vinto una volta e spezzata la durezza del mio cuore. lo mi compungo pur finalmente e mi arrendo: sì, perchè ho offeso Voi, o mio buon Dio. Piango e detesto i miei peccati, e tanto, che vorrei esser morto mille volte prima di averli commessi. Oh, mi trovassi piuttosto nella privazione di tutti i beni e nell'oppressione di tutti i mali, che nella somma reità di aver tanto oltraggiato chi tanto dovevo amare!
Già la risoluzione è fatta, o mio Signore, io non vi offenderò mai più... L'ultimo dei peccati che ho osato commet­tere, sarà veramente l'ultimo della mia vita. Da questo momento io comincio ad amarvi. Sì, Voi sarete il Dio del mio cuore, il solo, l'unico oggetto di tutti i suoi affetti. Avvalorate, o Signore, questi miei proponimenti con la vostra santa grazia. Vel domando per le viscere della vostra misericordia, per l'intercessione di Maria Santissima e dei miei Santi protettori. Io lo spero per la virtù di quel Sacramento che sono per ricevere. Così sia.

Subito dopo la Confessione.
Grande Iddio, quanto foste buono e misericordioso con questa miserabilissima creatura! Potendo punire con mille castighi e con le pene istesse dell'Inferno i tanti disgusti che vi ho
recati, per perdonarmi altro non voleste da me che l'umiliazione di confessare ch'io aveva peccato. Vi ringrazio con tutta l'effusione del mio cuore per un tratto di tanta misericordia, e vi prometto di impiegare tutti i giorni di mia vita in corrispondervi con la più sincera gratitudine, con la più costante fedeltà. Di nuovo vi prometto di non più offendervi, di nuovo vi protesto di amarvi, di nuovo vi prego di avvalorare i miei proponimenti con la vostra santa benedizione; ed in eterno canterò le vostre misericordie: Misericordias Domini in, aeternum cantabo.
Angeli e Santi del Paradiso, e voi Angelo mio Custode, e mio gran Padre S. Giuseppe, ringraziate per me la bontà, la clemenza, la misericordia della Santissima Trinità. Maria, Madre di Dio e Madre mia, Regina di misericordia nella Valle di Pompei, fatemi santo, acciocchè io più vi ami e più vi onori in terra, per più amarvi e onorarvi in Paradiso.

*Benedizione della Vergine di Pompei

La Benedizione di Maria Regina del Rosario di Pompei
Da chiedersi nel principio ed al termine del lavoro, nel levarci ed andare a letto, nell'entrare ed uscire di chiesa, di casa, e in tempo di tentazioni, dopo di aver recitato l'Ave Maria.
Regina del Rosario di Pompei, Gran Madre di Gesù e Madre mia, Benedici dal ciel l'anima mia. In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.
Sant’ Alfonso de' Liguori, così teneramente devoto della Madonna, ricorreva a Lei spessissimo.
Non faceva passare azione del giorno senza invocare Maria che anzi; potrebbe dirsi, la sua giornata era una invocazione continua alla Madonna.
“Fortunale quelle operazioni, scrive il Santo Dottore, che sono chiuse tra due Ave Maria!”

*Corona dei cinque Salmi

Corona dei cinque Salmi le cui iniziali compongono il nome di Maria Regina del Rosario di Pompei
Il devoto della Vergine di Pompei ponga l'intenzione, nel recitare questa Corona, di riparare le bestemmie e le ingiurie che ogni dì si fanno da tanti nemici della Chiesa ed anche da tanti falsi cristiani contro l' onore della SS. Vergine, e di difendere ed accrescere il culto e la venerazione verso la Santa Immagine della Vergine di Pompei.
E però incominci dal salutare Maria chiamandola con tutta riverenza e con tutto l'affetto dei cuore: Regina e Madre di Misericordia, dicendo: Salve Regina…
Degnati che io ti lodi, o Vergine tutta santa; dammi fortezza contro i tuoi nemici. Benedetto Iddio nei Santi suo. Così sia.

Salmo I
M - Magnificat alla Vergine di Pompei. Mediatrice di misericordia.
Antifona  Maria è nome che forma la gloria e la letizia di tutta la Chiesa, trionfante, militante e penante: a Lei fece grandi cose Colui che è possente, e il cui Nome è santo. Ave Maria...
Magnifica, anima mia, la Vergine eccelsa Regina delle Vittorie. Perchè ha spiegato i padiglioni delle sue magnificenze nella Valle dello sterminio, e quivi ha fatto scaturire un fonte nuovo d'inaudite misericordie; Ella che è la Signora del mondo, la Regina dei cieli, la padrona degli
Angeli, la Madre del tuo Dio. Grande e gloriosa la fece Colui che è possente, e il cui Nome è santo e terribile.  Egli l'avvicinò a sè con un miracolo della sua onnipotenza, e con la sua grazia la fece onnipotente, cooperatrice col Figlio alla salvezza del mondo. La costituì Mediatrice presso il nostro Mediatore, Rifugio e rimedio a tutti i nostri mali.  Ella partorì la Misericordia, e Iddio diede a Lei l' ufficio di Avvocata dei peccatori.  E la sua Misericordia passa di generazione in generazione, sopra coloro che la onorano.  Ha chiamato con voce di madre tutti noi suoi figli ad erigerle un trono, e della magnificenza dei suoi prodigi ha coperto tutta la terra. Da quel Trono ha rivolto lo sguardo alla nostra bassezza; ed ecco, da questo punto beati ci chiameranno tutte le generazioni. Con la potenza del suo braccio dissipò i nostri nemici; ed esaltò gli afflitti e gli umiliati. Prese per mano il caduto, e lo sollevò dal fango; e lo ha fatto sedere tra i  Principi della sua Reggia. Ha ricolmato dei suoi doni i poveri ed i famelici; e coloro che gemevano tra i lacci della colpa ha risollevati all'altezza di figliuoli di Dio.  Con sviscerato amore abbracciamo i tuoi piedi, o Regina, che sei la speranza, la vita, la Mediatrice nostra. Quanto è bello stare nella casa tua, o Signora di Pompei!  I raggi della tua misericordia dal tuo trono si stendono fino ai termini della terra.
Sia gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; siccome era in principio, ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.
Antifona Maria è nome che forma la gloria e la letizia di tutta la Chiesa, trionfante, militante e penante: a Lei fece grandi cose Colui che è tossente, e il cui Nome è santo.
Salmo II
A - Adorabile.
Antifona Adorabile è il Nome tuo, o vittoriosa Regina delta Valle di Pompei:  dall'Oriente all'Occidente suona la lode della tua virtù, ed i popoli annunziano i prodigi della tua potenza. Ave Maria...
Alla Madre di Dio, alla Signora di Pompei inneggiate esultando: togliete in mano un giocondo salterio nel gran giorno dei suoi trionfi. Cantate a Lei un cantico nuovo: annunziate fra le genti la gloria sua. Vidi bellissima Donna che ascendeva lungo i rivi delle acque; spandeva intorno ineffabile odore:  Lei cingevano fiori di rose e gigli di convalli, quali nei giorni di primavera. Sedette, Regina ammantata di gloria nella Valle della desolazione: aveva do­rate e ricche d'ogni fregio le vestimenta. Come stelle brillavano su la sua fronte i rubini e le gemme preziose; fulgori della sua possanza, sereni splendori della sua benignità, voci eloquenti dei suoi prodigi.  Da che per Lei si ebbero salute gl'infermi; e chi era sull'orlo della tomba ritornò redivivo tra le braccia
dei suoi cari. E le donne di questo secolo si spogliarono dei loro monili; e devote e compunte li deposero ai piedi della loro Benefattrice. E sui campi, cospersi di cenere infeconda e ricoperti d' impietrata lava, di oro e di gemme Le innalzarono un Trono.  Su la landa luttuosa siede oggi trionfatrice la Regina delle Vittorie; e diffonde da Pompei pel mondo i portenti delle sue misericordie. Venite a Lei, o genti e nazioni tutte della terra; invocatela, beneditela, esaltatela in eterno. Benedetta sii Tu, Vergine gloriosa di Pompei; delle dovizie di tua magnificenza è pieno l'Universo.
Sia gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; siccome era in principio, ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.
Antifona Adorabile è il Nome tuo, o vittoriosa Regina della Valle di Pompei: dall' Oriente all' Occidente suona la lode della tua virtù, ed i popoli annunziano i prodigi della tua potenza.

Salmo III.
R - Rosario - Rifugio in morte.
Antifona Rifugio in vita e scampo in morte sarà per me il tuo Rosario, o Maria; il tuo apparire nella mia ultima lotta sarà il segnale della mia vittoria: io ti aspetto, o Madre. Ave Maria...
Risuoni per ogni lingua la gloria tua, o Signora;  e il vespro tramandi alla dimane il concento delle nostre benedizioni. Tutte le genti ti chiamino beata; e Te beata ripetano tutti i lidi della terra e le mansioni dei cieli. Tre volte beata pur io ti chiamerò con gli Angioli, con gli Arcangeli, coi Principati; tre volte beata con le angeliche Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni superne.  Beatissima Te predicherò coi Troni, coi Cherubini e coi Serafini. O sovrana mia Salvatrice, non lasciar di piegare i tuoi occhi misericordiosi su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa.  Sopratutto non mi negare la maggiore delle grazie: cioè che la mia fragilità da Te non mi distacchi giammai.  In quella fede e in quell'amore, onde arde in questo istante l'anima mia, deh! fa che io perseveri sino all'ultimo respiro.  E quanti concorriamo alla edificazione del tuo Santuario in Pompei, fa che siamo tutti nel numero degli eletti.O Corona del Rosario della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui si baciala propria Corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù; il tesoro dei meriti pel Paradiso; Il pegno della mia predestinazione; la catena forte che costringe il nemico; Sorgente di pace a chi ti onora in vita; auspicio di vittoria a chi ti bacia in morte. In quell' ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le porte del Cielo.
Sia gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; siccome era in principio, ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.
Antifona Rifugio in vita e scampo in morte sarà per me il tuo Rosario, o Maria; il tuo apparire nella mia ultima lotta sarà il segnale della mia vittoria: io ti aspetto, o Madre.

Salmo IV
I - Imperatrice di pace.
Antifona Il Nome tuo, o Santa Signora di Pompei, è tesoro di pace a chi lo invoca in vita, pegno di vittoria nel passo estremo: sia esso indelebilmente scolpito nel mio cuore, e le mie labbra non lascino giammai di proferire sì dolce e salutare Nome. Ave Maria...  In Te, o Signora di Pompei, io posi tutte le mie speranze, e non resterò confuso in eterno. Gli occhi miei e il mio cuore erano continuamente rivolti a Te, e per l'ardore dei miei desideri andava dicendo: quando sarà che Tu mi consoli? E andava e veniva come pellegrino che ha smarrito sua via; come sitibondo in cerca di acque.  Languiva l'anima mia perla brama della salute che viene da Te, aspettava nell'amarezza il giorno della misericordia; e gli occhi miei si chiusero per stanchezza.  Aspettava impaziente la parola della pace che sarebbe uscita dalla Valle dello sterminio, dalla Casa della Madre di Misericordia.  Benedicesti finalmente, o mio Dio, la terra di maledizione: il tuo sorriso vi fe' germogliare la immacolata Rosa del cielo.  Tu mettesti in potere della beata Verginella di Nazareth la misericordia dei  secoli: ed Ella dalla terra delle rovine parlerà la pace sopra i popoli tutti. Pace, pace, risuonerà il suo accento; pace, pace, ripeteranno i colli eternali. Pace sulla terra agli uomini di buon volere: e gloria nei cieli al Dio delle misericordie. Apritevi, o porte del cielo, a ricevere la parola del perdono e della pace: la parola che mette dal suo trono la Regina di Pompei. Chi è mai questa Regina? È Colei che sulle rovine della morta Città apparve come Stella del mattino, nunzia di pace alle generazioni della terra.  È la Rosa del Paradiso, che la Misericordia trapiantò sulla terra isterilita da una pioggia di cenere infuocata. Apritevi, o porte del cielo, a ricevere la benefica parola: la parola della Regina delle Vittorie.
Chi è questa Regina delle Vittorie? E’ la Vergine Madre di Dio, fatta Madre dei peccatori, che scelse a sua dimora la Valle dello sterminio, per illuminare coloro, che seggono nelle tenebre e nell' ombra di morte: per dirigere i nostri passi nella via della pace.
Sia gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; siccome era in principio, ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.
Antifona Il Nome tuo, o santa Signora di Pompei, è tesoro di pace a chi lo invoca in vita, pegno di vittoria nel passo estremo: sia esso indelebilmente scolpito nel mio cuore, e le mie labbra non lascino giammai dì proferire sì dolce e salutare Nome.

Salmo V.
A - Avvocata dei peccatori.
Antifona A piè del tuo trono si prostrano i popoli, o Regina di Pompei, Avvocata dei peccatori, e riverenti esaltano le tue meraviglie, cantando inni di gloria al tuo Nome. Ave Maria...
Alzai gli occhi miei a Te, nuova Stella di speranza apparsa ai di nostri sulla Valle delle rovine. Dal profondo delle amaritudini levai le mie voci a Te, Regina del Rosario di Pompei, e sperimentai l' efficacia di questo titolo a Te sì caro. Salve, io griderò sempre, salve,  o Madre e Regina del Rosario di Pompei, mare immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie novelle del tuo Rosario, le fresche vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù per darsi a quelle di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani;  e sulle rovine della idolatria Tu ponesti lo sgabello di tua dominazione. Tu mutasti la piaggia di morte in Valle
di risorgimento e di vita; e sulla terra dominata dal tuo nemico impiantasti la Cittadella del Rifugio, ove accogli i popoli a salvamento. Ecco che i figli tuoi sparsi nel mondo là t'innalzarono un trono, come segnacolo dei tuoi portenti, come trofeo delle tue misericordie. Tu da quel trono chiamasti anche me tra i figli di tua predilezione; su di me peccatore si posò lo sguardo della tua miseràzione.
Siano benedette in eterno le opere tue, o Signora, e benedetti siano i prodigi tutti da Te operati nella Valle della desolazione e dello sterminio.
Sia gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; siccome era in principio, ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.
Antifona A piè del tuo trono si prostrano i popoli, o Regina di Pompei, Avvocata dei peccatori, e riverenti esaltano le tue meraviglie, cantando inni di gloria al tuo Nome.
SUB TUUM PRAESIDIUM. – Sotto il tuo patrocinio noi ci rifugiamo, o santa Madre di Dio; non disprezzar le nostre suppliche nelle necessità nostre, ma da tutti i pericoli liberaci sempre, o Vergine gloriosa e benedetta.
Degnati che io ti lodi, o Vergine" tutta santa;
Dammi fortezza contro i tuoi nemici. Benedetto Iddio nei Santi suoi.  Così sia.
Prega per noi, o Regina del Santissimo Rosario di Pompei,
Affinché siam fatti degni delle promesse di Gesù Cristo.
Orazione Signore, che tra i miracoli della tua provvidenza ordinasti che la tua Beatissima Madre Maria si chiamasse ancora col glorioso e dolcissimo titolo di Regina del Rosario di Pompei; concedi a noi la grazia di poter sempre in tutte le nostre necessità, e specialmente nell'ora della morte, sentire l'effetto del Patrocinio di Lei, il cui santo Nome veneriamo in terra. Per Gesù Cristo Signor nostro. Così sia.
Indulgenze concesse a chi recita la Salve Regina e il Sub tuum praesidium
Il S. Padre Pio VI, con decreto della S. C. Indulg. 5 Aprile 1786, a tutti i fedeli che recitano la Salve Regina e il Sub tuum praesidium coi versetti: Dignare me laudare te, etc.; e con l'intenzione di riparare in qualche modo le ingiurie fatte contro l'onore della SS. Vergine e dei Santi e contro le loro sante immagini, concesse.

- Indulgenza Plenaria due volte al mese in due Domeniche ad arbitrio, se confessati e comunicati pregano secondo l'intenzione del Papa.

- Indulgenza Plenaria in tutte le feste della B. V. Maria.

- Indulgenza Plenaria in articulo mortis.

*Visita alla Ss.Vergine del Rosario di Pompei

O Vergine eletta tra tutte le donzelle della stirpe di Adamo, o Rosa di carità, trapiantata dai giardini celesti in quest'arida terra di esilio per ristorare della sua fragranza gli affannosi viatori per la Valle delle lagrime.
O vera Regina dei fiori eterni, o Madre degna di Dio, che ti sei degnata ai giorni nostri porre il nuovo Trono di grazia e di misericordia sulla desolata terra di Pompei per richiamare alla vita della grazia i morti pel peccato; io ricorro a Te, e ti scongiuro a non discacciarmi dai tuoi
santissimi piedi, giacché tutta la Chiesa dei fedeli ti chiama e ti pubblica Madre della misericordia. Tu sei Colei, che per esser tanto cara a Dio, sei sempre esaudita.
La tua benignissima affabilità, o Signora, non ha mai disprezzato alcun peccatore, quanto si voglia enorme, che a Te si sia raccomandato. E che? forse falsamente o invano la Chiesa ti nomina la sua Avvocata ed il Rifugio dei miseri? Non sia mai che le mie colpe possano trattenerti, o Maria, dal compiere il grande ufficio di pietà che Tu hai, pel quale sei e l'Avvocata e la Mediatrice di pace, l'unica Speranza ed il Rifugio sicurissimo dei peccatori.
Non sia mai che la Madre di Dio, la quale partorì a beneficio di tutto il mondo Gesù, il Fonte della misericordia, abbia poi a negare la sua pietà ad alcun miserabile che a lei ricorra. L'ufficio tuo, o Maria, è di esser la paciera fra Dio e gli uomini; ti muova adunque a soccorrermi la tua grande pietà, ch'è assai maggiore di tutti i miei peccati.
O Maria o Regina del Santo Rosario, che ti mostri Stella di Speranza nella Valle di Pompei, siimi propizia. Ogni giorno io verrò ai tuoi piedi; e t' invocherò a  mio soccorso; e Tu dal tuo novello Trono di Pompei guardami sempre pietosa, esaudiscimi e benedicimi. Così sia. Salve Regina…
Si dica un'Ave per l'Avv. Bartolo Longo.

Indulgenze concedute del S. P. Leone XIII, a chi visita l’ Immagine della Vergine del SS. Rosario di Pompei.
La venerata Immagine della Vergine del Rosario di Pompei, dichiarata prodigiosa dalla voce autorevole del Sommo Pontefice Leone XIII con un Breve apostolico, da lui stesso firmato, dei 28 Marzo 1890 è stata proposta da lui medesimo alla venerazione di tutti i popoli con un Rescritto del 21 Giugno 1890 col quale accorda speciali Indulgenze in perpetuo a chiunque visita la Immagine della Regina dei Rosario di Pompei esposta in qualunque chiesa o cappella pubblica del mondo.
Questo Rescritto, emesso a richiesta del compianto Em.mo Card. Raffaele Monaco La Valletta, Decano del S. Collegio e Protettore del Santuario di Pompei, manifesta le gravissime ragioni che hanno mosso il novello Pontefice del Rosario, il grande Leone XIII, ad allargare per tutto il mondo la venerazione verso la prodigiosa Imagine.
Ne diamo quindi il Compendio.
Il S. Padre Leone XIII, considerando la moltitudine di fedeli che tanta venerazione prestano all' Immagine del Rosario denominata da Pompei della quale Dio si è servito per accordare quelle tante grazie che hanno commosso il mondo, per ricondurre molte migliaia di fedeli alla quotidiana recita del S. Rosario; considerando che l'Immagine del Rosario venerata nel Santuario di Pompei, richiama a quel Santuario innumerevoli e continui pellegrinaggi in ciascun giorno dell'anno, senza dire di quelli numerosissimi di parecchie migliaia di persone, che non curando spese e disagi, vanno a venerarla, e di più a confortarsi del Cibo Eucaristico nelle due solennità proprie del Santuario, cioè agli 8 di Maggio e nella prima Domenica di Ottobre, tanto nel giorno, quanto in tutta la notte precedente, in cui la chiesa è aperta alla pubblica prece; considerando finalmente che questa stessa Immagine esposta in tante chiese di Roma, d'Italia e fuori d'Italia, riscuote ovunque particolare venerazione in tridui, novene, luminarie e feste, e specialmente nella pratica, oggi tanto diffusa, dei Quindici Sabati del SS. Rosario; nel desiderio di favorire il maggior bene spirituale dei devoti alla Vergine del SS. Rosario di Pompei; accorda
l'indulgenza PLENARIA a quelli che confessati e comunicati la visiteranno, egualmente in qualunque chiesa o cappella pubblica, nel giorno della festa del Santo Rosario, e nel giorno 8 di Maggio, pregando per qualche spazio di tempo secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.  
Visita a Maria Santissima (S. Alfonso Maria de' Liguori).
Santissima Vergine Immacolata e Madre mia, Maria, a Voi che siete la Madre del mio Signore, la Regina del mondo, Avvocata, la Speranza, il Rifugio dei peccatori, ricorro oggi io, che sono il più miserabile di tutti. Vi venero, o gran Regina, e vi ringrazio di quante grazie mi avete fatto finora, specialmente di avermi liberato dall'inferno tante volte meritato.
Io vi amo, Signora amabilissima, e per l'amore che vi porto, vi prometto di volervi sempre servire, e di far quanto posso acciocchè siate servita anche dagli altri.
Io ripongo in Voi tutte le mie speranze, tutta la mia salute; accettatemi per vostro servo ed accoglietemi sotto il vostro manto, o Madre di misericordia.
E giacché siete così potente con Dio, liberatemi da tutte le tentazioni oppure ottenetemi forza di vincerle sino alla morte.
A Voi domando il vero amore a Gesù Cristo, da Voi spero di fare una buona morte. Madre mia, per l'amore che portate a Dio, vi prego d'aiutarmi sempre, ma più nell'ultimo punto della mia vita.
Non mi lasciate, fintanto che non mi vediate già salvo in Cielo a benedirvi ed a cantare le vostre misericordie per tutta l'eternità. Così spero, così sia.

Con approvazione dell'Autorità Ecclesiastica.

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